mercoledì 15 novembre 2017

L'obbligo di servire i poveri: " nel fascino della testimonianza, sostenuta dalla grazia" (Papa Francesco)

E' la nostra stessa fede cristiana che ci fa stare sempre e comunque  dalla parte dei poveri:  lenire, nel modo con cui possiamo farlo, le sofferenze che  affliggono la povera gente è una liturgia di lode al Signore!
 
Questa è la nostra fede indissolubilmente legata al Santo Sacrificio dell'Altare perchè è l'Eucaristia che genera e diffonde il santo zelo di soccorrere tutti coloro che si trovano in difficoltà.

Questa è la nostra fede resa ancor più splendente dalla corona di gloria che la carità suscita nel cuore dei fedeli!

Questa è la nostra fede  che ci rende ricchi ogni qualvolta con animo puro rivolgiamo a coloro che stanno in difficoltà.

Siamo noi i veri privilegiati dalla carità nella stessa misura che la  rivolgiamo agli altri.

Il video che postiamo è il sunto di questo inscindibile connubio: Eucaristia-servizio ai poveri attuato quotidianamente a Bologna in modo semplice ed efficace dall'agostiniano  padre  Domenico Vittorini.

Padre Domenico prega, studia, canta e suona ma soprattutto dona buona parte del suo tempo a coloro che hanno bisogno! 

Questo fanno ed hanno sempre fatto i Consacrati soprattutto i religiosi e le religiose di ogni epoca!
Per questo i Consacrati sono odiati dal mondo perchè il potere mondialista e capitalista avversa la carità cristiana che viene dal Cuore Eucaristico di Gesù!

L'intercessione di Maria Santissima e dei Santi ci faccia progredire in questo santo proposito di servire sempre e dovunque i poveri!
 AC


Opzione per i più poveri 
[…] sentivo tutta la verità di ciò che aveva testimoniato il giovane Francesco: solo quando si avvicinò ai più poveri, al suo tempo rappresentati soprattutto dai malati di lebbra, esercitando verso di loro la misericordia, sperimentò «dolcezza di animo e di corpo» (Testamento, FF 110). 

Il nuovo Santuario assisano nasce come profezia di una società più giusta e solidale, mentre ricorda alla Chiesa il suo dovere di vivere, sulle orme di Francesco, spogliandosi della mondanità e rivestendosi dei valori del Vangelo. 

Ribadisco quanto dissi nella Sala della Spogliazione: «Tutti siamo chiamati ad essere poveri, a spogliarci di noi stessi; e per questo dobbiamo imparare a stare con i poveri, condividere con chi è privo del necessario, toccare la carne di Cristo! Il cristiano non è uno che si riempie la bocca coi poveri, no! E’ uno che li incontra, che li guarda negli occhi, che li tocca». 

Oggi è più che mai necessario che le parole di Cristo caratterizzino il cammino e lo stile della Chiesa. 
Se in tante regioni del mondo tradizionalmente cristiane si verifica un allontanamento dalla fede, e siamo pertanto chiamati a una nuova evangelizzazione, il segreto della nostra predicazione non sta tanto nella forza delle nostre parole, ma nel fascino della testimonianza, sostenuta dalla grazia. 

E la condizione è che non disattendiamo le indicazioni che il Maestro diede ai suoi apostoli nel discorso sulla missione, facendo insieme appello alla generosità degli evangelizzatori e alla premura fraterna nei loro confronti: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento» (Mt 10,8-10).
(Lettera di Papa Francesco – 16 aprile 2017 )

Desidero qui segnalarne uno: l’opzione, o amore preferenziale per i poveri. 

É, questa, una opzione, o una forma speciale di primato nell’esercizio della carità cristiana, testimoniata da tutta la Tradizione della Chiesa. 

Essa si riferisce alla vita di ciascun cristiano, in quanto imitatore della vita di Cristo, ma si applica egualmente alle nostre responsabilità sociali e, perciò, al nostro vivere, alle decisioni da prendere coerentemente circa la proprietà e l’uso dei beni. 

Oggi poi, attesa la dimensione mondiale che la questione sociale ha assunto, questo amore preferenziale, con le decisioni che esso ci ispira, non può non abbracciare le immense moltitudini di affamati, di mendicanti, di senzatetto, senza assistenza medica e, soprattutto, senza speranza di un futuro migliore: non si può non prendere atto dell’esistenza di queste realtà. 

L’ignorarle significherebbe assimilarci al «ricco epulone», che fingeva di non conoscere Lazzaro il mendico, giacente fuori della sua porta 77 (Lc 16,19). La nostra vita quotidiana deve essere segnata da queste realtà, come pure le nostre decisioni in campo politico ed economico. 

Parimenti i responsabili delle Nazioni e degli stessi Organismi internazionali, mentre hanno l’obbligo di tener sempre presente come prioritaria nei loro piani la vera dimensione umana, non devono dimenticare di dare la precedenza al fenomeno della crescente povertà. 

Purtroppo, invece di diminuire, i poveri si moltiplicano non solo nei Paesi meno sviluppati, ma, ciò che appare non meno scandaloso, anche in quelli maggiormente sviluppati.

(San Giovanni Paolo II, Lettera enciclica SOLLECITUDO REI SOCIALIS, n. 42)



Fonte: Santuario della spoliazione di Assisi ( QUI )