venerdì 21 dicembre 2018

Ai "signori vescovi" pacifisti che al tepore dei termosifoni scrivono lettere insignificanti e offensive

Quasi tutto ebbe inizio con la fallata "traduzione"  del politicamente scorretto "Deus Sabaoth" (Dio degli eserciti) con la pacifista espressione del  "Dio dell'universo".
I "risultati" spirituali si sono visti...
Cassato "l'aspetto bellico della Liturgia" le più assurde e incredibili idee "pacifiste" (che nulla hanno a che fare con l'apostolato  degli operatori di pace) sono penetrate in diverse teste mitrate le cui parole "alla moda del salotto" suscitano ilarietà e sdegno nelle menti normalmente dotate di buon senso.
Ormai per non cadere nell'anonimato i mitrati sono costretti a fare battute secondo lo spirito del mondo...
Un religioso francescano che svolge il suo apostolato in mezzo ai pericoli della guerra e del terrorismo ha risposto per le rime ad un mitrato facile alle battute pacifiste (mentre se ne sta al calduccio e soprattutto al sicuro...).
Leggiamo complimentandoci con il frate-eroe.


Il prete di Nassiriya contro i vescovi pacifisti: 
«Andate voi in guerra a fermare l’Isis»
Il prete di Nassiriya, padre Mariano Asunis, 
si scaglia contro i vescovi ultra-pacifisti in una lettera al vetriolo in cui li invita ad andare in guerra. 
Al centro della querelle la richiesta 
di un vescovo di 'rimuovere' papa Giovanni da patrono dell'esercito
di Francesco Minardi


Il prete dei soldati a Nassiriya, padre Mariano Asunis, si scaglia contro i vescovi ultra-pacifisti con una lettera provocatoria in cui, tra le righe, li invita ad andare in guerra per capire di cosa si tratta veramente. 
Al centro della querelle la figura di papa Giovanni XXIII, patrono dell’esercito.
Mercoledì è stata celebrata una messa a Roma in onore di Giovanni XXIII, santo protettore dei soldati, con la presenza delle alte cariche militari.

Papa Giovanni XXIII, al secolo Giuseppe Angelo Roncalli, è stato proclamato patrono dei soldati perché ha vissuto come cappellano militare la prima guerra mondiale.

Conoscendo gli orrori della guerra, si è sempre battuto per la pace, anche attraverso l’enciclica Pacem in terris
Enciclica in cui si dichiara per la pace, ma non per il pacifismo.

E proprio questo è il punto. 
Un conto è la pace, un conto il pacifismo.

E così, dopo che monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, ha chiesto la rimozione della proclamazione di patrono dell’esercito di papa Roncalli, («siamo infatti convinti
che la vita e le opere del santo papa non possano essere associate alle forze armate»), è scoppiata la polemica.

Il prete dei soldati a Nassiriya, padre Mariano Asunis, si scaglia contro i vescovi ultra-pacifisti con una lettera provocatoria in cui, tra le righe, li invita ad andare in guerra per capire di cosa si tratta veramente. 
Al centro della querelle la figura di papa Giovanni XXIII, patrono dell’esercito.
Mercoledì è stata celebrata una messa a Roma in onore di Giovanni XXIII, santo protettore dei soldati, con la presenza delle alte cariche militari.

Papa Giovanni XXIII, al secolo Giuseppe Angelo Roncalli, è stato proclamato patrono dei soldati perché ha vissuto come cappellano militare la prima guerra mondiale.

Conoscendo gli orrori della guerra, si è sempre battuto per la pace, anche attraverso l’enciclica Pacem in terris. Enciclica in cui si dichiara per la pace, ma non per il pacifismo.

E proprio questo è il punto. 
Un conto è la pace, un conto il pacifismo.

E così, dopo che monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, ha chiesto la rimozione della proclamazione di patrono dell’esercito di papa Roncalli, («siamo infatti convinti che la vita e le opere del santo papa non possano essere associate alle forze armate»), è scoppiata la polemica.

Padre Mariano Asunis, il prete di Nassiriya, uno che gli orrori della guerra li conosce bene, proprio come Roncalli, ha scritto una lettera al vetriolo contro i vescovi pacifisti. 
A difesa del suo patrono.
Padre Mariano ai vescovi: «Andate voi in guerra»

Ecco il contenuti della lettera, riportata dal Giornale, inviata, tra gli altri, al cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei.

Fra Mariano Asunis
Cappellano militare

A Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Giovanni Ricchiuti
Presidente di Pax Christi Italia

A Sua Ecc.za Rev.ma
Card. Gualtiero Bassetti
Presidente della C.E.I.

A Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Nunzio Galantino
Segretario della C.E.I.

A Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Santo Marciano
Ordinario Militare per l’Italia

A Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Angelo Becciu
Sostituto della Segreteria di Stato

Signor Vescovo,

Ero a Nassirya, cappellano degli Italiani in operazione di peacekeeping, quando il 12.XI.2003 ci fu l’attentato in cui rimasero vittime ben 19 militari. Con le sorelle della Croce Rossa e con altri militari (buoni samaritani) raccolsi le loro salme, le composi come si poteva e mi affrettai a partire per raggiungere l’Italia e star vicino alle loro famiglie. Chi erano quei caduti? Il Concilio li ha definiti “ministri della sicurezza della libertà dei popoli che, se rettamente compiono il proprio dovere, concorrono veramente alla stabilità della pace.”

Se legge in latino il testo troverà le parole “ministros” e “munere”, le stesse usate per i sacerdoti. (GS 79) Il Concilio Le assicura che “la guerra non è estirpata dall’umana condizione se non quando un’autorità – munita di forze efficaci – manterrà i popoli in pace.” (idem). Nella Sua lettera dichiara che è “roba da matti” pensare che Papa Giovanni possa essere patrono, cioè protettore, di questi uomini; lui che da cappellano militare in ospedale ha fatto esattamente quello che ho fatto io a Nassirya. 
Dopo l’esperienza sua e mia, Papa Giovanni non poteva non scrivere la “Pacem in terris” in cui si dichiara per la pace ma non per il pacifismo. I suoi scritti sull’argomento, soprattutto nel diario e nelle lettere ai familiari, sono un commento all’articolo 11 della Nostra Costituzione che spero Lei conosca.

I militari “concorrono veramente alla stabilità della pace”. 
L’ho sperimentato in prima persona sia in Bosnia Erzegovina (Sarajevo) che in Kossovo. 
In piena Guerra, don Tonino Bello, ormai morente, mentre il terribile male lo divorava, partì con la sua carovana per testimoniare il valore della pace fino a Sarjevo. 
Fu un gesto che commosse ma che non fermò i belligeranti, un gesto significativo ma non immediatamente efficace. Come mai Pax Christi non si è ancora interessata alla causa di beatificazione di don Tonino per averlo come proprio patron e protettore? 
A Sarajevo fummo noi, e io c’ero, con le truppe dell’ONU a fermare il conflitto tra i fratelli che si uccidevano. 
Portammo la pace con la forza che col tempo si è stabilizzata sotto la nostra attenta vigilanza.

La guerra è una cosa seria e, nessuno più dei soldati sa cosa sia. La pace è una cosa cara e ogni militare sa quanto costi. Mi stupisce la superficialità con cui viene trattato l’argomento e come certe persone vengono torturate a suon di telefonate perché sottoscrivano lettere insignificanti come la Sua.

La pace si paga con la vita e si può essere tifosi della pace e profeti di pace. 
Don Tonino (che porto nella mente e nel cuore) era un vero profeta e poteva permettersi di dire quello che ha detto, parole cariche di Spirito che sotto la penna di Vostra Eccellenza perdono tutta la loro forza, sono addirittura profanate.

Stiamo assistendo ad una guerra terribile in cui vengono uccisi cittadini inermi e distrutti capolavori dell’umanità. Perché l’Eccellenza Vostra Reverendissima non ha organizzato una carovana della pace, come fece don Tonino, per recarsi in Siria a Palmira, ad Homs, nella periferia di Aleppo a fermare l’ISIS? 
Io andai a Sarajevo, andai a Nassirya, andai in Iraq, andai in Afghanistan; don Tonino è andato a Sarajevo. 
Dove era Vostra Eccellenza?

Tutto è possibile a chi crede in certi valori. 
La carovana della pace in Siria di cui sopra potrebbe essere composta da tutti quegli eccellentissimi vescovi che hanno firmato la Sua lettera contro la nomina di Roncalli a patrono dell’esercito. 
Provate a passare con la vostra “mitria” tra i mitra spianati dei militari lungo la striscia di Gaza dove sparano senza scherzare. 
Credo che, tanto Vostra Eccellenza reverendissima come i Suoi eccellentissimi confratelli, abbiate conosciuto la guerra solo per aver fatto la battaglia navale durante le ore di filosofia.

Fate le persone serie e lasciateci pregare i santi che vogliamo anche senza chiedere l’autorizzazione all’Eminentissimo Bassetti che conosco per essere una persona aperta, illuminata e illuminante. 
Se avrete il coraggio di fare la stessa spedizione di pace che fece don Tonino nei punti in cui oggi infuria la guerra, sarei contento di sapere a quali santi vi siete raccomandati, sicuramente ai santi con la spada cominciando da San Michele e passando attraverso il re David fino ai centurioni del Vangelo, per il quali Gesù ha dimostrato una grande simpatia.

Credo che sia il caso di dire “scherzate con i fanti e lasciate stare i santi”. 
Ciascuno preghi i santi che vuole e poi ci penseranno loro a riconoscere i veri devoti.

Con amicizia

Fr Mariano Asunis
Francescano
Cappellano militare


Fonte: Nanopress QUI

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