lunedì 31 dicembre 2012
BUON ANNO NUOVO 2013 CON PAPA BENEDETTO XVI ! IO STO CON IL PAPA !
L'augurio per un buon 2013 lo prendo da un amico di Facebook , poche parole che esprimono la nostra fede cattolica :
« Il Papa resta una solida "roccia" nella difesa della cristianità: auguro a Papa Benedetto XVI un anno di fecondo apostolato e lunga vita...
Abbiamo ancora bisogno della Sua guida sicura...
W il Papa!
E grazie a voi, cari amici, per il vostro impegno apologetico e di diffusione e difesa della retta dottrina cattolica...
Buon 2013! »
venerdì 28 dicembre 2012
COSTITUZIONE ITALIANA
Che sia la più bella del
mondo, come dice Benigni, l'ha sempre sostenuto un certo mondo ideologico
catto-comunista, forse perchè ha ripreso molto da quella dell'Unione Sovietica,
dove non è stata mai applicata. Si può dunque dire che sicuramente è bella, ma
difficile se non impossibile trasporla nella realtà.
Farne l'apologia, come ha
fatto Benigni, è un pò una caricatura, come d'altro canto ha fatto Scalfaro
nelle sue conferenze in tutta Italia, o Franceschini quando, in chiave
anti-berlusconiana, fece il gesto simbolico di portare il testo della
Costituzione italiana al padre malato.
E' stata troppo venerata,
(anche da cattolici di cui sopra) ritenuta sacra come la Sacra Scrittura; come
questa infallibile, eterna, immutabile. Invece, come ogni cosa umana non
divinamente ispirata, è fallibile, è transeunte; dopo più di sessant' anni, ha
bisogno non di modifiche sporadiche, ma di un radicale rifacimento.
In questo testo si coglie
l'irrealistico ottimismo di Pelagio (eretico del quarto secolo) e di Rousseau
che porta alla negazione del peccato a cominciare da quello
"originale". E' inquinata dall'ottimismo irrealista e rovinoso
dell'Illuminismo.
Si parte dal presupposto
che gli uomini siano tutti buoni ed altruisti, corrotti (come affermava
Rousseau) da cattivi sistemi socio-politici, mutando i quali si arriverebbe al
regno della fratellanza. Da qui poi ha preso spunto il mito messianico delle
riforme redentrici smentito ogni volta dalla storia, in particolare in
questi ultimi due secoli, quando dalla bellezza della teoria
costituzionale si passa alla durezza della pratica e della realtà.
David Hume consigliava al
legislatore di partire da un principio: "sempre si deve pensare che
l'uomo, lasciato a se stesso, è portato ad essere non santo, ma briccone".
Hobbes, manifestando il
suo totale pessimismo sull'uomo, arrivava a dire che "nella società
umana c'è una guerra di tutti contro tutti, che il consorzio umano non è retto
dall'amore spontaneo, ma dall'egoismo del peccato e che, nell'interesse
generale, solo un'autorità munita di forza può tenere a bada".
Oggigiorno nemmeno una
congrega di santi riuscirebbe a gestire uno Stato come il nostro, con un
marchingegno iper-ottimista e iper-garantista qual'è la costituzione italiana,
che è un sistema di garanzie, di pesi e contrappesi, di garantismi, di
magnifici principi, pensati però (come diceva Macchiavelli) per uomini che
non si sono mai visti e, senza tema di smentita, non si vedranno mai
sulla faccia della terra.
Questo nostro sistema
inceppato (per l'impossibilità di cambiarlo a causa dei veti incrociati), si è
incancrenito, rendendo l'Italia ingovernabile, sia che il governo sia di
sinistra, che di destra. La democrazia è solo formale, non si riesce a cambiare
anche le cose più irrilevanti, c'è impossibilità di decisione, senza parlare
dell'avidità della partitocrazia (che è sotto gli occhi di tutti), delle
lobbies economiche, del corporativismo sindacale che rovesciano nel loro
contrario le utopie dei costituenti. Infatti come in tutte le utopie e le
ideologie nate con la Modernità si verifica ogni volta la famosa "Eterogenesi
dei fini", e cioè il rovesciamento delle intenzioni umane nel
loro contrario. IL Nazismo ha avuto i Lager, il Comunismo i Gulag.
Infatti la cultura
moderna, nata per realizzare il regno della libertà per tutti, ha in realtà
creato quello che Augusto Del Noce chiamava "il regime della massima
oppressione" soprattutto nei confronti di coloro che non vogliono
sacrificare agli idola fori, ai miti e ai tabù su cui queste culture si
reggono.
Solo la Gran Bretagna
rifiutò l'ideologia giacobina: il sogno destinato a rovesciarsi in un incubo.
Lassù ha prevalso il "buon senso", tanto che non ha mai
conosciuto gli effetti devastanti della Rivoluzione Francese cosi il suo è
rimasto In fondo un sistema di Ancien Regime.
E' stata salvata da
quell'anima medievale che rifugge dalla moderna ideologia che ha
intossicato e insanguinato le altre parti d'Europa. Dal medioevo cristiano
discende non soltanto il realismo, il pragmatismo (l'uomo medievale non giudica
le cose in base ad un sistema previo), ma anche il rifiuto di imbalsamare la
realtà in formule e documenti scritti, infatti la Gran Bretagna non ha quasi
Costituzione, non ha codici civili e penali, affidando tutto non
all'astrattezza di un anonimo legislatore, ma alla saggezza, all'esperienza,
all'umanità di un uomo concreto, il giudice.
Scaturisce dall'ideale
cristiano anche il culto per la Tradizione e cioè la consapevolezza che non c'è
presente nè futuro se non mantenendo le radici con il passato (qualcosa
dovrebbe imparare anche una certa cattolicità che ha rotto con la Tradizione
bimillenaria) . La cognizione che nella storia non vi possono essere delle
fratture violente che è il sogno di tutti i rivoluzionari, ma che, nella storia
umana, si può andare avanti soltanto se il nuovo non rinnega il vecchio. Non
come fa l'Europa che, rinnegando le sue radici, si preclude di fatto il suo
futuro. (Dopo la grande crisi morale dell'Europa che arriva a disconoscere le
sue radici ebraico-cristiane, ecco puntuale la grande crisi materiale che
stiamo vivendo).
