martedì 11 dicembre 2012

LA MIA PRIMA MESSA ANTICA : "TORNATE ALL'ANTICO E SARA' PROGRESSO " (Giuseppe Verdi)

Da facebook ho preso questa mirabile ed edificante testimonianza di un giovane fedele :

"Son passati quasi dieci anni dalla prima messa antica a cui partecipai. 
Fu una messa dal sapore catacombale, celebrata a casa di alcune mitiche sorelle, indefesse e coraggiose apostole del rito di sempre. Provenivo da oltre 30 anni di Novus Ordo e della messa antica sapevo poco e nulla. 
Quella prima messa però, nonostante il mio grande interesse.....non mi piacque proprio. 
Stessa impressione alle messe successive: la messa antica non mi piaceva, la vedevo come un rito freddo, distante, chiuso, quasi ammuffito, ermetico, che escludeva i fedeli.
Mi fermai a riflettere e capii che essendo nato e cresciuto nel Novus Ordo....da questo ero condizionato. Compresi che non potevo usare la copia, il derivato, cioè il Novus Ordo, per valutare l'archetipo, cioè la messa di sempre. Intuii che dovevo rimboccarmi le maniche e mettermi a studiare la liturgia antica sia nella sua genesi storica che nel suo aspetto rubricale. 
Per poter capire qualcosa, bisogna conoscerlo. I primi libri di storia liturgica che mi capitarono per le mani erano di origine progressista e pertanto più che far conoscere la storia della liturgia antica.... la denigravano e ridicolizzavano esaltando la riforma liturgica postconciliare. 
Gli autori di quei testi più che far conoscere la liturgia antica, facevano conoscere il loro sentimento di disprezzo verso la liturgia, definita sprezzantemente preconciliare. 
Quei libri li buttai nel fuoco. E mi misi a ricercarne di più obiettivi, che grazie a Dio trovai presto. 
E fu così che man mano che approfondivo la conoscenza della storia della liturgia ne apprezzavo la profondità teologica, la grandezza spirituale e pure la bellezza estetica. 
Pian piano quel rito che sulle prime non mi piacque finì per conquistarmi completamente. 
Per poter apprezzare il rito antico, per poterne cogliere tutte le sfumature teologiche, per poter vivere di tutti i momenti mistici che esso offre.... è necessario averne una certa conoscenza. 
Detto in parole povere, il rito antico è come un forziere che non rivela lo splendore dei tesori che contiene se non a chi ha la chiave per aprirlo. 
Ecco perché molti non apprezzano il rito antico: non lo capiscono ( e non mi riferisco all'aspetto linguistico, cioè al latino, bensì all'aspetto rituale; un rito fatto in maggioranza di silenzio è chiaro che non viene compreso da un cattolicesimo malato di chiasso.
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Il sentimento di "rabbia" per esser stato defraudato della messa antica a me è venuto dopo, man mano che ne approfondivo la conoscenza. 
Piuttosto io avvertivo, da adolescente, uno stranissimo senso di vuoto nel partecipare alla messa nuova; mi sentivo letteralmente "riempire di vuoto". 
Eppure non ho dovuto subire abitualmente abusi liturgici. 
Le messe della mia parrocchia procedevano sempre allo stesso modo, nella più completa banalità, con gli stessi canterelli insulsi, senza un briciolo di sacralità, ma anche senza abusi. 
Solo una volta un novello gruppo parrocchiale organizzò una messa più "spinta" con tamburelli e battimani ed in quella occasione ricordo che nell'ascoltare quei canti ritmati col battimano mi sentii il sangue ribollire nelle vene e subito dopo il vangelo presi il mio turibolo (meno male che non lo diedi in testa a nessuno) e me ne andai in sacrestia sbattendo talmente forte la porta che la gente pensò ad una bomba. 
All'offertorio il parroco mandò a chiamarmi dicendo di portare il turibolo per l'incensazione e gli feci rispondere che se voleva il fuoco doveva venire lui a prenderlo perché io non glielo preparavo di certo. 
A parte questo unico episodio, per decenni ho partecipato a messe nuove "normali" nella loro mediocrità.
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... a me la Messa tradizionale é sempre piaciuta, anche senza che la conoscessi... 
La prima ed unica Messa tradizionale alla quale ho avuto la grazia di partecipare era letta, e mi é andata benissimo così... forse perché in fondo avevo già leggiucchiato qualcosa sulla liturgia e sapevo più o meno cosa aspettarmi, oltretutto, mi ha colpito il grande SILENZIO, finalmente! 
Se fossi stato al tuo posto, altro che la porta avrei sbattuto...
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Ciò che condiziona, e pure molto, è che i due riti, quello antico e quello nuovo, (oggi più che di due riti si dovrebbe parlare di due forme del medesimo rito) hanno due metodologie comunicative diametralmente opposte tra loro. 
Il rito nuovo è essenzialmente verbale, talmente verbale da esser verboso: per comunicare cioè usa in maniera quasi esclusiva la parola. 
E' vero che la comunicazione verbale è esclusiva umana, ma questo non significa che tra gli esseri umani la comunicazione verbale sia l'unica o la più alta. Indubbiamente è una forma alta, molto alta di comunicazione, ma ci sono altre forme addirittura più dirette ed eloquenti. 
Uno sguardo, un gesto anche impercettibile, parlano spesso più di mille parole! 
Il rito nuovo cioè si limita ad usare uno solo dei molti modi di comunicazione, ed è per questo motivo un rito molto povero, mentre il rito antico usa una pluralità di mezzi comunicativi, caratterizzandosi quindi per tale sua ricchezza. Il silenzio, i gesti, le posizioni del corpo sono mezzi comunicativi ampiamente usati nel rito antico e sono molto eloquenti, spesso lo sono molto più delle parole. 
Nel rito nuovo è certamente previsto anche qualche momento di silenzio, ma anche a mettere in pratica i pochi momenti di silenzio espressamente previsti....inseriti come sono in un oceano di parole, praticamente finiscono per essere inespressivi. In più il silenzio previsto nel rito nuovo è di tipo passivo, cioè ci si ferma e si "fa" silenzio, mentre nel rito antico il silenzio è di tipo attivo, cioè non ci si ferma, ma il rito prosegue cambiando solo linguaggio. 
Nel valutare il rito antico siamo quindi troppo spesso condizionati, anche a livello di inconscio, dal rito nuovo".