venerdì 31 gennaio 2014
giovedì 30 gennaio 2014
Gli insulti a Benedetto XVI su Rolling Stone : démoni fuori e dentro la Santa Chiesa
Mi ha colpito un bell’articolo de Il Vaticanista del 29 gennaio 2014 : Insulti a Benedetto XVI su Rolling Stone - ma nessuno dice "bah" ( QUI tutto l’Articolo ) che inizia così :
“Sono veramente perplesso.
E stavolta, cari amici, sono stufo di pensare e ripensare, scrivere, rileggere, consigliarmi, meditare, cancellare e riscrivere, quindi vado al punto, e se sarò troppo diretto.... beh pazienza!
Comincio seriamente a pensare che ci sia qualcosa che non va nella comunicazione della Santa Sede ed in generale del mondo che ci gira intorno. ( Un fedele belga ha infatti notato che è : “stato triste di vedere la copertina di Rolling Stone sulla pagina Facebook di Radio Vatican in francese...)
Da ieri pomeriggio sono tutti in brodo di giuggiole perchè Papa Francesco ha conquistato la copertina di Rolling Stone. ( Bene ha scritto al riguardo un fedele : “non condivido nemmeno l'apprezzamento che fa padre Lombardi sulla copertina, perché mi domando, come già ha fatto il papa emerito Benedetto : " quando vedo gli elogi e la condivisione del mondo mi domando se sto predicando bene il mio Vangelo... N.d.R.)
Su twitter è stato tutto un cinguettare: da Famiglia Cristiana a Padre Spadaro ai vari preti 2.0.
Urrà! Finalmente siamo alla moda!
Non siamo più la cittadella assediata!
Non si respira più l’aria di palude di cui qualche monsignore parlò in un'intervista della scorsa primavera.
Così parleremo ai giovani! …
Non siamo più la cittadella assediata!
Non si respira più l’aria di palude di cui qualche monsignore parlò in un'intervista della scorsa primavera.
Così parleremo ai giovani! …
Tutto un retweet, un retweet di retweet: Urrà! W il Papa! W Rolling Stone. ...”
In realtà il pezzo apparso su Rolling Stone oltre alle lodi rivolte a Papa Francesco ( sacrosante se fossero pervase da spiritualità e osservazioni " in sacris ") conteneva una raffica di diabolici insulti nei confronti del Successore di Pietro Benedetto XVI .
Parliamoci chiaro : gli insulti a Benedetto XVI sulla rivista Rolling Stone “Vista la provenienza, sono riconoscimento della sua grandezza e santità !”
Eppure soprendentemente ( che fretta c'era ? che bisogno c'era ? ) " ... padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa del Vaticano, abbia dichiarato apprezzamento per la copertina di Rolling Stone dedicata al Pontefice ... " Ritorniamo ad alcune considerazioni del Il Vaticanista :
"Tutti a rilanciare acriticamente un articolo che insulta in maniera gratuita e ingiusta Benedetto XVI.
( Un Teologo ha commentato : “I figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce... Buon fiuto affaristico, si sa che l'attuale Papa e' soggetto di marketing vincente.
Una rivista più recondita non poteva giungere che cosi' al non plus ultra di notorietà.
Il problema sono i nostri operatori dell'informazione cattolica, che a quanto pare si sono lasciati trasportare dal facile e insidioso successo della propaganda” N.d.R).
Una rivista più recondita non poteva giungere che cosi' al non plus ultra di notorietà.
Il problema sono i nostri operatori dell'informazione cattolica, che a quanto pare si sono lasciati trasportare dal facile e insidioso successo della propaganda” N.d.R).
E se gli fai notare che l’articolo è ingiusto, e che magari prima di esaltarsi bisognerebbe leggerlo, neanche ti rispondono (vero Padre Spadaro?) oppure ti fanno i sermoncini sull’essere “come gli scribi e i farisei a giocare a chi vede più pagliuzze” (vero don Dino Pirri?) oppure ti dicono che si sono limitati a “riportare la notizia” (vero Famiglia Cristiana?).
(Efficacemente realistico il commentato un fedele : “sarebbe anche il caso che si parlasse anche delle offese atroci, nelle parole e soprattutto nelle azioni che sono state fatte, e sono fatte, all'interno della Chiesa a Benedetto XVI.
Lasciamo perdere le offese un tanto al chilo di laicisti d'accatto e guardiamoci dentro!”
Lasciamo perdere le offese un tanto al chilo di laicisti d'accatto e guardiamoci dentro!”
UnTeologo ha infatti evidenziato : “Prova inconfondibile che questi signori, e quanti come loro, compresi quelli all'interno della Chiesa, pur avendo ammorbidito o indorato le loro attuali posizioni verso il Papa e la Santa Sede, non si sono mica cambiati o convertiti”. N.d.R.)
Come al solito, quando si tratta del povero Benedetto XVI è arrivata tardivamente dopo "
Tutto un retweet, un retweet di retweet: Urrà! W il Papa! W Rolling Stone " la precisazione della Sala Stampa Vaticana :
" L’articolo di Rolling Stone è un segno dell’attenzione che le novità del Papa Francesco attira negli ambienti più diversi.
Purtroppo l’articolo stesso si squalifica cadendo nell’abituale errore di un giornalismo superficiale, che per mettere in luce aspetti positivi di Papa Francesco pensa di dover descrivere in modo negativo il pontificato di Papa Benedetto, e lo fa con una rozzezza sorprendente.
Peccato.
Non è questo il modo di fare un buon servizio neppure al Papa Francesco, che sa benissimo quanto la Chiesa deve al suo Predecessore".
Purtroppo l’articolo stesso si squalifica cadendo nell’abituale errore di un giornalismo superficiale, che per mettere in luce aspetti positivi di Papa Francesco pensa di dover descrivere in modo negativo il pontificato di Papa Benedetto, e lo fa con una rozzezza sorprendente.
Peccato.
Non è questo il modo di fare un buon servizio neppure al Papa Francesco, che sa benissimo quanto la Chiesa deve al suo Predecessore".
Scialba dichiarazione del Portavoce Vaticano P.Federico Lombardi , che non ha mai brillato di santo zelo durante il precedente Pontificato per difesa del super attaccato Papa ( eppure sarebbe stato un semplice dovere di gesuita, di curiale , di cristiano e soprattutto di confratello legato in sacris dal medesimo Sacramento dell’Ordine Sacro.
Nel comunicato dunque del Portavoce Vaticano non si evince l’offesa blasfema e diabolica che la rivista Rolling Stone ha scagliato contro l’Unto del Signore, il Consacrato, il Vicario di Nostro Signore Gesù Cristo sulla terra e Successore dell’Apostolo Pietro.
E si ... siamo abituati ormai da decenni a “ giudicare” la persona umana del Papa ( Papa buono, Papa viaggiatore, Papa dei giovani ecc ecc ) staccandola dal suo vero contesto sacrale , religioso e docente che infondeva tanto sacro timore persino negli animi dei più feroci anticlericali del passato.
Attila non arretrò davanti all’uomo Leone ma davanti a Papa Leone rivestito dei sacri paramenti !
A chiusura di questa riflessione invito a leggere le parole che il Servo di Dio Paolo VI pronunciò a chiusura del famoso Angelus di Domenica, 4 aprile 1976 dopo che era stato fatto oggetto sulla stampa di irripetibili e quanto mai fantasiose accuse personali .
Parole che giustamente mettono i risalto la sacralità della persona del Consacrato contro il quale si era scagliata la solita persecuzione del Principe di questo mondo e dei suoi alleati amplificata poi, con moderni metodi di persuasione occulta, durante i Pontificati del Beato Giovanni Paolo II e soprattutto di Benedetto XVI evidenziando come nella Chiesa ci siano delle perverse alleanze , nel nome di un diabolico pactum sceleris .
"Sarebbe anche il caso che si parlasse anche delle offese atroci, nelle parole e soprattutto nelle azioni che sono state fatte, e sono fatte, all'interno della Chiesa a Benedetto XVI" aveva scritto un fedele.
Ecco le luminose parole del Successore di Pietro, Papa Paolo VI pronunciate il 4 aprile 1976 :
Parole che giustamente mettono i risalto la sacralità della persona del Consacrato contro il quale si era scagliata la solita persecuzione del Principe di questo mondo e dei suoi alleati amplificata poi, con moderni metodi di persuasione occulta, durante i Pontificati del Beato Giovanni Paolo II e soprattutto di Benedetto XVI evidenziando come nella Chiesa ci siano delle perverse alleanze , nel nome di un diabolico pactum sceleris .
"Sarebbe anche il caso che si parlasse anche delle offese atroci, nelle parole e soprattutto nelle azioni che sono state fatte, e sono fatte, all'interno della Chiesa a Benedetto XVI" aveva scritto un fedele.
