( seconda parte)
Iniziamo con una citazione storica tratta dalla
pubblicazione « La
chiesa di san Catervo a Tolentino – arte-storia – spiritualità , Tolentino 2007 » .
Dalla pagina 180 estrapolo un pezzo dell’ampio studio
del Prof. Mons. Egidio Pietrella : "La chiesa
di San Catervo terza cattedrale di Tolentino, storia religiosa dal 1817 ai
nostri giorni" ( dalla quale curiosamente è stata omessa in toto, a pagina
209) la Solenne Celebrazione Eucaristica che Sua Eminenza
Rev.ma il Signor Cardinale Protodiacono Card. Jorge
Arturo Augustin Medina Estévez ha presieduto in occasione dei festeggiamenti per la riapertura del Duomo
Tolentinate nel giorno della festa del Santo Patrono San Catervo Martire il 17
ottobre 2006 –… stranezze delle pubblicazioni storiche… ma forse conosco la motivazione "metropolitana" ... )
“Il più lungo e attivo fu l'episcopato del maceratese
Raniero Sarnari.
La sua attività
pastorale fu impegnata soprattutto nella diffusione del catechismo, per il
quale introdusse nelle diocesi successivamente (1905; 1913) i due nuovi testi
di S. Pio X. A questo tema dedicò per le due diocesi l'importante
"Notificazione per l'istruzione catechistica" (21 novembre 1905) e le
lettere pastorali del 1904, 1906, 1911.
Costituì, inoltre, in
ogni parrocchia la "Confraternita della Dottrina Cristiana".
In realtà il problema
dell'istruzione religiosa interessava fortemente l'intero episcopato
marchigiano su cui esso intervenne in varie lettere collettive (del 1901,
1911, 1916) e organizzò (21-23 aprile 1914) a Loreto il primo congresso
catechistico regionale, che tra l'altro, stabilì di istituire in ogni diocesi
il Consiglio Catechistico Diocesano, che il vescovo Sarnari creò subito sia a
Macerata che a Tolentino. Questi, devotissimo della SS. Eucaristia (su cui
scrisse tre lettere pastorali il 1910, 1912, 1913) e della B. Vergine Maria,
favorì l'Azione Cattolica, curò i seminari di Macerata e Tolentino, e il
movimento cattolico.
Tolse il non expedit nelle
elezioni del marzo 1909 imponendo ai cattolici di votare a Macerata Vittorio
Bianchini e a Tolentino Anselmo Ciappi.
Infine, svolse
un'intensa attività anche in campo culturale, per contrastare la cultura
laicista e antireligiosa.
Il Sarnari dovette
combattere contro il socialismo ormai dovunque organizzato nelle
Marche.
I vescovi della regione affrontarono questo problema
nelle lettere collettive del 1904 e del 1911; e il Sarnari tornò spesso su questo tema,
specialmente nelle lettere pastorali del 1907 e 1908.
Un altro errore, interno
alla Chiesa, era il modernismo che si diffuse anche nelle due diocesi per opera
di Romolo Murri (che parlò a Tolentino nel teatro "Vaccai" nel 1901 e
a Macerata nel teatro "Lauro Rossi" nel 1909).
La "crisi
modernista" toccò il suo culmine a Macerata negli anni 1908-1909, quando
Giovanni Sforzini, canonico e professore di filosofìa nel seminario, attaccò
aspramente la Chiesa da cui apostatò facendosi metodista.
Contro il modernismo (su
cui erano intervenuti i vescovi marchigiani nella lettera collettiva del 1906)
scrisse il Sarnari ripetutamente nel 1903,1907,1908,1909.
( sottolineature mie N.d.R.)
Dopo un'attività
apostolica così intensa e varia (in 14 anni scrisse 13 lettere pastorali e
altrettanti interventi e notificazioni), il vescovo Sarnari si spense nel
pieno della prime guerra mondiale contro la quale si schiere con una chiara
condanna, sostenendo dapprima la neutralità dell'Italia, per passare poi, a
guerra iniziata, a sostenere sentimenti patriottici”.
Il canonico e professore
di filosofia al Seminario Diocesano don Giovanni Sforzini, avendo aderito al
modernismo, come conseguenza "logica" apostatò e si fece protestante- metodista.
