giovedì 10 agosto 2017

Medjugorje, Medjugorje, Medjugorje... ma non ce la facciamo !

Ogni promessa è un debito.
Avevamo promesso ad alcuni fervidissimi "
gospari" medjugoriani che
avremmo scritto qualcosa  sul grande evento estivo chiamato "Festival dei giovani"  allentando un poco  le nostre "rigide" posizioni che combaciano sempre con quelle della  Santa Madre Chiesa.
Cosa c'è di meglio che attingere il testo da un qualificatissimo sito cattolico  affidandoci alla saggezza di una giornalista che ci dona di frequente anche dei mirabili studi di arte e spiritualità cattolica?
Eppure.... non ne l'abbiamo fatta...
Non ce l'abbiamo fatta...
Neppure la Giornalista e studiosa Benedetta Frigerio è risultata del tutto immune dal virus propagato dalla possente organizzazione propagandistica dei gospari medjugoriani...
Per questo, continuando prudentemente e ostinatamente a seguire le indicazioni della Santa Madre Chiesa, ci siamo avvalsi della facoltà di postare solo alcuni passi  di un articolo della Dott.ssa Frigerio ( sotto linkato).
Sottolineiamo però un aspetto positivo che ci è stato riferito: il miglioramento dello "stile" celebrativo nelle liturgie di Medjugorie attraverso  l'uso frequente della lingua liturgica latina, confermatasi (ora e sempre) alfiere e vessillifera della buona liturgia.
AC


Viaggio al Festival dei Giovani di Medjugorje: 
nel silenzio Dio sta rinnovando la Chiesa
di Benedetta Frigerio



Le cose più grandi avvengono lentamente, nel silenzio. Fuori dal caos del mondo moderno a cui i cristiani sono chiamati a resistere anche liberandosi della tv, della musica che stordisce, dei dispositivi tecnologici a cui siamo continuamente connessi. 
E’ così che si riesce a sentire la voce di Dio. 
Sono alcune delle riflessioni scritte dal cardinal Robert Sarah nel suo ultimo libro “La forza del silenzio” e lette alle 5 di mattina in viaggio verso Medjugorje, dove settimana scorsa, come ogni anno durante la prima settimana di agosto, si è svolto il Festival dei Giovani.

Il caldo torrido, che alle 14.30 supera i 50 gradi, fa sembrare il paesino dell’Erzegovina dove la Madonna appare da 36 anni come un sito fantasma. 
C’è un grande silenzio, appunto. 
La gente è ritirata nelle pensioni a mangiare in attesa che il Festival, durato dalle 9 fino alle 12, ricominci alle 17 per concludersi alle 22. 
A pranzo vicino a noi un “omone" dagli occhi azzurri e buoni mangia solo. 
Istintivamente viene da coinvolgerlo e fra una frase e l’altra pronunciata in francese capiamo che era un ex barbone, poi boxer, che “ho rubato e anche ucciso, poi mi sono convertito”. 
Sono passati circa trent’anni da allora, sebbene le sue mani siano piene di ferite che paiono ancora vive. 
Scopriamo di conoscerlo e di aver letto di lui. Il suo nome è Tim Guenard, legato al palo della luce a tre anni dalla madre che lo abbandonò senza versare una lacrima e picchiato dal padre fino al sangue, padre "che provai ad uccidere”. 
Oggi grazie all’amore di una donna (sua moglie da cui ha avuto 4 figli), della Madonna e di Gesù, ha perdonato i suoi genitori e aiuta chi è si è perso a tornare a vivere: “Dio mi ha donato la grazia di riuscire a guarire il cuore delle persone”. Tim ha raccontato la sua storia il giorno precedente, 3 agosto, di fronte a migliaia di giovani.