Cosicchè possiamo
affermare che la prospettiva britannica non è la sua "modernità",
ma al contrario il suo "arcaismo", il suo essere rimasta nel Medio
Evo. Il suo sistema di valori risale alla christianitas medievale.
Old England non è solo un modo di dire, ma è
proprio ciò che ha salvato dell'Europa pre-rivoluzionaria e pre-ideologica,
dell'Europa della concreta cristianità che fa la "modernità" e il
successo del mondo anglosassone di affrontare la vita.
Quindi al contrario di
Benigni, Scalfaro, Franceschini e tanti altri, io mi sento di fare non certo
l'apologia della Costituzione italiana ma della sola non-Costituzione
britannica, anche se oggi la Gran Bretagna purtroppo ha ceduto su molti fronti
come il "pensiero unico", il "politicamente corretto", il
"relativismo etico", il multiculturalismo ecc ecc ma questo è un
altro discorso.
D'altro canto, (a sua
giustificazione) è in buona compagnia perchè anche parte della Chiesa
cattolica, dopo l'ultimo Concilio, ha ceduto alle sirene della Modernità
proprio quando questa era già decotta.
E' il caso di dire che questi preti
hanno scoperto le categorie illuministe duecento anni dopo.
I soliti
ritardatari...
F.V.
Comunità di Sant'Egidio : possibile che non trovi un altro posto ?
"Alla fine, la demagogia viene fuori tutta....
E io penso, con gratitudine, a padri e madri di famiglia che, nelle loro giornate estenuanti, trovano il tempo della carità discreta e silenziosa.
Penso alla varie Caritas di tutte le nostre diocesi.
Penso a chi, nel freddo delle sere invernali, si china sui barboni sugli aeroporti e sulle stazioni ferroviarie per portare una bevanda calda e accertasi che abbiano un riparo.
Laici esemplari, perfettamente in accordo con il Magistero della Chiesa.
Altro che Babbo Natale in chiesa...." ( v.foto sotto)
Il pranzo a Sant'Egidio, nuovi poveri e solidarietà
A Roma, nella chiesa ( Basilica N.d.R.) di Santa Maria in Trastevere, il consueto pranzo nella comunità con il fondatore e il ministro uscente Andrea Riccardi per la cooperazione internazionale e l'integrazione.
( Prima del consueto "pranzo per i poveri di Roma" - iniziativa lodevolissima che ammiriamo ed appoggiamo - c'era stata la celebrazione della Santa Messa del giorno di Natale trasmessa su Rai1 e terminata alle 11,50. Immaginiamo per un istante il lavoro di chi ha allestito il catering nella Basilica con in relativi costi ...)
Dai commenti di questo post su Messainlatino :
Come al solito "Le leggi ci son, ma chi pon mano ad esse? "
Can. 1214 - Col nome di chiesa si intende un edificio sacro destinato al culto divino, ove i fedeli abbiano il diritto di entrare per esercitare soprattutto pubblicamente tale culto.
Si può quindi desumere che ogni altro uso diverso dal Culto Divino non sia appropriato per una chiesa, almeno in condizioni non emergenziali: e ciò che è consuetudinario non è emergenziale.
Possibile che Santegìdio non trovi un altro posto??
Can. 1220 - §1. Tutti coloro cui spetta, abbiano cura che nella chiesa sia mantenuta quella pulizia e quel decoro che si addicono alla casa di Dio, e che sia tenuto lontano da esse tutto ciò che è alieno dalla santità del luogo.
Norma funzionalmente collegata alla precedente citata: se nel luogo di culto si magna e beve (e immagino non proprio in silenzio né accompagnati da letture sacre cantillate dal pulpito dal prof. Riccardi) difficile mantenerne pulizia e decoro. Possibile che Santegìdio non trovi un altro posto???
Can. 1229 - È opportuno che gli oratori e le cappelle private siano benedetti secondo il rito prescritto nei libri liturgici; è d'obbligo, invece, che siano riservati unicamente al culto divino e liberi da ogni uso domestico.
Questa norma citata in via residuale pare invece esser piuttosto illuminante nel distinguere che cosa è -nell'ambito domestico, e quindi a maggior ragione se si fa riferimento ad una basilica- uno spazio dedicato al culto: dev'esser un ambiente assolutamente distinto da ogni uso funzionale e strumentale alla vita materiale.
Insomma:
Possibile che Santegìdio non trovi un altro posto???????
L. M.
AGGIUNTA : CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
ISTRUZIONE REDEMPTIONIS SACRAMENTUM
su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia
[...]
77. In nessun modo si combini la celebrazione della santa Messa con il contesto di una comune cena, né la si metta in rapporto con analogo tipo di convivio. Salvo che in casi di grave necessità, non si celebri la Messa su di un tavolo da pranzo o in un refettorio o luogo utilizzato per tale finalità conviviale, né in qualunque aula in cui sia presente del cibo, né coloro che partecipano alla Messa siedano a mensa nel corso stesso della celebrazione. Se per grave necessità si dovesse celebrare la Messa nello stesso luogo in cui dopo si deve cenare, si interponga un chiaro spazio di tempo tra la conclusione della Messa e l’inizio della cena e non si esibisca ai fedeli nel corso della Messa del cibo ordinario.
78. Non è lecito collegare la celebrazione della Messa con eventi politici o mondani o con circostanze che non rispondano pienamente al Magistero della Chiesa cattolica. Si deve, inoltre, evitare del tutto di celebrare la Messa per puro desiderio di ostentazione o di celebrarla secondo lo stile di altre cerimonie, tanto più se profane, per non svuotare il significato autentico dell’Eucaristia.
[...]
Questa Istruzione, redatta, per disposizione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede, è stata approvata dallo stesso Pontefice il 19 marzo 2004, nella solennità di san Giuseppe, il quale ne ha disposto la pubblicazione e l’immediata osservanza da parte di tutti coloro a cui spetta.
