Forse non abbiamo pregato abbastanza.
Forse non abbiamo offerto sufficienti
mortificazioni personali al Sacro Cuore di Gesù perché l’agognata positiva
risoluzione della Fraternità San Pio X e la Santa Sede Apostolica potesse
giungere a buon porto.
Siamo alla vigilia di un organizzato attacco
mediatico contro la Santa Sede e il Papa Benedetto XVI da parte di qualche sostenitore
della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Peccato che costoro fanno più del male al citato gruppo ecclesiale che vorrebbero, in buona fede, sostenere ...
A farne le spese, in Italia, sarà anche il Pellegrinaggio Internazionale Una Cum Papa Nostro del 3 novembre che risentierà negativamente dei ritetuti e incredibili attacchi di gestori di siti che si pensava fossero di area tradizionale.
Peccato che costoro fanno più del male al citato gruppo ecclesiale che vorrebbero, in buona fede, sostenere ...
A farne le spese, in Italia, sarà anche il Pellegrinaggio Internazionale Una Cum Papa Nostro del 3 novembre che risentierà negativamente dei ritetuti e incredibili attacchi di gestori di siti che si pensava fossero di area tradizionale.
Sta di fatto che abbiamo letto questo raggelante
articolo di Andrea Tornielli :
“ Lo scorso 30 giugno Benedetto XVI ha
inviato una lettera (scritta in francese) al superiore generale della
Fraternitrà San Pio X, il vescovo Bernard Fellay. Questoè l’articolo che ho scritto su Vatican Insider. A rivelare
l’esistenza della missiva – una corrispondenza che doveva rimanere privata – è
stato un altro vescovo lefebvriano, Bernard Tissier de Mallerais,
nel corso di una conferenza tenuta il 16 settembre in Francia.
Dopo l’incontro del 12 giugno tra Fellay e il
cardinale William Levada, nel palazzo del Sant’Uffizio, quando al superiore
della San Pio X è stata consegnata l’ultima versione del preambolo dottrinale
accompagnata da una proposta di soluzione canonica (una prelatura personale),
il capo dei lefebvriani ha deciso di scrivere direttamente al Papa.
E gli ha chiesto un incontro, per spiegare le
difficoltà ancora esistenti rispetto al testo del preambolo.
Benedetto XVI, che era stato dettagliatamente
informato sui colloqui dottrinali durati due anni, come pure sulle diverse
stesure del preambolo dottrinale e delle discussioni avvenute all’interno della
Congregazione per la dottrina della fede, ha preferito rispondere per iscritto,
con la lettera del 30 giugno, nella quale non si fa menzione alla richiesta di
un incontro espressa da Fellay.
Ratzinger si è limitato a esortare i
lefebvriani a sottoscrivere il preambolo, spiegando, come ha rivelato Tissier
de Mallerais, che “ per essere reintegrati nella Chiesa occorre
veramente accettare il concilio Vaticano II e il magistero post-conciliare”.
Le parole usate da Tissier de Mallerais,
contrarie all’accordo e molto dure verso il Concilio come pure verso la
messa secondo il rito scaturito dalla riforma liturgica post-conciliare,
descrivono ancora una volta la spaccatura che esiste all’interno della
Fraternità.
In ogni caso, non è affatto detto che la
partita sia definitivamente chiusa.
I nuovi vertici della Congregazione per la
dottrina della fede e della pontificia commissione Ecclesia Dei si sono appena
insediati: bisognerà vedere come cercheranno di portare a compimento il
processo che è iniziato.
Di
certo, il cammino appare in salita”.
Non voglio addentrarmi, non avendone le
capacità intellettive, su delicate questioni politico – religiose ( il
presunto DICTAT della Comunità Ebraica Internazionale – preoccupata della salvaguardia della
propria immagine in vista di un imminente attacco all’IRAN- che, non è mistero, non vuole
assolutamente all’interno della Chiesa Cattolica Romana la “vivace” comunità lefebvriana) oppure
di veri e propri ricatti intervenuti dai vertici delle Conferenze Episcopali
soprattutto nord europee…
Intendiamoci bene.