Medjugorje Festival dei Giovani

Verso le 15.30 i confessionali adiacenti alla parrocchia del paese sono già colmi di sacerdoti che, rigorosamente in talare o clergyman, sopportano un caldo tale da aver impedito ai pellegrini di salire i monti delle apparizioni nelle ore calde del giorno (a migliaia li hanno quindi scalati la notte). 
Durante la confessione di un frate, Emiliano, si sente ripetere quanto letto la mattina: “Il silenzio è necessario per chi vive una vita attiva, solo il silenzio profondo ci fa sentire il sussurro di Dio. Ho scritto un libro su questo si intitola "Silenzio: maestro dei maestri”". 
Alle 17, la testimonianza di una suora che ricorda la sua adolescenza, l’ossessione della perfezione fisica, la magrezza estrema, i pensieri continui e angosciosi che la tormentavano. 
Poi negli anni Novanta, l’incontro a Medjugorje con suor Elvira (fondatrice ella comunità di recupero Il Cenacolo): “La madre mi insegnò a pregare il Rosario a fare adorazione eucaristica. Così la Madonna mi liberò dai pensieri di morte e mi fece conoscere la felicità”. La donna infine ha il coraggio di provocare la libertà dei giovani presenti chiedendo loro di non soffocare la chiamata al sacerdozio o alla vita religiosa “se questa è la volontà di Dio”.

Alle 18 comincia il Rosario e la piazza di fronte all’altare esterno della basilica (la chiesa parrocchiale è già diventata basilica?  Medjugorie ha uno status canonico indipendente da Roma? N.d.R.) si riempie sempre più. 
All'inizio della seconda corona (18.30) saranno già presenti circa 30 mila persone.
Alle 19 la Messa cantata ne ospita 40 mila. 
I sacerdoti concelebranti solo oltre 700. 
Il silenzio alternato ai canti e alla liturgia in croato impressionano per la regalità con cui si onora Cristo presente sull’altare. 
I giovani partecipano con un fervore impressionante, aiutati dalle radioline che offrono la traduzione in 23 lingue. 
La consacrazione eucaristica in latino ne vede a migliaia in ginocchio. 
Dopo la Comunione la volta ormai stellata sovrasta centinaia di uomini e donne raccolti in una preghiera profonda. 
Il cuore pare volare in alto (o forse è il cielo ad essere sceso in terra) grazie a tanto fervore. 
E i canti finali sono un’esplosione di gioia composta, perché piena di una pace raggiunta dopo ore di orazione di tutto il popolo. 
E' una pace che chiede tempo e che è quasi sconosciuta all’uomo moderno. 
Il Cardinal Sarah ha ragione: è questo il segreto della felicità che l’uomo moderno cerca, sbagliando, nell’evasione. 
Perciò viene spontaneo domandare con forza la grazia di una rinnovata fedeltà alla preghiera profonda.



Il giorno successivo, il 5 agosto, Medjugorje festeggia il compleanno della Madonna. ... OMISSIS

Dopo il Rosario e la Messa si attende l’apparizione della Madonna. ... OMISSIS

Di qui la speranza di un seme che si salva crescendo senza far rumore e la necessità di pregare finché, come ha ripetuto spesso la Madonna, “la preghiera non diventi gioia”. Mentre scendiamo la gente continua a ripetere l'Ave Maria, c'è chi si fa benedire dai sacerdoti presenti. 
Ci avviciniamo e mentre le mani del prete si poggiano sulle nostre teste, sentiamo con sorpresa le parole di chi, pur sconosciuto, sembra sapere nei dettagli chi siamo. 
Alle 5 della domenica partiamo mentre il sole si leva rosso. 
Il silenzio è interrotto solo da una flebile e lontana cantilena: sul monte Krizevac, sotto la croce, il Festival si sta concludendo con la Messa. 
La nostalgia della partenza, proprio nel giorno della Trasfigurazione del Signore, si unisce alla certezza rinnovata che il Paradiso, di cui in questo luogo prediletto si gusta l’anticipo con un’intensità unica, esiste. 
Il Signore nella confusione dei tempi e di una Chiesa la cui barca “si è riempita fino quasi a capovolgersi”, come ha detto di recente papa Benedetto XVI ( il Papa emerito N.d.R.), sta costruendo il suo Resto e il suo Regno lentamente, in silenzio. 
E allo stesso modo lo costruisce in noi. 
Si rinnova così il desiderio della preghiera profonda. 
Il desiderio di stare davvero e sinceramente con Dio attraverso sua madre.


Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana  ( QUI )

Foto: Gloria Callarelli