Roma, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,
il 25 marzo 2004, nella solennità dell’Annunciazione del Signore.
Francis Card. Arinze
Prefetto
Domenico Sorrentino Arcivescovo
Segretario
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20040423_redemptionis-sacramentum_it.html
AGGIUNTA : CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
ISTRUZIONE REDEMPTIONIS SACRAMENTUM
su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia
[...]
77. In nessun modo si combini la celebrazione della santa Messa con il contesto di una comune cena, né la si metta in rapporto con analogo tipo di convivio. Salvo che in casi di grave necessità, non si celebri la Messa su di un tavolo da pranzo o in un refettorio o luogo utilizzato per tale finalità conviviale, né in qualunque aula in cui sia presente del cibo, né coloro che partecipano alla Messa siedano a mensa nel corso stesso della celebrazione. Se per grave necessità si dovesse celebrare la Messa nello stesso luogo in cui dopo si deve cenare, si interponga un chiaro spazio di tempo tra la conclusione della Messa e l’inizio della cena e non si esibisca ai fedeli nel corso della Messa del cibo ordinario.
78. Non è lecito collegare la celebrazione della Messa con eventi politici o mondani o con circostanze che non rispondano pienamente al Magistero della Chiesa cattolica. Si deve, inoltre, evitare del tutto di celebrare la Messa per puro desiderio di ostentazione o di celebrarla secondo lo stile di altre cerimonie, tanto più se profane, per non svuotare il significato autentico dell’Eucaristia.
[...]
Questa Istruzione, redatta, per disposizione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede, è stata approvata dallo stesso Pontefice il 19 marzo 2004, nella solennità di san Giuseppe, il quale ne ha disposto la pubblicazione e l’immediata osservanza da parte di tutti coloro a cui spetta.
Roma, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,
il 25 marzo 2004, nella solennità dell’Annunciazione del Signore.
Francis Card. Arinze
Prefetto
Domenico Sorrentino Arcivescovo
Segretario
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20040423_redemptionis-sacramentum_it.html
giovedì 27 dicembre 2012
105 mila cristiani uccisi per la fede nel 2012
Nella solennità di santo Stefano primo martire la Chiesa prega per i 105 mila cristiani uccisi per la fede nel 2012
R. - Il centro forse più avanzato di statistica religiosa è quello fondato e diretto - fino alla sua morte nel 2011 - da David Barret, negli Stati Uniti. Secondo questo centro, si stima che anche quest’anno, nel 2012, siano stati uccisi per la loro fede 105 mila cristiani: questo significa un morto ogni 5 minuti. Le proporzioni, dunque, sono spaventose…
D. - Ci sono Paesi, come la Nigeria, dove a causa della violenza fondamentalista dei Boko Aram è pericoloso perfino andare a Messa, cioè andare a Messa significa rischiare la vita…
R. - Le aree di rischio sono molte, se ne possono identificare sostanzialmente tre principali: i Paesi dove è forte la presenza del fondamentalismo islamico - la Nigeria, la Somalia, il Mali, il Pakistan e certe regioni dell’Egitto - i Paesi dove esistono ancora regimi totalitari di stampo comunista, in testa a tutti la Corea del Nord e i Paesi dove ci sono nazionalismi etnici, che identificano l’identità nazionale con una particolare religione, così che i cristiani sarebbero dei traditori della Nazione, penso alle violenze nello stato dell’Orissa, in India. Certamente, in molti di questi Paesi andare a Messa o anche andare al catechismo - in Nigeria c’è stata anche una strage di bambini che andavano a catechismo - è diventato di per se stesso pericoloso.
D. - In Pakistan la legge sulla blasfemia per i cristiani, davvero, rappresenta un grande pericolo… Proprio in nome di questa legge ricordiamo Asia Bibi, la donna madre di cinque figli tutt’ora in carcere, condannata a morte proprio in nome di questa norma…
D. - In Pakistan la legge sulla blasfemia per i cristiani, davvero, rappresenta un grande pericolo… Proprio in nome di questa legge ricordiamo Asia Bibi, la donna madre di cinque figli tutt’ora in carcere, condannata a morte proprio in nome di questa norma…
R. - L’Italia è stato il primo Paese ad adottare Asia Bibi. Certamente i suoi sforzi finora le hanno salvato la vita, ma non dobbiamo dimenticare le esecuzioni ed i linciaggi, perché qualche volta è la folla stessa - magari esaltata da qualche predicatore - a linciare l’accusato prima della condanna. In Pakistan sono diventate scene, purtroppo, consuete e non c’è solo il caso di Asia Bibi.
D. - Perché secondo lei c’è tanto odio verso i cristiani nel mondo, appunto, tanto da essere il gruppo religioso più perseguitato?
R. - Da una parte c’è la persecuzione cruenta, i morti ammazzati e le torture, che derivano da alcune specifiche ideologie: l’ideologia del fondamentalismo islamico radicale, le versioni più aggressive degli etno-nazionalismi e, naturalmente, quanto ancora sopravvive della vecchia ideologia comunista. Senza mettere assolutamente sullo stesso piano dei morti - che sarebbe certamente sbagliato - dobbiamo, però, ricordare che ci sono fenomeni di intolleranza, che è un fatto culturale, o di discriminazione attraverso misure legislative ingiuste, che si verificano anche nei nostri Paesi, anche in Occidente, come il Santo Padre ha ricordato ancora nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2013. Non a caso, nel discorso degli auguri di Natale alla Curia Romana di qualche giorno fa, il Papa si è soffermato sui pericoli e su, per così dire, una dittatura culturale, esercitata da una specifica ideologia e tra le varie c’è quella del “gender”. Queste ideologie, evidentemente, si sentono minacciate dalla voce dei cristiani e dalla voce della Chiesa e, quindi, le loro lobby mettono in atto campagne di intolleranza e di discriminazione.
D. - Santo Stefano è morto chiedendo al Signore di non imputare ai suoi assassini questo peccato. Dalle testimonianze da lei raccolte emerge che i cristiani, chiaramente tramite la misericordia di Dio, riescono a perdonare i loro persecutori?
