venerdì 30 settembre 2016

Il Concilio dei media ha creato tante calamità seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata (Benedetto XVI). "La realtà della vita religiosa” di P.Angel Pardilla

Una cosa è certa: il vitello d'oro intronizzato al posto della Croce di Cristo ha distrutto la vita e la condizione dei Religiosi e delle Religiose cattolici.
Facciamo precedere l'articolo di Matteo Matzuzzi sulla situazione drammatica dei monasteri e dei conventi, molti dei quali costretti a chiudere per mancanza di vocazioni, dalle parole che Benedetto XVI ebbe a rivolgere ai Parroci Romani alcuni giorni prima di ritirarsi definitivamente nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano.
Possiamo dire che la "cattiva recezione del Concilio" di cui parla il

mercoledì 28 settembre 2016

La grazia di essere oppositori della cultura dominante e pazzi per Cristo.

Da Messainlatino un articolo che andrebbe meditato convenientemente.

I cattolici tradizionalisti sono

 “strani”?

Quante volte ci siamo sentiti dire, in un modo o nell'altro, che i cattolici tradizionali sono

lunedì 26 settembre 2016

HABENS SATANAM SUGGERENTEM: la Tradizione Cattolica avversata dai nemici di Cristo e della Sua Chiesa

Ma non sarà attraverso una persecuzione che lo si ucciderà [il cristianesimo], perché la persecuzione alimenta e rafforza. 
Sarà attraverso l’irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in ateismo umanista, con l’aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di carità che nulla avrà a che fare con il Vangelo”. 
Così scriveva quel gran maestro di

sabato 24 settembre 2016

Il nostro dovere di amare il Papa anche dopo la "battuta" di Assisi: “e noi, come Capi religiosi” scagliata come pietra appuntita contro la Chiesa di Gesù!

Introduciamo l'articolo che  commenta le più recenti "bergoglionate", di cui tanto volentieri faremmo a meno, con l'introduzione di un Sacerdote  che ci ricorda il dovere di amare il Papa  e di pregare per Lui.
Le "bergoglionate" sono come sassi appuntiti scagliate contro la Chiesa e il buon senso cattolico, così come lo furono contro il giovane diacono Santo Stefano, il primo Martire.  
Quelle dolorosissime pietre  debbono essere accettate  "per fede" : sono inflitte dalla Provvidenza a causa dei nostri peccati personali e di quelli di una società che pubblicamente combatte contro  il Vangelo di Gesù.
Meglio le pietre nude che i "fiori" usati per nascondere le pietre.
Maria, Madre della Chiesa, prega per il Papa e tutta la Comunità dei credenti in Cristo.
AC

Credo la Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica!

La Chiesa Cattolica, cioè la Chiesa di Cristo, è guidata dal Successore del Beato Pietro, Principe degli Apostoli, che ha una giurisdizione piena e immediata su tutta la Chiesa Universale e su ogni singolo fedele anche in virtù del suo Primato.

Il 266.mo Successore del Beato Apostolo Pietro è il Papa FRANCESCO al quale io do tutto il mio filiale rispetto e

venerdì 23 settembre 2016

Sacrilegio Eucaristico a Foggia. L'Arcivescovo "per tre giorni ci si prostri in Adorazione del SS. Sacramento"



Foggia, 22 settembre 2016
Carissimi confratelli,
questa sera il mio animo è profondamente amareggiato per una notizia che mi è da poco giunta: il Tabernacolo della Parrocchia di Santa Maria della Croce è stato forzato ed è stata profanata la SS. Eucarestia.
L 'atto commesso è gravissimo e non può lasciarci indifferenti. 


