"Milano. Il 23 novembre scorso la "regina del pop" Giorgia ha cantato all'interno del Duomo per un evento organizzato dalla neonata associazione “Per Milano” presieduta dall'ex presidente della RAI Anna Maria Tarantola, composta da "cittadini, imprenditori e manager italiani ... che si sono dati l’obiettivo di sfruttare la loro capacità organizzativa e imprenditoriale per promuovere eventi di raccolta fondi e finanziare nel prossimo triennio iniziative e progetti a favore di chi ha più bisogno" (Cfr.Milanoevents). L'esibizione della nota cantante pop, accompagnata dalla sua "storica" Band e dall’OrchestraRoma Sinfonietta ha avuto uno scopo nobilissimo: raccogliere fondi per sostenere le famiglie più povere che hanno dei figli disabili." (Cfr. MiL QUI)
Questo è quel che è accaduto, per la prima volta nella sua storia, all'interno del Duomo di Milano.
Leggiamo ora le considerazioni al riguardo della scrittrice e storica Cristina Siccardi.
Cattedrali trasformate in teatri e circhi,
il caso del Duomo di Milano
di Cristina Siccardi
Venerdì 23 novembre la cantante Giorgia ha lanciato il suo nuovo disco Pop heart nel Duomo di Milano.
Oggi, chiese e cattedrali, sempre più vuote di fede, si trasformano in squallidi teatri, dove si canta e si balla.
Perciò, oltre ad impedire alle persone che ancora desiderano pregare in chiesa con liturgie sempre più protestanti, con un rumoroso attivismo pastorale, con catechiste affamate di protagonismo e presbiteri sempre meno sacerdotali e sempre più conviviali, si profanano luoghi di culto con concerti di musica profana e mostre, più o meno degeneri.
Il Duomo è la chiesa più grande d’Italia, la quarta nel mondo per superficie, la sesta per volume.
Nel gennaio 1387 si gettarono le fondazioni dei piloni, opere colossali, progettate su disegno l’anno precedente. Durante il 1387 si continuarono gli scavi delle fondazioni e si impiantarono altri piloni.
Nel corso dell’anno il Duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, assunse il controllo dei lavori, imponendo un progetto ambizioso. Il materiale scelto per la nuova costruzione divenne allora il marmo di Candoglia e le forme architettoniche quelle del tardo gotico di ispirazione renano-boema.
L’imponenza monumentale si sposa con la maestria di contrafforti e archi rampanti, con la leggiadria di pizzi, ricami, scalette, chiocciole, arabeschi, volute, pinnacoli, cuspidi, guglie, svettanti e piene di respiro del Cielo.
Mentre Sante Vergini e Santi patriarchi di pietra guardano alla povera o ricca umanità, a seconda della ragione di vita che ogni anima si dà.
Sulle mensole degli sguanci delle finestre si trovano statue e busti, sui contrafforti statue coperte da baldacchini marmorei (in basso) e 96 giganti (in alto), sui quali sono inerpicati i doccioni figurati come esseri mostruosi e diabolici.
Altre statue si trovano sulle guglie, sia a coronamento che nelle nicchie.
Il complesso delle sculture è una straordinaria galleria dell’arte a Milano tra il XIV e il neoclassicismo, alla realizzazione della quale parteciparono maestri lombardi, tedeschi, boemi, francesi (fra cui i borgognoni), toscani, veneti e campionesi.
Una squadra di addetti ai lavori che hanno scolpito figure dell’Antico e del Nuovo testamento, Santi e Sante.
Decantava lo scrittore Emilio De Marchi: «Sotto un raggio di sole compari tu, Madonnina benedetta del nostro Duomo! Tu che sei la mamma di tutti noi! Duomo chi ti ha fatto? Da quanti anni contempli le sciocchezze degli uomini? Ti ricordi Napoleone, che ti ruppe le vetrate con i mortai? Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è il nostro Duomo, è la chiesa dei nostri vecchi, è la casa di Milano».
La cattedrale di Milano, Casa del Padre e della Madre di Dio (sulla guglia più alta domina la comunemente detta «Madonnina»), dopo Napoleone e i bombardamenti della seconda Guerra mondiale, è scossa dalla regina del pop: la musica pop è entrata per la prima volta sotto queste volte gotiche.
Ma è soprattutto scossa dall’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Enrico Delpini, e dal Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, che hanno permesso una tale profanazione.
Il Cardinale si è premurato di annunciare che il concerto sarebbe stato trasmesso in streaming.
Dell’evento sono stati spettatori gli ospiti del Refettorio Ambrosiano, dove i volontari della Caritas offrivano i pasti ai poveri della città.
Il Cardinal Ravasi, che fa concorrenza con gli organizzatori di festival canori e si fa latore di atti e messaggi non evangelici,