Ecco le luminose parole del Successore di Pietro, Papa Paolo VI pronunciate il 4 aprile 1976 :
“ Fratelli e Figli carissimi!
Noi sappiamo che il nostro Cardinale Vicario e poi la Conferenza Episcopale Italiana vi hanno invitati a pregare per la nostra umile persona, fatta oggetto di scherno e di orribili e calunniose insinuazioni di certa stampa, irriguardosa dell’onestà e della verità.
Noi ringraziamo voi tutti di codeste dimostrazioni di filiale pietà e di morale sensibilità.
Così siamo riconoscenti a quanti hanno corrisposto a queste esortazioni di spirituale solidarietà.
Grazie, grazie di cuore.
Ci siamo ricordati, quasi a nostro malgrado, d’una bellissima parola degli Atti degli Apostoli: «una preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui», Pietro (Act. 12, 5).
Ancora, grazie!
Noi ricambiamo codeste attestazioni di religiosa fedeltà invocando dal Signore per tutti lo Spirito di verità e la cristiana franchezza di dare sempre a cotesto senso cristiano, con la parola e con la vita, generosa testimonianza.
Così siamo riconoscenti a quanti hanno corrisposto a queste esortazioni di spirituale solidarietà.
Grazie, grazie di cuore.
Ci siamo ricordati, quasi a nostro malgrado, d’una bellissima parola degli Atti degli Apostoli: «una preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui», Pietro (Act. 12, 5).
Ancora, grazie!
Noi ricambiamo codeste attestazioni di religiosa fedeltà invocando dal Signore per tutti lo Spirito di verità e la cristiana franchezza di dare sempre a cotesto senso cristiano, con la parola e con la vita, generosa testimonianza.
Anzi, siccome questo e altri deplorevoli episodi hanno avuto pretestuosa origine da una recente dichiarazione della nostra Congregazione per la Dottrina della Fede circa alcune questioni di etica sessuale, noi vi esortiamo a dare a questo documento e al complesso di insegnamenti, di cui esso fa parte, un’attenta considerazione ed una virtuosa osservanza, tali da tonificare in voi uno spirito di purezza e di amore, che faccia argine al licenzioso edonismo diffuso nel costume del mondo odierno, e che alimenti nei vostri animi la padronanza delle umane passioni accrescendo il senso forte e gioioso della dignità e della bellezza della vita cristiana.
Così che alle vostre preghiere noi daremo un più ampio scopo, che ne estenda il beneficio alla intera nostra società, affinché sia sana, sia forte, sia penetrata dai carismi sobri e inebrianti, come dice Sant’Ambrogio, dello Spirito.
titolato : " Oltre la copertina di Papa Francesco su Rolling Stone "
A.C.
Immagine : "Inferno" di Andrè Goncalves
I " commenti ", evidenziati con il colore rosso, sono stati presi da alcuni post sullo stesso argomento su Facebook.
Grazie per questa splendida testimonianza di fede !
I " commenti ", evidenziati con il colore rosso, sono stati presi da alcuni post sullo stesso argomento su Facebook.
Grazie per questa splendida testimonianza di fede !
martedì 28 gennaio 2014
Papa Francesco , il corvo dell'ambiguità lessicale e il "Vescovo della porta accanto"
Un sagace Lettore di MiL che si è siglato Obsculta Fili Praecepta Magistri il 27 gennaio 2014 ha commentato un post su Messainlatino
Un corvo salvò San Benedetto da Norcia dall'avvelenamento, tra l'altro è uno dei simboli a lui legati ( v.immagine e v.link sopra N.d.R).
I simboli nefasti sono in chiesa:
Messe deserte,
celebrazioni depauperate di musica liturgica adatta,
celebranti distratti che tagliano e cuciono il messale e che fanno i presentatori,
confessioni "mezz'ora prima della Messa" così ti devi sbrigare a fare il tuo elenco,
profanazioni continue delle Ostie che cadono a terra, che non hanno più il piattino a proteggerle, insieme ai frammenti, durante la Comunione,
catechismo fatto senza preparazione che non prepara e lascia i bambini/ragazzi ignoranti e impreparati agli attacchi esterni (alla prima favola alla Dan Brown escono dalla Chiesa per non tornarci più) e potrei continuare per ore...
Messe deserte,
celebrazioni depauperate di musica liturgica adatta,
celebranti distratti che tagliano e cuciono il messale e che fanno i presentatori,
confessioni "mezz'ora prima della Messa" così ti devi sbrigare a fare il tuo elenco,
profanazioni continue delle Ostie che cadono a terra, che non hanno più il piattino a proteggerle, insieme ai frammenti, durante la Comunione,
catechismo fatto senza preparazione che non prepara e lascia i bambini/ragazzi ignoranti e impreparati agli attacchi esterni (alla prima favola alla Dan Brown escono dalla Chiesa per non tornarci più) e potrei continuare per ore...
Tanta gente si è riavvicinata alla Chiesa con Benedetto XVI, tanta gente si è fermata all'aspetto superficiale senza ascoltarlo (peccato!).
Forse mi fermo in superficie anche io con Francesco, ma l'immagine di "Vescovo della porta accanto" che dà di sé non mi rassicura.
I media con i loro confronti idioti, a partire da quelli "di parte" (della Chiesa), peggiorano la siutazione. Io mi chiedo se abbia senso, nell'andare a prendere la pecorella smarrita, cacciare dal recinto alcune delle 99 che erano dentro.
Si sta facendo così con i Francescani dell'Immacolata, si fa così ovunque con il "dagli al tradizionalista!!!!", basta vedere i commenti degli amici simpatici che vengono a fare gli sfottò perché credono di aver conquistato la Chiesa, come se fosse un giochino che un bambino ruba ad un altro, prendendolo poi in giro.
La carità è anche questo, non puoi amare Dio e denigrare il fratello nella fede!!
Perché qui non vedo consigli, ammonimenti bonari, vedo prese in giro fastidiose, che si avvicinano ai commenti della volpe che non arriva all'uva.
Perché qui non vedo consigli, ammonimenti bonari, vedo prese in giro fastidiose, che si avvicinano ai commenti della volpe che non arriva all'uva.
Certo che ignorare le disposizioni di un Pontefice e contestarlo fino all'anno scorso era lecito, da quasi un anno invece non si può neanche fare un commentino che si viene attaccati dall'esercito dei papisti che in otto anni non si sono mai visti.
Ma ben tornino, per carità.
Solo che, visto che nella Chiesa c'è spazio per tutti, non capisco perché per i tradizionali non ci debba essere, come se fossero untori della peste, non fratelli.
Non attacco nessuno, denuncio la realtà che si vede in tanti posti, di fronte alla quale molti coprono gli occhi e si turano le orecchie, come se tutto andasse bene, ma non va bene.
Dai commenti trapela che i fratelli "moderni" preferirebbero i fratelli "tradizionali" fuori dalla Chiesa piuttosto che essere uniti a loro..
Ma visto che nella Messa tradizionale non c'è niente di eretico (!!!), questo è un atteggiamento assurdo, quasi omicida, non è difesa della Chiesa.
E i risultati si vedono, nelle parole e nei fatti.
Un odio immotivato per il fratello, che viene tacciato di sentirsi superiore e viene ghettizzato, schernito.
Per cosa?
Per voler rendere culto a Dio (non a se stesso nella celebrazione) nel modo che ritiene più degno, che non ha bisogno di approvazioni, perché è antico e non è mai stato cancellato, e che anzi ha avuto una spinta in più col Summorum Pontificum e che comunque non si propone di abolire tutti gli altri "modi" approvati dalla Chiesa.
Il contrario di quello che si vuole fare con quello tradizionale: eliminarlo. ".
Solo che, visto che nella Chiesa c'è spazio per tutti, non capisco perché per i tradizionali non ci debba essere, come se fossero untori della peste, non fratelli.
Non attacco nessuno, denuncio la realtà che si vede in tanti posti, di fronte alla quale molti coprono gli occhi e si turano le orecchie, come se tutto andasse bene, ma non va bene.
Dai commenti trapela che i fratelli "moderni" preferirebbero i fratelli "tradizionali" fuori dalla Chiesa piuttosto che essere uniti a loro..
Ma visto che nella Messa tradizionale non c'è niente di eretico (!!!), questo è un atteggiamento assurdo, quasi omicida, non è difesa della Chiesa.
E i risultati si vedono, nelle parole e nei fatti.
Un odio immotivato per il fratello, che viene tacciato di sentirsi superiore e viene ghettizzato, schernito.
Per cosa?
Per voler rendere culto a Dio (non a se stesso nella celebrazione) nel modo che ritiene più degno, che non ha bisogno di approvazioni, perché è antico e non è mai stato cancellato, e che anzi ha avuto una spinta in più col Summorum Pontificum e che comunque non si propone di abolire tutti gli altri "modi" approvati dalla Chiesa.