Invito, pertanto, tutti i fedeli della

mercoledì 21 settembre 2016

Il trafficante di vite umane (musulmano) buttò in mare i Cristiani dopo averli derubati. Credeva che «ogni volta che una preghiera veniva pronunciata il tempo peggiorasse»

«Il mare grosso è colpa loro». A processo il trafficante musulmano che annegò i migranti cristiani


In Spagna hanno chiesto 90 anni per il capitano musulmano Alain

lunedì 19 settembre 2016

Il 20 settembre 1870: il senso di "estraneità" che ci assale constatando che nel 2016 la Chiesa ha finito per seguire il mondo

Ricordiamo l’ anniversario del 20 settembre 1870  la "breccia di Porta Pia" pubblicando, grazie al Centro Studi Federici, alcune pagine tratte dall’opera di di Mons. Giuseppe Sebastiano Pelczar: “Pio IX e il suo pontificato”:  pagine di "storia negata" e "nascosta" dai vincitori.
Per suggellare la fine definitiva dell'era papalina di Roma fu scelta la data dell'equinozio d'autunno tanto cara, oggi come ieri, ai movimenti esoterici.
Il Papa aveva ordinato agli eroici Zuavi e ai cattolici accorsi da tutto il mondo per difendere l'Ideale una resistenza del tutto simbolica.
Nonostante quel comando ci furono numerose vittime anche fra la popolazione.
Le sofferenze inflitte in quel terribile momento storico al Beato Pio IX e alla Santa Chiesa Cattolica furono senza pari: accompagnati da gravissimi atti profanatori perpetrati  nell'Urbe con l'appoggio dei nuovi amministratori dichiaratamente nemici della Religione Cattolica.

Neppure la storia dei vincitori  può negare una frase  che riassume l'efficacia inarrestabile della Divina Provvidenza : ‘Proprio dopo la fine del potere temporale il papato riprese con inusitato vigore le sue funzioni di maestro di vita e di testimone del Vangelo’ ( Card.G.B.Montini, 1962)

Oggi , giorno di riflessione e di preghiera per le vittime della "breccia di Porta Pia" la nostra schiena, curva, deve subire  il flagello di quelle iper- organizzazioni costosamente mondane e mediatiche che nella giornata odierna imbrattano le terre percorse dal Serafico Padre San Francesco. 
Siamo per questo pervasi da un "senso di estraneità ci assale quando constatiamo amaramente che la Chiesa, rivoltasi al mondo per farsi compagna di strada ed indicare la via verso Dio, ha finito per seguire il mondo, pur continuando a dire di farlo in nome del

Il Signore prenderà per mano la Sua Chiesa come fece con San Pietro sulle acque, mentre affondava per mancanza di fede

Fra i vari commenti presenti in un blog cattolico ne abbiamo notato uno particolarmente intriso di genuina fede di cristiana speranza che proponiamo all'attenzione  dei nostri pazienti Lettori.

"Oggi, al santuario del Divino Amore, accanto alla Cappella dello Spirito Santo, ho notato una serie di cartelloni metallici ad altezza vita, uniti tra loro a formare un solo tabellone, un lungo rettangolo, con uno schema sintetico molto bello di tutta

sabato 17 settembre 2016

Santa Sofia: la Messa interrotta riprenderà nel punto in cui era stata lasciata

Nel momento che i turchi irruppero nella chiesa di Santa Sofia, un vescovo greco stava dicendo la messa all'altar maggiore.
Alla vista degl'invasori abbandonò l'altare, salì sulla galleria e, inseguito dai soldati,

venerdì 16 settembre 2016

"La Gerarchia cattolica attuale,immersa nel delirio, avra' (assieme a noi) un tragico risveglio, quando sara' troppo tardi per salvarsi dal castigo"

La "tradizione" islamica impone la conquista e il saccheggio di Roma dal forte significato escatologico.
Da un blog cattolico prendiamo l'interessante intervento di Historicus.
Che la Madonna Santissima  protegga la nostra agonizzante società che un tempo fu espressione di fulgida civiltà cristiana !

