Con la morte del Cardinale Ersilio Tonini se ne va una fetta della mia vita.
Conservo il libretto della cerimonia della sua consacrazione episcopale a Piacenza ( nell’antico rito anche se quasi tutta in lingua italiana ).
Ricordo il suo arrivo a Macerata con i suoi gesti spontanei ed affettuosi quasi avesse voluto abbracciare tutti i fedeli che affollavano la piazza della Libertà; l’arrivo in Cattedrale, accompagnato dagli antichi riti dei Canonici del Capitolo e la Messa concelebrata con tutti i sacerdoti della diocesi.
Chiesi ad un Sacerdote perché non avesse officiato il Pontificale ( per noi chierichetti il pontificale era l’espressione massima ! ) e mi rispose che forse l’avrebbe fatto successivamente … ma così non fu perché i Canonici conobbero presto la volontà del nuovo vescovo di non celebrare Pontificale perchè preferiva la Concelebrazione.
Dopo la sua prima Messa nella Cattedrale Maceratese il novello pastore si portò nella vicina Basilica della Misericordia per venerare la nostra Celeste Patrona che, fatto straordinario, era stata “aperta” per intero , abbassata cioè della dorata iconostasi che la chiude ( volto escluso ) quasi tutti i giorni dell’anno.
Il Vescovo Tonini si spese totalmente nella pastorale andando a celebrare dovunque fosse stato chiamato.
La sua affabilità e la sua amabilità con i fedeli conquistarono tutti .
Era il periodo post conciliare che precedeva l’introduzione definitiva del nuovo rito della Messa.
Mons. Tonini non era certamente un “liturgo” : l’unica volta che lo sentii parlare di musica sacra fu per criticare il canto “ Viva la gente” che fu eseguito durante la comunione in una sua messa nella progressista Parrocchia dell’Immacolata ( la più grande di Macerata ) " il canto Viva la gente durante la comunione - disse - mi pare davvero eccessivo ".
Un'altra volta si lamentò perchè in una processione eucaristica nessuno cantava il Tantum ergo in italiano che lui stesso aveva promosso ...
Per non ritornare al latino prima della ( amatissima dai fedeli ) Benedizione Eucaristica si fece un canto qualsiasi ... resta con noi Signore la sera ...
Ebbe a modificare la frequentatissima processione del Corpus Domini non facendola rientrare in Duomo ma ideando la sua conclusione in uno spazio all'aperto anche assai distante dal centro storico cittadino.
A spese della Diocesi Mons. Tonini organizzò una processione silenziosa dei giovani per condannare le ingiustizie sociali che si concluse in Duomo con una messa beat invitando un complessino da lontano che portò chitarre elettriche, pianola, batteria e relativa amplificazione ...
Ebbe a modificare la frequentatissima processione del Corpus Domini non facendola rientrare in Duomo ma ideando la sua conclusione in uno spazio all'aperto anche assai distante dal centro storico cittadino.
A spese della Diocesi Mons. Tonini organizzò una processione silenziosa dei giovani per condannare le ingiustizie sociali che si concluse in Duomo con una messa beat invitando un complessino da lontano che portò chitarre elettriche, pianola, batteria e relativa amplificazione ...
Una novità per Macerata che non fu molto gradita recando scompiglio fra il clero ( anche fra i giovani preti che erano stati ottimamente educati in Seminario).
In diversi poi si lamentarono che con i soldi spesi per il complessino musicale ( che cantò tutto da solo, senza che alcun fedele potesse unire la propria voce ... perché nessuno conosceva quei canti …) si sarebbe potuto accordare il grande Organo Callido …
Iniziava la demagogia secondo la quale i giovani "dovevano" avere la "loro" messa beat ...
Iniziava la demagogia secondo la quale i giovani "dovevano" avere la "loro" messa beat ...
Potrei narrare dettagliatamente decine di particolari sull'intensa opera pastorale che quel degno Pastore ebbe nel difficile momento del post concilio prepotentemente "conquistato" dalle forze più progressiste ...
E il vescovo fu vittima dei gruppi ecclesiali progressisti e marxisti più organizzati.
Dovette soffrire non poco per causa loro anche nella sonnacchiosa Macerata ! La sovversione era arrivata anche nella quieta provincia ...
Mons. Ersilio Tonini mi volle spesso agli incontri dei preti, , pur essendo io ancora adolescente, nella speranza che prima o poi io avrei scelto la “parte migliore” … ma non la pensava così l'allora rettore che aveva individuato in me una pericolosa vena lefebvriana ...
Tantissime volte sono andato in auto con lui specialmente quando incominciavo a suonare nelle parrocchie ormai sprovviste di organista dove egli andava a celebrare …
Se a Macerata ci furono i sorrisi episcopali altra sorte dovettero sopportare i vicini recanatesi. Mons. Tonini fu Amministratore Apostolico dell'antica diocesi di Recanati, che fino a pochi anni prima aveva avuto il vescovo residenziale ( come da sempre ).
Nel 1968 terminato il Concilio alcuni amici romani convinsero dell'ottimo vescovo di Recanati Mons.Baroncelli a rassegnare le dimissioni.
A seguito del ritiro del Vescovo la diocesi ricevette il Visitatore Apostolico nella persona dell'Arcivescovo di Ancona-Numana Mons. Bignamini che lodò lo status del clero e delle istituzioni diocesane esclamando al termine del suo mandato : " Questa bella diocesi riavrà come giusto il suo vescovo" !
