martedì 16 febbraio 2021

Quei pochi Sacerdoti "double face" (voltagabbana) che per la bramosia di potere attaccano i "tradizionalisti"

Premessa. Non abbiamo fatto mai degli sconti a “quei fratelli che, sicuramente animati da buona fede, reagiscono, spesso in modo composto, al clima nauseante della discarica progressista/modernista piazzata all'interno della Chiesa. La presunta reazione cattolico-tradizionale è simile, nei modi , alla concausa modernista/progressista perché si muove scompostamente come "lotta continua" senza discernere ( o facendo finta di ignorare) quel che attualmente c'è di buono nella Chiesa.” 
Per questo, ancora una volta, ci dissociamo siceramente dalle brutte espressioni, ineducate, contro i Consacrati che la Provvidenza ha posto come "sentinelle della Chiesa".
Non possiamo fare a meno di notare però lo strano zelo che caratterizza alcuni, pochi "don" che debbono tutto alle sane devozioni proprie del "mondo tradizionale" che mostrano vistosamente ( troppo vistosamente) il loro cambiamento di rotta arrivando persino ad accusare di ogni cosa i loro fratelli legati all'antica liturgia. 
Non c'è niente da eccepire se nel corso della propria missione sacerdotale un giovane prete “migra” dalle posizioni cosiddette tradizionaliste a quelle progressiste per la prospettiva di venire finalmente catapultati da una parrocchia di periferia alla gloriosa curia romana. 
Siamo pure perfettamente d’accordo con quel che ha sottolineato Mons. Nunzio Galantino: “Nel Dizionario Tommaseo-Bellini (1861) si legge: La ambizione non è dannabile; né da vituperare quello ambizioso che ha appetito d’avere gloria co’ mezzi onesti e onorevoli”. Questo sguardo positivo considera l’ambizione un ingrediente vitale che plasma la vita e le scelte di chi ritiene di avere davanti a sé mete da raggiungere e obiettivi da realizzare. Solo gli spiriti sazi infatti hanno smesso di nutrire ambizioni. …” (Cfr.Mons. Nunzio Galantino QUI
Pur apprezzando gli equilibrati desideri di "arricchire" nello spirito della parabola dei talenti, in funzione cioè delle proprie capacità di custodire e far fruttificare propria situazione, nutriamo dei dubbi sulla genuinità degli attacchi di quei "don" contro i fratelli "tradizionalisti": l’ansia dell'agognata promozione romana può provocare uno sragionamento che non ha nulla di evangelico. 
Il Papa, lo ha detto più volte, non ama l"ossequio al Prence" : il lecchinaggio, l'autocastrazione mentale e la trasformazione in "cloni" del Prence preferendo così rinunciare alla cristiana dignità di uomini liberi. 
Il Santo Padre si è più volte rivolto energicamente verso coloro che "E per favore, e questo da fratello, da padre, da amico, fuggite dal carrierismo ecclesiatico: è una peste! ... Amare con tutto il tuo cuore significa farlo senza riserve e senza ambiguità senza falsi interessi, senza cercare il successo personale o la carriera. La carità pastorale presuppone di entrare in contatto con l’altro, comprendendolo, accettandolo e perdonandolo di cuore" (Cfr. Papa Francesco QUI
 
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