A seguito della svolta galatiniana...verrebbe voglia di non comprare più il quotidiano più sovvenzionato d'Italia... ma invece noi ...
Avvenire. Non compratelo
di Francesco Filipazzi
Da un po' di tempo a questa parte, soprattutto negli ultimi mesi, il quotidiano Avvenire sta facendo infuriare sempre di più i fedeli cattolici italiani.
Non si tratta più di disorientamento ma di vero e proprio
sentore di tradimento.
Avvenire non rappresenta più i cattolici e la svolta
galantiniana ha inferto il colpo di grazia alla credibilità di quello che fu un
araldo della buona battaglia.
Per capire cosa intendiamo, basta vedere cosa scrivono
questi signori riguardo, ad esempio, alla Marcia Per la Vita, quando non la
ignorano. Nel 2015 un vergognoso articolo parlava di "estremisti tentati
dallo scisma lefebvriano" (che poi scisma non è) in corteo, un articolo talmente patetico che trovate tranquillamente sulla spazio online di Riscossa Cristiana, gelosamente
conservato. C'è poi la questione Family Day, totalmente ignorato
se non per osteggiarlo (o distorcerlo il giorno successivo) nonostante
sia un movimento principalmente cattolico. Un
atteggiamento, quello di Avvenire, dovuto alla linea totalmente schierata a
favore dell'ateismo di stato assunta recentemente da vasti settori della CEI,
che di Avvenire è editore.
Quando i cattolici ci sono dunque, il giornale dei
vescovi non c'è.
Quando si devono fare battaglie di principio, Avvenire fugge,
si defila.
Basti pensare alla recente figuraccia riguardo l'obiezione di
coscienza sulle unioni omosessuali.Il giornale diretto da Marco Tarquinio aveva già escluso
ogni forma di disobbedienza civile.
Non sia mai che si metta in discussione il dio
Stato.
Salvo poi riceversi un bello schiaffo da Francesco, che ha indicato come
sacrosanta l'obiezione di coscienza.
Certo, la redazione del quotidiano ex-cattolico
non si è scomposta, ma non pochi hanno notato la situazione paradossale.
D'altronde il problema sta proprio nel rapporto
della stampa cattolica con lo Stato Italiano.
Il quotidiano più sovvenzionato,
si parla di oltre 3 milioni all'anno, è proprio Avvenire, seguito da testate
minori, edite da curie e associazioni editoriali locali, che evidentemente
vivono di quello. In Lombardia un giornale ultralocale che tira 16 mila copie
(omettiamo il nome per rispetto di alcuni giornalisti che ci lavorano
seriamente), edito da una piccola diocesi, riceve 1 milione e 200 mila euro
all'anno.
E' chiaro che di fronte a queste cifre, essere liberi di fronte allo
Stato che dà da mangiare è difficile.
Stesso discorso da fare peraltro riguardo l'8 per 1000,
che è il motivo alla base di tutti i cedimenti di molti cinici vescovi
italiani.
Tutti pronti ad applaudire al pauperismo bergogliano, ma pur di non
farsi diminuire la paghetta sono disposti ad accettare ogni tipo di porcata.
Ci chiediamo quindi fino a che punto questa cialtronata
della "stampa cattolica" che cattolica non è possa andare avanti.
Noi
Avvenire di sicuro non lo compriamo e invitiamo a non comprarlo ( e noi disobbediamo a questo appello anche se ne condividiamo l'analisi e le finalità purificatrici N.d.R.) .
La buona
stampa è ben altra (ne parliamo qui).
Fonte : Campari de Maistre