R. - Naturalmente quando si parla dei 105 mila morti all’anno, questi non sono tutti martiri nel senso teologico del termine. Tuttavia, all’interno di questo numero ce n’è uno - più piccolo certamente - che comprende persone che molto consapevolmente offrono la loro vita per la Chiesa e spesso pregano anche per i loro persecutori e a questi offrono il perdono.
D. - E questo colpisce, perché poter perdonare, in qualche modo, i propri persecutori è veramente un’opera che viene dal Signore…
R. - Devo dire che questa è una caratteristica unica del cristianesimo, perché molte altre culture - precristiane e anche post cristiane - parlano, invece, del diritto ed anche di un vero e proprio dovere d’onore della vendetta. Il cristianesimo ha avuto questa grande funzione civilizzatrice, che oggi si tende a dimenticare, di avere sostituito la logica della vendetta con la logica del perdono.
Radio Vaticana
DA "REPUBBLICA"
ISLAMABAD -
Una giovane ragazza cristiana è stata uccisa con un colpo d'arma da
fuoco alla testa a Quetta, capoluogo della provincia sud-occidentale
pachistana del Belucistan. Lo riferisce la rete Ndtv citando fonti della
polizia. Il corpo senza vita della ragazza è stato trovato in casa dal
fratello della vittima. Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta.
Potrebbe trattarsi di un nuovo episodio di violenza a sfondo religioso
nel Pakistan musulmano, anche se gli inquirenti non si sono ancora
pronunciati sul movente del delitto. Il cadavere è stato restituito alla
famiglia dopo l'autopsia.
Qualora fosse confermata la matrice religiosa dell'omicidio, la ragazza di Quetta entrerebbe nel lunghissimo e triste elenco dei cristiani uccisi in vari Paesi. Una lista che secondo l'Osservatorio della libertà religiosa quest'anno conta 105 mila vittime.
Qualora fosse confermata la matrice religiosa dell'omicidio, la ragazza di Quetta entrerebbe nel lunghissimo e triste elenco dei cristiani uccisi in vari Paesi. Una lista che secondo l'Osservatorio della libertà religiosa quest'anno conta 105 mila vittime.
(26 dicembre 2012)
domenica 23 dicembre 2012
" Principi NON negoziabili"
Da Facebook ho preso questa saggia riflessione :
" Il problema politico per un cattolico autentico non è la destra, la sinistra, il centro (o meglio lo è, ma non come simpatia oppure come odio ideologico personale), ma è primariamente il rispetto e la tutela di quelli che sono i " principi non negoziabili": tutela della vita dal concepimento alla morte naturale (no all'aborto e all'eutanasia), difesa della famiglia unica e vera (unione indissolubile di un uomo ed una donna), libertà educativa (no al monopolio educativo dello Stato), libertà religiosa (non solo come faccenda privata, ma come "fatto" pubblico).
Quei partiti o coalizioni che difendono questi principi (che non sono confessionali ma appartengono alla natura dell'uomo), sono quelli che guarderò con attenzione alle elezioni (aldilà di antipatie, simpatie, stima personale).
Ora fate un po' voi le pulci ai partiti nostrani e traetene le conseguenze..."
sabato 22 dicembre 2012
Macerata, riapertura della restaurata Chiesa di San Filippo Neri al Corso
La Storia della Diocesi di Macerata oggi 22 dicembre 2012 si arricchisce di una nuova pagina : grazie all'intraprendenza del nostro Pastore Mons. Claudio Giuliodori viene riaperta l'artistica chiesa di San Filippo Neri al Corso.
Queste sono le note stampate nell'elegante opuscolo inviato alla Curia a tutte le comunità diocesane.
Vorrei solo aggiungere la commozione che avrò nel varcare fra poco il sacro spazio della chiesa filippina.
Per tanti anni ho avuto come confessore un Padre Passionista, ordine che ha retto fino al terremoto del 1997 la chiesa .
Erano gli anni difficili dell'adolescenza che ho spiritualmente colmato grazie alla solida fede dell'anziano religioso.
Poi ho tante volte suonato all'affollata messa vespertina domenicale delle ore 19 soprattutto quando l'organista titolare M° Don Fernando Morresi ha iniziato il suo calvario nella malattia che lo ha condotto prematuramente alla morte.
Il centro storico maceratese ancora viveva grazie a quella messa, sempre curata, dei PP.Passionisti.
Nella Chiesa c'era l'Adorazione Eucaristica Perpetua, dal mattino alla sera.
Inoltre in un altare laterale, il primo vicino all'altare maggiore, era venerato il Corpo di San Vincenzo Maria Strambi, Passionista, Vescovo di Macerata e Tolentino.
Ora rimarrebbe da riaprire la meravigliosa Collegiata di San Salvatore in San Giovanni, a pochi metri dalla Chiesa di San Filippo.
Il "bel" San Giovanni , pinacoteca di arte sacra e di devozioni di un tempo.
Non sappiamo che fine farà.
Rimaniamo ora nel gaudio della riapertura di San Filippo !
Il ricordo della riapertura di San Filippo al Corso , inciso nei cuori, è penetrato nel marmo che la “pietas” del popolo maceratese ha voluto collocare nel punto più alto della facciata.
Ancora una volta la sonnacchiosa comunità cittadina ha avuto nella Chiesa Cattolica uno stimolo che invano troverebbe in altre realtà : “ E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno…”
Grazie Mons. Giuliodori : un Vescovo straordinario !!!
Ancora una volta la sonnacchiosa comunità cittadina ha avuto nella Chiesa Cattolica uno stimolo che invano troverebbe in altre realtà : “ E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno…”
Grazie Mons. Giuliodori : un Vescovo straordinario !!!
La Chiesa di San Filippo Neri di Macerata.
Fin dal 1611 vennero a Macerata alcuni Filippini, i quali risiedettero dapprima presso varie Chiese; poi, nel 1624, due anni dopo la canonizzazione del loro Santo Fondatore, costruirono, verso la metà dell'attuale corso, una Chiesa dedicata a S. Filippo, che è stata la prima in tutto il mondo dedicata al grande Santo, Apostolo di Roma.