" Le sure sanguinarie da lei opportunamente citate, mi sembra siano

giovedì 15 settembre 2016

La Messa celebrata in un carcere dove i persecutori comunisti imperversavano nella loro lotta satanica per piegare i cristiani aveva un riflesso di cielo



Il diario di un vescovo cattolico nell’inferno maoista


Il 9 settembre 1976 moriva uno dei più grandi criminali della storia, Mao Tse-tung, responsabile della morte di decine di milioni di persone, tra cui moltissimi martiri della Chiesa Cattolica. 
La cultura ufficiale non parla mai dei numerosi e terribili campi di concentramento comunisti presenti in Europa e in Asia, dove morirono milioni di persone. 
Vogliamo rendere omaggio a tutti i cattolici perseguitati dal carnefice cinese con alcuni brani del diario di mons. Gaetano Pollio, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere, poi arcivescovo di Kaifeng, arrestato e costretto ai lavori forzati per sei mesi nel 1951 e infine espulso.



"Quella Messa aveva un riflesso di Cielo" di Gaetano Pollio, arcivescovo di Kaifeng

Era il 1951. 
In quel carcere annesso all’ufficio della polizia, dove i cristiani pregavano, soffrivano e s’immolavano, giorno dopo giorno, per il trionfo della fede, ebbi la consolazione di rivivere scene di catacombe.

Ebbi anzitutto il conforto di poter celebrare clandestinamente la santa messa. 
In cella mi fu dato uno sgabello, e io pensai: questo sarà il mio altare. 
Avevo una scodella per bere l’acqua bollente, che in carcere ci veniva passata due volte al giorno, e dissi: questa sarà il mio calice. 
Essendo io in quei giorni sotto accuse e processi di carattere politico, i dirigenti comunisti, per timore che mi ammalassi o morissi in carcere, e fossero in tal modo privati della gioia di vedermi fucilato, permettevano che mi venisse portato del pane di frumento da un catechista della diocesi, e io lieto: un boccone di questo pane sarà la mia ostia.

Che cosa mancava ancora per la celebrazione della messa? 
Mancava il vino. Con uno stratagemma riuscii ad avere anche il vino. 
In Cina non esiste vino o aceto di uva, perché sia l’uno che l’altro sono ricavati da cereali. 
Chiesi al capo-carceriere una bottiglia di aceto di uva quale medicinale perché – dissi – un po’ di aceto preso a digiuno mi avrebbe dato forza. 
Il capo fece chiedere l’aceto di uva; i miei missionari capirono e consegnarono una bottiglietta di vino da messa. 
La bottiglietta fu esaminata dai giudici, che dichiararono essere aceto il contenuto.

E così ben quattro volte riuscii ad avere il vino. Vestito da galeotto, senza paramenti, senza tovaglie e lumi, in piedi, o seduto a terra davanti a quello sgabello, offrivo su di un pezzo di carta o nella palma della mano un boccone di pane, offrivo in quella tazza un po’ di vino e continuavo la messa, dal prefazio fino alla comunione. 
Ero riuscito ad avere anche la messa della Vergine e il canone stampati su alcuni foglietti, nei quali i missionari avvolgevano il pane, e potei celebrare molte volte il santo sacrificio dall’inizio alla fine. Purtroppo un giorno una sentinella, facendo perquisizione nella cella, scoprì quel foglietti e li stracciò, ignorandone però il contenuto.

Celebrai cinquantanove volte, sempre eludendo l’attenzione delle sentinelle, le quali più volte penetrarono improvvisamente in cella mentre celebravo, ma non si accorsero mai che compivo l’atto più sacro che esista; ero in piena osservanza dei regolamenti polizieschi. 
La messa celebrata in quelle condizioni, in un carcere dove i persecutori comunisti imperversavano nella loro lotta satanica per piegare i cristiani, quella messa, dico, aveva un riflesso di cielo.



La bambina di nome "Piccola bellezza"

Otto delle ragazze che si erano mostrate eroiche nella difesa della fede furono imprigionate e rinchiuse nella cella accanto alla mia. 
Tra esse c’era la mamma di una bimba di quattro anni, di nome Siao Mei, "Piccola bellezza". 
Quelle eroiche donne volevano comunicare con me. Come fare? 
Pensarono alla bimba. 
Chiesero al capo-carceriere il permesso, solo per la piccola, di poter lasciare la cella qualche ora al giorno per respirare aria migliore.