Non tutti i modernisti
ebbero la sciagurata, ma intellettualmente onesta, "conclusione" del canonico sopra
citato ( speriamo almeno che in punto di morte si sia pentito e confessato…)
Molti modernisti
preferirono rimanere in cantina protetti dalle tenebre per poter uscire allo
scoperto solo quando le circostanze glielo avrebbero consentito.
E’ anche vero che la
condanna del modernismo, “sintesi di tutte le eresie”, prevaricò i nobili scopi
previsti nell’enciclica “Pascendi” di San Pio X giungendo fino ad un’inaccettabile e anti-evangelica
"caccia" nei confronti di tutti coloro che invocavano alcuni cambiamenti ecclesiali in una
società che stava cambiando in modo rapidissimo.
Non esiste tuttavia anche nella cosiddetta chiesa
post-conciliare, per usare un'infelicissima terminologia di un Cardinale ora defunto, interruzione e tanto meno contraddizione fra la "Pascendi" , la Dichiarazione "Dominus Jesus" , il Motu Proprio “Ad Tuendam Fidem” e l' Enciclica "Fides et Ratio" – del Beato Giovanni
Paolo II. La condanna alla “sintesi di tutti
gli errori” è stata anche più volte ripresa dall’attuale Papa Benedetto XVI con
il nome : “relativismo” .
Più volte il Beato Giovanni Paolo II aveva messo in guardia il gregge a Lui affidato contro le gravi deviazioni dalla Fede cattolica sia negli ambienti teologici che , aimè, cosa assai più
grave, nelle singole coscienze dei semplici cattolici.
Non riferisco, essendo un perfetto ignorante in
materia, quanto insospettati teologi e anche Officiali di Curia mi hanno detto
circa le fin troppo citate posizioni teologiche dell’attuale Prefetto
della Congregazione della Dottrina della Fede Sua Eccellenza Rev.ma Mons . Gerhard Ludwig Müller.
Mi è stato anche suggerito, da più parti, di “non bere tutto quello
che viene da Roma”, di “aprire gli occhi perché Roma è nell’apostasia” ed infine
di “assumere un atteggiamento meno puerile e servile nei confronti di quello
che vien detto da Roma” ecc. ecc. ecc.
Avendo dolorosamente constatato che Roma, da molti
sollecitata di intervenire via web sulle delicate e spinose accuse nei confronti
di Mons. Müller , non si è espressa in alcun modo, noi, dovendo
perseverare nella doverosa rinnovazione quotidiana della filiale fiducia ai collaboratori del
nostro amatissimo Papa, cercheremo di trarre un qualche insegnamento dalla prima
parte, di carattere storico, di questo articolo.
In attesa della battaglia finale della “RECONQUISTA” che affronteremo con la forza della fede,
ricompattati e soprattutto motivati noi continueremo a ripudiare ogni tipo di relativismo sui Dogmi poiché essi sono verità certe e
permanenti e non sono suscettibili di variazione subordinata alla crescita , all’evoluzione
o alla conoscenza dell’uomo .
I Dogmi sono verità assolute, come anche l’interpretazione
dei libri Sacri e i Sacrosanti Sacramenti
che non sono solo delle rappresentazioni simboliche !
Ha
solennemente espresso il Beato Pio IX nella COSTITUZIONE APOSTOLICA “DEI FILIUS”: « La dottrina della fede che Dio rivelò non è proposta alle
menti umane come una invenzione filosofica da
perfezionare, ma è stata consegnata alla Sposa di Cristo
come divino deposito perché la custodisca fedelmente e la insegni con magistero infallibile.
Quindi deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri
dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel
significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa
intelligenza.
Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età
e dei secoli, l'intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini,
come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo
dogma, nel medesimo significato, nella medesima affermazione…
[VINC.
LIR. Common., n. 28].
[…]
Se qualcuno dirà che può accadere che ai
dogmi della
Chiesa si possa un giorno - nel continuo
progresso della
scienza - attribuire un senso diverso da
quello che ha inteso e intende dare la Chiesa: sia anatema ».
(fine della seconda
parte)
Andrea Carradori