martedì 1 maggio 2012

COMITATO DI LIBERAZIONE FISCALE PER L’ITALIA (Associazione culturale di critica della politica fiscale, della cultura, della società)


Questo piccolo blog si occupa della Tradizione Cattolica.
Oggi la Chiesa festeggia San Giuseppe Lavoratore , istituita dal Servo di Dio Pio XII nel 1955 per dare un senso cristiano alla Giornata internazionale del lavoro. 
Il Magistero della Chiesa, per bocca del Successore di Pietro Papa Benedetto XVI, ricorda che nelle politiche economiche “la priorità va data ai lavoratori e alle famiglie”: infatti “il primo capitale da salvaguardare e valorizzare” è proprio l’uomo. Quindi – afferma – obiettivo prioritario dei governi sia garantire l’accesso al lavoro e il suo mantenimento per tutti. Il suo pensiero si rivolge ai disoccupati e ai precari".
In tutto il mondo i lavoratori ricordano, con manifestazioni diverse anche tutti i sacrosanti diritti-doveri  conquistati dalla povera gente.
Dedichiamo l'attenzione, in questo significativo giorno, ad un'iniziativa  assai significativa e dal grande significato cristiano e sociale : l'Associazione culturale di critica della politica fiscale, della cultura, della società denominata : COMITATO DI LIBERAZIONE FISCALE PER L’ITALIA.
E' edificante leggere nello Statuto della nuova Associazione anche questi cristianissimi proponimenti : " ...
opporsi al processo di “secolarizzazione”, che è un modo di concepire il mondo e la vita umana nella quale Dio non è qualcosa di sostanziale, non è il centro, non è la ragion d’essere, il necessario punto di riferimento, ma un elemento decorativo – culturale – suggestivo, al quale si concede un certo spazio nelle abitudini personali e sociali".
L'iniziativa segue la luminosa scia tracciata dalle Encicliche RERUM NOVARUM di Leone XIII e LABOREM EXERCENS del Beato Giovanni Paolo II . 
All'inizio del Mese di Maggio, tradizionalmente dedicato alla Santissima Vergine Maria, affidiamo a Lei la nostra amata Nazione che sta vivendo momenti di grande difficoltà generati e gestiti dai soliti poteri economici mondialisti .

 SOTTRAZIONE DI PROPRIETA’, UN FISCO BRUTALE.