Data l’angustia della cella e la gracilità della bimba, il permesso fu concesso. 
E Siao Mei, nel cortile del carcere, quando le sentinelle erano un po’ lontane dalla mia porta, si avvicinava e attraverso la fessura, scandendo le parole, mi diceva: "Nostro vescovo, come stai? La mamma e le zie mi mandano a salutare. 
Che cosa devo dire loro?". 
E io: "Piccola bimba, di’ alla mamma e alle zie di non temere, di essere forti e di recitare tanti rosari".



Eucaristia dietro le sbarre

La cella dove erano detenute le otto ragazze e Siao Mei era divenuta un santuario: in essa la quotidiana sofferenza era santificata e più volte l’ostia consacrata vi poté penetrare furtivamente. 
Non essendo sotto processo, ma solo sotto interrogatori che avevano lo scopo di estorcere capi di accusa contro di noi, le ragazze potevano ricevere il vitto dai parenti, tramite i carcerieri. 
I miei missionari pensarono di fare giungere loro l’eucaristia, conforto e forza del nostro pellegrinaggio terreno.

I pani in Cina sono piccoli, fatti a forma di cono, cotti a vapore acqueo, tutta mollica, senza scorza; facendovi un’incisione, facilmente vi si può nascondere qualche cosa piccola e sottile. 
I missionari in questi pani nascondevano alcune particole consacrate; i pani poi venivano portati al carcere dai parenti delle ragazze e consegnati ai carcerieri, i quali li portavano in cella. 
Le eroiche detenute spezzavano i pani e vi trovavano le ostie consacrate e poi con le proprie mani si comunicavano.

Erano certo i giorni più lieti quelli in cui Gesù penetrava in quella cella per santificarla e per dare loro nuova forza. 
In quel tetro carcere passammo parecchie feste: erano giorni di dolci memorie religiose, di speranza nella vittoria della Chiesa, di gioia di offrire a Gesù i propri patimenti. 
Tali furono i giorni dell’Ascensione, di Pentecoste, del Corpus Domini, dei primi venerdì e sabato del mese e di altre domeniche. 
Nella mia cella scendeva Gesù e tramutava nel corpo e sangue suoi preziosissimi un pezzetto di pane e poche gocce di vino messe in una scodella, mentre nell’altra cella Gesù penetrava, proprio grazie alle mani di gente che lo odiava, per trovare cuori amici e fedeli.

Ogni volta che quelle testimoni della fede ricevevano l’eucaristia lasciavano una particola in un pane, e lì sedute sulle stuoie facevano adorazione tutto il giorno in silenzio. 
Era proibito pregare a voce alta in carcere, ma da quei cuori la preghiera si elevava calda e penetrava nei cieli.

Quante volte ho pensato: quella lurida cella che nascondeva il Re dei re era più preziosa delle nostre chiese, troppo spesso disertate. 
In un’appassionata e totale dedizione quelle donne manifestavano il loro amore a Gesù, la loro fedeltà: morire ma non piegarsi a un governo ateo, morire ma non apostatare.

A sera, quella di loro che non si era comunicata al mattino consumava l’ultima particola. 
L’adorazione cessava, le tenebre della notte cadevano, nuove lacrime e gemiti si sarebbero ascoltati, ma il fervore dei nostri animi continuava e cresceva il proposito di immolarsi come Gesù.



Il viatico portato dal piccolo angelo

Un giorno le cristiane languenti nella cella vicina alla mia ebbero un gesto degno delle loro sorelle dei primi secoli della Chiesa. 
Nel terzo cortile del carcere era detenuta una loro amica, Giuseppina Ly, che per la sua fede e il suo coraggio era stata relegata in una cella umida e oscura. 
Le donne pensarono: bisogna mandarle l’eucaristia.