Il contrario di quello che si vuole fare con quello tradizionale: eliminarlo. ".
Al Lettore di MiL Obsculta Fili Praecepta Magistri ha risposto oggi nella quotidiana Omelia rompi-capo " Il Papa, commentando la danza gioiosa di Davide per il Signore di cui parla la Prima Lettura, ha sottolineato che, se ci chiudiamo nella formalità, la nostra preghiera diventa fredda e sterile "( Alessandro Gisotti, link citato)
Il Papa ha dato inizio alla consueta " Settimana enigmistica " per i poveri cattolici questa volta toccando la Santa Liturgia.
Cosa avrà voluto dire a braccio?
Ce l'ha con questo... ce l'ha con quello ...
Uno studente universitario, dotato di insolita saggezza, ha commentato l'omelia papale : " Il problema è che le parole, almeno quelle qui citate, possono essere interpretate in modo molto ambiguo e in due direzioni opposte. Ci vorrebbe la tanto disprezzata quanto limpida chiarezza di qualcuno!" ( Chissà se per " qualcuno " il giovane aveva in mente Benedetto XVI ...)
Un giovane latino-americano ha interpretato invece le parole di Papa Francesco come se fosssero di sostegno dai gruppi carismatici : " Non è vero!!! La gente umile non può cantare il Sanctus o il Gloria in gregoriano e sentirsi dentro la lode, la gioia?
Ma che discorsi sono?
Che generalizzazione vuota, imprecisa, ingiusta!
Signore, ma perché abbiamo un papa così poco spirituale!
Sì, spirituale!!! Non riesce a vedere le sfumature, le differenze fra i credenti!
Ma lui non riesce a lodare con il cuore?
Deve per forza ballare e urlare?
Gli umili non possono raggiungere livelli alti di spiritualità?
Devono per forza ballare come delle scimmie??? Sapete chi la pensa così? I teologi della liberazione!!!".
Gli fa eco un altro latino-americano ricordando il ridicolo "Flash Mob dos Bispos" durante la Gmg in Brasile ( che ha causato un collasso economico inaudito alla diocesi locale ...)
"D'altra parte cosa attendersi dopo l'indegno balletto avvitalampadine dei vescovi riuniti a Rio?? Con riferimento a quanto scrive Simone Silvagno l'Argentina e' nota per essere uno dei paesi con la piu' alta percentuale di economisti e psicologi. Il risultato? Il paese va economicamente a rotoli e quanto alla stabilita' mentale..ognuno tragga le proprie conclusioni".
Lo studente romano ha infine puntualizzato solennemente ( non è lui a scrivere ma è la saggezza della Chiesa di sempre ...) :
" La compostezza della preghiera non equivale a indifferente formalismo, così come l'actuosa participatio, la partecipazione di tutti sensi alla stessa preghiera, non equivale a "danze liturgiche" o altre amenità creative che nulla hanno a che vedere con il culto divino. Chi balla intorno all'altare di Dio non prega, ma sfoga la sua personale e distorta visione della liturgia".
Pensiamoci bene però ...la saggia, breve e incompresa Liturgia " benedettiana " è in un momento di pausa ?
L'ermeneutica della continuità è morta ?
Non direi ... i Sacerdoti, che stanno in trincea, soffrono e soprattutto quelli più giovani non sanno a quale santo rivolgersi ...
Per non perdere la pagnotta debbono portare i loro parrocchiani a Piazza San Pietro e debbono agitare, per essere ben visti e ripresi dalle telecamere, le bandierine con la faccia del Papa ...
Ma in cuor loro soffrono e sono inquieti !
Concludo con Obsculta Fili Praecepta Magistri :
Preghiamo per la Chiesa Cattolica, al di fuori della quale non c'è salvezza, per il Papa e per la salute della nostra anima !
Il Papa ha dato inizio alla consueta " Settimana enigmistica " per i poveri cattolici questa volta toccando la Santa Liturgia.
Cosa avrà voluto dire a braccio?
Ce l'ha con questo... ce l'ha con quello ...
Uno studente universitario, dotato di insolita saggezza, ha commentato l'omelia papale : " Il problema è che le parole, almeno quelle qui citate, possono essere interpretate in modo molto ambiguo e in due direzioni opposte. Ci vorrebbe la tanto disprezzata quanto limpida chiarezza di qualcuno!" ( Chissà se per " qualcuno " il giovane aveva in mente Benedetto XVI ...)
Un giovane latino-americano ha interpretato invece le parole di Papa Francesco come se fosssero di sostegno dai gruppi carismatici : " Non è vero!!! La gente umile non può cantare il Sanctus o il Gloria in gregoriano e sentirsi dentro la lode, la gioia?
Ma che discorsi sono?
Che generalizzazione vuota, imprecisa, ingiusta!
Signore, ma perché abbiamo un papa così poco spirituale!
Sì, spirituale!!! Non riesce a vedere le sfumature, le differenze fra i credenti!
Ma lui non riesce a lodare con il cuore?
Deve per forza ballare e urlare?
Gli umili non possono raggiungere livelli alti di spiritualità?
Devono per forza ballare come delle scimmie??? Sapete chi la pensa così? I teologi della liberazione!!!".
Gli fa eco un altro latino-americano ricordando il ridicolo "Flash Mob dos Bispos" durante la Gmg in Brasile ( che ha causato un collasso economico inaudito alla diocesi locale ...)
"D'altra parte cosa attendersi dopo l'indegno balletto avvitalampadine dei vescovi riuniti a Rio?? Con riferimento a quanto scrive Simone Silvagno l'Argentina e' nota per essere uno dei paesi con la piu' alta percentuale di economisti e psicologi. Il risultato? Il paese va economicamente a rotoli e quanto alla stabilita' mentale..ognuno tragga le proprie conclusioni".
Lo studente romano ha infine puntualizzato solennemente ( non è lui a scrivere ma è la saggezza della Chiesa di sempre ...) :
" La compostezza della preghiera non equivale a indifferente formalismo, così come l'actuosa participatio, la partecipazione di tutti sensi alla stessa preghiera, non equivale a "danze liturgiche" o altre amenità creative che nulla hanno a che vedere con il culto divino. Chi balla intorno all'altare di Dio non prega, ma sfoga la sua personale e distorta visione della liturgia".
Un mio amico Sacerdote all'ora di pranzo , dopo aver letto l'Omelia del Papa, mi ha mandato un sms " E' tutto finito " !
L'ermeneutica della continuità è morta ?
Non direi ... i Sacerdoti, che stanno in trincea, soffrono e soprattutto quelli più giovani non sanno a quale santo rivolgersi ...
Per non perdere la pagnotta debbono portare i loro parrocchiani a Piazza San Pietro e debbono agitare, per essere ben visti e ripresi dalle telecamere, le bandierine con la faccia del Papa ...
Ma in cuor loro soffrono e sono inquieti !
Concludo con Obsculta Fili Praecepta Magistri :
" Forse mi fermo in superficie anche io con Francesco, ma l'immagine di "Vescovo della porta accanto" che dà di sé non mi rassicura".
Preghiamo per la Chiesa Cattolica, al di fuori della quale non c'è salvezza, per il Papa e per la salute della nostra anima !
A.C.
lunedì 27 gennaio 2014
“Questo thread crea molta confusione, esacerba gli animi.” ( un fedele )
Alcune settimane ha era apparsa un blog “ tradizionalista” la notizia che ai Sacerdoti che celebrano la Messa secondo le disposizioni del Motu Proprio “Summorum Pontificum” sarebbe stato decurtato lo stipendio derivante dall’8/1000 ...
Se dovessi fare un elenco dei Sacerdoti e dei Religiosi che ci hanno chiesto se quella notizia fosse vera non mi basterebbe un foglio A-4 …
Confusione genera confusione.
Da qualche tempo nel medesimo blog si parla della soppressione della S.Messa tridentina nella Cappella Cesi nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma che veniva celebrata il sabato mattina.
Provvedimento deprecabile che genera sconcerto e indignazione dai parte dei devoti fedeli.
Ma ci sono diversi preti romani che dicono che il rito tridentino è estraneo al provvedimento adottato dai responsabili della Basilica…
Difatti nessuno di quei preti han partecipato alla recita del Santo Rosario – NON veglia !!! – che alcuni bravi fedeli hanno voluto fare con discrezione e devozione sabato scorso 25 gennaio nella Basilica di Santa Maria Maggiore pregando per la Chiesa, il Papa e gli Ordini religiosi – particolarmente per i Francescani dell’Immacolata .
A questo punto penso che dovremmo sentire direttamente i responsabili della Basilica romana !
