Nessuno ha spiegato agli islamici, auto/invitatisi domenica 31 luglio scorso in diverse chiese di Francia e d'Italia, la sacralità del posto dove sono stati accolti ne' "tutti i contenuti specifici dell’esperienza cristiana», un’identità che
non è ideologia, ma capacità di vivere e rendere ragione delle
«implicazioni» della fede in Cristo morto e risorto.
Esattamente il
contrario di quanto vanno ormai predicando – anzi imponendo – i «nuovi
padroni» della Chiesa, per i quali ormai la fede consiste solo
nell’accogliere tutti gli immigrati senza se e senza ma."
"Quello che si vuole in questo momento produrre - nota in un blog una Fedele- è il terrore per il fanatismo religioso, causa di guerre ecc., la criminalizzazione delle religioni, tutte, nella loro integralità e purezza, c.d. integralismo, grande ostacolo alla pace, al benessere dell’umanità, realizzabile attraverso la guida di “illuminati moderati” convinti di sapere e potere realizzare il paradiso in terra (parlo della manovalanza non pienamente consapevole, chi la dirige ha in mente in realtà di “schiacciare l’infame”, cioè il cattolicesimo, cioè il Regno di nostro Signore Gesù Cristo, per instaurare un altro regno, un dominio sedicente messianico sul mondo intero, sulle genti).
La strada verso la “moderazione” dell’islam è la strada per la “moderazione” del cattolicesimo e della realizzazione della nuova religione universale.
Parlare di moderazione, di violenza o non violenza, ha solo questo senso.
Ha solo questo scopo.
Allora occorre non cadere nella trappola.
Il punto non sta nella moderazione.
Non sta nei sandali che i cattolici si tolgono entrando in una moschea (non ci dovrebbero entrare proprio i cattolici nelle moschee e quelli che lo fanno non sono un esempio da imitare) a differenza dei musulmani che non cedono nulla delle loro “verità” .
I moderati islamici sono come i cattolici modernisti.
Allora occorre non cadere nella trappola.
Il punto non sta nella moderazione.
Non sta nei sandali che i cattolici si tolgono entrando in una moschea (non ci dovrebbero entrare proprio i cattolici nelle moschee e quelli che lo fanno non sono un esempio da imitare) a differenza dei musulmani che non cedono nulla delle loro “verità” .
I moderati islamici sono come i cattolici modernisti.
Privi di fede.
Agenti consapevoli o pedine manovrate, ma non hanno fede..."
Uno studioso di Sacra Liturgia infine sottolinea che : "ad un concetto misterico e trascendente di chiesa e di sinassi eucaristica (i due elementi sono uno per l'altra) si è sostituito un concetto sempre più psicologico e sociologico: se quanto conta è "fare comunità", ogni elemento tradizionale diviene sempre meno importante.
La partecipazione dei mussulmani alla messa, la lettura di passi del Corano da parte addirittura di qualche sacerdote, non si spiega se non si tiene conto che siamo dinnanzi ad un oblio quasi totale dei fondamenti della tradizione sostituiti da un buonismo sociologico e da una dimensione unicamente antropologica.
D'altra parte il responsabile primo, che ha dato la stura a tali comportamenti, è proprio Papa Francesco il quale, nella Messa del giovedì santo, quindi all'interno di un quadro liturgico, ha lavato i piedi ad una persona di fede mussulmana.
Se d'ora innanzi è possibile (anche se per il momento solo in casi "eccezionali") che un mussulmano partecipi attivamente alla Messa (e cosa sono questi, se non dei segni di "communicatio in sacris" anche se non ancora sacramentale in senso stretto?) chi ci proibirebbe, in un prossimo futuro che un mussulmano per un criterio puramente umano venga invitato ad un battesimo e vi partecipi attivamente, pur rimanendo mussulmano?
Mi viene in mente la scena del film di Checco Zaolone "Cado dalle nubi" (se non erro) in cui, con uno stratagemma, il protagonista riesce addirittura ad invitare e a far da madrina al battesimo di un suo nipote, una ragazza mussulmana a cui faceva la corte.