Come fare? Pensarono ancora alla piccola Siao Mei. Per alcuni giorni la istruirono bene. 
Quando venne l’ora in cui la sentinella soleva aprire la porta per fare uscire di cella Siao Mei le cristiane presero una particola consacrata, l’avvolsero in un fazzolettino pulito e la posero nel taschino del vestito della bimba, proprio sul suo cuore. 
La madre della bimba prese tra le braccia la sua creatura, l’alzò al livello del suo viso e le domandò: "Dimmi, Siao Mei, se la sentinella ti trovasse addosso l’ostia, tu cosa farai?" e la bimba calma: "La mangerò e non la darò al carceriere".

Queste parole commossero il cuore paterno del Santo Padre Pio XII, quando gli raccontai la storia di Siao Mei, nell’udienza privata che ebbi al mio ritorno dalla Cina, e gli fecero esclamare: "Risposta dogmatica!".

Cara Siao Mei, avevi compreso che se una mano sacrilega avesse tentato di profanare l’ostia santa, tu, benché immatura, potevi ricevere Gesù, ma non potevi dare la particola a un carceriere comunista, nemico di Dio, pagano.

Il catenaccio cigolò, la porta si aprì. 
Siao Mei uscì sorridente di cella, si trattenne nel primo cortile giocando da sola; si spostò nel secondo cortile. 
Nel terzo cortile la guardia voleva mandarla via; era una guardia dal cipiglio sdegnoso, una che aveva dato prova di fedeltà e di capacità nel saper stringere tra le catene non pochi innocenti. 
"Voglio vedere la mia zia Giuseppina Ly", disse Siao Mei. 
"Non puoi", rispose duramente la guardia. "Perché non posso? 
È mia zia". 
E incominciò a gridare: "Zia Giuseppina, zia Giuseppina!".

La sentinella la sgridò aspramente e voleva cacciare la bimba fuori del cortile, ma Siao Mei volutamente si mise a piangere a dirotto e a singhiozzare. 
La sentinella, temendo di essere accusata di avere picchiato la bimba, con prontezza aprì la cella di Giuseppina Ly e vi introdusse il piccolo angelo. 
E l’innocente Siao Mei consegnò a Giuseppina il prezioso fazzolettino... 
Stette silenziosa raccolta per un po’ di tempo in quella cella, poi altro pianto, e la porta nuovamente si aprì. 
Così, col pianto e con qualche capriccetto, Siao Mei riuscì ben quattro volte a portare la comunione alla zia fittizia.

Mentre in quel tenebroso carcere venivano emesse criminose sentenze contro gli innocenti o contro i seguaci di Cristo, mentre si rinnovavano scene di terrore e di orrore, noi vivevamo scene di pietà e di amore, scene dei primi secoli della Chiesa.



Da: "In catene per Cristo. Diari di martiri nella Cina di Mao", a cura di Gerolamo Fazzini, prefazione di Bernardo Cervellera, Editrice Missionaria Italiana, Bologna, 2015, pp. 416, euro 20,00.




Grazie al Centro Studi Federici
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 64/16 del 14 settembre 2016, Santa Croce

mercoledì 14 settembre 2016

Il Papa: "Padre Jacques Hamel è stato sgozzato nella Croce, proprio mentre celebrava il sacrificio della Croce di Cristo"

Nel giorno della Festa dell'Esaltazione della Santa Croce risuonano particolarmente edificanti le parole che il Santo Padre ha pronunciato nel corso dell'Omelia della Messa.

Papa Francesco: a Santa Marta messa per padre Hamel, “uccidere in nome di Dio è satanico”

martedì 13 settembre 2016

La Lettera del Papa sull'interpretazione di Amoris Laetitia " ci sono alcuni elementi che fanno ritenere la vicenda un po’ più complessa di come appaia a prima vista"

Amoris Laetitia, il dibattito non è finito  
di Riccardo Cascioli

In questi giorni ha creato un certo scalpore e perplessità la notizia di una lettera privata di papa Francesco che approva incondizionatamente le linee guida di Amoris Laetitia diffuse dai vescovi della regione di Buenos Aires per l’interpretazione del famoso capitolo VIII dell’esortazione apostolica. 
La notizia sta nel fatto che, di fronte a indicazioni che alla fine prevedono – in alcuni casi e a certe condizioni – che coppie di divorziati risposati possano accedere all’Eucarestia, il Papa dice che «non c’è altra interpretazione possibile» (clicca qui).