Cari amici della Tradizione la questione è presto risolta : o abbiamo un poco di fiducia dei nostri Pastori ( che non sono tutti necessariamente nemici della tradizione e della Chiesa …) oppure ce ne andiamo in eremitaggio ognuno di noi autoattribuendoci ( magari credendoci ) la qualifica di papa-vescovo-prete …
Noi non facciamo il mestiere di normalizzatori/normalizzanti ma preferiamo conservare il volto tradizionale dell’ essere cattolici : nutrendo cioè in cuore il germe sempre vivo della speranza che deve albergare nell’anima anche in periodi tormentati per la fede e per la pratica religiosa – tradizionale e non – come gli attuali.
Ben venga dunque il severo richiamo che un lettore ha espresso alla Direzione del blog :
“ Questo thread crea molta confusione, così come è postato non fa capire niente, dovresti essere molto più chiara.
Mi spiego: quando e chi ha detto no?
Mi spiego: quando e chi ha detto no?
A chi l'ha detto?
Questo chi è il papa?
L'arciprete della Basilica?
Il commissario dei FI?
Inoltre, la petizione che era stata fatta nei giorni scorsi era stata data nelle mani di papa Francesco: egli ha dunque risposto?
Oppure ha fatto rispondere il cardinale arciprete per interposta persona?
Oppure la risposta negativa viene dall'arciprete ed è a titolo personale?
Ripeto, …, questo thread non spiega nulla, crea confusione, crea mille interrogativi, esacerba gli animi.
Credo che i cattolici abbiano diritto a risposte più chiare”.
Noi ci identifichiamo nelle costruttive parole incise, come in una lastra di marmo, su Fides et forma :
“ Noi cattolici identifichiamo questo scatenamento disordinato di forze oppositive con l’azione corruttrice del Nemico. Altro che “fumo di Satana entrato nel tempio di Dio”, oggi sembra quasi di vederne zampillare le fiamme.
E tutto questo accade mentre la “ggente” è sempre più innamorata del Papa che – possiamo dirlo in maniera chiara e senza paure? – ha finalmente rimosso il katechon (concetto spirituale o politico che sia).
Non occorre né innalzare lamenti, né farsi prendere dallo sconforto, occorre pregare in questo momento per i consacrati.
Sono loro le prime vittime di questa orgia di caos demoniaco.
E’ per loro che dobbiamo pregare, perché non arretrino davanti ai tanti lupi scatenati e pronti a dilaniare la loro fedeltà a Cristo “.
“La Chiesa dovrebbe chiedersi non “che fare” (la Chiesa è ammalata di “fare”), ma “perché è accaduto questo?”, “quale frenesia anima il cuore degli uomini contemporanei?” e come il Vangelo ci insegna a combattere questa frenesia e ad aprire gli occhi e il cuore al mondo. Se invece studia un metodo per conformarsi al nuovo dato di fatto (più o meno condivisibile) senza perdere consensi e potere, finisce per cadere in una tentazione diabolica.” ( Il Redattore di Fides et Forma, link citato )
Però apprezziamo anche la correzione di ci fa comprendere che il nostro modo " tradizionalista" di scrivere denota una mancanza di carità da " primi della classe " ... " Scritto - riferito ad un post N.d.R. - che nasconde (ma non troppo) un giudizio negativo sul Papa regnante.
Fra le righe si legge il senso di superiorità che qualsiasi tradizionalista ha nei confronti di tutti gli altri Cattolici e anche del Papa.
Questo scrivente borioso e pieno di sé dispensa consigli al Papa di quello che deve e non deve fare. Il Signore ci liberi da voi...se vuole..."
A.C.
sabato 25 gennaio 2014
La beatificazione di Maria Cristina di Savoia : «Napoli, terra di mare, di sole, di luce e di tanta grazia divina»
«Napoli, terra di mare, di sole, di luce e di tanta grazia divina»: con queste parole il cardinal Angelo Amato, rappresentante di papa Francesco, ha concluso il suo intervento in occasione della beatificazione di Maria Cristina di Savoia.
A conferma di ciò basti pensare che quando la “reginella santa” moriva il 31 gennaio 1836, il beato Ludovico da Casoria 11 marzo 1814) – che ha operato molto nella città partenopea in cui anche è sepolto – aveva 21 anni e da due indossava il saio francescano (cfr. www.istitutoludovicodacasoria.it).
Per una felice coincidenza, o dono della Provvidenza, proprio mentre avviene la beatificazione di Maria Cristina di Savoia, inizia il terzo centenario della nascita del suddetto beato francescano (11 marzo 1814): sarebbe un grande dono se a conclusione di tale centenario avvenisse la canonizzazione ad opera di papa Francesco del p. Ludovico da Caloria che tanto operò nella carità.
Regina di cuore.
Nella basilica di Santa Chiara a Napoli la beatificazione di Maria Cristina di Savoia, in L’Osservatore Romano (domenica 26 gennaio 2014), p. 8.
Anche una regina può vivere con eroismo le virtù cristiane se si lascia trasformare dalla grazia divina.
Lo ha detto il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, presiedendo in rappresentanza di Papa Francesco — sabato mattina, 25 gennaio, nella basilica di Santa Chiara a Napoli — il rito di beatificazione di Maria Cristina di Savoia.
La messa è stata celebrata dal cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe.
La beatificazione della regina che fu sposa di Ferdinando II di Borbone, ha detto il cardinale, «mostra che la porta stretta della santità può essere varcata da tutti, grandi e piccoli, ricchi e poveri, uomini e donne, sacerdoti e laici, perché l’essenziale della santità consiste nell’amare Dio e il prossimo con tutte le proprie forze».
La nuova beata è stata «conquistata dall’amore di Cristo», tanto da trasformare «la nobiltà del censo in nobiltà di grazia, diventando un’autentica regina della carità». Infatti, seppe rendere la sua ricchezza «un talento da investire per il regno dei cieli».
In questo senso, la sua dignità regale «non fu un impedimento, ma un gradino per slanciarsi con agilità giovanile fino in cima alla scala della perfezione evangelica». Maria Cristina, al culmine del prestigio sociale, ha vissuto con eroismo la fede, la speranza e la carità, perché — ha ricordato il porporato — ha trasformato «questa sua dote spirituale in risorsa per soccorrere i bisognosi: dare da mangiare e da bere agli affamati e agli assetati; alleviare le pene dei carcerati; visitare e consolare gli ammalati».
Il popolo napoletano, che «ha un senso raffinato nel riconoscere i santi a prima vista», appena incontrò questa «giovane e avvenente sovrana, dallo sguardo luminoso e mite, fu talmente conquistato dalla sua bontà materna da chiamarla subito la “reginella santa”». Infatti «pur potendo vivere nel fasto», ha ricordato il cardinale, era «mortificata nel cibo e negli svaghi di corte», tanto che quando accompagnava il re a teatro, «e lo faceva perché la sua presenza attirava molta gente, con grande gioia degli impresari», sedeva in modo tale «da volgere quasi le spalle alla scena».
Di fronte alle frivolezze, ha sottolineato il prefetto, la beata «manteneva la modestia e l’innocenza di un’anima semplice», al punto che le damigelle di corte dicevano: «Non sembrava una figlia di Adamo, ma piuttosto un angelo».
Interrogandosi infine sull’attualità del messaggio di Maria Cristina, il porporato ha indicato quattro punti. Il primo ricorda ai battezzati che «sono tutti chiamati alla santità».
La perfezione della carità non «è privilegio di una casta, ma opportunità data a tutti i cristiani, se investono in bene i loro talenti spirituali di fede, speranza e carità.
San Giovanni Bosco esortava anche i giovani alla santità».
Il secondo consiste nel riconoscere che «la vera ricchezza e nobiltà è il nostro essere cristiani, e cioè essere figli del Padre celeste, salvati da Cristo, che ci perdona e ci rafforza quotidianamente con la sua grazia». Infatti, mamme, padri di famiglia, giovani, bambini, malati, poveri, «possono trovare nella parola di Gesù la giusta risposta per vivere con serenità e fiducia la propria esistenza».
Per questo, «piccolezza, debolezza, indigenza, fragilità non sono impedimenti per la santità, se si sa mettere tutto ciò nel cuore misericordioso di Gesù, che dice: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”».
Il terzo punto è che i santi come Maria Cristina «risvegliano il mondo, facendolo uscire dal torpore della mediocrità e del male per aprirlo al dinamismo del bene». In una società come quella attuale, dove «sembra che le virtù vengano capovolte» e i «vizi, come la superbia, l'avarizia, la lussuria, la gola, l’ira, la pigrizia sono lodati a scapito delle virtù, che vengono denigrate e disprezzate», i santi «rimettono le cose a posto, mostrando come la povertà, la mitezza, la purezza, la giustizia, la pace, la condivisione siano beatitudini che edificano la società rendendola più sana e più umana».
Perché i santi «bonificano la società dall’inquinamento dei vizi, restituendo valore alla virtù e dignità alla vita».
