martedì 28 aprile 2015

La ricchezza svincolata da qualsivoglia morale, come vuole il capitalismo, non è cristiana

"Quanto vorrei che le comunità parrocchiali in preghiera, all’ingresso di un povero in chiesa si inginocchiassero in venerazione allo stesso modo come quando entra il Signore! 
Quanto vorrei questo, che si toccasse la carne di Cristo presente nei bisognosi di questa città!" ( Papa Francesco - fonte: Il Giornale / 28 aprile 2015).


"Nella Scrittura, la povertà di spirito è intesa come umiltà ed è eccome una virtù. 
Ed anche la povertà di mezzi e risorse fisiche può tradursi in un'occasione per avvicinarsi alla Santità. 
Occasione che generalmente fa fatica a presentarsi tra i fasti ed il lusso della ricchezza spropositata e svincolata da qualsivoglia morale come vuole  la lezione capitalista".

Attenzione però :

"Trovo ambigue teologicamente queste frasi, che creano una perfetta concomitanza tra Cristo ed il povero, tra la carne di Cristo e quella del povero.
Non era questo (insieme alle conseguenze filomarxiste che se ne ricavavano) uno degli assunti base della Teologia della Liberazione?
Il tema di accogliere cristianamente il povero ( tema che non scopriamo oggi nella Chiesa), è altra cosa rispetto a quel far perfettamente combaciare l` unicità del Cristo con il povero...
Ricordiamocelo: il povero, anche lui, ha bisogno di conversione e di perdono...
Anche il povero ha assoluta necessità di Cristo e della Sua Redenzione".

***

Il cristiano non può identificarsi con le forme a-cristiane dell'attuale capitalismo  di matrice illuminista.
La cosiddetta "teologia della liberazione" è stata giustamente condannata dal Magistero solo perchè  inficiata , inquinata e falsata dal marxismo, perversa ideologia che corrode con la scusa della giustizia sociale e della presunta lotta alla povertà.
Il Magistero ha però giustissimamente condannato anche il liberalismo e con esso anche la concezione capitalista,  attualmente imperante,  che  pare però interessare anche dei super potentati che, al fine di raggiungere i loro a-morali scopi lucrosi, non disdegnano attuare patti di collaborazione con  potenze islamiche che, come noto, ammettono e legittimano anche forme di schiavitù. (A.C.)



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