lunedì 26 marzo 2012

MONS.MARCEL LEFEBVRE E IL MAGISTERO CHE È LA "FORMA" IN ATTO DELLA TRADIZIONE: INCOMPRENSIBILE E, QUINDI , IRRECEPIBILE AL DI FUORI DI ESSO.



Gli Amici di Facebook  ieri hanno messo sulla mia bacheca una foto di Sua Eccellenza Mons. Marcel François Lefebvre  (Tourcoing, 29 novembre 1905 – Martigny, 25 marzo 1991) nell’anniversario del giorno della sua morte.
L'apprezzato gesto degli amici di Facebook   mi ha ricordato quando ebbi l’onore di baciare l’anello episcopale di Monsignore  a Trento dove il Prelato si trovava per tenere una Conferenza  alla fine degli anni ’70.
Io ero solo un ragazzino di una delle provincie più papaline, direi ancora sotto lo Stato Pontificio .   
Osai allora sfidare i dinieghi di mia madre, che si fidava solo del giudizio dei preti e partii per la lontana  Trento triste per l'atteggiamento negativo di tutti coloro che non volevano che io potessi  ascoltare di persona il "vescovo ribelle" di cui tutti scrivevano male, soprattutto nella "stampa allineata".
In quegli anni terribili Monsignore, che era stato sbrigativamente bollato come "vescovo ribelle", costituiva   effettivamemente l’antidoto contro la dilagante autodistruzione  della Chiesa Cattolica.
Le chiese stavano già chiudendo e tanti preti stavano gettavano alle ortiche la sacra veste,già  abbandonata da anni. 
L'esodo di centinaia di suore dagli ospedali, dagli asili e dalle scuole già cattoliche , i conventi e i monasteri abbandonati… sottolineò
il  crollo della civiltà cattolica :  dalla musica sacra all’architettura religiosa... 
Eppure un Vescovo, già missionario, osò sfidare il pactum sceleris, l'innaturale e perverso accoppiamento fra il progressismo cattolico e il potere mondialista ( ovviamente anti-evangelico), con la sola forza della fede , della preghiera e della tradizione dei padri.
Quello sfascio a cui ha resistito quell'umile e ispirato Vescovo cattolico era effettivamente il  frutto del Concilio Vaticano II o dell’interpretazione errata che venne data a quel la Sacrosanta assise ?
Angosciante quesito al quale non ci sono ancora delle risposte univoche.
Per merito dell'audace e sacratissima resistenza all'infame ed infernale pactum sceleris Mons. Lefebvre divenne non solo un simbolo ma una ferma colonna su cui aggrapparsi per non farsi trascinare dal forte vento di bora post conciliare.
Che il Concilio Vaticano II fu male interpretato è una realtà alla quale, purtroppo, non esiste ancora un efficace antidoto anche se
Papa Benedetto XVI  nel famoso discorso alla Curia Romana del 2005, in cui compare il  concetto dell’ermeneutica della continuità, e  con la promulgazione del Motu Proprio Summorum Pontificum  ha reso onore alla Verità .
La Messa della Chiesa di sempre non poteva rimanere "ostaggio" di qualche gruppo ma doveva continuare ad essere faro per tutta la Chiesa.
Il Papa ha sempre avuto le idee chiare sulla Liturgia.
Potete leggere per esempio di Benedetto XVI “La mia vita: autobiografia” (edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2005) il capitolo sugli anni a Regensburg. 
Il Papa  è favorevole alla riforma liturgica chiesta dal Concilio, con l’intenzione di revisionare il Messale e soprattutto di dare uno spazio maggiore alle lingue nazionali però osserva :
«Ero costernato della proibizione del vecchio Messale perché una cosa del genere non si era mai verificata in tutta la storia della liturgia». 
Il Messale di S. Pio V era soltanto «una revisione come tappa in una lunga storia di crescita ».
La riforma liturgica, avvenuta dopo il Concilio, terminato nel 1965, fu invece una costruzione nuova in tensione con la storia organicamente sviluppata. 
La liturgia non sembrava più il risultato di una crescita organica, bensì il «prodotto di un lavoro dotto e di competenza giuridica». Si creava l’impressione che le autorità ecclesiali “facessero” la liturgia.
Dove la liturgia viene sperimentata non come mistero, bensì come prodotto fatto da noi, arriva una crisi. 
Scrive ancora Benedetto XVI nella sua autobiografia: «Io sono convinto che la crisi della Chiesa d’oggi viene soprattutto dal declino della liturgia. Abbiamo bisogno di un nuovo movimento liturgico che richiami in vita l’eredità vera e propria del Vaticano II».
Per facilitare quanto il Papa chiama la futura «riforma della riforma » (liturgica), ci vuole l’esperienza concreta con l’antica liturgia capace di  sperimentare il mistero divino in una maniera forte: ecco appunto il Motu Proprio Summorum Pontificum, un bene prezioso per tutta la Chiesa.
Finalmente la liturgia antica, fonte inesauribile di grazie per l’intero Corpo Mistico che è la Chiesa, è stata sottratta a gruppi e gruppetti e soprattutto da coloro che , nel suo nome, avevano fatto una bandiera, un simbolo contro il Concilio e contro l’ecclesiologia post conciliare.
E’ rimasto però il problema del vasto movimento, preti, religiosi e laici che, soprattutto in Francia, si trova unito ai successori del grande Mons.Lefebvre .
Dobbiamo dare atto che rimanendo fortemente ancorati alla Fraternità Sacerdotale San Pio X tanti fedeli hanno mantenuto la fede cattolica trasmessa dagli Apostoli resistendo agli influssi pseudo-protestanti che hanno dilaniato il Corpo mistico di Cristo : la Chiesa Cattolica.
Ecco l’assurdo : aderendo ad un movimento autosvincolatosi dalla  disciplina canonica  i fedeli sono riusciti a mantenersi cattolici !
Per il Successore di Pietro ha teso la mano verso i successori di Mons.Lefebvre chiedendo loro di “sentire cum Ecclesia” chinando il loro ( gallicano) capo per cercare di debellare il vero nemico della Chiesa : il modernismo.
Gli scritti che “incollo” sono di giovani fedeli che sono intervenuti sul blog Messainlatino in risposta agli accesissimi “lefebvriani” ( o meglio sedevacantisti camuffati da lefebvriani ) che già incominciano a gioire per la notizia che , prima o poi verrà, del mancato accordo fra la FSSPX e la Santa Sede.
Messainlatino è divenuta bersaglio privilegiato degli irriducibili lefebvriani contrari ad ogni ipotesi di accordo fra le due parti : icona di un certo sedevacantisimo ultra sismatico che inevitabilmente infetterà prima o poi la FSSPX se rimarrà ancora lontana da Roma e dalla sana comunione ecclesiale.

