della basilica di Betlemme
di P. Donato Baldi, O.F.M.
Notizie storiche
Per un curioso fenomeno psicologico le orde di Cosroe nel 614 raffrenarono il loro furore al
Nel 638 il califfo Omar venne a pregare nell'abside meridionale e permise che i suoi seguaci vi entrassero a piccoli gruppi, ma nel sec. IX e X quest'ordine non fu più rispettato.
Al tempo del califfo Hakem (1010) la basilica sfuggì alla comune rovina per un fatto così straordinario che nelle cronache contemporanee è ascritto a miracolo.
E il 7 giugno 1099 i Betlemiti invocarono dal Buglione, accampato in Emmaus, la difesa del santuario.
Venne subito Tancredi con cento prodi, e al mattino vi inalberava la sua bandiera fra le acclamazioni del popolo.
Sotto il dominio degli occidentali la basilica fu abbellita con mosaici e pitture in stile bizantino.
Questa grande opera greco-latina, sostenuta a spese dell'imperatore di Costantinopoli Manuele Porfirogeneto Comneno (1145-1180) e del re di Gerusalemme Amauri I (1163-1173) in un momento di reciproca amicizia che pareva preludere all'unione delle due chiese, fu terminata nell'anno 1169 come attestano i frammenti d'una iscrizione greco-latina posta nell'emiciclo del coro.
Soggetto delle rappresentazioni furono scene dell'Antico Testamento, la vita di Gesù e la vita della Chiesa nei suoi concili.
La grotta fu rivestita di marmo e furono rifatte le entrate che restano, insieme ad alcuni capitelli del chiostro, i soli esempi dell'architettura latina.
Nel 1187 Saladino s'impossessò di Betlemme, ma risparmiò il santuario ove nel 1192 su domanda del vescovo di Salisbury, Uberto Walter, fu ristabilito il culto latino, salvo il pagamento del tributo da parte dei fedeli.
Dopo la caduta del regno latino (1291) ai canonici regolari di s. Agostino succedono soltanto nel 1347, nell'ufficiatura della basilica, i PP. Francescani.
I più noti itinerari dell'epoca e vari firmani turchi attestano il loro possesso della grotta della Natività nonché il diritto all'uso e alla manutenzione della basilica nei sec. XIV e XV.
Infatti, sulla fine del sec. XIV P. Gerardo Calveti, Guardiano del Monte Sion, percorreva l'Europa per indurre i principi cristiani a provvedere al restauro del venerando santuario.
Sotto il guardiano P. Giovanni Tomacelli da Napoli, nel 1479, fu rifatta tutta la travatura del soffitto con legname lavorato a Venezia e di là trasportato con le galee della Repubblica fino a Giaffa.
Le spese furono sostenute dal Duca di Borgogna, Filippo il Buono, e il piombo per la copertura fu donato da Edoardo IV re d'Inghilterra.
Col sec. XVI entriamo nel periodo delle contestazioni per il possesso del santuario tra Francescani e Greci scismatici, possesso che passa dagli uni agli altri a seconda del favore che godevano presso la Sublime Porta le nazioni alle quali si appoggiavano le due comunità.
Durante la guerra fra l'Impero Ottomano e la Repubblica di Venezia (1645-1669) terminata coll'espulsione dei Veneziani dall'isola di Creta, i greci vengono autorizzati a rifare la tettoia già deperita e a prendere possesso della Grotta e della Basilica.
Nel 1690 i latini rientrano in possesso della Grotta della Natività e nel 1717 pongono una nuova stella d'argento, sul posto dell'antica deteriorata dal tempo, con l'iscrizione latina: Hic de Virgine Maria Jesus Christus natus est, 1717. Questo stato di cose dura fino al 1757 quando i greci si impossessano di nuovo della basilica e, nella cripta, dell'altare della Natività.
Gli stessi greci il 12 ottobre 1847 fecero scomparire la stella che smentiva loro pretesi diritti, e solo dopo una forte nota, presentata dall'Ambasciatore di Francia alla Sublime Porta a nome delle nazioni latine, un firmano, el 1853, garantì lo statu quo dei santuari e impose che la « stella » venisse rimessa al suo posto.
Nonostante questo firmano i Francescani dovettero più volte pagare ancora col sangue la difesa degli ultimi loro possessi.
II 25 aprile 1873 masnade di greci invasero la basilica della Natività, ferirono 8 Francescani, posero il Presepio a sacco lacerandone i quadri le tappezzerie e rubandone gli altri arredi.
Da quel tempo, per ordine della Sublime Porta, un soldato monta la cardia presso l'altare della Natività, e le pareti, ad impedire nuovi tentavi d'incendio, furono ricoperte con stoffa d'amianto donata dal presidente della repubblica francese Mac-Mahon (1874).
Nel 1917, entrate le truppe interalleate in Palestina, fu mantenuta la sentinella alla Grotta, lo statu quo fu conservato, ma ciò non ha impedito che di sangue francescano fossero ancora bagnate le pietre del Presepio: ultima volta ciò avvenne il 5 gennaio 1928.
P. Donato Baldi, O.F.M., GUIDA DI TERRA SANTA, Ed. Custodia di Terra Santa, Gerusalemme, 1963.
Fonte: Centro Studi Federici QUI
Foto: Wikipedia QUI
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