Zalone forse estremizza per necessità di copione cinematografico, ma dati i presupposti sopra accennati, non siamo molto distanti da questo autentico "minestrone panreligioso"!
Quel che è accaduto il 31 luglio scorso, profanazioni incluse, è una vergogna TUTTA cattolica frutto della superficialità dell'attuale leadership di un clero che ha bisogno di essere immerso nella fontana rigenerante del Vangelo per ritrovare le proprie radici.
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"Vorrei precisare che a mio avviso la visita dei musulmani alle chiese domenica scorsa e' stata una iniziativa in parte gradevole.
Una iniziativa che dipendeva dal fatto che nella religione islamica il luogo sacro non e' esclusivo (a parte i luoghi di Mecca e Medina).
La moschea e' luogo di incontro e di molte altre cose; facile immaginare che abbiano pensato che le chiese sono piu' o meno lo stesso.
Non abbiamo la stessa concezione del luogo sacro e tanto meno del rito sacro che per noi e' riservato ai credenti.
Questo non lo potevano sapere.
Qualcuno pero' lo poteva spiegare...
Qualche prete o vescovo per esempio...
Io mi sono trovato in diverse occasioni a celebrare con musulmani presenti in chiesa: funerali ai quali parenti o amici islamici del defunto hanno voluto presenziare.
Mi sono sempre rallegrato molto di aver avuto occasione di esporre senza mezzi termini la nostra fede nell'essere figli di Dio attraverso il battesimo e la grazia donata in Cristo Gesu', la fede nella redenzione dal peccato per mezzo del suo sacrificio; la fede e le opere che portano alla vita eterna e la speranza cristiana nella risurrezione dei morti.
E' sempre stato un doppio piacere sapere che stavo spiegando cio' in cui crediamo a musulmani che stavano ascoltando.
Questo sarebbe dovuto succedere!
E invece e' successo il contrario: lettura del corano.
Luoghi comuni.
Pensierini di pace...abbiamo lo stesso dio...qua distribuiamo il pane...
I musulmani non hanno sbagliato domenica scorsa.
Sono convinto che molti di loro avessero ottime intenzioni.
Sono convinto che molti di loro avessero ottime intenzioni.
Sono molti preti e vescovi che hanno ancora una volta dato scandalo invece di annunciare Cristo senza condannare, senza accusare, senza fare guerre sante, ma anche senza vergognarsi della verita', senza usare mezze parole, senza privare chi ascoltava della vera parola di Dio.
Mi domando anche cosa gli islamici abbiano pensato dei riti cristiani: sono entrati in chiese magnifiche e hanno probabilmente ascoltato pochi canti sciatti e insignificanti, mentre la loro recitazione coranica e' tutta cantata.
La parola di Dio spesso letta come un articolo di giornale.
Veramente vorrei sapere le loro impressioni."
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Le "loro impressioni", caro Don, preferisco sentirle proferire in una sala "neutra": in un bar o in un ristorante con il quale volentieri condividerei il pasto con i musulmani ma NON in una chiesa poichè mi identifico in toto in quel che ha scritto il teologo Mons.Nicola Bux: "Si dovrebbe, infine,
sapere che i musulmani sono convinti di essere la vera religione e di non dover
perdere alcuna occasione per “correggere”, quelli che essi definiscono
“appartenenti alle religioni del Libro”, ossia ebrei e cristiani, che avrebbero
deviato dall’autentica fede – l’islam appunto. Non a caso, l’imam a Bari, nella Cattedrale di Bari, ha recitato la prima sura del corano, detta Al-Fâtiha, l’Aprente, nella quale si stigmatizza, appunto, gli ebrei ed i cristiani, rei di essere, agli occhi dei musulmani, miscredenti.
Tra l’altro, a quanto mi risulta, è la stessa sura che viene recitata nel momento in cui vengono sgozzati i cristiani: così è stato, se non erro, in occasione dello sgozzamento dei 21 martiri copti uccisi dall’Isis".
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