lunedì 9 luglio 2012

LA NOMINA DI SUA ECCELLENZA REV.MA MONS . GERHARD LUDWIG MÜLLER A PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE DOTTRINA DELLA FEDE E LA DOVEROSA, INCONDIZIONATA OBBEDIENZA ANCHE A QUELLA ROMA SILENTE IN ATTESA DELLA BATTAGLIA PER “RECONQUISTA”.


( seconda parte)
Iniziamo con una citazione storica tratta dalla pubblicazione  « La chiesa di san Catervo a Tolentino – arte-storia – spiritualità , Tolentino 2007 » .
Dalla pagina 180 estrapolo un pezzo dell’ampio studio del Prof. Mons.  Egidio Pietrella :  "La chiesa di San Catervo terza cattedrale di Tolentino, storia religiosa dal 1817 ai nostri giorni" ( dalla quale curiosamente è stata omessa in toto, a pagina 209) la Solenne Celebrazione Eucaristica  che Sua Eminenza Rev.ma il Signor Cardinale Protodiacono Card. Jorge Arturo Augustin Medina Estévez  ha presieduto in occasione dei festeggiamenti per la riapertura del Duomo Tolentinate nel giorno della festa del Santo Patrono San Catervo Martire il 17 ottobre 2006 –… stranezze delle pubblicazioni storiche… ma forse conosco la motivazione "metropolitana" ... )  
Il più lungo e attivo fu l'episcopato del ma­ceratese Raniero Sarnari.
La sua attività pastorale fu impegnata soprattutto nella diffusione del catechismo, per il quale intro­dusse nelle diocesi successivamente (1905; 1913) i due nuovi testi di S. Pio X. A questo tema dedicò per le due diocesi l'importante "Notificazione per l'istruzione catechistica" (21 novembre 1905) e le lettere pastorali del 1904, 1906, 1911.
Costituì, inoltre, in ogni parrocchia la "Confraternita della Dottrina Cristiana".
In realtà il problema dell'istruzio­ne religiosa interessava fortemente l'intero episcopato marchigiano su cui esso inter­venne in varie lettere collettive (del 1901, 1911, 1916) e organizzò (21-23 aprile 1914) a Loreto il primo congresso catechistico re­gionale, che tra l'altro, stabilì di istituire in ogni diocesi il Consiglio Catechistico Dio­cesano, che il vescovo Sarnari creò subito sia a Macerata che a Tolentino. Questi, devotis­simo della SS. Eucaristia (su cui scrisse tre lettere pastorali il 1910, 1912, 1913) e della B. Vergine Maria, favorì l'Azione Cattolica, curò i seminari di Macerata e Tolentino, e il movimento cattolico.
Tolse il non expedit nelle elezioni del marzo 1909 imponendo ai cattolici di votare a Macerata Vittorio Bian­chini e a Tolentino Anselmo Ciappi.
Infine, svolse un'intensa attività anche in campo culturale, per contrastare la cultura laicista e antireligiosa.
Il Sarnari dovette combattere contro il socialismo ormai dovunque organizzato nelle Marche.
I vescovi della regione affrontaro­no questo problema nelle lettere collettive del 1904 e del 1911; e il Sarnari tornò spesso su questo tema, specialmente nelle lettere pastorali del 1907 e 1908.
Un altro errore, interno alla Chiesa, era il modernismo che si diffuse anche nelle due diocesi per ope­ra di Romolo Murri (che parlò a Tolentino nel teatro "Vaccai" nel 1901 e a Macerata nel teatro "Lauro Rossi" nel 1909).
La "crisi modernista" toccò il suo culmine a Macera­ta negli anni 1908-1909, quando Giovanni Sforzini, canonico e professore di filosofìa nel seminario, attaccò aspramente la Chiesa da cui apostatò facendosi metodista.
Contro il modernismo (su cui erano intervenuti i vescovi marchigiani nella lettera collettiva del 1906) scrisse il Sarnari ripetutamente nel 1903,1907,1908,1909.
( sottolineature mie N.d.R.)
Dopo un'attività apostolica così intensa e varia (in 14 anni scrisse 13 lettere pastorali e altrettanti interventi e notificazioni), il ve­scovo Sarnari si spense nel pieno della prime guerra mondiale contro la quale si schiere con una chiara condanna, sostenendo dapprima la neutralità dell'Italia, per passare poi, a guerra iniziata, a sostenere sentimenti patriottici”.
Il canonico e professore di filosofia al Seminario Diocesano don Giovanni Sforzini, avendo aderito al modernismo, come conseguenza "logica" apostatò e si fece protestante- metodista.
