sabato 14 gennaio 2017

L'Ordine di Malta (SMOM) s'infila nel pericolosissimo "cul de sac"?

«La Santa Sede può fare un sol boccone dell'Ordine sia "de jure" che "de facto"».
Si sta molto parlando  in questi giorni della vicenda del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) specie dopo la Dichiarazione dell'Ordine del 10 gennaio scorso:"Il Gran Magistero del Sovrano Ordine di Malta, in relazione all’attività che sta svolgendo il Gruppo nominato dalla Segreteria di Stato Vaticana, ritiene opportuno ribadire che la sostituzione del Gran Cancelliere è stato atto interno del governo dell’Ordine.
Pertanto, attesa l’irrilevanza giuridica del Gruppo e dei suoi atti nell’ambito dell’ordinamento giuridico melitense, l’Ordine ha ritenuto di non dover collaborare, anche al fine di tutelare la propria sfera di sovranità rispetto ad iniziative che si atteggiano quali forme volte obiettivamente (e quindi al di là delle intenzioni, che sono giuridicamente irrilevanti) a porre in discussione o comunque a limitare detta sfera.
L’art. 4 par. 6 della Carta Costituzionale del Sovrano Ordine di Malta è chiaro nello statuire che “la natura religiosa non esclude l’esercizio delle prerogative sovrane spettanti all’Ordine in quanto soggetto di diritto internazionale riconosciuto dagli Stati” e il par. 5 ribadisce che “l’Ordine ha una rappresentanza diplomatica presso la Santa Sede, secondo le norme del diritto internazionale”.
Il citato comunicato è stato emesso dopo che la Santa Sede aveva " disposto la costituzione di "un gruppo di cinque autorevoli membri con l'incarico di raccogliere elementi atti ad informare compiutamente e in tempi brevi la Santa Sede in merito alla vicenda". 
Il Gran Cancelliere sarebbe stato messo sotto accusa per non aver impedito la distribuzione di profilattici nei presidi ospedalieri del Sovrano militare Ordine di Malta in Africa. 
Il gruppo istituito dal Papa, ha reso noto il portavoce vaticano Greg Burke, "è composto da monsignor Silvano M. Tomasi, dai giuristi padre Gianfranco Ghirlanda e Jacques de Liedekerke e dai siognori Marc Odendalle Marwan Sehnaoui." ( QUI )
Dal sito Messainlatino che ha proposto un articolo sullo spinoso argomento prendiamo due interessantissimi commenti che meritano un'attenta e particolarre riflessione perchè analizzano la specificità dell'Ordine di Malta: "un Ordine Religioso Laicale, tradizionalmente militare, cavalleresco e nobiliare"
Buona lettura!

 "Se il S.M.O.M.  perdesse la sua essenza di Ordine Religioso, cesserebbe la sua esistenza e, 
con essa ovviamente, la sua sovranità"

"Nel merito della vicenda riguardante il cessato Gran Cancelliere, l'Ordine avrà anche ragione, ma la Santa Sede può certamente intervenire sulla questione. 
Provo a spiegarmi.
L'Ordine non è uno Stato sovrano, è invece un soggetto di diritto internazionale, al quale buona parte degli Stati nel mondo attribuisce la prerogativa di sovranità. 

C'è differenza, direte voi? 
Sì che c'è e vi dico perché.
Se leggiamo l'art. 1 della Costituzione italiana, scopriamo che "l'Italia è una Repubblica" e su ciò non vi è nulla da dire.

Se, invece, leggiamo l'art. 1 della Carta Costituzionale dell'Ordine, scopriamo che "il Sovrano Militare Ordine ecc...detto di Rodi, detto di Malta ecc...(due o tre righe sulla storia dell'Ordine)...è un Ordine Religioso Laicale, tradizionalmente militare, cavalleresco e nobiliare". 

Per sua stessa ammissione, dunque, il S.M.O.M. si definisce Ordine Religioso e stop. 

Il fatto che, poi, esso eserciti (nei limiti in cui gli sono riconosciute dalla comunità degli Stati) le prerogative sovrane e ciò per il solo motivo del retaggio che gli viene dalla storia (l'Ordine infatti non ha alcun territorio: anche il palazzo magistrale, sede del suo governo, gode dell'extraterritorialità, ma giace sul suolo della Repubblica italiana) è un dato di fatto, ma per essere sovrani bisogna, prima di tutto, essere!!! 
E il S.M.O.M. che cos'è? 

