E' difficoltoso presentare questo stupendo articolo senza lasciarci andare alla commozione perchè conosciamo bene gli strali della "misericordia" che sono caduti sopra la testa di numerosi Sacerdoti diocesani "colpevoli" di aver attuato nella propria missione sacerdotale il Motu Proprio Summorum Pontificum.
A questi coraggiosi Sacerdoti, alcuni dei quali debbono oramai ricorrere ai medicinali, si rivolge la nostra preghiera e la nostra solidarietà umana e cristiana.
AC
La battaglia per la Tradizione liturgica.
Uno scritto di don Giuseppe Laterza
Uno scritto di don Giuseppe Laterza
per il X Anniversario del Summorum Pontificum
07/07/07 - 07/07/17 sono passati 10 anni dal Summorum Pontificum, legge di Benedetto XVI che, istituita non per riavvicinare i preti della Fraternità San Pio X, prevede la ripresa della celebrazione della Messa di San Pio V.
Istituita per riprendere l'uso di un messale mai abolito e che ha nutrito per secoli la cattolicità; sdoganare i preti che volessero usare questo messale dalle richieste a vescovi e superiori, che spesso hanno negato nei tempi questi uso.
Sono sorte molte messe in Europa e nel Mondo, molti giovani frequentano il rito di San Pio V, pochi anziani... molte vocazioni al sacerdozio.
Ringraziamo Dio per quanto opera nella sua Chiesa.
Al contempo vogliamo anche notare gli aspetti negativi di quanto succede: tanti sacerdoti sono perseguitati e messi al margine delle loro realtà perché hanno scelto di usare questo messale e celebrano.
Privati di incarichi parrocchiali e della possibilità di sostentarsi sono messi alle strette, obbligati a non seguire il motu proprio che è una legge della Chiesa.
Vescovi che parlano di "pastorale" non si curano delle esigenze di una piccola porzione del loro gregge, ma fanno di tutto per estinguere con la forza il nascere e il conoscere questo rito, quasi come Erode si prodigò nel cercare il Fanciullo divino per farlo morire e come il Sinedrio si adoperò per evitare la predicazione Apostolica.
Oh! Che temi Erode?
Colui che viene non toglie regni umani!
Che temete, Eccellenze Serenissime?
Forse una Messa non santifica quanto l'altra?
Forse una Messa vale più dell'altra?
Forse temete venga meno qualcosa?
Ciò che Cristo ha unito nessuno divida: il popolo è di Dio e al sacerdozio ne spetta la guida e l'istruzione con ogni mezzo possibile.
Non vorremmo combattere contro Dio nel far guerra alla Messa che per secoli è stata celebrata nelle chiese del mondo!
Non vogliamo trovarci ad affrontare Dio e San Michele Arcangelo negando alla gente di nutrirsi intorno all'altare... e ai preti di celebrare!
Se si danno le chiese ai musulmani per pregare, se si tollerano spettacolini durante le messe, messe aperitivo, balletti e coreografie varie, perché non permettere anche la Messa in Latino?
Perché su questo tasto ci si divide in casa?
Non si dialoga e non ci si ama?
Non ha forse detto Gesù che l'amore è il principio vitale del Cristianesimo?
Forse il Concilio Vaticano II non ha spinto il sacerdozio a guardare le nuove sfide pastorali?
Forse ci preoccupiamo troppo di cose umane, di mantenere un potere inutile e di evitare problemi... ma la vera via per il Regno passa solo attraverso un indicare la croce, un amore per l'altro che, discendendo dal nostro amore per Dio, può aprirsi al fratello.
Ed il fratello non è il lontano, ma l'uomo che è affidato alle cure pastorali del sacerdozio. Quando qualcosa viene da Dio, più la si opprime è più cresce, perché lo Spirito che è nel cuore dell'uomo riconosce nella oppressione l'intervento diabolico che vuole ostacolare la Verità, che non vuole anime vicine a Dio.
Fu così ai tempi degli Apostoli, più li opprimevano e più erano felici e più crescevano di numero!
Sarà così anche ai giorni nostri, perché più si vuol eliminare qualcosa e, se viene da Cristo, più si fortifica, perché lui è il vero Sacerdote, noi siamo solo partecipazione al suo Sacerdozio.
Lui è lo Sposo, noi gli amici dello Sposo.
Nell'oppressione la forza, perché in noi agisca la morte ed in voi la vita!
Riflettiamo, Chiesa e anime sono di Dio e non nostre, la Messa è opera di Dio che rinnova in modo incruento il sacrificio di Cristo e non un palcoscenico per soubrette mal riuscite, non un palco dove una comunità viene privata della trascendenza e del sacro.
Dio ce ne chiederà conto... e sarà molto severo perché con Lui non si scherza...
Don Giuliano della Rovere
Fonte: Vigiliae Alexandrinae
Foto: Il Beato Paolo VI celebra la S.Messa di sempre