lunedì 24 giugno 2013

Cupidigia di servilismo

La notizia dell’improvvisa defezione di Papa Francesco al Concerto Sinfonico-Corale ospitato nell’Aula Paolo VI per l’Anno della Fede sarebbe passata nel dimenticaio se non fossero intervenuti i soliti “ volontari pseudo-pontifici del soccorso mediatico a questo papa”.
Dalle laiche colonne di ( già) prestigiosi quotidiani italiani abbiamo appreso una nuova definizione appiccicata ai Concerti di Musica Classica : EVENTI DI MONDANITA’.
Pur di non danneggiare l’immagine del Papa ( ASSENTE PER MOTIVI CERTAMENTE COLLEGATI AL SUO ALTISSIMO MINISTERO PASTORALE) gli affamati di “cupidigia di servilismo” non hanno esitato a ridurre le altissime vette dell’arte musicale, la parte migliore dell’uomo, come espressioni di frivola vanità "peraltro non insolita fra i grandi personaggi della curia".
Offese direttamente scagliate contro gli   Organizzatori dell’Anno della Fede e contro il Direttore dell’Osservatore Romano che , nell’edizione on line, del giorno precedente all’evento aveva scritto “ La Nona di Beethoven in Vaticano. Come un inconsapevole Colombo
In occasione dell'Anno della fede il Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione organizza un concerto che si tiene, alla presenza di Papa Francesco, nel pomeriggio di sabato 22 giugno, nell'aula Paolo vi in Vaticano. L'Orchestra sinfonica nazionale della Rai diretta da Juraj Valčuha e il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretto dal maestro Ciro Visco, eseguono il capolavoro sinfonico-corale di Ludwig van Beethoven: la Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra. « È sempre un'emozione dirigere la Nona di Beethoven - dice -Juraj Valcuha ( Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, che ha condotto il Concerto nell’aula Paolo VI N.D.R)  ma lo è ancora di più in un luogo come il Vaticano, alla presenza di Papa Francesco. Perché è una sinfonia che parla degli uomini come fratelli, e della gioia che questa fratellanza universale porta con sé ».
Si potrebbe ( per assurdo ) anche non condividere l’amore per la Musica Classica, un atteggiamento possibile in una società civile di cui i quotidiani sono espressione,  ma non è lecito in nessun modo stravolgere la verità infognando nella gogna mediatica con le espressioni di "eventi mondani e vanitosi"  l’altissimo valore etico ed artistico dei Concerti di musica sinfonica e corale ignorando che l'Orchestra Sinfonica della RAI ed il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia sono delle vere "eccellenze" italiane e come tale meritano di  essere valorizzate soprattutto in questo periodo di crisi morale ed economica !
Questi eccessi di servilismo rendono ridicoli anche i Quotidiani che si prestano a continui  e quanto mai strani  “lecchinaggi” nei confronti del Papa .
Ancora una volta il signor Melloni ha perso l'occasione di tacere per dimostrare concretamente di amare il Papa, Successore di Pietro, a cui temerariamente  osa attribuire  atti  : " come sempre illuminanti e predittivi di un intero sviluppo pontificale...".

Andrea Carradori

* CUPIDIGIA DI SERVILISMO : " ... Locuzione divenuta famosa, questa, da quando ebbe a pronunciarla Vittorio Emanuele Orlando in una memorabile seduta della Camera dei Deputati, nel primo dopo-guerra. Chi scrive, ricorda l'illustre personaggio, assalito letteralmente dalle sinistre, (ma anche dal centro), non appena pronunciata la frase; preso a spintoni, difeso a stento dagli uscieri, cacciato fuori dell'aula. Con quelle parole, l'Orlando intendeva denunciare un atteggiamento che già allora appariva evidente nella massa dei parlamentari: la volontà, cioè, dì conformarsi a una sola idea, purché stabilita dall'ente più forte, o supposto tale; il desiderio di immettersi prontamente nella scia comune, il piacere dì correre al sostegno del potente.
Questi propositi (e il lettore ci metterà per conto proprio l'aggettivo che meritano), non appartengono soltanto ai politici di mestiere. E' storicamente accertato che essi fanno ressa nei reconditi sentimenti dei cosidetti « intellettuali »: mettersi in fila, al comando del Potente, quale esso sia. Porre il proprio ingengo al suo servizio. Emergere in questo zelo. Possiamo supporre che ciò sia un retaggio delle età medioevali e rinascimentali: l'ossequio dovuto dall'artista e dall'uomo colto, al Prence. Perché il Prence va in ogni modo servito. Quale esso sia". ( Carlo Belli, Notiziario di UNA VOCE ITALIA, Maggio-Luglio 1977, a proposito della celebre Conferenza di Mons.Marcel Lefebvre a Palazzo Pallavicini di Roma - giugno 1977 -)