Il 5 aprile scorso  GOFFREDO BURSI <gofbursi@libero.it> ha scritto:
Chi poteva avere dubbi sulla legittimità o meno di questo presente governo, ora non potrà più averne. È chiaro a tutti che questo governo non può usare la pressione fiscale per schiavizzare, e tantomeno per opprimere le colonne portanti della società civile: la proprietà privata, la famiglia, i corpi intermedi della società, e perfino la Chiesa.
Sulla proprietà privata il discorso è molto semplice:  il governo attuale non ha alcun diritto di usare la pressione fiscale come una forma di "lotta di classe", che miri a ridurre fortemente la proprietà.Il prelievo fiscale dovrà attingere con moderazione al reddito dei contribuenti, ora e in futuro, senza costringerli ad intaccare il loro patrimonio, la loro riserva economica, che è una sicurezza che impedisce di scivolare nella povertà.
Tantomeno questo fisco squilibrato può pretendere di prelevare dalle nostre tasche una percentuale di tasse così esosa da ridurre le persone in schiavitù, facendole lavorare più per lo stato che per il proprio mantenimento.. Osservando i comportamenti "fiscali" di questa strana compagine sinistrosa, possiamo dedurre un concetto davvero stravagante e bizzarro, sostenuto da non pochi politici, e cioè che la proprietà sia una "concessione statale", e che i cittadini italiani debbano essere "salariati dello stato", e che questo possa impadronirsi dei frutti del lavoro. Tutto ciò è ovviamente "social-comunismo" mascherato.
La pressione fiscale è ormai così forte da impedire lo sviluppo di molte libere iniziative private e sta soffocando gli ultimi e difficili progressi dell'imprenditoria. Quasi si pretende che i produttori non possano disporre dei loro beni, il cui uso apparterrebbe sempre più allo stato. E anche questo è "social-comunismo".Il bene comune è gravemente danneggiato in quanto questo modo di pensare la proprietà e la libera iniziativa ha innescato la spirale potente della recessione economica, a tutti i livelli; con tale politica fiscale si continua a fomentare la disoccupazione (ora al 9,3% in peggioramento) e la povertà (la pressione fiscale è al 55%, la più alta del mondo; al 68,5% per le imprese). Questi i “risultati” dopo cinque mesi di governo Monti, sostenuto da PD, PDL, UDC.In quanto alla recente cosiddetta “riforma del lavoro” appena presentata, si tratta solamente di una revisione dei numerosi contratti di lavoro in essere. E non poteva essere diversamente, poiché per promuovere una “vera riforma del lavoro” occorrono tante risorse, tanto denaro, qualche anno di duro lavoro (qualche paese che in passato ha promosso riforme vere sul lavoro, potrebbe insegnare cosa significhi possedere un “welfare” che funzioni, un accordo collaborazione tra politica e imprenditoria per la creazione di nuovi posti di lavoro, una detassazione degli investimenti produttivi – le tasse attuali pesano come macigni sugli investimenti aziendali -, i programmi seri di formazione professionale, gli uffici per il ricollocamento gestiti in comunione tra privati e pubblici, la vocazione produttiva del Paese).
Inoltre c’è di più. Questo fisco non è subordinato a niente; a nessun fine, a nessuna legge etica, a nessun valore che distingue una società normale da una società schizzofrenica.Certo, da numerosi anni il problema del fisco è un tema al centro di numerosissimi discussioni e manifestazioni di autentica preoccupazione popolare.Un tema apparentemente semplice, in teoria, ma complicatissimo da risolvere nella realtà.
Il discorso sul fisco sembrerebbe assai chiaro: lo stato ha il dovere di garantire il bene comune, organizzando ad esempio strutture e servizi pubblici. Ha il diritto quindi di ricevere dai cittadini un contributo economico che consenta di mantenere l'Organizzazione di strutture e servizi. Il cittadino quindi ha il dovere di pagare questo contributo tramite (giuste) tasse e (giuste) imposte; contrariamente disobbedisce allo stato e alla legge morale. Conclusione: le leggi fiscali dello stato, se giuste, obbligano la coscienza del cittadino, in virtù anche di una giustizia legale.
Ma questo bel discorso, in teoria corretto, è nella realtà alquanto astratto.
E' sufficiente paragonarlo ad un discorso analogo. Quello cioè dell'obbedienza dovuta all'autorità politica.
Secondo la dottrina sociale della Chiesa, il cittadino sta alle decisioni dell'autorità, non può disobbedire sotto pena di peccato. Ma se per caso un'autorità legittima pretende d'imporre un comando assurdo (ad esempio l'aborto obbligatorio), inconciliabile con la legge morale, il cittadino è tenuto a resistere, ed a resistere fortemente, con assoluta forza e decisione.
Un'autorità cioè, non può prostituire il suo potere per imporre un'ingiustizia (mediante una legge immorale, ad esempio). L'autorità cioè non può contraddire il fini stesso per il quale è istituita: il bene comune.
Se è vero quindi che uno stato ha il diritto (per principio) di esigere il pagamento delle tasse, cionondimeno questo diritto non è assoluto. Occorre vedere in concreto per cosa, come, quando, quanto e fino a che punto il fisco ha diritto di esigere il pagamento.   Una norma generale che "dovrebbe"  regolare il prelievo fiscale è stata ben indicata da Pio XII, questo grande italiano dimenticato perfino in ambiente ecclesiale. Sosteneva il Santo Padre: "il sistema finanziario dello stato deve mirare a organizzare la situazione economica, in modo tale da assicurare al popolo le condizioni materiali di vita indispensabili per perseguire il fine supremo assegnatogli da Dio, ovvero lo sviluppo della sua vita intellettuale, spirituale e religiosa".
Anche il fisco quindi dev'essere subordinato alla legge morale e al fine spirituale della società.
Senza voler valutare in profondità la situazione attuale (che richiederebbe non poco tempo, perchè fin troppo complicata e penosa), si può però ricordare quei principi basilari della dottrina sociale della Chiesa, tanto e stranamente e curiosamente dimenticati dalla pastorale moderna (dai principi della Chiesa come dai semplici sacerdoti), tentando di rispondere ad alcune domande generali che possono aiutare i poveri e tartassati contribuenti (e non solo) a trovare soluzioni concrete.
Pertanto la domanda che ci poniamo è la seguente: "Può lo stato tartassare tanti e onesti cittadini,  per assicurare un assistenzialismo anacronistico ad altri, ritenuti intoccabili?" .
Goffredo Bursi, Presidente del Comitato di Liberazione Fiscale per l’Italia.