Alla domanda provocatoria di una lefebvriana-pasionaria che aveva scritto :
…"perchè se lei Carradori ogni tanto può andare alla Messa in latino lo deve a loro” un fedele ha risposto :  assieme a quella su Lefevbvre come Atanasio - degno parto di una fantasia non sorretta da istruzione sufficiente - questa è la più grande balla che continuano a propinarci i lefevristi di oggi, come se parlassero sempre a qualche sedicenne di quelli che intortano con le loro balle complottiste (e di fatto sedevacantiste). Come se qualcuno di noi non fosse presente quando queste battaglie si combattevano. Se possiamo frequentare la Messa antica lo possiamo fare NONOSTANTE i lefevristi che hanno fatto di tutto per farla emarginare e bandire! Lo possimao fare grazie al beato Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI, alla FSSP, all'IBP, ai Francescani dell'Immacolata, all'ICRSS e a tutti quelli che non hanno seguito Lefebvre nella follia finale con cui ha sprecato decenni di buone battaglie, e per cosa? Per fare vescovo un esaurito ignorantissimo come Williamson al quale basta far vedere un microfono per farlo cantare come un pappagallo, per la felicità di tutti i nemici di Cristo? Per quei quattro pavoni che erano somari in teologia da giovani e tali sono rimasti e si impancano a giudici di Benedetto XVI? "Ma mi faccia il piacere, se ne vadi", come diceva Totò  
 Prego e digiuno perchè lo scisma sia ricomposto e noi possiamo guadagnare più soldati per questa battaglia, ma conoscendo cosa pensa una parte non trascurabile dei settari econisti, non so più davvero cosa augurarmi. Non se ne può più di queste primedonne. Per loro chi non abbraccia le loro confuse teorie è eretico, persino le Messe antiche non celebrate da loro sono invalide, il Papa è modernista, "Roma" è modernista e solo loro sono al vera Chiesa. Ma siamo sicuri che li vogliamo indietro? E' già dura coi modernisti che abbiamo dentro, dobbiamo fare briscola con questi qua? No grazie, abbiamo già dato!
Un altro fedele :
“I lefevriani hanno pugnalato alle spalle il Beato Giovanni Paolo II nel 1988 facendo il piu gran regalo possibile a tutte le serpi moderniste della curia romana e nelle varie conferenze episcopali. Per colpa loro, abbiamo dovuto soffrire per altri 20 anni nel ghetto della discriminazione antitradizionale. Potevamo avere Summorum Pontificum 20 anni prima ma no, loro dovevano vestirsi da vescovi, pavoni irresponsabili. E oltretutto ci hanno inchiodato al Messale del 1962 quando si poteva avere di meglio, perchè tra l'altro nemmeno capiscono nulla di liturgia, quasi meno che di teologia.  
 Adesso, induriti da altri venti anni di superbia e libero esame modernista/luterano - e sciatte liturgie - si apprestano a pugnalare al cuore Benedetto XVI, e per noi tutti  sarà un'altra battuta d'arresto. Speriamo almeno che tanti bravi ragazzi imbrogliati dagli econisti si sveglino e ritornino a casa ad aiutarci a continuare la buona battaglia per la liturgia in comunione col Successore di Pietro.  
 Prego che non succeda, ma se deve succedere, "quello che hanno da fare lo facciano presto" (Gv. 13,27) e finiamola con questa agonia. I tanti gruppi Summorum Pontificum e Ecclesia Dei meritano ben più attenzione e supporto di queste primedonne inacidite”.