Finora infatti, di fronte a passaggi ambigui del capitolo VIII di Amoris Laetitia, si sono avute interpretazioni diverse, anzi diametralmente opposte, da parte di teologi e vescovi, e diversi cardinali e vescovi hanno anche chiesto chiarimenti al Papa su alcuni specifici punti controversi. 
Finora da parte di Francesco nessuna risposta ufficiale, ora però ecco una lettera privata che sarebbe stata destinata a rimanere tale se qualcuno non l’avesse passata alla stampa. 
Subito dai soliti ambienti progressisti si sono levare urla di giubilo e sberleffi a quegli irriducibili conservatori che si ostinavano a non capire.

Se dovessimo dare retta a quanti affermano che con questo «il dibattito è chiuso», avremmo questa situazione:
  1. Un cambiamento oggettivo di dottrina: laddove Familiaris Consortio (no. 84) ribadiva «la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati», con Amoris Laetitia l’ammissione diventerebbe possibile, anche se solo in alcuni casi. Chi sostiene che si tratterebbe soltanto di cambiamento di approccio pastorale e non di dottrina, deve avere evidentemente qualche problema con il principio di non contraddizione;
  2. Tale cambiamento di dottrina avverrebbe non per dichiarazione esplicita ma grazie a una possibile interpretazione delle note (ripeto: note) 329, 336 e 351 della Amoris Laetitia;
  3. L’interpretazione autentica – e definitiva - sarebbe affidata a una lettera privata del Papa ad alcuni vescovi. Vale a dire che, senza qualche manina che la passasse a un giornale, forse i cattolici sparsi nel mondo non l’avrebbero mai conosciuta.
Si tratta di un quadro francamente surreale, che prescinde da ciò che oggettivamente è Magistero, e funzionale a chi vuole il cambiamento dottrinale della Chiesa in una certa direzione e usa di qualsiasi mezzo per arrivarci, puntando a creare una mentalità favorevole a tale cambiamento. 
In tutto questo i pronunciamenti magisteriali diventano un optional: si ripete ancora una volta lo schema dello "spirito del Concilio" che prescinde totalmente da ciò che i documenti effettivi del Concilio affermano.

In aggiunta però ci sono alcuni elementi che fanno ritenere la vicenda un po’ più complessa di come appaia a prima vista. Anzitutto le date: il documento dei vescovi argentini porta la data del 5 settembre, e del 5 settembre è anche la risposta di papa Francesco, una rapidità davvero insolita per la risposta di un Papa che deve riflettere su questioni e procedure piuttosto complesse. (Sottolinatura nostra N.d.R.)

Inoltre dopo la pubblicazione dei documenti sul sito Infocatolica, ci deve essere stata una reazione di almeno parte dell’episcopato argentino, perché successivamente è stato affermato che le linee guida dei vescovi non sono ancora definitive, si tratta di una bozza ancora da rivedere. 
Ma se questo è vero, chi ha coinvolto il Papa nell’approvazione di linee guida non ancora adottate?

Domande a cui forse nei prossimi giorni si potrà avere risposta, ma tornando alla vicenda principale c’è da chiedersi cosa potrà accadere prossimamente, quali reazioni potranno avere vescovi e cardinali che hanno già chiesto chiarimenti ufficiali al Papa o che nelle loro linee guida hanno dato ben altra interpretazione al capitolo VIII dell’Amoris Laetitia.