Non tutti i modernisti ebbero la sciagurata, ma intellettualmente onesta, "conclusione" del canonico sopra citato ( speriamo almeno che in punto di morte si sia pentito e confessato…)
Molti modernisti preferirono rimanere in cantina protetti dalle tenebre per poter uscire allo scoperto solo quando le circostanze glielo avrebbero consentito.
E’ anche vero che la condanna del modernismo, “sintesi di tutte le eresie”, prevaricò i nobili scopi previsti nell’enciclica “Pascendi” di San Pio X giungendo fino ad un’inaccettabile e anti-evangelica "caccia" nei confronti di  tutti coloro che invocavano alcuni cambiamenti ecclesiali in una società che stava cambiando in modo rapidissimo.
Non esiste tuttavia anche nella cosiddetta chiesa post-conciliare, per usare un'infelicissima terminologia di un Cardinale ora defunto,  interruzione e tanto meno contraddizione fra la  "Pascendi" , la Dichiarazione "Dominus Jesus" , il  Motu Proprio “Ad Tuendam Fidem” e l' Enciclica "Fides et Ratio" – del Beato Giovanni Paolo II. La condanna alla “sintesi di tutti gli errori” è stata anche più volte ripresa  dall’attuale Papa Benedetto XVI con il nome :  “relativismo” .
Più volte il Beato Giovanni Paolo II  aveva messo in guardia il gregge a Lui affidato contro le gravi deviazioni dalla Fede cattolica sia negli  ambienti teologici che , aimè, cosa assai più grave, nelle singole coscienze dei semplici cattolici.
Non riferisco, essendo un perfetto ignorante in materia, quanto insospettati teologi e anche Officiali di Curia mi hanno detto circa le fin troppo citate posizioni teologiche dell’attuale Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede Sua Eccellenza Rev.ma Mons . Gerhard Ludwig Müller.
Mi è stato anche suggerito, da più parti, di “non bere tutto quello che viene da Roma”, di “aprire gli occhi perché Roma è nell’apostasia” ed infine di “assumere un atteggiamento meno puerile e servile nei confronti di quello che vien detto da Roma” ecc. ecc. ecc.
Avendo dolorosamente constatato che Roma, da molti sollecitata di intervenire via web sulle delicate e spinose accuse nei confronti di Mons. Müller , non si è espressa in alcun modo, noi, dovendo perseverare nella doverosa rinnovazione quotidiana  della   filiale fiducia ai collaboratori del nostro amatissimo Papa, cercheremo di trarre un qualche insegnamento dalla prima parte, di carattere storico, di questo articolo.
In attesa della battaglia finale della “RECONQUISTA” che affronteremo con la forza  della fede, ricompattati e soprattutto motivati noi continueremo a ripudiare ogni tipo di relativismo sui Dogmi poiché essi sono verità certe e permanenti e non sono suscettibili di variazione subordinata alla crescita , all’evoluzione o alla conoscenza  dell’uomo .
I Dogmi  sono verità assolute, come anche l’interpretazione dei  libri Sacri e i Sacrosanti Sacramenti che non sono solo delle rappresentazioni simboliche !
Ha solennemente espresso il Beato Pio IX nella COSTITUZIONE APOSTOLICA “DEI FILIUS: « La dottrina della fede che Dio rivelò non è proposta alle
menti umane come una invenzione filosofica da
perfezionare, ma è stata consegnata alla Sposa di Cristo
come divino deposito perché la custodisca fedelmente e la insegni con magistero infallibile.
Quindi deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa intelligenza.
Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età e dei secoli, l'intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini, come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo dogma, nel medesimo significato, nella medesima affermazione…
[VINC. LIR. Common., n. 28].
[…]
Se qualcuno dirà che può accadere che ai dogmi della
Chiesa si possa un giorno - nel continuo progresso della
scienza - attribuire un senso diverso da quello che ha inteso e intende dare la Chiesa: sia anatema ».
 (fine della  seconda parte)

Andrea Carradori