Il Teologo agostiniano P. Giuseppe Scalella ha donato questa sua stupenda riflessione sul dramma del terremoto che senza sosta ci sta affliggendo.
La proponiamo ai nostri Lettori per la comune edificazione spirituale.
Buona lettura!
LA NOVITA' MISTERIOSA DI UN TERREMOTO
Il terremoto mi ha costretto ad essere sfollato a Roma da giovedì
scorso dopo la scossa di mercoledì sera che ha cancellato in 15 secondi la bella partenza che si stava verificando a Tolentino dove mi sono trasferito in settembre.
Lì la basilica di S. Nicola e il convento sono ora chiusi perchè inagibili.
Non ci sono stati crolli, per fortuna e anche in città non si sono verificati danni grossi ma il 50 % delle case sono inagibili e le chiese principali sono chiuse, il che ha prodotto 10mila sfollati (su un totale di 20mila abitanti) che ora sono alloggiati in varie strutture recettive.
Non so per quanto resterò qui a Roma ma non certo per breve tempo, anche perchè non si sa ancora quando sarà riaperto il convento e la chiesa a Tolentino.
Ognuno può immaginare il mio stato d'animo ma non è quello che conta... conta la realtà e che questa è una nuova e grande sfida per me.
Io posso dire semplicemente che con questo momento così doloroso è come se Cristo mi costringesse a domandarmi dove sta appesa la mia vita: se sulle mie cose o su
di Lui.
E' come se avessi perso tutto... ma tanti hanno davvero perso tutto: casa, lavoro, e tanto altro... l'unica cosa che non ho perso è la compagnia di Cristo, ma non basta se non è in grado di farmi affrontare questo immenso dolore.
Non si finisce mai di essere sfidati da Cristo ma questa è l'unica e grande risorsa che abbiamo perchè ci consente di non sederci mai, di non sentirci mai degli "arrivati".
Le crepe sui muri mi hanno fatto pensare non alla paura di nuovi crolli ma alle nostre crepe, alle crepe della nostra vita e solo attraverso di esse Cristo può entrare in noi e farci rinascere.
P.Giuseppe Scalella OSA
Fonte: Facebook