La situazione ecclesiale è tale da non lasciare nulla intentato : neppure un riconoscimento canonico della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Una piena comunione, canonicamente esatta, della Fraternità farebbe bene alla salute di tutta la Chiesa.
Aggiornamento 1 :
Posto il commento di Mic ( Chiesa e post Concilio) :" due parole d'ordine che da sempre sono anche le mie: 1) realismo : è assurdo pensare che al punto in cui siamo si debba aspettare la conversione della Chiesa post-moderna come conditio sine qua non per un riconoscimento canonico (nel nostro caso significa continuare a fare del nostro meglio senza contrapporci ma continuando a "resistere") e
2) fiducia nel Soprannaturale: niente e nessuno può 'contaminare' chi rimane nel Signore, custodendo la fedeltà.Certo i rischi restano sempre; ma devono servire ad aumentare la Fiducia la Speranza e l'impegno nella Carità, con la Verità come faro e fondamento."
***
Domanda : "Se penso che i Francescani dell'Immacolata stanno effettivamente assai dietro nella scaletta delle preferenze e delle simpatie papali alla Fraternità Sacerdotale SPX ... mi viene il mal di testa per cercare di comprendere il perchè!
Risposta di Mic :
"Questo è un "mysterium iniquitatis" duro da comprendere. Soprattutto se pensi che, ancora oggi, una morte illustre non è servita a por fine a diatribe e persecuzioni di ogni genere.
Chi scrive ne sa qualcosa.
Credo che la differenza tra il caso FI e la FSSPX sia il fatto che quest'ultima è conosciuta direttamente dal Papa e non per interposte persone..."
Aspettiamo lo svolgersi degli eventi e preghiamo!
***
Il Papa ha incontrato sabato Bernard Fellay, capo dei lefebvriani
Il colloquio "è andato bene", spiegano fonti vaticane al Foglio. Si va verso la prelatura sul modello Opus Dei
di Matteo Matzuzzi ( Il Foglio )
Il Papa ha incontrato sabato in Vaticano Bernard Fellay, Superiore generale e diretto successore di monsignor Marcel Lefebvre alla guida della Fraternità San Pio X.
Il colloquio, apprende il Foglio, "è stato positivo".
Tra Francesco e Fellay "l'intesa è buona".
Si tratta di un ulteriore passo verso il riconoscimento canonico della Fraternità da parte della Santa Sede, nella forma di una prelatura costituita ad hoc sul modello di quella dell'Opus Dei, quindi con ampi margini di autonomia non solo organizzativa.
In una recente intervista tradotta in più lingue e pubblicata sul sito della Fraternità, Fellay si mostrava assai disponibile al dialogo, sottolineando in più d'un passaggio l'apprezzamento per il Pontefice regnante: "Non mi stupirebbe – diceva il Superiore generale – che ci considerasse come una di queste periferie alle quali dona palesemente la sua preferenza. E in quella prospettiva, usa l'espressione 'compiere un percorso' con la gente in periferia, sperando che si arriverà a migliorare le cose. Dunque non è una volontà ferma di risolvere subito: un percorso va dove va… ma, alla fine, è abbastanza calmo, tranquillo, senza troppo sapere ciò che potrà risultare. Probabilmente, è questa una delle ragioni più profonde". Un precedente incontro, portato alla luce dal sito Rorate Caeli, si era tenuto negli ultimi mesi del 2013, a Santa Marta. Non un vero colloquio, ma un incontro poco più che casuale. Sempre nell'intervista, Fellay osservava un altro aspetto, che fa comprendere quanto il percorso di riconciliazione sia avviato: "E' chiaro che Papa Francesco vuole lasciarci vivere e sopravvivere. Ha perfino detto, a chi lo vuole sentire, che non farebbe mai del male alla Fraternità. Ha anche detto che noi siamo cattolici. Ha rifiutato di condannarci per scisma, dicendo: 'non sono scismatici, sono cattolici', anche se dopo ha usato un termine un po' enigmatico, cioè che noi siamo in cammino verso la piena comunione. Questo termine 'piena comunione'... sarebbe proprio bello una volta avere una definizione chiara, perché si vede che non corrisponde a niente di preciso. E' un sentimento… è un non si sa troppo bene cosa".
...
Articolo intero su Il Foglio