La "tradizione" islamica impone la conquista e il saccheggio di Roma dal forte significato escatologico.
Da un blog cattolico prendiamo l'interessante intervento di Historicus.
Che la Madonna Santissima protegga la nostra agonizzante società che un tempo fu espressione di fulgida civiltà cristiana !
" Le sure sanguinarie da lei opportunamente citate, mi sembra siano
gia' apparse piu' volte su questo blog (Chiesa e post Concilio N.d.R.)
Comunque, ha fatto bene: repetita iuvant.
Non alla Gerarchia cattolica attuale, a quanto pare, immersa nel delirio ecumenista, dal quale, temo, avra' (assieme a noi) un tragico risveglio, quando sara' troppo tardi per salvarsi dal castigo.
--Nei libri di storia e cronologie si puo' ancora leggere che nell'AD 846 i Saraceni saccheggiarono Roma.
E' falso: saccheggiarono solo le Basiliche fuori le mura e i dintorni, la popolazione in armi li respinse dalle mura e seguirono convulsi combattimenti in diverse zone del Lazio.
Si reimbarcarono alla fine, per quanto decimati, ma andarono a fondo in una tempesta, con il loro bottino.
Tornarono nell'849, con una grande flotta per prendere Roma ma furono distrutti nella famosa battaglia navale di Ostia, dalle flotte italiane riunite per impulso del Papa e con l'aiuto di una tempesta. Questa importante vittoria non viene mai ricordata o quasi, al contrario del non avvenuto saccheggio della citta'. (Vedi Gregorovius).
--Roma ha anche un significato escatologico per i musulmani. Presso i turchi era diffusa una leggenda che mescolava leggende bizantine e aspirazioni ottomane di conquista: i turchi musulmani si vedevano in marcia verso una citta' chiamata "La Mela Rossa" (Qizil Alma) identificata via via con Costantinopoli, Mosca e piu' di frequente con Roma, quale meta ultima da conquistare. L'immagine di Roma come "Mela rossa" derivava, sembra, dal riflesso rosso-dorato della palla sulla Cupola di S. Pietro visibile dal mare, come se fosse una mela.
La "Mela Rossa", la cupola di S. Pietro da tagliare con un minareto di essa piu' alto.
Nel progetto della Moschea di Roma, approvata con entusiasmo dal Papa allor regnante, si voleva costruire un minareto altissimo, forse per dargli il significato simbolico di esser piu' alto, di "tagliare" la Mela Rossa.
Poi dovettero costruirlo piu' basso.
La moderna letteratura nazionalista turca, nel Novecento, ha rispolverato l'immagine della "Mela Rossa", dando ad essa vari significati, non escluso quello (al tempo puramente ideale ma oggi un po' meno) della conquista di Roma ("L'ultimo nostro desiderio in questo mondo caduco e': siamo Turchi, arriveremo a Qizil Elma").
Da un lato, la Citta' della Mela Rossa e' una sorta di ultima Thule, un'immagine puramente mitica, una meta solo ideale; dall'altro non lo e' ed incarna perfettamente la volonta' musulmana di distruggere il cristianesimo, insediandosi a Roma sua capitale spirituale cosi come e' riuscito ad insediarsi a Costantinopoli.
Un altro aspetto da tener presente e' questo: la nostra corruzione dei costumi galvanizza i musulmani.
La vedono come un segno di Allah, che lascia andare in corruzione gli infedeli, in modo da facilitare la vittoria dei "credenti in Allah", che deve esser vicina (secondo loro).
Sul significato escatologico, da segno della vittoria finale, della nostra incredibile corruzione dei costumi attuale, mi ricordo di aver letto qualche anno fa un interessante articolo su "Catholica", il bel trimestrale cattolico diretto dall'autorevole Bernard Dumont.
Certe fonti francesi cattoliche di tipo "conservatore" possono dare ottime informazioni sull'islam, al di fuori del conformismo ufficiale.
Per esempio sulla Turchia, della quale sappiamo poco, dal punto di vista dell'ideologia dominante, che e' quella del "turanismo" o vocazione imperiale dai Balcani all'Asia estrema (la fascia delle etnie "turche", dai turchi sino ai mongoli), innervata all'islam, e' ovvio.
Qualche cinico ha detto, tempo fa: loro, i musulmani, ci invadono e ci comprano, noi cerchiamo di corrompergli le donne, invogliandole ai costumi delle nostre, occidentali: vinceremo noi. Una battutaccia, anche se non priva del tutto di fondamento.
Ma la nostra decadenza e' una spinta potente per loro, molto di piu' di quanto non sia motivo di attrazione lo "stile di vita" emancipato delle nostre donne per le loro".
Foto: MiL 27 gennaio 2014
Foto: MiL 27 gennaio 2014