giovedì 29 agosto 2013

La liturgia è viva : influenza la vita della società facendosi marginalmente lambire da essa

Premessa

Biancavilla, Arcidiocesi di Catania. 
Ho trascorso alcuni giorni di edificante esperienza di vera vita cristiana a contatto diretto con la fede, la religiosità di un popolo ricco d’umanità profonda e di sentimento intenso d'amicizia. 
La gioventù operante attivamente nel Santuario Basilica Collegiata di Santa Maria dell'Elemosina ha realizzato, a sola lode di Dio,  il restauro di suppellettili e dei preziosissimi parati antichi curando in ogni dettaglio la Liturgia.
Il Parroco, instancabile nella preghiera, ha donato largamente ( submissa voce )  i propri averi personali per il decoro della parrocchia e per le  strutture dignitosissime per l'accoglienza e la riabilitazione. 
Ha " investito " tutto nella Liturgia dal quale riceve la forza per operare la carità  come i Santi ci hanno insegnato nel corso dei secoli !
Biancavilla è veramente la “ città della Liturgia e della Carità” ! 
Il soggiorno a Biancavilla è stato una lezione della tanto invocata collaborazione laici-sacerdoti nel comune altissimo ideale della Liturgia .
Non dimentichiamo che il grande Papa Benedetto XVI ha insegnato che il crollo della società civile è stato  conseguente alla distruzione della Liturgia !
I giorni nel paradiso siculo, lontani da internet, dalla tv sono stati edificati dal senso religioso che quel nobilissimo popolo  ha impresso nei nostri cuori : ricordo indelebile di così grande esempio di vita religiosa !
Auguro a tutti gli Amici di essere ospiti dei Fratelli Siciliani per cantare assieme ad essi le lodi all’Altissimo Signore con le espressioni della tradizione liturgica della Chiesa !

***

Pochi giorni fa ho avuto il piacere di leggere un articolo del liturgista Padre Augé, che pur non essendo legato alla tradizione liturgica ha auspicato una doverosa e possibile convivenza tra le due forme del Rito Romano.
Ho trovato molto interessante l’articolo di Padre Augè adatto a fecondare anche la nostra opera missionaria a favore dell’antico rito.
Ovviamente siamo in comunione con p. Augé su un punto fondamentale : non è pio asserire che la Messa di Paolo VI sia facoltativa !
Bene è fare una critica costruttiva alla riforma pensata, in un determinato momento storico, da Mons. Bugnini ma non si può rigettare il rito “ordinario” celebrato quotidianamente dal Papa e da tutti i Vescovi che sono in comunione con Roma !
Da diversi decenni, affermiamo la necessità di ritornare con cuore puro alle proposizioni della Costituzione Sacrosantum Concilium, votata ad una sola voce da tutti i padri Conciliari . 
Fa piacere apprendere che Padre Augè riconosce onestamente che esiste un problema liturgico e che la dissacrazione della Liturgia genera l'indebolimento della fede dei fedeli.
A sostegno delle idee “ costruttive” di Padre Augè propongo lo scritto che un Fedele ha donato in un post di Messainlatino :  una vera chicca che va gustata come un frutto delizioso.
Chissà se Giacomo, che ha scritto questo bell'intervento, era reduce come noi da un'esperienza in una Città Liturgica ? 

Giacomo ha scritto :