A questo proposito, la nuova beata, «giovane mamma morta nel dare alla luce il suo bambino tanto atteso, ci ricorda che la nostra esistenza avrà il suo approdo nella vita eterna». I santi, ha proseguito il cardinale Amato, «hanno il compito di precederci in cielo, di spianarci la strada, di toglierci l’angoscia della morte e di restituirci la gioia della vita eterna». I santi sono «il nostro ponte per il Paradiso».
Infine, il porporato ha concluso con l’auspicio che la beata «aiuti tutti a riaccendere il fuoco della carità per dare splendore e nobiltà al vivere quotidiano, in questa straordinaria città di Napoli, terra di mare, di sole, di luce e di tanta grazia divina».
Consultabile nel sito: http://vaticanresources.s3.amazonaws.com/pdf%2FQUO_2014_020_2601.pdf
Beatificazione della Regina Maria Cristina di Savoia
Il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, informato il 3 maggio 2013 dell’approvazione del Decreto Super miro da parte del Papa, il giorno successivo ne ha dato annuncio al clero e ai fedeli di Napoli riuniti nella basilica di Santa Chiara, proprio nel luogo dove si custodisce il sepolcro di Maria Cristina di Savoia. Ciò è stato possibile per la felice coincidenza della data del Decreto, 2 maggio, con la festa della traslazione delle reliquie di san Gennaro, che si celebra ogni anno nel sabato che precede la prima domenica del mese mariano e che si solennizza con la tradizionale processione della reliquia del sangue e del busto di san Gennaro stesso e dei Patroni principali della città, dal duomo alla basilica di Santa Chiara.
«Deus, qui in figúra huius mundi beátam Maríam Christínam prudénti ardentíque caritáte decorásti et artificem in augmento Regni tui effecisti, praesta nobis, eius exémplo et intercessióne, ut de vero amóris tui thesáuro benefaciéntes accípere valeámus. Per Dóminum» («O Dio, che nella scena di questo mondo hai ornato di sollecita e sapiente carità la beata Maria Cristina, perché contribuisse all’edificazione del tuo regno, concedi anche a noi, sul suo esempio e con la sua intercessione, di operare il bene attingendo alla vera ricchezza del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo»): questa è l’orazione che è stata composta per la Liturgia in onore della Beata Maria Cristina di Savoia, che sarà innalzata all’onore degli altari il 25 gennaio.
Nata a Cagliari il 14 novembre 1812 da Vittorio Emanuele I e Maria Teresa d’Asburgo, fin da bambina diede esempio di pietà, modestia e generosità. Rimasta orfana di padre e madre, il 30 marzo 1832 Carlo Alberto ordinò il suo trasferimento a Torino e il 21 novembre fu data in sposa a Re Ferdinando II di Borbone, sovrano delle Due Sicilie. Nella corte di Napoli, visse in virtù nel suo duplice stato di moglie e di regina, fu consigliera saggia e prudente del Re, nonché vera madre dei poveri e degli ultimi, per i quali prodigava la sua immensa carità.
Ottenne la salvezza per molti condannati a morte e seppe farsi carico delle sofferenze del suo popolo, edificando opere pubbliche in favore degli infelici. Il 31 gennaio 1836, pochi giorni dopo aver dato alla luce l’atteso erede al trono, Francesco II, concluse a 24 anni la sua esistenza fra l’unanime compianto della corte e del popolo, un popolo che, pur nel rinnovamento delle generazioni, è rimasto profondamente fedele alla devozione di questa sovrana cattolica, che lungo il tempo ha elargito, per sua intercessione, grazie e miracoli.
Nel 1852 il Venerabile Servo di Dio Sisto Riario Sforza, Cardinale Arcivescovo di Napoli, avviò il Processo sulla fama di santità della regina Maria Cristina. Il 9 luglio 1859 il Beato Pio IX introdusse ufficialmente la Causa, autorizzando l’istruzione del Processo Apostolico. Pio XI il 6 maggio 1937 confermò l’eroicità delle virtù della Serva di Dio e da quel momento le fu attribuito il titolo di Venerabile. Dal 2004 alcune provvidenziali circostanze hanno favorito la ripresa della Causa, fra queste la costituzione dell’Associazione Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia, come parte attrice. Ed oggi, finalmente, la sua beatificazione. La festa liturgica è stata fissata al 31 gennaio, giorno anniversario del suo dies natalis.
Per la sua beatificazione è stato composto un inno ‒ i cui autori sono il Postulatore della Causa, Padre Giovangiuseppe Califano Ofm (testo) e Padre Alessandro Brustenghi Ofm (musica) ‒ del quale riportiamo alcuni versi di rara bellezza, antica e sempre nuova: «La soave, dolce, tua memoria / si rinnova nei secoli, regina, / ed allieta il popolo devoto / della tua santità, Maria Cristina! / Da nobile stirpe nascesti / e nozze regali abbracciasti / ma il regno che solo scegliesti / fu il Regno di Cristo Gesù. / Sia gloria a Cristo Signore / che regna sui re della terra / il Regno dei cieli consegna / agli umili e ai puri di cuor! / Ricercasti Dio con tutto il cuore / ed in Lui ritrovasti ogni ricchezza. / Comprendesti il senso dell’amore: / tutto passa, ma solo il bene resta!…». (Cristina Siccardi)
Dossier con la liturgia propria della Beata, testi, immagini, commenti, studi in:
giovedì 23 gennaio 2014
Forse da parte di Papa Francesco un comportamento simile a quello di Gregorio Magno?
Mi piace leggere i commenti sui blog perchè spesso vi si trovano delle perle che ci fanno meditare serenamente.
Sul blog “ Le pagine di don Camillo “ abbiamo letto due interventi ( poi opportunamente commentati dal gestore del sito) che sottoponiamo alla Vostra cortese attenzione.
Anche il titolo fa parte di questi interventi postati da un lettore " tradizionalista " :
Forse da parte di Papa Francesco un comportamento simile a quello di Gregorio Magno?
"Gregorio a Eulogio Patriarca e vescovo d’Alessandria.
La vostra beatitudine si è data cura di indicarmi che essa non scrive più, rivolgendosi ad alcuni, appellativi superbi, che nacquero dalla radice della vanità e mi parla usando l’espressione: “Come avete comandato”.
Questa parola di comando vi chiedo di tenerla lontana dal mio udito, perché so chi sono io e chi siete voi: per il posto che occupate mi siete fratello, per la condotta mi siete padre.
Non ho comandato, ma ho cercato di indicare ciò che mi sembrava utile.
Non riscontro però che la vostra beatitudine abbia voluto ritenere alla perfezione proprio ciò che ho presentato alla vostra memoria.
Infatti vi ho detto che né con me né con alcun altro dovete scrivere qualcosa di simile ed ecco che nella intestazione della lettera che avete indirizzata a me che ve lo proibivo, vi siete curato di imprimere l’appellativo superbo chiamandomi Papa universale.
Vi prego, la santità a me dolcissima non lo faccia ancora, perché si sottrae a uno ciò che si attribuisce a un altro più di quanto la ragione esige.
Io infatti non cerco una grandezza fatta di parole, ma una grandezza morale.
Né stimo essere onore quello per cui so che i miei fratelli perdono l’onore loro dovuto.
Il mio onore è l’onore della Chiesa universale.
Il mio onore è il solido vigore dei miei fratelli.
Allora veramente sono onorato, quando non si nega l’onore dovuto a ciascuno di essi.
Se infatti la santità vostra mi chiama Papa universale, nega di essere ciò che in me proclama di universale.
Ma questo sia lungi da noi. Si allontanino da noi le parole che gonfiano la vanità, che feriscono la carità.
Certo, la vostra santità conosce bene che nel santo Concilio di Calcedonia e dopo dai Padri che seguirono, quest’appellativo fu attribuito ai nostri predecessori.
Tuttavia, nessuno di essi volle servirsi di questa denominazione, affinché, mentre in questo mondo amavano l’onore dovuto a tutti i vescovi, custodissero presso Dio onnipotente, il proprio onore.
Quindi, mentre vi porgo i dovuti saluti, vi chiedo che nelle vostre sante preghiere vi degniate di ricordarvi di me, perché sia assolto, per la vostra intercessione, dai vincoli dei miei peccati che non riesco a cancellare con i miei meriti."
Il lettore continua :
Questa lettera, così come quella che ho citato, sono citate spesso degli orientali separati e anche dai protestanti per tentare invano di negare il primato del Papa.
Cercando del materiale su Internet, ho trovato questa spiegazione che mi sembra convincente.
Papa Francesco non rifiuta il titolo di Papa, così come anche San Gregorio Magno, tuttavia i gesti mediatici di Papa Francesco vanno verso questa direzione di banalizzazione del papato.
Papa Francesco mette bene in luce in maniera chiara tutti le problematiche e gli errori del Concilio Vaticano II. Con lui è tutto più evidente.
Papa Francesco porta fino alle più logiche conseguenze tali errori in maniera visibile e chiara.