L'8 settembre fu solennemente benedetta dal Vescovo Card. Centini; essendo però insufficiente a contenere i fedeli che in gran numero vi accorrevano, nel 1647 fu ampliata e nuovamente benedetta dal Vescovo Mons. Silvestri.
Nel 1685 fu per la terza volta ampliata; ma risultando ancora angusta alla crescente devozione dei Maceratesi, i Filippini decisero di costruirne a poca distanza, davanti la Chiesa di S. Giovanni, una nuova più grande.
Ne fece il disegno Gian Battista Contini, romano, e il maceratese Giuseppe Marconi ne fu il grande benefattore.
La prima pietra fu posta il 17 dicembre 1697 e ben presto la Chiesa sorse su pianta ellittica, ricca di marmi e di splendide tele, in grandioso stile barocco. [...]
Nel 1799, espulsi i religiosi da Napoleone, nella Chiesa fu portata la residenza parrocchiale di S. Maria della Porta; ma dopo due anni ognuno tornò alla propria sede.
Nel 1810, espulsi nuovamente i Filippini, la Chiesa fu chiusa al culto, e così rimase fino al 1820, quando, per le premure del Vescovo S. Vincenzo Strambi, i religiosi poterono tornare a Macerata, rimanendovi fino al 1847, quando furono sostituiti dai Barnabiti. [...]
Nel 1861, in seguito alle leggi eversive del Governo italiano, i Barnabiti furono espulsi, e la Chiesa, nel 1866, fu ceduta dal Comune alla Confraternita delle
L'8 settembre fu solennemente benedetta dal Vescovo Card. Centini; essendo però insufficiente a contenere i fedeli che in gran numero vi accorrevano, nel 1647 fu ampliata e nuovamente benedetta dal Vescovo Mons. Silvestri.
Nel 1685 fu per la terza volta ampliata; ma risultando ancora angusta alla crescente devozione dei Maceratesi, i Filippini decisero di costruirne a poca distanza, davanti la Chiesa di S. Giovanni, una nuova più grande.
Ne fece il disegno Gian Battista Contini, romano, e il maceratese Giuseppe Marconi ne fu il grande benefattore.
La prima pietra fu posta il 17 dicembre 1697 e ben presto la Chiesa sorse su pianta ellittica, ricca di marmi e di splendide tele, in grandioso stile barocco. [...]
Nel 1799, espulsi i religiosi da Napoleone, nella Chiesa fu portata la residenza parrocchiale di S. Maria della Porta; ma dopo due anni ognuno tornò alla propria sede.
Nel 1810, espulsi nuovamente i Filippini, la Chiesa fu chiusa al culto, e così rimase fino al 1820, quando, per le premure del Vescovo S. Vincenzo Strambi, i religiosi poterono tornare a Macerata, rimanendovi fino al 1847, quando furono sostituiti dai Barnabiti. [...]
Nel 1861, in seguito alle leggi eversive del Governo italiano, i Barnabiti furono espulsi, e la Chiesa, nel 1866, fu ceduta dal Comune alla Confraternita delle
Stimmate di San Francesco, che ne prese possesso il 7 dicembre di quell'anno. (0.
Gentili, Macerata Sacra, Roma, Casa Editrice Herder, 1967, pp. 213-216)
La Chiesa fu poi officiata dai Padri Passionisti dal 1957 al 1997, quando venne chiusa a causa dei danni riportati per il sisma che colpì le Marche e l'Umbria.
Il 22 dicembre 2012, dopo 15 anni, la Chiesa, sotto il governo pastorale di Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata - Tolentino - Recanati - Cingoli - Treia, viene nuovamente aperta al culto e data alla cura e alla custodia pastorale del Rettore della Chiesa e Priore della Confraternita don Gianluca Merlini, in collaborazione con i consacrati "Figli del Sacro Cuore di Gesù" dell'Associazione Mariana "Regina dell'Amore".
Il 22 dicembre 2012, dopo 15 anni, la Chiesa, sotto il governo pastorale di Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata - Tolentino - Recanati - Cingoli - Treia, viene nuovamente aperta al culto e data alla cura e alla custodia pastorale del Rettore della Chiesa e Priore della Confraternita don Gianluca Merlini, in collaborazione con i consacrati "Figli del Sacro Cuore di Gesù" dell'Associazione Mariana "Regina dell'Amore".
martedì 18 dicembre 2012
PERUGIA : LA NUOVA ASSOCIAZIONE CULTURALE DI FEDELI CATTOLICI " SAN MICHELE ARCANGELO"
Cari amici,
è nata dal gruppo tridentino di Perugia una nuova associazione culturale cattolica, l'Associazione San Michele Arcangelo.
Essa opererà, all’interno della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, in perfetta comunione con i Romani Pontefici, per la difesa della bimillenaria tradizione apostolica e per l’elevazione spirituale dei suoi iscritti.
La sua azione si muoverà attraverso due canali principali: quello liturgico/paraliturgico e quello culturale.
Il canale liturgico comprende l’organizzazione e la celebrazione di Sante Messe (in particolare utilizzando il rito romano di San Pio V secondo la editio typica del Missale romanum del 1962), di processioni, di rosari, di novene e di altre forme di preghiera comunitaria, specie in lingua latina, proprie della tradizione cattolica apostolica romana.
Il canale culturale comprende l’organizzazione di convegni, conferenze, corsi, seminari, concerti, visite guidate, pellegrinaggi, proiezioni cinematografiche, studio di documenti e di fondi archivistici, nonché di pubblicazioni librarie, documentarie, discografiche e di quant’altro possa essere ritenuto necessario per il raggiungimento dello scopo sociale.
Le celebrazioni nel rito romano di San Pio V si svolgeranno secondo i principi riaffermati dal Romano Pontefice Benedetto XVI, felicemente regnante, nel Motu Proprio Summorum Pontificum del 7 Luglio 2007.
In Corde Iesu et Mariae.
