1939 - 1° aprile - 2019
Ottanta anni fa terminava la Guerra civile spagnola, che aveva rappresentato uno dei vertici mondiali della efferata persecuzione anticattolica da parte dei poteri social-comunisti.
Estratto dal Memorandum presentato da Manuel de Irujo, ministro della giustizia del governo repubblicano, alla riunione del Gabinetto svoltasi il 7 gennaio 1937 a Valencia, allora capitale della Repubblica:
«La situazione "de facto" della Chiesa a partire dallo scorso luglio in tutto il territorio leale al governo, eccetto quello basco, è la seguente:
Tutti gli altari, immagini e oggetti di culto salvo pochissime eccezioni, sono stati distrutti, la maggior parte di essi con vilipendio.
Tutte le chiese sono state chiuse al culto, che è stato
totalmente e assolutamente sospeso.
Gran parte delle chiese della Catalogna è stata incendiata, come se si trattasse di cosa del tutto normale.
Le istituzioni e gli organismi ufficiali hanno ricevuto campane, calici, cibori, candelabri e altri oggetti di culto e dalla loro fusione è stato ricavato materiale destinato a scopi bellici o industriali.
Nelle chiese sono stati installati depositi di ogni tipo, negozi, garage, stalle, caserme, rifugi, ecc.
Tutti i conventi sono stati evacuati e la vita religiosa al loro interno è stata sospesa. Gli edifici, gli oggetti di culto e i beni sono stati saccheggiati, incendiati, occupati o demoliti.
I sacerdoti e i religiosi sono stati arrestati, imprigionati e fucilati, migliaia di loro senza causa istruttoria, fatti che, anche se in diminuzione, continuano a verificarsi tuttora non solo presso la popolazione rurale, dove è stata data loro la caccia e sono stati messi a morte in modo selvaggio, ma anche nelle città. A Madrid, Barcellona e nelle altre grandi città sono centinaia gli arresti senza altra causa conosciuta che il fatto di essere sacerdoti o religiosi.
È stato fatto divieto assoluto di tenere in privato immagini e oggetti di culto. La polizia, che pratica perquisizioni nelle case, rovistando nelle abitazioni e nella vita intima, personale e familiare, distrugge con scherno e violenza immagini, stampe, libri religiosi e quanto si collega al culto o lo evoca.»
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