Un altro ancora :

“Caro ospite condivido il suo dolore . La volontà della Fraternità di rimanere di facto nelle scisma è un grave danno per tutta la Chiesa ma soprattutto per le loro anime perché rimane un peccato grave contro la fede e la comunione nella Santa Chiesa. Purtroppo fin dall' inizio la Fraternità voleva "convertire Roma alla Tradizione". Condivido con  lei l' effetto deplorevole che causa la mancanza di vera dottrina della Fraternità sulle prerogative del So mmo Pontifice...e dobbiamo dirlo:la loro mancanza di fede. Non esiste Tradizione senza Magistero e non esiste Magistero senza Tradizione. L' unico vero interprete della Tradizione rimane e rimarrà sempre il Sommo Pontifice  Romano anche quando non si pronunzia ex cattedra il suo insegnamento rimane normative per la retta dottrina...ancora di più quando si tratta della validità della Santa Messa che è l'espressione liturgica della fede nel Mistero della Redenzione e della sua partecipazione agli uomini. Certo fa un po' sorridere quando il Reverendo de Cacqueray parla di mancanza di cortesia verso il superiore della Fraternità...soprattutto quando ricordiamo il loro comportamento verso l'autorità dei Vescovi e le parole villane tante volte pronunziate contro il Sommo Pontefice e i fedeli cattolici. Preghiamo per loro ma secondo me non servo a gran'ché il mistero della libertà umana che si corrompe è insondabile”.