Intendiamoci bene.
Quante volte ci siamo
chiesti con quale faccia la Santa Sede
si incaponisce di far firmare un
preambolo dottrinale alla FSSPX mentre lascia tranquilli e paceti delle bestie,
apertamente eretiche, austriche,francesi
olandesi etc etc.
I lefebvriani saranno
vivaci e a volte eccessivi ma Roma pare essere strabica.
Tutto questo non giova alla Chiesa : non si può ignorare quanto l'Ecclesia Dei est adflicta, soprattutto nel Nord Europa, e la disciplina canonica non può colpire solo la parte più fedele alla Dottrina cattolica ignorando quella progressista che di fatto sta distruggendo , con grave rischio per la salute delle anime, ogni forma di cattolicità !
Sarebbe ridicolo parlare della Chiesa come se vivesse un
periodo di pieno ordine quando ci sono interi episcopati in stato di scisma e
da Cattedre gloriose vengono propagate dottrine almeno materialmente eretiche.
Desidero , però, mantenere la questione
sulle basi esclusivamente religiose e disciplinari.
Si è Cattolici solo nell’obbedienza piena a
totale con Pietro e il Collegio Episcopale.
E' la difficile, sofferta ma doverosa obbedienza al Magistero , anche quando dimostra segni di evidente strabismo.
E' la difficile, sofferta ma doverosa obbedienza al Magistero , anche quando dimostra segni di evidente strabismo.
Un onesto intellettuale cattolico, noto sui
blog con lo pseudonimo di Simon de Cyrène, ha prontamente scritto :
“ Chiaro il richiamo di Pietro nel Suo divino
ed evangelico mandato di riconfermare i Suoi fratelli nella fede: chiaro anche
il rifiuto ormai ufficiale di far parte della Chiesa cattolica da parte della
FSSPX.
Personalmente, anche se mi dispiace per le
anime concrete coinvolte in questo peccato contro lo Spirito che seguono
ciecamente la chiesa lefebvriana, non posso che pensare che ciò sia un’ottima
cosa per la Tradizione nella Chiesa: ormai il buon grano, il “popolo Summorum
Pontificum” è chiaramente separato dal loglio tradiprotestante.
Bisogna adesso spingere l’Ecclesia Dei a
mettere tutte le sue energie nella difesa dei fedeli Summorum Pontificum e
nella salvaguardia e nello sviluppo della forma straordinaria a corto, medio e
lungo termine! Speriamo, ora che la “diversione FSSPX” è stata ridimensionata,
che detta commissione sia più concentrata su questa sua reale funzione
ecclesiale.
…
Quanto alle relazioni colla chiesa scismatica
lefebvriana esse dovrebbero ormai spostarsi dalla CDF al dicastero dell’ottimo
Card. Koch e così lasciar libera la commissione ED da perdite di tempo che non
fanno altro che fermare il progresso e la buona ricezione della Tradizione nel
corpo ecclesiale, specialmente presso certi nossignori vescovi.
In effetti, il fatto che questi nostri
fratelli abbiano deciso di volontariamente continuare a voltare le spalle alla
Santa Chiesa come lo han fatto sempre più decisamente fin dal 1975 è
oggettivamente una tragedia umana e spirituale e dobbiamo assolutamente pregare
affinchè ognuno di loro possa ravvedersi, al più tardi almeno in punto di
morte.
Quanto all’istituzione FSSPX, in quanto
persona morale, essa è chiaramente diventata una struttura di peccato dove si
coltivano la mormorazione, la disobbedienza sistematica al Magistero, le tesi
eretiche sullo Stesso, le calunnie, le dicerie contro il Papa, i cardinali, i
vescovi, i sacerdoti e chiunque sia un fedele genuino della Chiesa cattolica.
A questa struttura non va da essere concessa
nessuna pietà in quanto solo un suo smantellamento radicale potrebbe giovare
alle anime che ne dipendono, sacerdoti e seminaristi in primis, ed in questo mi
associo ad alcune antiche affermazioni dell’allora Vescovo di Regensburg, S.E.
