Don Pierangelo oggi è stato ammesso a celebrare la Liturgia celeste nella  nuova Gerusalemme.
Chi prenderà il Suo posto sull'Altare  "in questa valle di lacrime"?
Dona ei Domine refrigerii sedem et quietis beatitudinem. Requiescat in pace.
“Io sono il primo e l’ultimo e il vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi”.  
Così,
 il Risorto si rivela all’apostolo Giovanni, che ne è il testimone e 
l’annunciatore a noi. 
E’ la splendida realtà della Pasqua, l’annuncio 
che il mondo attendeva dai secoli eterni. 
Dio, in Gesù, ci ha dato 
salvezza, comunione con lui, quindi la vera vita. 
E’ il magnifico 
destino dell’uomo, di ogni uomo, fatto per unirsi al suo creatore e 
godere della stessa gloria. 
Vocazione sublime, intralciata dalla colpa, 
ma ridiventata possibile per chi accetta, con Cristo, di passare dalla 
morte alla vita. 
Egli infatti “spezzando i vincoli della morte è risorto vincitore dal sepolcro e ha ricongiunto la terra al cielo e l’uomo al suo creatore” (Preconio Pasquale). 
(9 aprile 1983, Incipit dell'omelia della prima Santa Messa di don Pierangelo)
