Il titolo di questo post non è campato per aria ma è desunto dal passo centrale di questo splendido articolo "... i superiori guardano con autentico terrore ogni comportamento che nel
cammino seminaristico sveli una certa attrazione per ciò che è
propriamente sacerdotale, come se fosse sinonimo di “fissazione
clericale” o frutto di una personalità problematica."
Possiamo testimoniare personalmente la persecuzione, al limite dell'esaurimento nervoso provocato ed addotto, che tanti giovani seminaristi hanno subìto nei seminari di stampo progressista/luterano/rahneriano (cioè la maggior parte dei seminari attualmente operanti in Europa e nel mondo).
Prima o poi i rettori di quei seminari-lager che si sono divertiti a torturare i seminaristi fino alla loro agognata ordinazione sacerdotale compariranno davanti al tribunale supremo di Dio.
Coloro che grazie a Dio sono giunti all'Ordinazione Sacerdotale cercano di dimenticare le angherie teologiche e i sorprusi ideologici subiti in seminario i cui rettori ( in minuscolo) nel frattempo sono diventati vescovi (altrettanto in minuscolo).
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“Ecco come io, giovane prete (non) sono stato formato”
di Aldo Maria Valli
Cari amici di Duc in altum, lasciatemi dire che la testimonianza che oggi vi propongo è di eccezionale importanza.
Con la stessa lucidità, oggi il sacerdote affronta un tema cruciale: la formazione che si riceve nei seminari.
Vi invito a leggere la sua testimonianza con attenzione, perché il racconto fa capire i motivi per cui questa nostra Chiesa ci appare spesso allo sbando, priva di punti di riferimento, in balia di ogni vento di dottrina e con un perenne complesso di inferiorità verso ogni tipo di pensiero non cristiano e non cattolico.