mercoledì 25 gennaio 2017

Ordine di Malta (SMOM). Fine di un’epoca: un nuovo (eventuale) Gran Maestro sarà preceduto dal governo di un Delegato Pontificio.

Fonti bene informate riferiscono che stamane la Santa Sede dopo l'udienza papale accordata ieri pomeriggio al Gran Maestro dell’Ordine di Malta Fra' Matthew Festing,

 con una mossa “a sorpresa”, avrebbe anticipato la notizia delle sue dimissioni  rassegnate direttamente  nelle mani del Papa e da Lui accettate oggi 25 gennaio.

Le dimissioni del Gran Maestro Fra' Matthew Festing sono state consegnate al Papa nello spirito del voto perpetuo d'obbedienza al Sovrano Pontefice che caratterizza da secoli l'Ordine di Malta. 
Il Gran Maestro del SMOM è infatti un religioso vincolato da voti solenni ed ha compiuto un gesto di vera umiltà e di attaccamento alla Santa Sede ed al Santo Padre:  un gesto che pertiene al suo voto. 

Una "soluzione" ecclesialmente efficace dopo che l'Ordine si era  obiettivamente infilato in un vicolo cieco.

Pare però che fosse stato concordato   di mantener segreta la notizia  fino alla comunicazione che Fra' Matthew Festing avrebbe fatto al Sovrano Consiglio dell’Ordine convocato per il 28 gennaio prossimo.

Questa mattina  la Sala Stampa Vaticana ( QUI ) ha invece diramato pubblicamente la notizia delle dimissioni del Gran Maestro.

In questo modo il Sovrano Consiglio dell'Ordine è stato  "scavalcato" : la decisione infatti  di far guidare l'Ordine ad interim dal Gran Commendatore”  dovrebbe essere , almeno formalmente, ratificata dal Sovrano Consiglio dopo la presa d'atto delle dimissioni ( o del decesso) del Gran Maestro "Questo prevede La Carta Costituzionale del Sovrano Ordine di Malta all’articolo 16".

L'articolo 16 recita infatti : " La rinuncia all’officio di Gran Maestro deve essere accettata dal Sovrano Consiglio e comunicata, a pena di inefficacia, al Santo Padre ".


L’ultima parte del Comunicato Vaticano genera inoltre molti interrogativi: “Il governo dell’Ordine sarà assunto ad interim dal Gran Commendatore finché verrà nominato il Delegato Pontificio” .

Attualmente il rappresentante del Sommo Pontefice e Patrono dell’Ordine è Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke nominato da Papa Francesco .

Secondo i bene informati il Comunicato della Sala Stampa Vaticana, emesso a sorpresa, sarebbe  motivo di nuove, legittime preoccupazioni per il futuro dell’Ordine.

Si è esattamente compiuto quanto noi avevamo riportato, con spirito costruttivamente allarmato, il 14 gennaio scorso chiosando il commento di un anonimo lettore di MiL: “...Un Ordine Religioso, ma se è un Ordine Religioso, il Papa può ordinare al Gran Maestro (che è vincolato dal voto perpetuo di obbedienza) di dimettersi, se non obbedisce il Papa può rimuoverlo (del resto come è stato proprio del rimosso Gran Cancelliere, reo di non aver obbedito all'ordine di dimettersi datogli dal Gran Maestro, suo superiore); se il S.M.O.M. è, come è, un Ordine Religioso, alla fin fine il Papa può anche scioglierlo, con buona pace dell'asserita sovranità. 
... La Santa Sede può fare un sol boccone dell'Ordine sia "de jure" che "de facto". 
Che vuol dire quando qualcuno scrive che l'Ordine "non è un Ordine religioso come gli altri"? 
La professione dei voti religiosi non conosce mezze misure: potremmo anzi dire che "de jure" è stato scritto molto in diritto canonico sul voto di obbedienza e sul relativo suo esercizio da parte dei superiori, ma sappiamo bene che "de facto" questa letteratura è un passatempo da eruditi e nella Chiesa (ma anche nell'Ordine, fidatevi...!) l'imposizione dell'obbedienza da superiore a subalterno è intesa in senso assoluto (dalla questione davvero importante all'insignificante capriccio) e poi questa distinzione lascia il tempo che trova: sul "de facto" siamo intesi; sul "de jure": per sperare di mantenere una sovranità di fronte all'acuirsi fino all'estremo dello scontro con la Santa Sede, l'Ordine dovrebbe snaturare se stesso al punto tale di dover rinnegare la sua stessa natura primordiale, rinunciando a essere Ordine Religioso (per non dover essere costretta all'obbedienza nei confronti del Papa). 
A quel punto, con la Santa Sede contro e senza un territorio proprio, quale tra gli Stati (che oggi accreditano presso l'Ordine lo stesso ambasciatore che inviano alla Santa Sede) continuerebbe a "filarsi" l'Ordine di Malta? 
Senza aggiungere che, in un simile scenario, la Santa Sede userebbe tutta la sua influenza (e con Francesco sul trono ne ha tanta, fidatevi) per incamerare il patrimonio oggi dell'Ordine, mediante la devoluzione canonica.”. ( QUI )


AC