lunedì 11 settembre 2017

Card. Caffarra: quanto più la mondanizzazione della Chiesa avanza, tanto più si oscurano la verità del peccato originale e la fede nella necessità della redenzione

Pubblichiamo la parte finale de

Il testamento spirituale di Caffarra:
«Urgente che la Chiesa ponga fine al silenzio sul soprannaturale»
   

di Carlo Caffarra*

Una relazione lucida, appassionata. 

Ecco il testo che il cardinale Carlo Caffarra aveva preparato per la Nuova Bussola Quotidiana pochi giorni prima di morire. 

Lo scritto, intitolato "Ricostruzione dell'umano" doveva essere presentato da lui proprio ieri ed è stato letto nel corso della Giornata della Nuova BQ che si è svolta al Centro Francescano Rosetum di Milano. 

Una giornata che ha visto l'avvicendarsi di storie e testimonianze sulla vita e sulla famiglia per ricostruire l'umano

E ricostruire l'umano è stata la traccia sulla quale Caffarra ha sviluppato la sua lectio magistralis, che ha acquisito così un valore maggiore, di testamento spirituale essendo l'ultimo scritto pubblico preparato da Caffarra. 

Un testo nel quale il cardinale già arcivescvovo di Bologna ha ripercorso le cause della distruzione dell'umano nella nostra società che partono dal non riconoscere più la coscienza morale come obbligo, arrivando a proporre come luogo della ricostruzione il punto in cui la verità si interseca con la libertà. 

Quel punto è la grazia di Gesù Cristo e le storie di ieri ne sono la vivida rappresentazione ed esperienza. 
***
Dividerò la mia riflessione in due parti
Nella prima cercherò di riflettere su ciò che costituisce la distruzione dell’umano e su alcuni principali fattori di questa distruzione. 

Nella seconda parte risponderò alla domanda: chi ricostruisce l’umano?

LA DISTRUZIONE DELL’UMANO.
Partiamo da una pagina drammatica del Vangelo: il tradimento di Pietro. 
Lo leggiamo nella versione marciana [cfr.Mc.14,66-72].
In che consiste il tradimento di Pietro? 

 ...  (sotto il link per leggere tutto l'Articolo N.d.R.)

CHI RICOSTRUISCE L’UMANO
Inizio questa seconda parte della mia riflessione da una metafora. 
Due persone stanno camminando sull’argine di un fiume in piena. 
Uno sa nuotare, l’altro no. 
Questi scivola e cade nel fiume, che sta travolgendolo. 
Tre sono le possibilità che l’amico ha a disposizione: insegnare a nuotare; lanciare una corda raccomandargli di tenerla ben stretta; buttarsi in acqua, abbracciare il naufrago, e portarlo a riva.

Quale di queste vie ha percorso il Verbo Incarnato, vedendo l’uomo trascinato all’auto-distruzione? 

La prima, risposero i Pelagiani, e rispondono tutti coloro che riducono l’evento cristiano ad esortazione morale. 

La seconda, risposero i Semi-pelagiani, e rispondono coloro che vedono grazia e libertà come due forze inversamente proporzionali. 

La terza, insegna la Chiesa. 
Il Verbo, non considerando la sua condizione divina un tesoro da custodire gelosamente, si gettò dentro la corrente del male, per abbracciare l’uomo e portarlo a riva. 
Questo è l’evento cristiano.

Chiediamoci: a quale profondità la ricostruzione dell’umano deve cominciare? 

Al punto dove si incrociano verità e libertà. 

Il male della persona umana in quanto tale è il male morale, poiché esso colpisce il soggetto personale. 

La ricostruzione dell’umano o comincia a questo livello o sarà sempre   semplice chirurgia estetica. 

L’atto redentivo di Cristo, accaduto una volta per sempre sulla Croce, e sacramentalmente sempre presente ed operante nella Chiesa, guarisce precisamente quella lacerazione del soggetto dalla quale ha origine la devastazione dell’umano. 

E la Chiesa esiste per questo: per rendere presente qui ed ora l’atto redentivo di Cristo. “Ricordati che Gesù Cristo…è risuscitato dai morti” [2Tim. 2,8] scrive Paolo al suo discepolo Timoteo. 
Guai se la memoria della Chiesa ha altri contenuti!