Fabrizio Bandini - Presidente Associazione Culturale San Michele Arcangelo
Il blog della nuova Associazione http://sanmichelearcangeloperugia.blogspot.it/
lunedì 17 dicembre 2012
PORZIUNCOLA DI ASSISI : LA SANTA MESSA IN PREPARAZIONE AL SANTO NATALE
Da Chiesa e post concilio
" Due foto scattate fugacemente ( ne abbiamo aggiunte altre inviate da alcuni fedeli N.d.R.) prima della Santa Messa e dopo le preghiere ai piedi dell'Altare della Porziuncola di Assisi sabato 15 dicembre fissano un evento che ci ha preparati spiritualmente al Santo Natale.
Grazie al Padre oratoriano Giuseppe Ave, dell'Oratorio San Filippo Neri di Perugia, e ai membri del gruppo dei fedeli perugini è stata celebrata la Santa Messa votiva della B.V.M. nella cappella della Porziuncola nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli di Assisi.
Ai pellegrini perugini se ne sono affiancati anche altri provenienti dalle Marche e dall'Abruzzo e non solo.
Quando i cantori hanno intonato il Rorate coeli tanti altri fedeli si sono avvicinati alla Porziuncola per assistere devotamente alla Santa Messa cantata.
La Santa Comunione sembrava interminabile ... superiore ad ogni previsione.
Hanno pregato e cantato con noi anche alcuni fedeli provenienti dall'Asia e dall'Africa : ai piedi dell'Altare ( dove servì la Santa Messa anche il Serafico Padre San Francesco ) tutti uniti dalla stessa liturgia, dalla stessa lingua e dallo stesso canto ( gregoriano).
Non si poteva avere un regalo migliore ed una preparazione più degna per le imminenti festività del Santo Natale !
I pellegrini sono stati accolti con particolare gentilezza dai Frati e dalle Suore responsabili della Basilica .
Ci ha commosso essere stati ricevuti con la cordialità che contraddistingue l'Ordine Francescano ( giustamente definito "stellato" per il gran numero di Santi e di Sante che ha donato nel corso dei secoli alla Santa Chiesa ) .
Al termine della Santa Messa sono stati cantati l'Oremus pro Pontifice nostro Benedicto, l'Antifona del tempo Alma Redemptoris Mater ed anche il Christus vincit con l'invocazione "tempora bona veniant" che nel santissimo spazio della Porziuncola ha implorato il Divin Redentore di donare alla Chiesa l'unico dono di cui ha veramente bisogno : la fede !"
venerdì 14 dicembre 2012
OGGI ( SABATO) NELLA PORZIUNCOLA S. MESSA TRIDENTINA : PREGHEREMO PER LE VITTIME INNOCENTI DI HARTFORD (CONNECTICUT) USA
Non ci resta che pregare, pregare, pregare e fare penitenza soprattutto dopo avere appreso dell'ennesima strage degli innocenti questa volta avvenuta nella città statunitense di Hartford (nello Stato del Connecticut) USA.
Tanti bambini, la parte più preziosa della società, sono stati uccisi !
Tanti bambini, la parte più preziosa della società, sono stati uccisi !
Sabato 15 dicembre 2012, alle 9,30 nella Porziuncola della Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli ad Assisi invocheremo particolarmente la Beatissima Vergine Maria, San Michele Arcangelo , il Serafico Padre San Francesco e Santa Chiara.
Sarà celebrata la Santa Messa Votiva della Beatissima Vergine Maria nel venerabile rito romano antico .
Terminata la Santa Messa continueremo a pregare perchè il Signore protegga in ogni parte del mondo i giovani e i bambini nascondendoli sotto il manto della Santissima Vergine Maria, Madre del Suo diletto Figliolo Cristo Gesù nostro Redentore !
Sub tuum praesidium
confugimus,
Sancta Dei Genetrix.
Nostras deprecationes ne despicias
in necessitatibus nostris,
sed a periculis cunctis
libera nos semper,
Benedetto XVI : «Per diventare autentici operatori di pace sono fondamentali l’attenzione alla dimensione trascendentale …». Roma, 15 dicembre ore 6,30 Santa Messa a San Silvestro in Capite.
“ Seguendo l'antichissima tradizione, presente soprattutto nei paesi del Nord Europa, di celebrare nel periodo di Avvento una Messa alle prime ore dell'alba in onore della Madonna (detta "Messa Rorate"), alcuni Seminaristi di lingua inglese presenti a Roma hanno organizzato per Sabato 15 Dicembre alle ore 6,30 del mattino una Messa Solenne, in terzo, che verrà celebrata nella Basilica di San Silvestro in Capite, in piazza San Silvestro a Roma .
Non essendo neanche attiva la ZTL, può essere per i romani un'occasione per assistere ad una celebrazione tanto singolare quanto emozionante perchè avviene, come l'ufficio delle tenebre della Settimana Santa, tra il buio della notte e il chiarore dell'alba”.
Roma : la Novena del Santo Natale "fuori orario"
Nella Chiesa di San Salvatore in Lauro "della Nazione Stellata Picena"
l'Associazione ecclesiale " Familia Christi" ha organizzato la Novena del Santo Natale " fuori orario " alle ore 21,15 iniziando da Domenica 16 dicembre.
La Novena sarà presieduta da Mons.Marco Agostini.
giovedì 13 dicembre 2012
NAPOLI : FESTA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE. SANTA MESSA DI MONS.MARCO AGOSTINI, CERIMONIERE PONTIFICIO
Mons. Marco Agostini, Cerimoniere Pontificio e Officiale della Segreteria di Stato, ha celebrato, nella forma solenne in terzo, il Santo Sacrificio della Messa nel venerabile rito romano antico nella bellissima chiesa del Purgatorio di Napoli per la festa dell'Immacolata Concezione.
Il coro delle Suore Francescane dell'Immacolata è stato diretto dal M° Suor
Cecilia Maria Manelli.
Il servizio liturgico è stato curato
dai Frati Francescani dell'Immacolata e da alcuni giovani ministranti locali.
Un particolare ringraziamento va tributato di cuore ai meravigliosi Amici partenopei che stanno testimoniando con abnegazione e generosità la devozione nei confronti dell'antica Liturgia disciplinata dal Motu Proprio Summorum Pontificum del regnante Pontefice Benedetto XVI .