POST SCRIPTUM di Sandro Magister – Esattamente allo scoccare del suo centesimo giorno da papa, il 22 giugno, Francesco ha compiuto un gesto che ha lasciato interdetti, questa volta, anche alcuni dei suoi più convinti estimatori.

Per un'imprecisata "incombenza urgente e improrogabile" – fatta annunciare solo all'ultimo minuto e dopo averne tenuto all'oscuro anche "L'Osservatore Romano" stampato nelle stesse ore – ha lasciata vuota la sua poltrona al centro dell'aula delle udienze, dove stava per essergli offerto, nell'occasione dell'Anno della fede, l'ascolto della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, poi effettivamente eseguita in sua assenza.

"Non sono un principe rinascimentale che ascolta musica invece di lavorare": questa è la frase che gli è stata messa in bocca da alcuni "papisti" di curia, inconsapevoli di recargli con ciò solo danno.

Per lo storico della Chiesa Alberto Melloni il gesto ha la grandezza di "un rintocco solenne, severo", che conferma lo stile innovativo di Francesco.

Ma in realtà, esso ha reso ancor più indecifrabile l'inizio di questo pontificato.

Lo slancio evangelizzatore di papa Francesco, il suo voler raggiungere le "periferie esistenziali" dell'umanità, avrebbe infatti un veicolo di straordinaria efficacia proprio nel grande linguaggio musicale.

Nella Nona di Beethoven questo linguaggio raggiunge vette sublimi, si fa comprensibile al di là di ogni confine di fede, diventa un "Cortile dei Gentili" di incomparabile suggestione.

All'ascolto pubblico di ogni concerto, Benedetto XVI faceva seguire sue riflessioni che toccavano nel profondo le menti e i cuori.

Un anno fa, dopo aver ascoltato nel teatro alla Scala di Milano proprio la Nona Sinfonia di Beethoven, papa Joseph Ratzinger aveva così concluso:

"Dopo questo concerto molti andranno all’adorazione eucaristica, al Dio che si è messo nelle nostre sofferenze e continua a farlo. Al Dio che soffre con noi e per noi e così ha reso gli uomini e le donne capaci di condividere la sofferenza dell’altro e di trasformarla in amore. Proprio a ciò ci sentiamo chiamati da questo concerto".


Da : http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350544

( HA COMMENTATO UN MUSICISTA SU FACEBOOK "Se si fosse trattato di un concerto pop o rock ( I PAPALINI DEL PIO SOCCORSO MEDIATICO ALLA MELLONI n.d.r. ) avrebbero detto lo stesso? Molto spesso i professori d'orchestra suonano gratis e vivono di stenti, i cantanti pop o rock invece... La musica colta non e' certo simbolo di mondanita', lusso e frivolezza. Un commento di questo tipo puo' demolire per sempre un settore gia' in crisi cronica. Basta populismo!!! " )

Anche  FAMIGLIA CRISTIANA , che non si può certamente accusare di " mondanità e di vanità" nel dare la notizia dell'evento concertistico aveva scritto : 
" Un regalo per il Papa: la "Nona" di Beethoven
È noto l'amore di Francesco per la grande musica. Oggi l'Orchestra della Rai gli renderà omaggio eseguendo il capolavoro di uno dei suoi autori preferiti ".