Partecipare a un rito in cui non credi è «ipocrisia».
Il buon senso non ha volto e neppure... religione.
Il buon senso non ha volto e neppure... religione.
Facciamo assai volentieri nostre le parole che l'Imam di Lecce ha pronunciato sulla passarella mediatica che , a scapito della religiosità e della fede, è stata fatta ieri in numerose chiese italiane e francesi.
Invano cerchiamo di sentire quelle sagge parole dalla bocca dei
chierici mondanizzati che la Provvidenza ha messo sul nostro cammino di credenti per mettere a dura prova la nostra fede e la nostra pazienza di fedeli.
Invano cerchiamo di sentire quelle sagge parole dalla bocca dei
chierici mondanizzati che la Provvidenza ha messo sul nostro cammino di credenti per mettere a dura prova la nostra fede e la nostra pazienza di fedeli.
L'Imam parla del "sincretismo ... un fallimento del dialogo" e di altre tematiche a noi care come i "valori della fede"; il rifiuto dei "gesti pubblicitari" e del "sensazionalismo".
Ottima anche l'osservazione che fa circa il sentimento che dovrebbe parvadere chi assiste al Santo Sacrificio della Messa "Partecipare davvero alla messa vorrebbe dire esser lì col cuore e con la mente".
Mea culpa... quelle sapienti parole mi fanno vergognare perchè tante volte io assisto alla Messa senza "esser lì col cuore e con la mente"...
Mea culpa... quelle sapienti parole mi fanno vergognare perchè tante volte io assisto alla Messa senza "esser lì col cuore e con la mente"...
Dovrebbe purtroppo sapere l'onestissimo Imam di Lecce che ormai vige il dio-informatico con i suoi accoliti "cineoperatori" prontamente inviati dai potentati massmediatici a riprendere ieri la scena dei "musulmani a messa".
Una farsa indegna che apre le porte a scenari religiosi inquietanti...
Nel post di ieri (QUI) abbiamo parlato della funesta profanazione delle chiese e della Santa Messa: responsabilità che ricadono sui mondanizzati chierici.
La Chiesa dei primi Cristiani faceva uscire i catecumeni (non battezzati) prima della liturgia eucaristica...
Non si illudano i sempre-sorridenti chierici mondani : malgrado il grande e massiccio sostegno massmediatico che essi godono ponendosi sempre più lontani dalla fresca sorgente del Vangelo nell'incosciente ricerca delle mode e delle illusioni del principe di questo mondo osserveranno inaridimento del loro già secco albero.
Ci complimentiamo con l'Imam di Lecce, Saifeddine Maaroufi per la sua splendida testimonianza all'onestà e al buon senso umano!
AC
Una farsa indegna che apre le porte a scenari religiosi inquietanti...
Nel post di ieri (QUI) abbiamo parlato della funesta profanazione delle chiese e della Santa Messa: responsabilità che ricadono sui mondanizzati chierici.
La Chiesa dei primi Cristiani faceva uscire i catecumeni (non battezzati) prima della liturgia eucaristica...
Non si illudano i sempre-sorridenti chierici mondani : malgrado il grande e massiccio sostegno massmediatico che essi godono ponendosi sempre più lontani dalla fresca sorgente del Vangelo nell'incosciente ricerca delle mode e delle illusioni del principe di questo mondo osserveranno inaridimento del loro già secco albero.
Ci complimentiamo con l'Imam di Lecce, Saifeddine Maaroufi per la sua splendida testimonianza all'onestà e al buon senso umano!
AC
L'Imam di Lecce: «Gesto ipocrita preferiamo il rispetto reciproco»
di Flavia Serravezza
Lecce - Musulmani a messa con i cattolici? «Un’idea offensiva» e «un gesto ipocrita», secondo l’imam di Lecce, Saifeddine Maaroufi.
«Il nostro cordoglio e la nostra vicinanza nei momenti difficili, come l’ultimo attentato a Rouen - spiega - lo dimostriamo ogni giorno con i fatti e la convivenza.
Non abbiamo bisogno di gesti pubblicitari, preferiamo il rispetto reciproco».
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Lui è la guida spirituale dei circa 7mila cittadini di fede islamica che popolano il capoluogo salentino.
Non si limita a seguire le preghiere e gli incontri nella moschea di via Livio Tempesta, ma ha fondato l’associazione «Noi Salento» per promuovere il dialogo fra pugliesi e musulmani e in rete, sulla sua pagina Facebook, condivide ogni giorno consigli e domande con migliaia di «follower», fra i quali anche italiani convertiti all’Islam.
«La convivenza – riflette - non vuol dire perdere i propri valori, oppure abbandonare la verità in cui si crede.
Il sincretismo è un fallimento del dialogo, e assolutamente non una finalità auspicabile, perché generare un patchwork tra i diversi credi e riti religiosi, sarebbe un tradimento che ognuno farebbe ai propri valori di fede».
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L’imam Saifeddine non ha paura di dire quello che pensa.
È stato uno dei primi imam d’Italia a condannare pubblicamente, e con fermezza, l’orrore compiuto dall’Isis.
E anche in questo caso non teme di andare controcorrente, nonostante i media nazionali e stranieri salutino con favore l’iniziativa partita dalla Francia e condivisa anche dalla Comunità religiosa islamica italiana.
«Sono certo che i nostri amici cattolici preferiscano l’onestà alla falsità – osserva - e la solidarietà vera, quotidiana, al sensazionalismo.
Partecipare davvero alla messa vorrebbe dire esser lì col cuore e con la mente, non stare in piedi a guardare come se fossimo delle colonne.
E allora, mi chiedo, che senso ha fingere?
Restiamo fieri delle nostre pratiche e rispettiamo chi è diverso».
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Partecipare a un rito in cui non credi è «ipocrisia», rimarca l’imam Saifeddine, «uno dei peccati maggiori e peggiori nell’Islam».
La sua impressione è che «ogni volta si voglia alzare di più l’asticella».
«In questo caso – fa notare - si chiede ai musulmani di diventare cristiani, partecipando ai riti più sacri, per mostrare che condividono la sofferenza.
«In questo caso – fa notare - si chiede ai musulmani di diventare cristiani, partecipando ai riti più sacri, per mostrare che condividono la sofferenza.
Questo è sbagliato e io mi sento offeso».
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Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
Foto: Roma, Basilica Santa Maria in Trastevere. Domenica 31 luglio: proclamazione del Vangelo nella Messa durante la quale in presbiterio un Imam ha cantato un versetto del Corano QUI