COMITATO DI LIBERAZIONE FISCALE PER L’ITALIA

(Associazione culturale di critica della politica fiscale, della cultura, della società)


Regolamento dell’Associazione.
Costituzione, Denominazione, Sede.
Articolo 1
E’ costituita l’Associazione denominata : Comitato di Liberazione Fiscale per l’Italia.
La denominazione dell’Associazione potrà essere semplificata, in relazione alle singole attività culturali d’opinione con l’aggiunta: attività pro, seguita dall’indicazione della persona o dei gruppi o delle questioni in ordine a cui le attività sono svolte.
Articolo 2
L’Associazione ha la sua sede in via Mons. Raff. Palazzi, 12 – 23807 Merate (Lecco)

Finalità, criteri operativi
Articolo 3
L’associazione si propone con iniziative ed incontri di carattere morale, culturale e sociale - capaci di diffondere una prassi, un costume, una cultura – che conforme agli inviolabili diritti naturali dell’uomo, tutelino, rispettino e promuovano i diritti – doveri sociali dei singoli, tra i quali il diritto di agire e di associarsi liberamente e pubblicamente, per perseguire il bene comune, nell’ambito della legge morale e della giustizia. L’Associazione si propone quindi l’attuazione di ogni iniziativa capace di rimuovere gli ingiusti ostacoli che nella prassi, nel costume, nella cultura, impediscono o legano o negano o limitano l’esercizio dei diritti – doveri sociali dei singoli.
Articolo 4
Considerata la progressiva restrizione dei diritti degli italiani (specie dei più deboli ed indifesi) a causa dei processi di degradazione caratterizzati dalla violazione dei diritti naturali, l’Associazione opera per:
a) diffondere l’universalità e perennità dei principi metafici ed etici, da cui l’agire umano e la legittimità dei poteri sono misurati
b) raccogliere ed organizzare il consenso della popolazione italiana attorno a tali propositi
c) opporsi alla cultura infondata che afferma la relatività di ogni principio e di ogni diritto, e pone nella sola forza dello stato la fonte ed il criterio di ogni verità e di ogni norma etica
d) contrastare pubblicamente i poteri arbitrari che, nella prassi sociale e mediante leggi, presumono di poter ledere e violare i diritti individuali, familiari e sociali
Articolo 5
Data la gravità delle menomazioni che i diritti sociali oggi patiscono a causa di leggi, con cui i poteri si sono attribuiti strumenti per costringere al silenzio gli italiani che sono testimoni e vittime della degradazione e degli abusi, l’Associazione si propone di:
MANTENERE ALTO ED ESTENDERE L’ALLARME SOCIALE
e) informare l’opinione pubblica, i singoli, i corpi sociali, circa la gravità crescente della minaccia che pesa nella libertà reale di tutti, a causa di leggi economiche e sociali, di una cultura di stato, di prassi burocratiche, che sempre più chiaramente manifestano i caratteri della degenerazione morale e dell’arroganza del potere
f) premere pubblicamente perché siano abrogate le leggi contro il diritto naturale e siano sostituite da leggi che promuovono i diritti dei singoli, delle famiglie, dei corpi sociali, e li tutelino contro gli abusi, l’arroganza, il prepotere di stato, da ogni forza che operi per la degradazione sociale del nostro paese
g) imporre un argine alle continue follie di politici di carriera e dei tecnici d’emergenza; tra ciò che maggiormente contribuisce a determinare le ingiustizie, a minacciare la libertà reale dei singoli, l’Associazione segnala:
• l’insufficiente funzione degli enti e dei servizi superburocratizzati
• la mai avviata riforma della macchina fiscale (la pressione fiscale è insopportabile)
• il perdurare di provvedimenti fiscali “di periodo” con l’approvazione di leggi finanziarie che risolveranno “un bel niente”
• il perdurare di privilegi di irresponsabilità dei “signori dei palazzi”, anche nei casi di voluti errori gestionali, finanziari, amministrativi, per cui non renderanno mai conto del loro comportamento e a nessuno
• l’alleanza tra noti settori dell’economia e gli organi di certa informazione e di certa stampa, l’operato di determinati settori amministrativi dello stato, che qualificano singoli colpevoli di “remare controcorrente” e non cessano di perseguirli
h) difendere le vittime delle ingiustizie, degli eccessi della giustizia attuale, degli abusi, grazie ad errori anche desiderati; l’Associazione opera per:
• diffondere la consapevolezza del carattere spesso iniquo e persecutorio della macchina fiscale e della giustizia fiscale
• sostenere ogni forma di solidarietà nei confronti delle vittime
• estendere la consapevolezza del buon diritto e del dovere di affermare il primato sociale dei valori tradizionali, metafisici, etici; denunciare le attività dei pubblici poteri a danno dei lavoratori e dei pensionati
• diffondere i valori che non tramontano mai, per proteggere la vita, fronteggiare la cultura di morte diffusa, recuperare la verità storica
