"...Ma nulla è paragonabile al realismo evangelico, che non si ferma alla descrizione delle situazioni, delle problematiche – meno ancora del peccato – ma che va sempre oltre e riesce a vedere dietro ogni volto, ogni storia, ogni situazione, un’opportunità, una possibilità.
Il realismo evangelico si impegna con l’altro, con gli altri e non fa degli ideali e del “dover essere” un
ostacolo per incontrarsi con gli altri nelle situazioni in cui si trovano.
Non si tratta di non proporre l’ideale evangelico, no, non si tratta di questo.
Al contrario, ci invita a viverlo all’interno della storia, con tutto ciò che comporta.
E questo non significa non essere chiari nella dottrina, ma evitare di cadere in giudizi e atteggiamenti che non assumono la complessità della vita.
Il realismo evangelico si sporca le mani perché sa che “grano e zizzania” crescono assieme, e il miglior grano – in questa vita – sarà sempre mescolato con un po’ di zizzania.
«Comprendo coloro che preferiscono una pastorale più rigida che non dia luogo ad alcuna confusione», li comprendo.
Il realismo evangelico si impegna con l’altro, con gli altri e non fa degli ideali e del “dover essere” un
ostacolo per incontrarsi con gli altri nelle situazioni in cui si trovano.
Non si tratta di non proporre l’ideale evangelico, no, non si tratta di questo.
Al contrario, ci invita a viverlo all’interno della storia, con tutto ciò che comporta.
E questo non significa non essere chiari nella dottrina, ma evitare di cadere in giudizi e atteggiamenti che non assumono la complessità della vita.
Il realismo evangelico si sporca le mani perché sa che “grano e zizzania” crescono assieme, e il miglior grano – in questa vita – sarà sempre mescolato con un po’ di zizzania.
«Comprendo coloro che preferiscono una pastorale più rigida che non dia luogo ad alcuna confusione», li comprendo.
«Ma credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità: una Madre che, nel momento stesso in cui esprime chiaramente il suo insegnamento obiettivo, “non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada”».
Una Chiesa capace di «assumere la logica della compassione verso le persone fragili e ad evitare persecuzioni o giudizi troppo duri e impazienti.
Il Vangelo stesso ci richiede di non giudicare e di non condannare (cfr Mt 7,1; Lc 6,37)» (AL, 308).
"La crisi del matrimonio è perché non si sa cosa è il sacramento, la bellezza del sacramento: non si sa che è indissolubile, non si sa che è per tutta la vita.
E’ difficile."
E’ difficile."
" E’ la pastorale più difficile, quella del matrimonio"
"Eppure davvero dico che ho visto tanta fedeltà in queste convivenze, tanta fedeltà; e sono sicuro che questo è un matrimonio vero, hanno la grazia del matrimonio, proprio per la fedeltà che hanno"
Sala Stampa Vaticana : DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALL'APERTURA DEL CONVEGNO ECCLESIALE DELLA DIOCESI DI ROMA
Basilica di San Giovanni in Laterano
Giovedì, 16 giugno 2016
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