sabato 9 marzo 2019

Lo zelotismo amaro: una delle malattie infantili dei tradizionalisti

Un giovanissimo giurista ci corregge garbatamente quando nel nome di una presunta purezza dottrinale e liturgica ci dimentichiamo di operare la carità reciproca ergendoci a super uomini ed a super giudici.
In fondo abbiamo postato anche  tre mirabili commenti (v.sotto) apparsi su un social a commento di questo significativo intervento.
E' anche vero, lo scriviamo per la nostra difficile auto-difesa, che sui blog e sui social  le nostre remore educative si frantumano dimostrando così il peggio di noi.

Una delle "malattie infantili"
dei cattolici tradizionali o tradizionalisti
è lo zelo o zelotismo amaro

Una delle "malattie infantili" della parte di mondo cattolico definibile tradizionale o tradizionalista (denominazioni e cause meriterebbero trattazioni ben più ampie) è quella definibile come zelo o zelotismo amaro, che fa vedere tutto in maniera distorta senza analisi o comprensione e che fa preferire l'akribia all'economia nell'interpretazione non solo dei canoni ma delle stesse situazioni contingenti; è una malattia (spirituale) che coinvolge o può coinvolgere tutti (scrivente compreso, perchè del resto Gesù non è venuto a dirci quanto siamo buoni, ma quanto siamo in realtà cattivi e bisognosi di pentimento). 
Non solo, ovviamente, le cose che devono essere giudicate e condannate se e quando necessario, ma anche tante altre situazioni che possono e devono essere giudicate in maniera diversa o anche più serena. 
L'ultimo caso è quello riguardante Bernardo Gianni, l'abate di San Miniato al Monte, in Toscana, scelto dal Papa come
predicatore quaresimale pontificio e curiale; una sua foto con un cappello floreale è bastata a scatenare le ire di certo mondo. 
Ora, è vero che esistono molti preti e perfino vescovi ridicoli (in passato soprattutto nel mondo nord-americano e germanico, ma ora pure in quello latino), con foto scattate durante le celebrazioni o le processioni, e in quel caso è giusto riprenderli e criticarli; ma in questo singolo caso concreto, come alcuni hanno fatto notare, l'abate Gianni aveva indossato questo cappello, la cui linea sarebbe prodotta da una signora che ha creato un'associazione per divertire i bambini malati di cancro, all'infuori di una celebrazione, per mostrare vicinanza e solidarietà alla signora e soprattutto ai bambini malati in questione. 
Questo è segno, oltre che della mancanza di ragione e analisi (e il cattolicesimo non è fideismo o sentimentalismo, ma adesione razionale e ragionevolezza), anche della mancanza di vita sociale e comunitaria e soprattutto di compimento di opere di carità e misericordia corporale, che attanaglia questo mondo; perchè chi ha a che fare con i bambini e i ragazzi, specie se malati, si traveste e si diverte volentieri per e con loro (a meno che vogliamo accusare anche giganti come San Filippo Neri o Don Bosco, i quali, fuori dalle celebrazioni e fuori anche dalle loro mortificazioni, erano allegri e spiritosi).
La Quaresima è tempo di pentimento, preghiera e carità, oltre che di mortificazione e digiuno, i quali, senza appunto la carità, a nulla servono; e se arriviamo a tali punti, vuol dire che ci meritiamo eccome come punizione non solo e soprattutto non tanto il Papa regnante (che forse, in certe sue critiche, ha pure ragione, e il dargli ragione non significa accettare acriticamente tutto quanto fatto e detto in questo pontificato), ma il codazzo di gente come Galantino, Paglia e Spadaro o i vescovi che sopprimono le Messe antiche, ce li meritiamo tutti come giusta punizione...
R.D.A.

"Tutto è immondo per chi, per deformazione farisaica, guarda con occhio malevolo le azioni altrui..."

"Soprattutto la parte che evidenzia come certe stupide critiche sembrano essere mosse in odio a Santa Madre Chiesa e non per correggerne eventuali errori"

"Anche io ho tristemente notato la stessa patologia; la forte tentazione, quella del "mito della purezza", che ossessiona il mondo della Tradizione e che ha (lo confesso) riguardato anche me quando la Tradizione l'ho conosciuta e ne sono stato sedotto. Si rischia però di cadere in una specie di farisaismo consistente nel "godimento della Legge" che, tra l'altro, impedisce la santificazione stessa dell'anima la quale si imprigiona nell'osservanza rassicurante dei comandamenti ma, non sia mai, dovesse commettere un'imperfezione, casca il mondo.
Come mi disse, un po' di tempo fa il mio confessore, che tra l'altro è della FSSPX, si rischia di diventare giansenisti o malati di mente. 
La soluzione è instaurare, sempre di più, una relazione intima col Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria e, comprendendo che noi, in primis, abbiamo sempre bisogno di essere perdonati perché santi non lo siamo affatto, avremo finalmente misericordia degli altri.
I santi, d'altronde, che erano estremamente equilibrati, erano ortodossi fino al midollo, zelanti nella penitenza e ardenti nella carità e nella misericordia".