La stessa instancabile pasionaria  aveva provocato :
“Dove eravate quando la FSSPX salvava il sacerdozio, la dottrina e la S.Messa, ghettizzata da tutti, combattuta come la peste nera, mentre si abbracciavano rabbini, mussulmani, protestanti, stregoni woodoo? Oggi è facile fare i belli e buoni, i santoni della domenica, i grandi difensori della cattedra di Pietro, tanto davanti in prima fila avete lasciato combattere gli altri e voi pretendete di pigliarvi il bottino

Ecco la risposta di un cattolico : 
 
“ Cara Annarita che parla di cose che non conosce, dove era LEI, piuttosto, quando si combatteva per la liturgia e per mille altre cose? E dove è lei oggi, oltre che su internet a difendere quelle primedonne inacidite? Perchè personalmente io ero a fianco della Fraternità quando ancora studiavano, ragionavano e volevano servire la Chiesa, non pensare solo a diventare vescovi e a sputare sul papa. Personalmente - ma so di parlare per molti altri - sono stato cacciato da e discriminato in tante parrocchie e diocesi moderniste quanto qualunque lefevriano - che spesso se l'è anche cercata con atteggiamenti inutilmente provocatori su questioni secondarie dove nessuno lo ostacolava.  

 Sono 40 anni che combatto questa battaglia ma non ho mai sofferto tanto quanto dopo il 1988 PER COLPA dei lefevriani e del loro odio per chiunque preferisse il Papa a Williamson e agli altri pagliacci. Bastava essere d'accordo con IL PAPA su qualunque cosa anche non legata alla liturgia e si era subito tacciati di modernismo. Chi è stato in quell'ambiente sa che discorsi si fanno. Questa storia per la quale se non si levano osanna ai settari di Econe non  si è veri tradizionalisti deve finire. Qualunque merito abbia avuto la fraternità PRIMA dello scisma del 1988, lo abbiamo anche noi che abbiamo combattutto le stesse battaglie a fianco e persino dentro la fraternità. Dopo il 1988, noi siamo rimasti cattolici e tutto quello che abbiamo ottenuto o preservato lo dobbiamo al Signore, alla Madonna, al Papa e alla nostra fedeltà. PUNTO.   
 Qua non siamo a fare a chi ha il miglior pedigree tradizionalista (anche perchè si fidi, su questo non la cedo a nessuno): le cose o sono giuste o sono sbagliate, e quello che fanno i settari di econe è SBAGLIATO. Le piaghe della Chiesa non giustificano un tubo. 
Diano una mano invece di aiutare il demonio a stroncare il Papa e rovinare le anime”! 

Un altro fedele :

“ Mons. Fellay, per la Chiesa Cattolica, è un Vescovo che non svolge alcuna funzione legittima all'interno della Chiesa.  
Quello che leggo sopra è puro donatismo: i sacramenti sono accettabili solo ed esclusivamente se chi li amministra ne è degno ed è perfettamente cattolico in ogni atteggiamento. Ne consegue che, da 2012meno33 anni, nessun sacramento è valido. Alla faccia di un S. Francesco che baciava le mani del più indegno sacerdote perchè "quelle mani sono consacrate, possono consacrare e perdonare i peccati"! Questo non fa parte della Tradizione????”

Un lettore fa una simpatica virata con una nota canzone : 

“Cerco un centro di scismaticità permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
che mi faccia ragionar plagiatamente.....”

Un altro fedele

“Nell'evidenziare gli errori bisogna essere equi e democratici.  
Sbaglia la FSSPX a rimuovere padre Mercury e allo stesso modo sbagliano i vescovi diocesani a relegare i sacerdotitradizionalisti in paesini di montagna.  

Diciamo che chiesa cattolica e Fraternità hanno un punto in comune in più per approfondire il dialogo

