Dal sito della Diocesi di Trieste la condanna, senza se e senza ma, dall'inaudita strage di cristiani del giorno di Pasqua nello Sri Lanka per mano delle bestie infernali=terroristi islamici che ha provocato oltre 310 morti, 500 feriti.
L'immagine a sinistra è quella della statua di Gesù Risorto venerata nella chiesa-santuario di Sant'Antonio nella Capitale Colombo. Il sangue dei fedeli massacrati dalla terribile esplosione
provocata dai terroristi islamici si è riversato sulla statua del Cristo Risorto.
Le stragi terroristiche nella Domenica di Pasqua
La Diocesi esprime la sua fraterna vicinanza e l’assicurazione della propria preghiera ai cristiani dello Sri Lanka e condanna fermamente gli atti di terrorismo islamo-jihadista che hanno insanguinato il Paese asiatico, colpendo soprattutto i cristiani che, nel giorno di Pasqua, si trovavano raccolti nelle chiese a celebrare la risurrezione del Signore Gesù.
Atti di morte mentre si celebrava la vita e l’amore divini.
I kamikaze che si sono immolati in nome di Dio per uccidere
altri uomini non hanno compiuto altro che atti di profanazione e di bestemmia.
Definire «martiri» questi mostri che sono morti compiendo atti terroristici è stravolgere il concetto di martirio, che è testimonianza di chi si fa uccidere per non rinunciare a Dio e al Suo amore e non di chi uccide in nome di Dio.
Quale segno di speranza ci resta la statua del Cristo Risorto, rimasta ritta all’interno di una delle chiese attaccate: essa si presenta macchiata con il sangue dei nuovi martiri cingalesi che, con il dono della loro vita, hanno offerto la più eloquente e convincente testimonianza di quanto la fede in Cristo promuova la vera umanità nella fraternità e nella pace.
I kamikaze che si sono immolati in nome di Dio per uccidere
altri uomini non hanno compiuto altro che atti di profanazione e di bestemmia.
Definire «martiri» questi mostri che sono morti compiendo atti terroristici è stravolgere il concetto di martirio, che è testimonianza di chi si fa uccidere per non rinunciare a Dio e al Suo amore e non di chi uccide in nome di Dio.
Quale segno di speranza ci resta la statua del Cristo Risorto, rimasta ritta all’interno di una delle chiese attaccate: essa si presenta macchiata con il sangue dei nuovi martiri cingalesi che, con il dono della loro vita, hanno offerto la più eloquente e convincente testimonianza di quanto la fede in Cristo promuova la vera umanità nella fraternità e nella pace.