E' stata assai apprezzata la presenza di Mons. Agostini, stimato liturgista, Cerimoniere
Pontificio, e Cerimoniere personale dei Cardinali Raymond Leo Burke,
Angelo Amato e Albert Malcom Ranjith Patabendige Don .
In Corde Matris .
In Corde Matris .
martedì 11 dicembre 2012
LA MIA PRIMA MESSA ANTICA : "TORNATE ALL'ANTICO E SARA' PROGRESSO " (Giuseppe Verdi)
Da facebook ho preso questa mirabile ed edificante testimonianza di un giovane fedele :
"Son passati quasi dieci anni dalla prima messa antica a cui partecipai.
Fu una messa dal sapore catacombale, celebrata a casa di alcune mitiche sorelle, indefesse e coraggiose apostole del rito di sempre. Provenivo da oltre 30 anni di Novus Ordo e della messa antica sapevo poco e nulla.
Quella prima messa però, nonostante il mio grande interesse.....non mi piacque proprio.
Stessa impressione alle messe successive: la messa antica non mi piaceva, la vedevo come un rito freddo, distante, chiuso, quasi ammuffito, ermetico, che escludeva i fedeli.
Mi fermai a riflettere e capii che essendo nato e cresciuto nel Novus Ordo....da questo ero condizionato. Compresi che non potevo usare la copia, il derivato, cioè il Novus Ordo, per valutare l'archetipo, cioè la messa di sempre. Intuii che dovevo rimboccarmi le maniche e mettermi a studiare la liturgia antica sia nella sua genesi storica che nel suo aspetto rubricale.
Per poter capire qualcosa, bisogna conoscerlo. I primi libri di storia liturgica che mi capitarono per le mani erano di origine progressista e pertanto più che far conoscere la storia della liturgia antica.... la denigravano e ridicolizzavano esaltando la riforma liturgica postconciliare.
Gli autori di quei testi più che far conoscere la liturgia antica, facevano conoscere il loro sentimento di disprezzo verso la liturgia, definita sprezzantemente preconciliare.
Quei libri li buttai nel fuoco. E mi misi a ricercarne di più obiettivi, che grazie a Dio trovai presto.
E fu così che man mano che approfondivo la conoscenza della storia della liturgia ne apprezzavo la profondità teologica, la grandezza spirituale e pure la bellezza estetica.
Pian piano quel rito che sulle prime non mi piacque finì per conquistarmi completamente.
Per poter apprezzare il rito antico, per poterne cogliere tutte le sfumature teologiche, per poter vivere di tutti i momenti mistici che esso offre.... è necessario averne una certa conoscenza.
Detto in parole povere, il rito antico è come un forziere che non rivela lo splendore dei tesori che contiene se non a chi ha la chiave per aprirlo.
Ecco perché molti non apprezzano il rito antico: non lo capiscono ( e non mi riferisco all'aspetto linguistico, cioè al latino, bensì all'aspetto rituale; un rito fatto in maggioranza di silenzio è chiaro che non viene compreso da un cattolicesimo malato di chiasso.
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Il sentimento di "rabbia" per esser stato defraudato della messa antica a me è venuto dopo, man mano che ne approfondivo la conoscenza.
Piuttosto io avvertivo, da adolescente, uno stranissimo senso di vuoto nel partecipare alla messa nuova; mi sentivo letteralmente "riempire di vuoto".
Eppure non ho dovuto subire abitualmente abusi liturgici.
Le messe della mia parrocchia procedevano sempre allo stesso modo, nella più completa banalità, con gli stessi canterelli insulsi, senza un briciolo di sacralità, ma anche senza abusi.
Solo una volta un novello gruppo parrocchiale organizzò una messa più "spinta" con tamburelli e battimani ed in quella occasione ricordo che nell'ascoltare quei canti ritmati col battimano mi sentii il sangue ribollire nelle vene e subito dopo il vangelo presi il mio turibolo (meno male che non lo diedi in testa a nessuno) e me ne andai in sacrestia sbattendo talmente forte la porta che la gente pensò ad una bomba.
All'offertorio il parroco mandò a chiamarmi dicendo di portare il turibolo per l'incensazione e gli feci rispondere che se voleva il fuoco doveva venire lui a prenderlo perché io non glielo preparavo di certo.
A parte questo unico episodio, per decenni ho partecipato a messe nuove "normali" nella loro mediocrità.
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... a me la Messa tradizionale é sempre piaciuta, anche senza che la conoscessi...
La prima ed unica Messa tradizionale alla quale ho avuto la grazia di partecipare era letta, e mi é andata benissimo così... forse perché in fondo avevo già leggiucchiato qualcosa sulla liturgia e sapevo più o meno cosa aspettarmi, oltretutto, mi ha colpito il grande SILENZIO, finalmente!
Se fossi stato al tuo posto, altro che la porta avrei sbattuto...
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Ciò che condiziona, e pure molto, è che i due riti, quello antico e quello nuovo, (oggi più che di due riti si dovrebbe parlare di due forme del medesimo rito) hanno due metodologie comunicative diametralmente opposte tra loro.
Il rito nuovo è essenzialmente verbale, talmente verbale da esser verboso: per comunicare cioè usa in maniera quasi esclusiva la parola.
E' vero che la comunicazione verbale è esclusiva umana, ma questo non significa che tra gli esseri umani la comunicazione verbale sia l'unica o la più alta. Indubbiamente è una forma alta, molto alta di comunicazione, ma ci sono altre forme addirittura più dirette ed eloquenti.
Uno sguardo, un gesto anche impercettibile, parlano spesso più di mille parole!
Il rito nuovo cioè si limita ad usare uno solo dei molti modi di comunicazione, ed è per questo motivo un rito molto povero, mentre il rito antico usa una pluralità di mezzi comunicativi, caratterizzandosi quindi per tale sua ricchezza. Il silenzio, i gesti, le posizioni del corpo sono mezzi comunicativi ampiamente usati nel rito antico e sono molto eloquenti, spesso lo sono molto più delle parole.