Invece i tempi ecclesiali erano cambiati e Roma volle essere particolarmente dura proprio con quelle Diocesi che avevano appoggiato, anche in tempi calamitosi per la fede, il Papa e la Snta Sede.
Così Recanati ebbe un Amministratore Apostolico togliendo ogni speranza che sarebbe ritornato il loro vescovo.
Nel 1968 terminato il Concilio alcuni amici romani convinsero dell'ottimo vescovo di Recanati Mons.Baroncelli a rassegnare le dimissioni.
A seguito del ritiro del Vescovo la diocesi ricevette il Visitatore Apostolico nella persona dell'Arcivescovo di Ancona-Numana Mons. Bignamini che lodò lo status del clero e delle istituzioni diocesane esclamando al termine del suo mandato : " Questa bella diocesi riavrà come giusto il suo vescovo" !
Invece i tempi ecclesiali erano cambiati e Roma volle essere particolarmente dura proprio con quelle Diocesi che avevano appoggiato, anche in tempi calamitosi per la fede, il Papa e la Snta Sede.
Così Recanati ebbe un Amministratore Apostolico togliendo ogni speranza che sarebbe ritornato il loro vescovo.
Per questo Mons. Tonini fu molto duro e deciso con il Clero Recanatese : doveva far capire loro che la Diocesi non esisteva più .
Fu particolarmente autoritario specie con coloro che non volevano accettare lo smantellamento della loro amata diocesi . Sapeva comandare !
Fu particolarmente autoritario specie con coloro che non volevano accettare lo smantellamento della loro amata diocesi . Sapeva comandare !
Lo scontro con buona parte del Clero Recanatese fu inevitabile : i preti non si presentarono alla Messa Crismale , fecero una riunione scrivendo una lettera di forte lamentela che fu firmata da tutti i sacerdoti ed inviata alla Santa Sede.
Come ( pessima ) abitudine la Santa Sede fotocopiò la lettera dei preti recanatesi trasmettendola all'Amministratore Apostolico Mons. Tonini.
La risposta di Mons. Tonini non si fece attendere e fu durissima : vendette il glorioso Seminario recanatese, esonerò ( direi sciolse ) il Capitolo della Cattedrale e trasferì i preti in alre parti distruggendo in modo definitivo l’identità diocesana.
Per questo il nome dell’Amministratore Apostolico di Recanati Mons. Ersilio Tonini non compare della grande lapide dei Vescovi Recanatesi che si trova all’ingresso della Basilica (Con )cattedrale della Justissima Civitas Ricinense .
Pur essendo d’impostazione “ popolar populista “ il Vescovo non disdegnava affatto che in occasione dell’anniversario della sua ordinazione episcopale il Capitolo ( con la cappa estiva ) i fedeli e le Autorità cittadine prendessero parte alla sua Messa in Cattedrale per quella ricorrenza.
Nell’ultima celebrazione ( 1975 ) prima di lasciare Macerata per la sua, difficilissima, missione nell’inquieta Arcidiocesi di Ravenna, dove non ebbe neppure una stanza in Arcivescovado, Mons. Tonini ringraziò tutte le realtà sociali “ anche quelle che sono più lontane dalla Chiesa” per non aver ostacolato la sua opera pastorale.
A Macerata l’amatissimo Cardinale Ersilio Tonini ritornò nel 1995 per celebrare la Messa esequiale del suo successore nella cattedra maceratese Mons. Francesco Tarcisio Carboni e successivamente il 5 aprile 1997 per l’ordinazione di Mons. Giuseppe Orlandoni vescovo di Senigallia.
In quell’occasione pronunciò una vibrante omelia per la salvaguardia della fede e delle tradizioni scoraggiando i “ matrimoni misti” con i musulmani e narrando alcune pietose storie di difficile convivenza in terra Emiliana fra cattolici e islamici.
Non mi aspettavo una tale , chiarissima presa di posizione da parte del novello Cardinale : è stato un vero pastore anche in questo !
Mi ero rivolto anche a lui in occasione della negata concessione di una celebrazione della Santa Messa nell’antico rito nonostante i due Indulti dell’allora Papa Giovanni Paolo II.
Chi meglio di lui, ferreo difensore dei perseguitati a causa dell’ingiustizia, avrebbe potuto sanare quel gesto di insana prepotenza ?
Nonostante la documentazione che gli inviai, accompagnata da centinaia di firme, neppure il Cardinale Tonini potè aiutarci !
“ Neppure il Papa – era il Beato Giovanni Paolo II - potrebbe far nulla per cambiare la situazione liturgica attuale” mi disse realisticamente il devotissimo, indimenticabile Vescovo Mons. Carboni ( che amava nell’intimo la celebrazione della Messa antica ).
Nel 2005, in occasione delle celebrazioni centenarie di San Nicola da Tolentino, il Card. Tonini fu a Tolentino.
Pur non vedendomi da moltissimi anni mi riconobbe e mi salutò “ Ciao Andrea” .
Mi vennero le lacrime agli occhi e gli risposi : “ Le voglio bene Eminenza, mi benedica”.
Mi vennero le lacrime agli occhi e gli risposi : “ Le voglio bene Eminenza, mi benedica”.
Cardinale Tonini : grazie per quanto ha fatto per la Chiesa !
Benedica noi e i nostri sforzi che indegnamente facciamo per la salvaguardia dell’antica liturgia fondamento della vera devozione e pilastro insostituibile della “civitas christiana” !
Andrea Carradori