Con Papa Benedetto XVI invece molti hanno coltivato l'idea di una impossibile ermeneutica della continuità tra il Magistero cattolico del pre-concilio ed le nuove idee promosse dal Concilio Vaticano II.
La sua abdicazione è stata la prova del fallimento di questo modo di pensare.
Risponde il gestore del blog don Camillo :
Papa Francesco non rifiuta il titolo di Papa, così come anche San Gregorio Magno, tuttavia i gesti mediatici di Papa Francesco vanno verso questa direzione di banalizzazione del papato.
Dobbiamo considerare che F1 ha davanti molte "sfide" tra cui la principale: la riunificazione con l'Ortodossia (o meglio l'Eterodossia) Orientale che intende fare per difficilissime "vie" politiche e diplomatiche zeppe di compromessi... dimenticando che la via fu già indicata dalla Santissima Vergine a Fatima (mi fa ricordare la cocciutaggine di Naaman, il Siro).
Crede che mostrando di "allentare con il Primato" gli Ortodossi (i Russi) abbocchino... povero ingenuo.... perchè nelle parole sembra volerlo con i fatti un po' di meno.
Papa Francesco mette bene in luce in maniera chiara tutti le problematiche e gli errori del Concilio Vaticano II. Con lui è tutto più evidente. Papa Francesco porta fino alle più logiche conseguenze tali errori in maniera visibile e chiara.
Ovvio! Solo che lui è più onesto: ha parlato che "c'è stata una discontinuità" l'ha detto e l'ha scritto non appena arrivato a Roma, non so se abbia molto riflettuto su questa proposizione, secondo me no, ma sta di fatto che in un attimo ha cancellato fumose teorie continuiste coltivate da quella minutissima porzione di movimento teologico capitanata da padre stefano Manelli.
La sua abdicazione è stata la prova del fallimento di questo modo di pensare.
Anche e non solo, è stato l'ultimo atto della sua coerenza interna, coerenza- teutonica che ha sempre mostrato al mondo come suo punto di onore... (ecco perchè Benedetto XVI mi ha sempre spaventato) del "non si torna indietro" ultimo omaggio a Paolo VI; e se c'è un errore evidente la colpa non è del Concilio ma dei "media".
Concludendo, dopo Pio X sembra proprio che abbiamo assistito ad una lenta spogliazione della Chiesa del suo onore della sua missione universale, pari forse a quello che ha subito la Chiesa Ortodossa con il Comunismo sovietico.
La chiamano "adeguamento con il Mondo" ma in realtà è cercare di tenere un piede in due scarpe ed ora è arrivato a Roma un caposaldo di tale pensiero chiamato a fine '800 "gesuitismo" che comunque ha portato anche i suoi frutti. La Siria ci sta particolarmente a cuore" ma F1 si fa fotografare a tavola ci Suss argentini (non europei o ammericani, e non è un caso). Loda il progresso ecumenico, ma nello stesso tempo ha letto e ha apprezzato la battaglia di Mons. Lefebvre.
Commissaria i Francescani dell'Immacolata (dopo che LORO l'hanno chiesto a gran voce, si intende) ma ha fatto spegnere le indignazioni di Muller verso la Tradizione il quale oggi è assai più conservatore rispetto al Muller del Pontificato precedente.
Vi lascio con il pensiero di P. che ben esprime il mio pensiero di fondo, al di la delle mie simpatie o antipatie su quel o quell'altro Papa che non interessano a nessuno se non a coloro a cui piace da pazzi polemizzare.
I Papa del Concilio Vaticano II e del post Concilio Vaticano II ci tocca sopportarli con pazienza, un po' tutti quanti.
Ma la Chiesa gli sopravviverà.
mercoledì 22 gennaio 2014
Giudizio e coscienza
Sul GIUDIZIO e sulla COSCIENZA.
Si sa, repetita iuvant!
Don Antonio Ucciardo
“Ricevo questo messaggio:
"Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi".
Ringrazio la persona che ha voluto mettermi di fronte alla parola del Signore, valida per ogni cristiano e tremendamente seria.
Essa mi consente di rispondere per chiarire, ancora una volta, il pensiero mio e di tanti sacerdoti.Il giudizio della singola coscienza spetta a Dio.
Su questo siamo tutti d'accordo, mi auguro.
Le parole e le azioni che si propongono in maniera pubblica, esulano dal campo dell'intimità e richiedono un giudizio.
Anche Gesù ha parlato espressamente di giudizio nei riguardi della sua generazione, oltre che di giudizio per chi non crede nella sua parola e nella verità che Egli è.
Giudicare significa emettere una sentenza, ma anche valutare.
Nelle parole sopra riportate, sembra avere questo senso, poiché si pensa di potersi sostituire a Dio.
Bisogna considerare, tuttavia, il senso più ampio che il termine ha nel linguaggio della Scrittura e nel greco dei vangeli.
Giudicare significa, in senso più ampio, discernere, mettere assieme, esaminare.
Per un cristiano comporta la capacità di leggere le parole e gli eventi alla luce della Rivelazione e quindi della volontà salvifica di Dio.
Se così non fosse, non avremmo i Comandamenti, le Beatitudini, gli insegnamenti di Cristo, le ammonizioni delle Lettere, il Magistero della Chiesa. Ciascuno sarebbe giudice di se stesso in assenza di una verità oggettiva.
La coscienza del singolo è insindacabile, non infallibile.
Diviene infallibile soltanto quando è in accordo con la volontà di Dio.
E poiché nessuno può presumere di conoscere questa volontà, se Dio stesso non provvede a farla conoscere e a renderla attuale, ne consegue che il Magistero della Chiesa è vincolante per ogni coscienza che voglia dirsi cattolica.
Chi dunque si oppone a quanto Dio ha rivelato e la Chiesa trasmette, può essere giudicato.
Non nel senso del giudizio che spetta soltanto a Dio in ordine alla salvezza, ma nel senso di quel giudizio che deve preservare la verità che Dio ha voluto affidare alla Chiesa tutta, fedeli e pastori.
La sospensione di questo giudizio si chiama buonismo, che è la svalutazione della misericordia.
Siamo tutti peccatori. Tutti!
Ma se la consapevolezza della propria miseria diventasse il pretesto per non alzare la voce, come si diffonderebbe il Vangelo?
Noi non dobbiamo trasmettere una parola che è vera perché ci fa vivere da perfetti, ma che è vera perché è la Verità. In quanto tale può e deve rendere perfetti noi, poveri peccatori.
Se riconosciamo che può rendere perfetti, non possiamo tacerla.
Quindi la coerenza personale c'entra fino ad un certo punto. la Chiesa diventerebbe una setta, un circolo privato, un salotto di buone maniere.
E' solo la grazia che ci permette di corrispondere alla volontà di Dio.
Da qui derivano la conversione e le opere che dobbiamo fare per vivere secondo la grazia.
Ogni uomo deve realizzarsi secondo la volontà di Dio manifestata in Cristo.
Devo essere contento se uno riesce meglio di me a farsi santo.
Per lo stesso principio, come non devo disperare della possibilità che è data anche a me, devo fare di tutto perché l'altro possa vivere secondo quella volontà.
E questo comporta necessariamente un giudizio.
Probabilmente sfugge a tanti che la battaglia di questo momento della storia richiede la difesa dei valori non negoziabili.
E' una battaglia di fede. S. Paolo usa questo linguaggio.
C'è una battaglia che riguarda la mia povera vita, una battaglia che riguarda la Chiesa, sempre provata da errori e da divisioni, e una battaglia che riguarda la nostra presenza nel mondo.
Conformarsi al mondo significa non solo aver perso in partenza, ma pure non aver provato nemmeno a combattere.
E questo, secondo l'Apocalisse, comporta l'essere vomitati.
Invece di preoccuparci del fatto che stiamo giudicando dei fratelli, pensiamo più seriamente a quel giudizio che ci attende e nel quale dovremo rispondere anche delle omissioni”.
Don Antonio Ucciardo
martedì 21 gennaio 2014
Offerta degli agnelli a Papa Francesco : banalizzazione, a mezzo stampa, di un'antica e sobria tradizione Pontificia !
La cerimonia tradizionale dell'offerta al Papa degli agnelli la cui lana sarà in seguito utilizzata per confezionare i Pallii dei nuovi arcivescovi metropoliti si tiene ogni 21 gennaio in occasione della memoria liturgica della Martire Sant'Agnese, morta attorno al 305 .
Una delicata e sobria cerimonia di alto valore spirituale riservata ai soli Consacrati che si svolge nella Cappella del Palazzo Apostolico.
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ECCO LA VERA TRADIZIONE MILLENARIA ( 21 gennaio 2013 )
***
LA FOTO SOTTO, SCATTATA ALCUNI ANNI FA, E' STATA FURBESCAMENTE UTILIZZATA PER
lunedì 20 gennaio 2014
" L’effetto Bergoglio " non fa effetto !