Ho avuto solo ora tempo per leggere bene il comunicato. Di seguito le reazioni "a caldo":  
1. "Monseigneur Bonfils n’avait pas le droit de se prévaloir du motu proprio pour venir administrer les sacrements dans notre chapelle.
En effet, nous sommes ces prêtres qui sans remettre en cause leur validité, excluons par principe la célébration selon les nouveaux rites. Etant donné ce principe, étant donné que nous ne reconnaissons pas la valeur et la sainteté de la messe ou des sacrements célébrés selon la forme ordinaire, il est incohérent que cet évêque vienne célébrer les confirmations chez nous au nom du motu proprio et il serait pareillement incohérent que nous acceptions de le laisser administrer ces confirmations, dans notre chapelle, toujours au nom de ce même motu proprio". Di conseguenza, se un prete, Vescovo, Cardinale o lo stesso Sommo Pontefice volesse celebrare a Econe (nel rito antico) dovrebbe chiedere ed ottenere il permesso da mons. Fellay. Il quale, per essere coerente, dovrebbe negarglielo (anche allo stesso Pontefice) perchè celebrano normalmente nel rito "nuovo"!  
2. "Par ailleurs, il est clair que Monseigneur Bonfils n’est pas favorable à la défense de la Foi. Comme des milliers d’autres évêques, il est attaché au concile Vatican II et à ses idées". Sostituiamo "mons. Bonfils" con "Benedetto XVI". Non aggiungo altro. E comunque le consiglio di guardare qui:
http://sspx.agenda.tripod.com/sitebuildercontent/sitebuilderpictures/signture.gif  
3. All'ultimo paragrafo arrivano poi delle vere delizie: "Notre acceptation de la venue de cet évêque, au seul motif d’une  célébration dans la liturgie traditionnelle, signifierait, lorsque le rite traditionnel est célébré pour une occasion, que la Fraternité ne peut plus légitimement se prévaloir de son rôle de suppléance dans la crise de l’Eglise". A me sembra tanto: se permettiamo al Vescovo (sempre sostituibile con Benedetto XVI) di venire a cresimare, perdiamo fedeli e soldi delle offerte. Lettura confermata da "Une chose est d’encourager les prêtres à célébrer selon l’ancien rite ; une toute autre de pouvoir conseiller à nos fidèles de s’y rendre": la Fraternità lega alla Santa Chiesa e a Gesù Cristo o a se stessa???  

"La liturgie ne suffit pas": questa è una vera perla: la liturgia di per sè non serve!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E io che credevo che una sola goccia del Sangue di Nostro Signore potesse salvare il mondo intero! Evidentemente mi sbaglio....  

 Se nemmeno noi che amiamo la Tradizione siamo uniti, che insegnamento diamo agli altri? "Uniti, perchè il mondo creda!", questi litigi sono solo stupidaggini”.  

Un altro cattolico :

“1. Siamo noi i primi a dire le cose come stanno: "In semetipso talis actus fuit inoboedientia adversus Romanum Pontificem in causa quadam gravissima summique omnino ponderis pro Ecclesiae unitatis, cuius generis est episcoporum ordinatio per quam nempe sacramentaliter sustinetur apostolica successio. Quam ob rem talis inoboedientia - secum quae infert vera repudiatio Primatus Romani - actum schismaticum". E ancora: "Omnes scire debent formalem schismati adhaesionem gravem esse in Deum iniuriam atque excommunicationem prae se ferre lege Ecclesiae rite statutam". (Motu proprio Ecclesia Dei).  
Lefebvre, consacrando i Vescovi, ha compiuto un atto scismatico. Punto e basta!  

2. L'altra questione in gioco è il reale rischio di tornare al donatismo: se il tal prete, pedofilo, omosessuale, drogato e tutto quello che volete, celebra un sacramento con tutti i crismi della validità (s'intende!), quel sacramento è valido o no???  

3. Se qualche Vescovo ha qualcosa contro un altro Vescovo (tanto più se, almeno ufficialmente, è ancora in una posizione illegittima), si rivolge direttamente ai suoi superiori.  

4. C'era sempre una possibile variante: il Vescovo celebra, il prete predica. In tal modo si sarebbe superato qualsiasi pericolo”.

Infine la saggia, semplice ed esaustiva conclusione di un fedele :

La Fraternità San Pio X ha bisogno di Roma per essere fino in fondo cattolica, ma soprattutto noi abbiamo bisogno di un ritorno alla sana Tradizione teologica e liturgica. Doni che la Fraternità, se canonicamente inserita nella Chiesa, può portare con abbondanza.  
Andrea Carradori