• diffondere il pensiero di autori “controcorrente”, aiutare a comprendere come il “sogno egualitario” di una repubblica universale prospettata (in cui diluire le identità ideali e naturali dell’uomo e dei popoli con l’oscuramento della nostra tradizione) ha già registrato fallimenti disastrosi negli ultimi due secoli della nostra storia
• centrare i discorsi sulle radici culturali dell’Europa che possono formare la consapevolezza di base della nostra identità, rappresentano l’orientamento per continuare il cammino e guardare con serenità al futuro
• criticare una scienza basata su presupposti errati, che vuole imporre una visione del mondo mediante un approccio ateo ai problemi scientifici e convincere l’Occidente della inutilità della salvaguardia delle proprie radici
• contrastare la “relativizzazione”, contro cui si esprime puntualmente il Santo Padre (che unita ad una scienza indirizzata a base politica forma un insieme esplosivo). Una scienza eletta a valore assoluto, che è trasformata e ridotta a scientismo, che perde il suo valore principale, e cioè il rapporto con la verità, e si piega ad un volere di parte costruendo ipotesi irrealistiche attorno alle quali far gravitare nuovi e dannosi interessi
• criticare la convinzione comune che le politiche nazionali ed internazionali siano determinate dalla volontà popolare espressa dai rappresentanti votati democraticamente. La realtà oggi è che in tantissime regioni del mondo, come negli organismi internazionali, la fanno da padroni gli uomini più ricchi del pianeta, animati da una visione del mondo materialista ed edonista, che si definiscono non senza ragione “statisti senza stato”, “più potenti dei governanti legittimi”
• opporsi al processo di “secolarizzazione”, che è un modo di concepire il mondo e la vita umana nella quale Dio non è qualcosa di sostanziale, non è il centro, non è la ragion d’essere, il necessario punto di riferimento, ma un elemento decorativo – culturale – suggestivo, al quale si concede un certo spazio nelle abitudini personali e sociali. Ben lontano dall’essere colui che è l’Assoluto, la causa e la meta della vita. Contrastare quindi il pensiero secolarizzato che non fa troppi sforzi nel parlare contro Dio, nel cercare di dimostrare la sua inesistenza. Prescinde da Lui. Lo zittisce, edifica sistemi concettuali senza che Dio riceva in essi alcun posto. Diffondere la consapevolezza che siccome la “secolarizzazione” è un fatto che non tocca solo le persone ma la società stessa, diventa un’atmosfera che condiziona il “respirare spirituale” dei singoli. Diventa un assoluto, e quando una persona di fede riesce a raggiungere una posizione di potere in una società secolarizzata, si vede subito limitata dal dogma secondo il quale bisogna prescindere da Dio e dalle sue leggi
Articolo 6
Aderenti: sono aderenti all’Associazione “Comitato di Liberazione Fiscale per l’Italia” le persone che condividono, anche solo in parte, le finalità e i criteri dottrinali dell’Associazione. Valutano positivamente l’attività per il comune beneficio cui è ordinata e manifestano la propria adesione, intendono contribuire moralmente a tale beneficio (se lo desiderano anche materialmente), e porre il prestigio derivante dalla propria competenza e autorevolezza professionale – culturale – civile – religioso al servizio degli inviolabili diritti naturali e delle libertà sociali e politiche.
Articolo 7
Membri: acquistano la qualità di membri dell’Associazione le persone che ne condividono le finalità ed i criteri operativi; cooperano all’attuazione delle iniziative dell’Associazione; cooperano per il proseguimento delle finalità dell’Associazione. La qualità di membro si perde per dimissione, espulsione, decesso. L’espulsione dei membri è sancita dal presidente dell’Associazione.
Articolo 8
Assemblea: è composta dai membri dell’Associazione. E’ riunita ogni volta che si manifesti necessario dal presidente dell’Associazione. Sulle mozioni assembleari ci si pronuncia con appello nominale. La maggioranza richiesta è quella assoluta dei membri.
Articolo 8
Consiglio direttivo: è composto da cinque membri eletti dall’Assemblea dell’Associazione. Tre dei cinque sono scelti tra i fondatori dell’Associazione. Il consiglio direttivo delibera all’unanimità l’accettazione dei membri e degli aderenti. Il consiglio, cui compete l’amministrazione, si riunisce ogni volta ne sia fatta richiesta da almeno tre dei suoi membri o il presidente lo ritenga necessario. La maggioranza per le deliberazioni del consiglio direttivo è quella qualificata di due terzi. Il consiglio direttivo delibera all’unanimità eventuali modifiche al regolamento dell’Associazione.
Articolo 9
Presidente: il presidente è nominato dal consiglio direttivo e rappresenta l’Associazione. In caso d’urgenza il presidente delibera in luogo del consiglio, salvo sollecitazione della ratifica alla prima riunione del consiglio. 