Un Religioso della chiesa dove abitualmente passo più tempo è solito ripetere nelle omelia “ … è puerile fare un raffronto fra i papi!”
Ha ragione.
Poiché continuo a vedere ( dal di dentro ) una chiesa più che mai sfiduciata e sconquassata con preti e religiosi che quasi se la danno a gambe e, abbandonando studi e/o gli incarichi anche prestigiosi e per salvare la loro vocazione si introducono necessariamente in una dimensione che è un misto fra eremitaggio e contemplazione, mi chiedo se vogliamo ancora credere alla favola inventata dai potentati massmediatici che con Papa Francesco le chiese si sarebbero riempite di nuovo e tutti i problemi della Chiesa si sarebbero ( subito ) risolti .
Prendiamo atto che una moltitudine ( migliaia ) di seguaci si sono ritrovati per “La prima volta di «meditazioni» indu in una parrocchia. Il dialogo interreligioso si fa realtà. S’affretta a spiegare Sanjaye Bahadoor, mauriziano tamil, presidente della «Comunità mauriziana di Bari»: «Direttamente dal West Bengal India, arriva Tirtha Maharaja. ...
Un guru seguito nei suoi pellegrinaggi mediamente da circa 20mila fedeli. Alle 20 è atteso nell’auditorium della parrocchia di San Sabino, a Japigia …”
Avevamo ampiamente previsto che i Vescovi e i Sacerdoti sarebbero stati i primi e i principali danneggiati dal battage mediatico che circonda il Papa.
Difatti : “ Con il Papa si combatte oggi in Polonia contro i vescovi: papa Francesco buono, vescovi cattivi, papa Francesco sì, vescovi e Chiesa in Polonia no”, ha esternato il capo dell'episcopato durante la messa per l'Azione cattolica della sua arcidiocesi di Przemyśl nel sud-est del Paese.
Michalik ha aggiunto che uno dei più gravi pericoli di oggi è il gender, al quale i vescovi hanno dedicato la loro recente lettera pastorale a Natale, contestata da alcuni sacerdoti che si erano addirittura rifiutati di leggerla.
Il secondo pericolo è la stabilità del matrimonio, il terzo l'aborto. Michalik ha avvisato che le attuali difficoltà della Chiesa in Polonia sono “soltanto all'inizio” e bisogna “prepararsi alle ulteriori”. ( QUI l'articolo intero )
”.
Ricordiamo che qualcosa di simile era accaduto a causa delle “ aperture” ( anch’esse in parte vere in parte gonfiate dai mass media ) fin dal Pontificato del Beato Giovanni XXIII …
Ridimensionando l’importanza per il Culto Divino … tutto si sfalda …
E’ accaduto al tempo della “ riforma” protestante.
E’ accaduto al tempo della riforma post conciliare.
Accade anche ora, purtroppo.
E non diamo la colpa ( solo ) al Papa : sappiamo bene che nell’attuale situazione post conciliare il potere ( vero ) non sussiste nei Vescovi o nei Papi.
C’è solo da capire ( sarà il tempo a svelarlo) se anche l’attuale Pontefice regna ma non comanda oppure se il suo scettro racchiude ambedue i poteri.
Solo che gli uomini di Chiesa non capiscono o fingono di non capire …
E le stelle stanno a guardare… la rovina !
A.C.
( Foto : particolare dell'accoglienza al Papa, fra cori e strisconi " Bella Fra' " ieri 19 gennaio 2014 in una parrocchia romana QUI )
venerdì 17 gennaio 2014
All Things Catholic. Con Benedetto XVI “A causa del papa”. Con Papa Francesco “ A dispetto del papa ” !
Lunga analisi di John L. Allen Jr., corrispondente del National Catholic Reporter, The independent news source , ( USA ) del trascorso anno 2013.
L’abbiamo elaborata da una traduzione " d'ufficio " prendendone solo alcune parti .
QUI l'Articolo intero.
QUI l'Articolo intero.
A.C.
E ' una tradizione di " All Things Catholic " dedicare la prima colonna del nuovo anno alle tematiche cattoliche più dibattute nei 12 mesi precedenti , in passato è sembrato essere una buona consuetudine considerando la sporadica e spesso il totale “silenzio” ( sotto coperta) in cui viene circondata la chiesa.
Quest'anno , però , sarebbe un poco sciocco parlare di cattolicesimo “sotto coperta” , dato l' interesse astronomico dei media generato dalle dimissioni di Benedetto XVI e l'ascesa di Francesco .
Se l’interesse mediatico che abbiamo visto quest'anno, non è sufficiente , ci si potrebbe chiedere ,ragionevolmente, cosa lo potrebbe essere ?
Eppure l'"effetto Francesco" evidenzia in modo paradossalmente ironico che in realtà è diventato difficile diffondere qualsiasi altra storia cattolica sulla maggior parte delle piattaforme della comunicazione mediatica perché tutto l’interesse ( appetito ) per le notizie della chiesa è interamente alimentato dal “papa – mania”.
Anche se nel presentare l’immagine di Francesco si sono tralasciati nell’ombra alcuni pezzi importanti della sua storia preferendo concentrarsi invece sugli aspetti esterni , sulla sua personalità piuttosto che nella sostanza .
Come risultato ci sono un numero sorprendente di racconti che scivolano attraverso delle indiscrezioni ( fessure ) , nonostante il fatto che a volte si percepisce come le reti massmediatiche di tutto il mondo sono diventati dei satelliti della TV Vaticana ( condizionamento globale massmediatico ? N.d.r)
Per meglio evidenziare questo conto alla rovescia , sto tralasciando le storie già note al grande pubblico temporaneamente trascinate nell’oblio ( alla sordina ) - la crisi degli abusi sessuali , per esempio, i provvedimenti disciplinari ( giro di vite ) nei confronti delle ( ribelli ) suore americane , o le polemiche negli Stati Uniti per la forte campagna pro contraccezione intrapresa dal Presidente Obama .
Queste tematiche sono state ampiamente coperte prima e senza dubbio lo saranno in futuro anche di nuovo.
Io mi concentro invece su cinque storie che non hanno avuto una rilevanza considerevole , soprattutto nei media americani e in lingua inglese ma che meritano un adeguato approfondimento .
5 . Allam e il “bruciore di stomaco per gli ideologi”
La conversione cattolica di più alto profilo nel corso del Pontificato di Papa Benedetto è stato Magdi Cristiano Allam , un politico e saggista di origine egiziana che in Italia è molto conosciuto anche per le sue feroci critiche che ha indirizzato al mondo islamico radicale .
Allam , accolto nella Chiesa Cattolica da Benedetto XVI e battezzato durante la Veglia Pasquale 2008, a fine marzo 2013 ha annunciato di dissociarsi dalla Chiesa a causa della linea troppo morbida di Papa Francesco nei confronti dell’Islam.
… ( omissis )
4 . Il problema italiano nella Chiesa
E 'possibile che l'influenza e la reputazione dei vescovi italiani nel 2013 ha raggiunto un nuovo minimo storico .
Un segnale è stato percepito in occasione delle elezioni politiche nazionali nel mese di febbraio , quando sia il Vaticano che la chiesa italiana ( CEI ) vollero dare il loro appoggio al premier tecnocratico di Mario Monti con un amorevole abbraccio , ma Monti ha ottenuto appena il 10 per cento dei voti finendo in un quarto posto imbarazzante per lui e per coloro che lo avevano così calorosamente appoggiato nei vari ambienti.
Mentre Monti ha pagato i propri svantaggi politici, è sorprendente quanta poca influenza abbiano determinato le scelte dei Vescovi italiani .
Eccone un altro : Il titolo di un recente sondaggio nazionale italiano rivela che la fiducia degli italiani nei confronti della chiesa guadagnato 10 punti solo dopo l'elezione di Francesco .
Tuttavia, tale urto ha portato il livello di credibilità dei vescovi fino ad appena 54,2 per cento , con la constatazione che una buona metà del paese rimane scettico . ( Per la cronaca , il crollo di fiducia della chiesa è tale da esser collocata dietro le forze dell’ ordine italiane. )
Dire "chiesa " per la maggior parte italiani significa pensare ai "vescovi ", così in effetti , il sondaggio è stato un referendum sulla gerarchia .
Ancora più significativo , ambivalenza ecclesiastici italiani non è stato appena trovato alle basi , ma forse ancora più forte all'interno del Collegio Cardinalizio .
In effetti , il conclave del 2013 è stata l'elezione papale più establishment degli ultimi 100 anni , alimentata da un forte dissenso tra i prelati fuori il bel paese e la vecchia guardia italiana che aveva gestito il Vaticano decisamente fuori dai binari .
La disfatta elettorale è stato l'ultimo “chiodo nella bara “ ma non certo l'unico.