Nel rito nuovo è certamente previsto anche qualche momento di silenzio, ma anche a mettere in pratica i pochi momenti di silenzio espressamente previsti....inseriti come sono in un oceano di parole, praticamente finiscono per essere inespressivi. In più il silenzio previsto nel rito nuovo è di tipo passivo, cioè ci si ferma e si "fa" silenzio, mentre nel rito antico il silenzio è di tipo attivo, cioè non ci si ferma, ma il rito prosegue cambiando solo linguaggio.
Nel valutare il rito antico siamo quindi troppo spesso condizionati, anche a livello di inconscio, dal rito nuovo".
Non sempre serve solo capire ( da Il Tempo )
Da : http://muniatintrantes.blogspot.it/2012/12/divina-liturgia.html
C'era un raggio di sole che dritto come un dardo illuminava i libriccini poggiati sui banchi di legno, una freccia di luce che penetrava dal cortile antico, mentre risuonavano le campane del mezzogiorno ...
di Lidia Lombardi
Ravvivava il rosa, il verde, il giallo dei marmi. Aumentava il tripudio dei candelieri, dei putti dorati nel legno e di quelli affrescati nella volta, angioletti che volano in gloria excelsis Deo.
«Te igitur, clementissime Pater, per Iesum Christum Filium tuum Dominum nostrum, supplices rogamus...». Te dunque, Padre clementissimo, per Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore supplichiamo ....
Come in un miracolo, quel raggio di sole ha rubato cielo alle nuvole, ieri a mezzogiorno. E nel momento che non poteva che essere «quel» momento ha reso splendenti le parole stampate nei libriccini. Trecento libriccini di una Messa speciale, la più speciale che Roma abbia avuto da decenni.
«Dominica I Adventus - Missa Solemnis» sul frontespizio. Già, la prima domenica di Avvento, l'avvio dell'attesa, del mondo assorto nella speranza di rigenerazione e di senso. Trecento libriccini.
«In nomine Patri et Filii et Spiritus Sancti», sussurrano i trecento riuniti sotto la volta con gli angioletti del Paradiso e nella sala attigua, dove troneggia il nobile camino.
Trecento persone che ieri hanno vissuto una piccola grande rinascita: nella chiesa della Madonna della Clemenza e di Sant'Aniceto, dentro Palazzo Altemps, il cardinale che nel '600 volle edificio e cappella, si è svolta per loro (l'ingresso era libero) la celebrazione liturgica in rito antico accompagnata dalle musiche che Giovanni Angelo Altemps compose e fece comporre.
Se ne stavano col fiato sospeso, quelle persone. Il respiro non poteva interrompere la concentrazione, la riscoperta di senso, la memoria di come parliamo e di come preghiamo.
Il latino del messale era come la nenia della balia, che nutre e culla, non distrae con gli orpelli, punta dritto al vero e all'utile.
Utile e vero per l'anima di chi crede, utile e vero per la mente di chi si inchina alla conoscenza, alla Storia, alle radici. In una parola, alla nostra civiltà.
Certo, il Vaticano II - pensavano, chissà, molte di quelle persone, e c'erano tanti giovani, con la camicia e il maglione, o con la felpa e i jeans - ha attuato la più grande rivoluzione nella Messa, parlata nella lingua viva di tutti, rivolta a tutti, come la faccia del sacerdote girata non più verso l'altare ma verso i credenti.
Certo, la Messa postconciliare è diventata democratica. E però la democrazia qualche volta sfiora la demagogia, e allora si svuota di significato. Dimentica da dove viene e dove vuole andare.
Sostituisce rituali al rito. Divaga e annacqua.
E allora ritrovare per una volta gli accenti antichi, la lentezza del canto, l'austerità del gesto non è levare, ma dare.
Certo, ai fedeli si richiede impegno, gusto, pazienza nel decifrare il canto e le parole e nel rinunciare al troppo facile.
Un celebrante ieratico, come il diacono e il suddiacono; un manipolo di officianti all'unisono nei gesti e nella genuflessione, oppure ciascuno intento al turibolo dell'incenso, al cero ai piedi dell'altare, al pallio che purifica durante la lettura del Vangelo stratificano significati che avevamo dimenticato.
Per esempio, che nel momento in cui celebra, il Sacerdote è Cristo.
E infatti i Ministri entrano in chiesa col capo coperto, lo scoprono officiando, lo ricoprono subito dopo il «Ite, missa est».
Anche all'omelia, le parole ai fedeli extraliturgia, il celebrante indossa il copricapo.
E l'omelia di ieri a Palazzo Altemps ha ricongiunto fede, arte, musica, rievocando il costume della nobiltà capitolina, degli ottimati di Santa Romana Chiesa: «In questi spazi la bellezza è al servizio di Dio, la Verità è nella raffinatezza della musica, nella magnificenza di pitture e architetture, è omaggio al mistero di Dio, presente nella Santa Messa. Qui c'è ciò che l'uomo riceve da Dio, fa per Dio e fa con Dio».
Poi il sacerdote è ritornato all'altare, ha sussurrato il latino del messale, ha consacrato il pane e il vino, ha impartito Comunione e Benedizione. Le musiche dei seicenteschi Bartei, Allegri, Giovannelli, suonate e cantate dall'ensemble Festina Lente, modulavano Kyrie, Gloria, Credo.
All'uscita da Palazzo Altemps - sede del Museo Nazionale Romano che ha eccezionalmente aperto la chiesa di Sant'Aniceto - Roma era di nuovo grigia di nuvole. Ma la Messa in latino aveva rimestato nella memoria di chi l'aveva ascoltata.
Non sempre serve solo capire. Non capivano il latino i due viandanti poveri e sporchi dipinti da Caravaggio per la pala d'altare nella vicina chiesa di Sant'Agostino. Però dialogavano con la Madonna dei Pellegrini. Misteriosa, eppure quanto vera.
Il Tempo.it, 03/12/2012
http://www.iltempo.it/2012/12/03/1378730-lidia_lombardi.shtml?refresh_ce