Un Ordine Religioso, ma se è un Ordine Religioso, il Papa può ordinare al Gran Maestro (che è vincolato dal voto perpetuo di obbedienza) di dimettersi, se non obbedisce il Papa può rimuoverlo (del resto come è stato proprio del rimosso Gran Cancelliere, reo di non aver obbedito all'ordine di dimettersi datogli dal Gran Maestro, suo superiore); se il S.M.O.M. è, come è, un Ordine Religioso, alla fin fine il Papa può anche scioglierlo, con buona pace dell'asserita sovranità.

Per come l'Ordine stesso si definisce, il S.M.O.M. potrebbe anche decidere di abbandonare ogni tradizione cavalleresca, potrebbe rimuovere ogni connotazione militare, potrebbe cancellare ogni distinzione tra i suoi membri oggi suddivisi in vari ceti, alcuni nobiliari e altri no, potrebbe fare tutto ciò e continuerebbe a esistere (e a esercitare la sua sovranità). 

Se, invece, il S.M.O.M. (fosse anche per scioglimento da parte della Santa Sede) perdesse la sua essenza di Ordine Religioso, cesserebbe la sua esistenza e, con essa ovviamente, la sua sovranità.

Tutto ciò per dire che, a prescindere dalle ragioni sul "fatto scatenante" (che potrebbero anche essere a favore dell'Ordine), il S.M.O.M., lamentando l'ingerenza da parte della Santa Sede nei suoi atti interni (quando sembrerebbe, da quanto si legge, che il Papa non volesse che il cessato Gran Cancelliere lasciasse il suo incarico), rischia di infilarsi, in un pericolosissimo "cul de sac", visti i tempi che corrono oggi nella Chiesa e che tutti noi ben conosciamo.
***
La non menzione nell'annuario pontificio non significa nulla. L'Ordine nasce come ordine religioso, una bolla di Papa Pasquale II del 1113 gli garantisce la protezione della Santa Sede, le sue attuali costituzioni prima di entrare in vigore sono state approvate dal Papa nel 1961 (e successivamente emendate qua e là nel 1996, ma non ricordo se in tale occasione dette modifiche furono solo concordate con la Santa Sede o anche approvate esplicitamente dal Papa. 
Per non parlare della famigerata sentenza del tribunale cardinalizio ai tempi di Pio XII. 
L'Ordine non è uno Stato (come non lo è la Santa Sede) proprio perché difetta di un territorio. 
Non esistono Ordini Religiosi "sui generis", ma solo Ordini Religiosi. 
Altra cosa sarebbe stata se le costituzioni dell'Ordine avessero definito il S.M.O.M. come un Ordine Sovrano in cui una parte dei suoi membri professa i voti religiosi (e un simile testo nelle costituzioni dell'Ordine la Santa Sede lo avrebbe mai consentito), mentre in realtà le sue costituzioni definiscono il S.M.O.M. come Ordine Religioso (art. 1) che (un articolo successivo che non rammento a memoria) esercita le funzioni sovrane. 
Può piacere o non piacere, ma la Santa Sede dell'Ordine può farsene un sol boccone (ve lo immaginate un Ordine di Malta col Gran Maestro scomunicato???)
 ... La Santa Sede può fare un sol boccone dell'Ordine sia "de jure" che "de facto". 
Che vuol dire quando qualcuno scrive che l'Ordine "non è un Ordine religioso come gli altri"? 
La professione dei voti religiosi non conosce mezze misure: potremmo anzi dire che "de jure" è stato scritto molto in diritto canonico sul voto di obbedienza e sul relativo suo esercizio da parte dei superiori, ma sappiamo bene che "de facto" questa letteratura è un passatempo da eruditi e nella Chiesa (ma anche nell'Ordine, fidatevi...!) l'imposizione dell'obbedienza da superiore a subalterno è intesa in senso assoluto (dalla questione davvero importante all'insignificante capriccio) e poi questa distinzione lascia il tempo che trova: sul "de facto" siamo intesi; sul "de jure": per sperare di mantenere una sovranità di fronte all'acuirsi fino all'estremo dello scontro con la Santa Sede, l'Ordine dovrebbe snaturare se stesso al punto tale di dover rinnegare la sua stessa natura primordiale, rinunciando a essere Ordine Religioso (per non dover essere costretta all'obbedienza nei confronti del Papa). 
A quel punto, con la Santa Sede contro e senza un territorio proprio, quale tra gli Stati (che oggi accreditano presso l'Ordine lo stesso ambasciatore che inviano alla Santa Sede) continuerebbe a "filarsi" l'Ordine di Malta? 
Senza aggiungere che, in un simile scenario, la Santa Sede userebbe tutta la sua influenza (e con Francesco sul trono ne ha tanta, fidatevi) per incamerare il patrimonio oggi dell'Ordine, mediante la devoluzione canonica.

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