Di sicuro però, anche se la lettera firmata da Francesco rispecchiasse il suo vero pensiero in materia, questo non significa che essa possa essere considerata la fine del dibattito. Per il semplice fatto che cambiamenti dottrinali o indicazioni pastorali devono essere “insegnate” (magistero vuol dire insegnamento) nelle modalità richieste e in modo chiaro, inequivoco (altrimenti che insegnamento è?). 
In altre parole: se papa Francesco – come chiunque altro Papa - desiderasse davvero cambiare le condizioni per l’accesso all’Eucarestia, sarebbe necessario che lo dicesse esplicitamente rivolgendosi a tutti i cristiani: una lettera privata destinata ad essere letta da pochi intimi non è un atto di magistero, né lo possono essere frasi - o addirittura note - poco chiare. 
Il resto sono chiacchiere.

Fonte : Nuova Bussola Quotidiana

lunedì 12 settembre 2016

P.Solano Casey: «Quanto a lungo ancora vuol fare attendere Gesù? Amico, Gesù unico Salvatore si trova soltanto nella Chiesa Cattolica!»

E' in corso la causa di beatificazione di Padre  Solano Casey Cappuccino statunitense (
25 novembre 1870- 31 luglio 1957).
“Sacerdote semplice” che era vissuto solo per il tesoro più alto che è la Santa Messa. 
La Messa che è il Cristo immolato, la nostra Vita, è tutto. 
La sua vita esemplare di Religioso e di Sacerdote  ci sia di esempio!
 

“Sacerdote semplice” ma straordinario

di Paolo Risso

Era definito “Simplex Sacerdos” perché, poco portato per gli studi, non gli era stata data la facoltà di confessare e predicare, ma solo di celebrare la Santa Messa. 
E questo bastava al Padre Solano, perché riconosceva di ricevere proprio dal Sacrificio dell’Altare tutte le grazie, che gli attiravano attorno fiumane di anime.

sabato 10 settembre 2016

Chi vuole che il Papa sbagli ? Qualcuno dovrà chiarire di cosa si tratta. Al più presto!

Riassunto della puntata.
Di colpo in tutto il mondo è stata battuta la notizia che "I vescovi della regione argentina di Buenos Aires, hanno mandato ai loro sacerdoti, il Comunicato : "Criteri di base per l'applicazione del capitolo VIII dell'Amoris Laetitia", in cui si

venerdì 9 settembre 2016

Invocazioni di San Vincenzo Maria Strambi contro il terremoto

Fin quando  ci furono i Canonici ( specie che dopo il Concilio Vaticano fu dichiarata non protetta abbandonandola, in barba alla storia e alle varie benemerenze, all'estinzione senza rimpianti) ricordo che alla Benedizione Solenne con il Santissimo Sacramento dopo il canto del Tantum ergo seguito dal canto dell'Oremus "Deus, qui nobis, sub Sacraménto mirábili, passiónis tuæ memóriam reliquísti: tríbue..." il Celebrante mettendo il velo omerale prima di salire all'Altare per assumere l'Ostensorio recitava

domenica 4 settembre 2016

Canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta: ricordiamo le Martiri Missionarie della carità massacrate ad Aden

Nel giorno della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta ricordiamo anche suor Anselm, suor Marguerite, suor Judit e suor Reginette, martiri della fede dell'Ordine delle Missionarie della carità ( Congregatio Sororum Missionarium Caritatis; Missionaries of Charity o Sisters of Mother Teresa),

giovedì 1 settembre 2016

La preghiera "nella chiesa domestica" incentrata sulla pietà liturgica può guidare il cambiamento della società, così come trasformare la Chiesa

Dall'autorevole sito liturgico statunitense New Liturgical Movement traiamo un' interessante riflessione, ricca di sano ecumenismo, di David Clayton sulla pietà liturgica: la preghiera e la recita in famiglia dell'Ufficio Divino. 
Nel leggere questo studio molti "tradizionali" storceranno subito la bocca: quante volte abbiamo sentito dire che l'Ufficio Divino appartiene solo ai Consacrati e stupidaggini simili...