Ma in che cosa consiste precisamente la ricostruzione dell’umano, operata mediante la Chiesa dall’atto redentivo di Cristo? 

La teologia la chiama “giustificazione del peccatore”. 

E’ l’operazione che Dio mediante il dono dello Spirito, compie nella persona che si riconosce davanti a Lui ingiusta. 

Sentite che cosa scrive il b. Antonio Rosmini. 
"L’operazione di Dio nell’interiore dell’uomo, questa operazione di grazia è un dogma del cristianesimo; è propriamente quel dogma fondamentale su cui il cristianesimo stesso si erige come sua base,...è l’essenza di essa religione soprannaturale". [Antropologia soprannaturale, Opere vol.39, pag. 68]. 

Chi ricostruisce l’umano? 

La grazia di Cristo. 

Bisogna ritornare a dirlo, chiaramente; a dire che questo è il cristianesimo.
Il Signore Risorto ha un rapporto reale col mondo, rapporto che richiede, da parte dei discepoli, di essere tradotto nella prassi cristiana. 

Questo rapporto reale accade ogni volta che celebriamo un sacramento della fede. 

I sacramenti infatti sono l’avvenimento cultuale della presenza corporea di Cristo nel nostro mondo.

Vorrei ora riprendere brevemente il concetto appena formulato: trasporre nella prassi il rapporto di Cristo colla persona e col mondo. 

Solo alcune riflessioni generali.
  • E’ di urgenza drammatica che la Chiesa ponga fine al silenzio circa il soprannaturale. 
  • Quanto più la mondanizzazione della Chiesa avanza, tanto più si oscurano nella coscienza del popolo cristiano la verità del peccato originale e la fede nella necessità della redenzione: i due cardini sui quali si svolge tutta la proposta cristiana.
  • E’ necessario donare alla ragione la sua dignità regale. Non basta una fede esclamata ma non interrogata, una fede detta ma non pensata. 
  • Ciò che ho chiamato “trasposizione del rapporto reale di Cristo col mondo nella prassi del discepolo” è in gran parte una fatica della retta ragione. 
  • Anche su questo i Padri della Chiesa sono esemplari.
  • Infine ma non dammeno, è urgente la proposta chiara, netta, di una vera educazione cristiana dei bambini e dei giovani.
CONCLUSIONE
Concludendo, faccio una costatazione. 
Tutto ciò che costituisce ciò che noi chiamiamo “civiltà occidentale”, conduce all’ateismo o all’espulsione della religione dall’orizzonte della vita. In una parola: è una civiltà atea ed immanentistica. 
La contraffazione che ha subito il concetto e l’esperienza della coscienza morale è il sintomo patologico diagnosticamente più inequivocabile.
Partendo da questa constatazione, faccio la prima riflessione conclusiva. 
La Chiesa tutta ha come suo dovere primario di denunciare questa distruzione dell’umano dovuta all’espulsione di Dio dall’orizzonte della vita. "La Chiesa deve denunciare la ribellione [= costruzione della persona senza Dio. Nota mia] come il più grave di tutti i mali possibili. Non può scendere a patti, se vuole essere fedele al suo Maestro; deve bandirla ed anatemizzarla" [J. H. Newman, Apologia pro vita sua, ed. Jaka boock, pag. 264]. 

Sarebbe una grave evasione dalla sua missione, parlare spesso d’altro ed esortare sovente aad altro, per assicurarsi il consenso del mondo.

La seconda riflessione conclusiva
Pascal dice che nessuno ha parlato così male dell’uomo come il Cristianesimo, e nessuno così bene. 

E pertanto non bastano provvedimenti esterni, come la predicazione e l’insegnamento, che pure sono necessari. 

C’è bisogno di una forza rigeneratrice, che viene dall’alto mediante la Chiesa. 

La vera ricostruzione dell’umano deve partire dalle sorgenti stesse del pensiero e dell’agire libero; cioè dalla sostanza stessa dell’io. 

In breve, viviamo un momento di lotta, da cui nessuno deve disertare, poiché ciascuno   ha comunque almeno una delle tre armi: la preghiera, la parola, la penna. 

E restare in pace: “I miti possederanno la terra”.

*Cardinale arcivescovo di Bologna (1938-2017)

Tutto l'Articolo e fonte: La Nuova Bussola Quotidiana ( QUI )