SCHEMA DELLA DOMANDA DI ADESIONE ALL'ASSOCIAZIONE

Domanda di adesione del Signor:

Cognome: ……………………………….. …………………….Nome…………………………………


Via/piazza/numero:……………………………………………………………………………………….


Città/cap:……………………………………………………………………………………………………


Telefono abitazione/fax/cellulare:………………………………………Nato il……………………..

a:……………………………………………………………………………………Provincia……………






Data:………………………………………………………………Firma:…………………………………………………………………….




 NUOVA ADESIONE



 SCELTA IN QUALITA’ DI ADERENTE
(sono aderenti all’Associazione “Comitato di Liberazione Fiscale per l’Italia” le persone che condividono, anche solo in parte, le finalità e i criteri dell’Associazione. Valutano positivamente l’attività per il comune beneficio cui è ordinata e manifestano la propria adesione, intendono contribuire moralmente a tale beneficio (se lo desiderano anche materialmente), e porre il prestigio derivante dalla propria competenza e autorevolezza professionale – culturale – civile – religioso al servizio degli inviolabili diritti naturali e delle libertà sociali e politiche.

 SCELTA IN QUALITA’ DI MEMBRO
(acquistano la qualità di membri dell’Associazione le persone che ne condividono le finalità ed i criteri operativi; cooperano all’attuazione delle iniziative dell’Associazione; cooperano per il proseguimento delle finalità dell’Associazione).



Firma il Presidente dell’Associazione per accettazione:………………………………..



(Le assicuriamo che, col suo consenso, i suoi dati saranno trattati da parte di A.C. per Merate con estrema riservatezza e non verranno divulgati o ceduti a terzi) - informativa sull’utilizzo dei dati personali - legge 196 del 30.06.2003.