“ Chi si pone in un'ottica di ermeneutica della discontinuità e della rottura persegue un'ermeneutica errata perchè vorrebbe dire che la Chiesa ha cambiato qualcosa nella sua dottrina e questo non è vero.
Se vi sono stati dei cambiamenti "nella discontinuità" (e purtroppo è vero che ci sono stati) questi sono su un piano meramente pastorale o a livello di esegesi o teologico (cioè di interpretazione della divina rivelazione) ma non dottrinale.
Chiaramente una delle svariate ripercussioni di tale "rottura" (sicuramente errata, lo ribadisco!) si ha avuto nella liturgia ma non perchè il N.O. fosse "sbagliato" (cioè in rottura con la Tradizione) ma perchè rispetto al V.O. semplicemente "più vulnerabile" agli abusi che sono stati poi compiuti da vescovi e sacerdoti disubbidienti e rivoluzionari (chi in "buona" chi in "cattiva" fede).
Con questo è sbagliato fare di tutta un'erba un fascio e mettere nel calderone dei "cattivi ermeneuti" (come fa Introvigne) progressisti e "tradizionalisti" (nella fattispecie la FSSPX).
I veri artefici e sostenitori della rottura sono i progressisti perchè sono i novatori a voler voluto una "nuova interpretazione" della Tradizione e della Chiesa alla luce di un presunto "spirito del Concilio Vaticano II ".
I "tradizionalisti" veri (salvo marginali frange estreme, ma si sa che gli estremi combaciano) devono sostenere la corretta ermeneutica perchè la Chiesa è una, come la fede che professa, ed essendo portatrice della Verità che è immutabile essa non può aver introdotto degli insegnamenti contrari alla dottrina autentica di sempre così come ci è stata rivelata da Gesù Cristo e trasmessa per mezzo degli apostoli e dai loro successori.
Se questo fosse successo sarebbe venuta meno la promessa del "Non praevalebunt": di questo penso che se ne rendano conto anche i nostri veri ed autentici fratelli della FSSPX (loro, a differenza di tutte le altre comunità cristiane protestanti, sì che sono nostri veri fratelli nella fede grazie al battesimo che ci vuole fratelli e figli di Dio) e che sperano e pregano per una piena e legittima comunione con Roma.
La battaglia è lunga e dura, si gioca su tanti piani, soprattutto su un piano "culturale" e la cultura oggi è dominata dal mondo progressista sia nei mass media che nelle pubblicazioni storiche e scientifiche.
I veri sostenitori della Tradizione sono marginalizzati e dovrebbero combattere meno per "sterili e puerili polemiche" ma per diffondere maggiormente e con più efficacia la vera ed autentica cultura cattolica.
Bisognerebbe anche maggiormente "sporcarsi le mani" nelle parrocchie, nella catechesi dei giovani, in politica (e questo è un tasto dolente!) sottolineatura nostra n.d.r., nelle operità di carità sociale, ... perchè se lasciamo nelle mani dei progressisti tutti questi ambiti continueranno (pur invecchiando ed estinguendosi) a tenere loro in mano il pallino del gioco e noi staremo a guardare, al massimo a scrivere su qualche blog. sottolineatura nostra n.d.r.
Per concludere: il commissariamento dei F.I. è uno degli autogol più clamorosi che i progressisti che abbiano mai fatto perchè otterranno l'esatto contrario di quello che si sono preposti, non hanno fatto i conti con l'Immacolata.
Il suo cuore immacolato trionferà!
Abbiate fede!
I documenti del CVII dicono una cosa, il postconcilio è andato da un'altra parte! 
Grazie anche alle conferenze episcopali nazionali...
E' per questo che bisogna tornare ai documenti del concilio e di attuare l'ermeneutica della continuità!
Per quanto riguarda la "sovrapponibilità" dei due messali mi riferivo più specificamente alla "struttura" della Messa e non comparando le singole parti.
Però continuando a battere il ferro su questi ragionamenti cosa bisognerebbe fare? 
Uno scisma? 
Andiamo a S. Pietro con i forconi?
Con dolore ne prendiamo atto ma non possiamo cancellare un pezzo di storia e non possiamo metterci a fare una guerra aperta contro quella "intelligence oscura" che governa il Vaticano, come decise di intraprendere mons. Lefebvre (che, sia chiaro, ammiro e ringrazio).
Probabilmente è stato necessario quello che ha fatto mons. Lefebvre perchè ha dimostrato, continuato a fare quello che aveva sempre fatto per più di 30 anni, a tutti che la Chiesa non poteva aver cambiato dalla mattina alla sera la dottrina e la Tradizione.
Anche se è morto scomunicato, che è una cosa gravissima, ha permesso a tanti giovani di conoscere la Tradizione della Chiesa e per questo io personalmente gli sono grato.
Ma bisogna anche essere grati a Benedetto XVI perchè ha rimosso le scomuniche, ha promulgato il Motu Proprio, ha tirato fuori dalla cantina la Bellezza della Tradizione e l'ha fatta conoscere soprattutto ai giovani Pensi che lui non si sia reso conto dei gravi abusi commessi nel postconcilio (anche se le radici affondano a ben prima)? Ma non si può cambiare le cose dalla mattina alla sera, proprio come fecero i progressisti. Ci vuole tempo, pazienza, bisogna saper aspettare i tempi giusti per rimettere le cose al loro naturale posto.
Gli stessi modernisti hanno lavorato per quasi un secolo per attendere un nuovo concilio e introdurre nella prassi della Chiesa tante porcherie: chi crediamo di essere noi per rimettere tutto in ordine in meno tempo?
Bisogna far conoscere ai giovani nelle parrocchie e a tutte le persone di buona volontà, quelle che hanno la voglia di sapere come sono andate le cose, di conoscere la verità, e non sono accecate dalle ideologie progressiste, la Bellezza della Tradizione millenaria della Chiesa. La Bellezza della liturgia, del gregoriano, del latino, dei silenzi, delle candele (non i lumini da cimitero), dell'incenso, dei paramenti, della vera arte cattolica, dell'atmosfera del sacro, ... sottolineatura nostra n.d.r.
Tutte cose necessarie al vero culto a Dio, ma non solo ovviamente: la Bellezza di una vita casta per i fedeli, nel rispetto dei principi non negoziabili, della preghiera profonda, dei sacramenti, ...
La liturgia è qualcosa di vivo e che (scusate l'aggettivo) è "elastico": può farsi sensibilmente influenzare dalla società, ma a sua volta influenza profondamente la vita della società.
Oggi, vista la decadenza della liturgia e della vita ecclesiastica, sarebbe già un successo tornare all'ordinario della messa in latino e alla comunione sulla lingua (non dico in ginocchio perchè sarebbe già troppo!) o al massimo alla croce al centro dell'altare!
Come possiamo pretendere di tornare al messale del 1965 o del 1962 dalla mattina alla sera? ( sottolineatura nostra n.d.r ).
La gente non capirebbe!
Già non si capisce più niente! Tutto è sclerotizzato! Ci vuole tempo e pazienza!”