Mons Mueller.
Massima carità per le persone, fermezza
medicinale inverso la struttura".
Queste, dure, parole di Simon duettano, in perfetta
consonanza melodica ed armonica, con quelle, talvolta assai più spietate, di un
mio amico Sacerdote ( ordinato in piena comunione “una cum” ma formatosi
in una struttura seminariale della FSSPX.
Quando, in scriptis, io ho più volte manifestato le mie
intenzioni di preghiera affinchè la Fraternità potesse ritornare sotto l’obbedienza
canonica del Magistero il mio amico sacerdote mi ha rimproverato perché , a suo
dire, non conoscendo io la realtà dei fatti avrei dovuto pregare per il suo “smantellamento
radicale” .
Si porta ad esempio il cattivo esempio, dal
forte sapore ereticale, frnito da alcuni formatori dei seminari che , in
occasione delle visite dei seminaristi in alcuni Santuari, permettevano di fare
la genuflessione davanti al Tabernacolo “sub condicione” dopo essersi accertati dell’ortodossia di fede
del Parroco-Rettore.
Forse ha ragione il mio amico Sacerdote : non
avendo vissuto al di dentro della struttura della FSSPX non sono neppure in
grado di apprezzarne quanto di bello riluce esternamente ma il mio cuore sta, almeno in parte, con quel che ho sempre visto della Fraternità : assoluta dedizione al Sacerdozio Cattolico e alla Santa Tradizione !
In attesa di capirci qualcosa di più preferisco
continuare a pregare per la piena conversione di tanti bravi Sacerdoti di
Cristo di cui il Vicario di N.S. e Successore del Principe degli Apostoli ha
limpidamente scritto :
“Se dunque l’impegno faticoso per la fede,
per la speranza e per l’amore nel mondo costituisce in questo momento (e, in
forme diverse, sempre) la vera priorità per la Chiesa, allora ne fanno parte
anche le riconciliazioni piccole e medie.
Che il sommesso gesto di una mano tesa abbia
dato origine ad un grande chiasso, trasformandosi proprio così nel contrario di
una riconciliazione, è un fatto di cui dobbiamo prendere atto.
Ma ora domando: Era ed è veramente sbagliato
andare anche in questo caso incontro al fratello che "ha qualche cosa
contro di te" (cfr Mt 5, 23s) e cercare la riconciliazione?
Non deve forse anche la società civile
tentare di prevenire le radicalizzazioni e di reintegrare i loro eventuali
aderenti – per quanto possibile – nelle grandi forze che plasmano la vita
sociale, per evitarne la segregazione con tutte le sue conseguenze? Può essere
totalmente errato l’impegnarsi per lo scioglimento di irrigidimenti e di
restringimenti, così da far spazio a ciò che vi è di positivo e di ricuperabile
per l’insieme?
Io stesso ho visto, negli anni dopo il 1988,
come mediante il ritorno di comunità prima separate da Roma sia cambiato il
loro clima interno; come il ritorno nella grande ed ampia Chiesa comune abbia
fatto superare posizioni unilaterali e sciolto irrigidimenti così che poi ne
sono emerse forze positive per l’insieme.
Può lasciarci totalmente indifferenti una
comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 6 seminari, 88
scuole, 2 Istituti universitari, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli?
Dobbiamo davvero tranquillamente lasciarli
andare alla deriva lontani dalla Chiesa? Penso ad esempio ai 491 sacerdoti.
Non possiamo conoscere l’intreccio delle loro
motivazioni. Penso tuttavia che non si sarebbero decisi per il sacerdozio se,
accanto a diversi elementi distorti e malati, non ci fosse stato l’amore per
Cristo e la volontà di annunciare Lui e con Lui il Dio vivente.
Possiamo noi semplicemente escluderli, come
rappresentanti di un gruppo marginale radicale, dalla ricerca della
riconciliazione e dell’unità? Che ne sarà poi?”
Andrea Carradori