Ecco perché questo è stato importante per i cattolici in altre parti del mondo .
Per secoli , il sistema vitale centrale della chiesa è stato formato dall’episcopato italiano.
Gli italiani hanno fornito la stragrande maggioranza del corpo diplomatico del Vaticano e una quota sproporzionata di Prelati che sono stati il motore effettivo della Chiesa .
Prelati dalle principali diocesi italiane , come Milano , Bologna , Firenze, Venezia e Genova , sono stati il punto di riferimento in tutto il mondo , e la conferenza episcopale italiana , CEI , è un importante segnale di “ allevamenti di razza” per altri gruppi di vescovi .
Gli italiani hanno fornito la stragrande maggioranza del corpo diplomatico del Vaticano e una quota sproporzionata di Prelati che sono stati il motore effettivo della Chiesa .
Prelati dalle principali diocesi italiane , come Milano , Bologna , Firenze, Venezia e Genova , sono stati il punto di riferimento in tutto il mondo , e la conferenza episcopale italiana , CEI , è un importante segnale di “ allevamenti di razza” per altri gruppi di vescovi .
La lenta internazionalizzazione della leadership chiesa forse rende il contributo italiano meno critico di un tempo , ma finché il Vaticano rimane a Roma , a patto che le future generazioni degli studio ecclesiastici rimangano ad assorbire i ritmi della cultura ecclesiale italiana , e fintanto che l'italiano è la lingua di lavoro de facto della chiesa , la salute generale dell'episcopato italiano sarà anzi ancora rilevante per gli sviluppi e per le fortune cattoliche .
Una misura dell '"effetto Francesco" sta nel suo specifico profilo così come la sua capacità di guidare un rinnovamento della gerarchia nel suo cortile di casa .
Un passo in proposito è venuto Lunedi , quando Francesco ha nominato Vescovo Nunzio Galantino il nuovo segretario della Conferenza episcopale italiana , pur facendolo rimanere nella sua diocesi che gli permette di servire a tempo parziale .
Galantino è considerato come un “emulo” di Papa Francesco : si era fatto notare nella sua piccola diocesi del sud anche perché vive in una piccola stanza al seminario piuttosto che il palazzo vescovile , gestendo la propria agenda degli appuntamenti e rispondendo proprio telefono piuttosto che avere un segretario , egli guida un auto semplice , ed insiste per essere chiamato "Don Nunzio " piuttosto che " Eccellenza ".
Quando Galantino è stato eletto un vescovo (Il 9 dicembre 2011 papa Benedetto XVI lo ha nominato vescovo di Cassano all'Ionio. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 25 febbraio 2012 nella cattedrale di Cerignola dal cardinale Angelo Bagnasco. N.d.R.) , egli ha chiesto alla gente di non dargli i regali , ma di fare delle donazioni ai poveri .
Degna di attenzione l’atipica lettera che Papa Francesco ha scritto ai fedeli della diocesi di Galantino. Il Papa si è spinto umilmente a " chiedere il permesso " di prendere in prestito il loro vescovo , dicendo: " So che non vi piace che lui sia portato via , e capisco ", e poi ha chiesto loro " perdonatemi ".
La lettera non ha precedenti : è certamente raro per un papa di scusarsi in modo così diretto alle persone colpite da un proprio provvedimento personale.
Un effetto collaterale del fatto che i papi generalmente non presiedono le cerimonie di beatificazione è che non si presta più la dovuta attenzione nei confronti dei nuovi beati.
3. Un nuovo Patrono dei Martiri Cristiani
Ecco perchè è finito per passare senza una gran parte di commenti la beatificazione del 25 maggio di p. Giuseppe "Pino" Puglisi, il grande prete anti-mafia della Sicilia ucciso nel 1993.
Ho avuto modoi di scrivere che questa beatificazione era la più importante dei primi anni del 21 ° secolo, e voglio confermare quel mio giudizio .
Perchè Puglisi è un santo patrono ideale per la nuova generazione di oggi dei martiri cristiani.
Il numero dei cristiani uccisi per ragioni legate alla loro fede è di circa 100.000 ogni anno, con milioni più rivolto verso altre forme di persecuzione violenta.
Puglisi è un simbolo avvincente, non solo perché è uno di loro, ma perché la sua beatificazione rappresenta una svolta teologica fondamentale nel modo in cui il cattolicesimo capisce il concetto di martirio.
( omissis ) ...
2 . Il caso Scalfari ed i pericoli delle esposizioni mediatiche del Papa
Finora , Papa Francesco ha avuto quattro rilevanti e grandi sessioni con la stampa , e mentre tutti sono stati affascinante, nessuno era più di un blockbuster che il testo pubblicato dal veterano giornalista e non credente italiano Eugenio Scalfari il 1 ottobre .
Tra le altre cose , la scelta di Francesco di sedersi con uno dei più importanti intellettuali laici italiani è stato visto come un'ulteriore conferma del suo impegno per la sensibilizzazione e il dialogo .
Tra le altre cose , la scelta di Francesco di sedersi con uno dei più importanti intellettuali laici italiani è stato visto come un'ulteriore conferma del suo impegno per la sensibilizzazione e il dialogo .
… ( omissis )
1 . Benedetto il rivoluzionario
Nonostante le immagini di Francesco come un “cane sciolto” , di gran lunga il singolo atto più rivoluzionario commesso da un papa nel 2013 è venuto da Benedetto XVI nella forma della sua splendida ( sic ! ??? !!! N.d.r.) decisione di rinunciare volontariamente dal suo ufficio .
A volte, perdersi nella confusione in mezzo alla frenesia su Francesco è che Benedetto era in realtà il primo motore nel dramma .
A volte, perdersi nella confusione in mezzo alla frenesia su Francesco è che Benedetto era in realtà il primo motore nel dramma .
Benedetto , naturalmente , non ha mai avuto molta fortuna quando si trattava di “pubbliche relazioni”.
Egli ha assunto il ministero di Papa avendo contro un’immagine opportunamente prefabbricata di essere " Rottweiler di Dio " e " l’uomo forte del Vaticano " mentre nella realtà Papa Benedetto non è mai stato realmente in grado di imporre il proprio pensiero.
In termini di opinione pubblica , la differenza tra Benedetto e Francesco è forse meglio esprime in questo modo : con Benedetto , la gente presume che tutto ciò che non piace circa la chiesa era “a causa del papa” , ora , tendono a pensare che sia “a dispetto del papa” .
Di conseguenza , la tendenza è quella di inquadrare Benedetto e Francesco, quasi come materia e antimateria - tradizione contro innovazione , dogmatismo contro compassione , ecc ecc
A parte il discutibile merito di tali percezioni , quello che ignorano è che Francesco non ci sarebbe mai stato senza una decisione di Benedetto a farsi da parte .
Altrettanto notevole è il modo in cui ha gestito la sua partenza. Nel suo ultimo discorso ai cardinali 28 febbraio , Benedetto XVI ha promesso " reverenza incondizionata e obbedienza" al suo successore , e ha tenuto la sua fine l'affare .
A parte una lettera privata che Benedetto ha inviato a un ateo italiano che è trapelata ad opera del destinatario , Benedetto è solo stato visto o sentito in pubblico quando Francesco è andato a trovarlo o ad invitarlo.
Nonostante alcune ombre ben documentate ( chissà a cosa si riferisce l’Autore N.d.R.) tra alcuni circa la nuova pontificato di Francesco, Benedetto XVI ha fatto nulla per favorire una "opposizione leale " o per legittimare il dissenso dal nuovo regime ( che in realtà, grazie a Dio, non esiste N.d.R.).
In effetti , Benedetto XVI è passato da infallibilità alla quasi invisibilità , ed interamente per sua unica scelta .
Se questo non è un "miracolo di umiltà in un'era di vanità ", per richiamare Elton John, è difficile sapere che cosa pensava Vanity Fair che ha ritenuto di omaggiare nel mese di giugno Papa Francesco.
A livello sostanziale , molte delle riforme per le quali Francesco afferma di impegnarsi, compresa la sua pulizia delle finanze vaticane e il suo impegno per la "tolleranza zero" in materia di abusi sessuali , sono direttamente riconducibili direttamente alle decisioni legislative che hanno avuto inizio con Benedetto .
Anche se così non fosse, il punto rimane che l '"effetto Francesco" si potrebbe perdere nella storia senza Benedetto che ha preso una decisione che nessun papa aveva intrapreso in 600 anni - e date le circostanze marcatamente diverse , si potrebbe sostenere che è stato un passo nessun papa aveva mai intrapreso in questo modo così forte e deciso .
Non ci sono dubbi , Francesco sta scuotendo la Chiesa cattolica e offrendo una nuova prospettiva di vita .
Per la cronaca , però , non era l'unico cane sciolto , l' unico papa rivoluzionario , del 2013 .