Don Bosco e i valdesi
“Memorie biografiche di Don Giovanni Bosco”, Vol IV, ed. 1904 - Capo XXX. Apostasie - Predica sulla Verginità di Maria SS. - Zelo e carità di D. Bosco per gli ingannati dagli eretici - Dispute coi partigiani de' Valdesi e co' loro ministri - Un perfido sermone; l'aquila e la volpe - Costruzioni de' Valdesi intorno al loro tempio.
I VALDESI continuavano colla parola e colla stampa a spargere i loro errori nel popolo, regalando 80 lire a chi si faceva ascrivere alla loro comunità.
Alcuni dei giovani degli Oratorii festivi, che avevano dati gravi dispiaceri a D. Bosco, e in certe questioni avevano parteggiato contro di lui, si erano lasciati tirare all'apostasia, accettando quella vile moneta.
Ne venne quindi per conseguenza che il loro astio cercava di sfogarsi contro gli antichi loro compagni, dai quali la coscienza avvertivali che da qui innanzi sarebbero tenuti in concetto di rinnegati.
Una sera Tomatis rincasava verso le 9 ore.
Passando vicino alla chiesa della Consolata, scendeva verso l'Oratorio, quando si accorge che due individui lo inseguono.
Impaurito affretta il passo, ed essi pure.
Si mette alla corsa e può entrare nel cortile e chiudere la porta in tempo, perchè se avesse ritardato un istante lo avrebbero raggiunto.
Egli si recò subito a narrare il fatto [347] a D. Bosco, il quale dispose per alcune precauzioni che tutelassero la sicurezza della comunità.
D. Bosco, ci scrisse Giuseppe Brosio, soffriva molto per queste defezioni e tradimenti.
Una domenica predicava in Valdocco contro gli errori dei protestanti e con affocate parole si lamentava di quei giovani, che si lasciavano ingannare dai corifei dell'empietà, e smascherava le arti ingannevoli delle quali costoro servivansi