lunedì 6 febbraio 2017

Signore salvaci dal flagello del terremoto e dai preti che non Ti vogliono invocare! Il bell'esempio di Norcia!

Da Norcia, Città piagata ma non piegata dal terremoto che dal 24 agosto scorso affligge le nostre amate terre ,  arriva un forte e luminoso messaggio cattolico   scollato dalla dittatura del pensiero unico  "politically correct" e  per questo certamente  gradito dall'Altissimo Dio: Signore del tempo e della storia.
A stretto contatto con il devastante sisma il Vescovo, i preti e i fedeli si sono avvalsi stesso linguaggio dei Loro predecessori nella Fede invocando il Signore perchè, nel Suo infinito e misericordioso amore , plachi  le forze della natura in quelle terre benedette dalla presenza di tanti Santi e Sante.
Il 27 gennaio 2017 c'è stata la grande giornata di penitenza culminata nella veglia di preghiera penitenziale.
Domenica 5 febbraio ha avuto luogo la tradizionale  Processione, molto amata dal popolo, attorno al perimetro murario della Città recando il venerato quadro della Madonna Addolorata, estratto dalle macerie della chiesa di San Filippo, con la presenza orante di Sua Eccellenza Mons. Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia che, commosso, ha commentato: “Il giro della mura che abbiamo fatto è stato un grande abbraccio a Norcia”.

Molto spesso noi "pretendiamo" che il prete sia tutto fuorchè ... prete: prete manager; prete abile pr; prete comunicatore; prete sindacalista aizza-popolo; prete rivoluzionario; prete politico; prete pagliaccio; prete al-passo-con-i-tempi  ecc ecc ... 
Noi stessi ci accontentiamo che i i preti  " siano simpatici, disponibili, che non rompano troppo... " e che sopratutto non invochino nelle pubbliche piazze e nelle strade il Signore  Dio che molti  dipingono, secondo l'ottica gnostica, come un'entità astratta lontana dal Suo popolo.

Grazie al Vescovo , al Clero e al popolo santo di Dio da Norcia è arrivato l'autentico messaggio del prete orante "coram Deo" che devotamente promuove  liturgie e  processioni penitenziali  riconoscendo a Dio la signoria sul creato e sulla natura!

E' sommamente necessario che si facciano processioni penitenziali e riparatrici per risvegliare il senso della vita soprannaturale in un cattolicesimo reso quasi del tutto indifferente.


Questi Sacerdoti, forgiati secondo il Cuore Immacolato di Maria, metteranno in sicurezza a breve la Chiesa ormai piena di pericolose crepe provocate dal terremoto progressista/mondano/modernista che la stanno progressivamente frantumando.
Così sia.



Veglia di preghiera al termine della giornata di digiuno per chiedere a Dio che si calmino le forze della natura. Tantissime persone presenti.

Tantissime persone la sera del 27 gennaio hanno preso parte, nella palestra dell’Oratorio del Sacro Cuore a Spoleto, alla veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo a conclusione della giornata di digiuno indetta dallo stesso Presule per elevare a Dio onnipotente una preghiera accorata e confidente perché si calmino le forze della natura - in particolare il terremoto che dal 24 agosto dello scorso anno ha colpito in modo violento il centro Italia, compresa la
Valnerina - e sia restituito alle popolazioni un tempo di serenità e di pace.

La preghiera è iniziata col canto “Se tu m’accogli Padre buono” dove si dice, tra l’altro: se nell’angoscia più profonda, quando il nemico assale, se la tua grazia mi circonda, non temerò alcun male. 
Ti invocherò mio Redentore, e resterò sempre con te. 

Nel mentre, Arcivescovo e presbiteri sono entrati processionalmente nella palestra e si è svolto il rito del lucernario che solitamente si vive nella veglia pasquale. 

Così mons. Boccardo: Cristo, il vivente nei secoli, il vincitore del male e della morte, ci invita a non temere. 

Lui, la luce vera che brilla nelle tenebre, alimenta e sostiene la nostra speranza. 

È seguito l’ascolto di alcune letture. 

Il primo brano è stato tratto dai “Discorsi” di S. Pietro Crisologo dove è ben illustrato il senso del digiuno: è l’anima della preghiera; chi digiuna comprende bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare. 


O uomo, offri a Dio la tua anima ed offri l’oblazione del digiuno, che non germoglia se non è innaffiato dalla misericordia. 

Poi, il brano del libro di Ester in cui Mardocheo chiede a Dio di risparmiare sofferenze al popolo e di ricordarsi delle sue promesse. 


Un passo del libro del profeta Isaia ha presentato un Signore che non si dimentica del suo popolo, nonostante i dubbi di quest’ultimo, perché “sulle palme delle mie mani ti ho disegnato”. 


Infine, la scena Vangelo di Marco della tempesta di vento con i discepoli che dicono a Gesù: “Maestro non ti importa che siamo perduti?”. 
E Lui dopo aver calmato il vento dice ai discepoli: “Perché avete paura, non avete ancora fede?”.

Poi, c’è stata l’omelia dell’Arcivescovo. 

All’inizio mons. Boccardo ha detto ai presenti: «Molti si sono chiesti il perché del digiuno. 
Forse – è stato detto - è meglio che la Chiesa faccia cose materiali, dia aiuti concreti ai terremotati? 
Questo lo facciamo attraverso la Caritas fin dalle ore successive alle scosse del 24 agosto. 
Una cosa non esclude l’altra.
Il primo compito dei cristiani dinanzi ad una calamità – ha detto il Presule - è gridare a Dio e chiedergli misericordia per il popolo
La preghiera e il digiuno, poi, danno forza a quella misericordia che ogni giorno attuiamo nella nostra vita e che noi come comunità cristiana, in questo momento storico, concretizziamo con progetti di sostegno alle persone e alle zone colpite dal terremoto. 
Gli eventi sismici di questi mesi possono ispirare nella gente lo stesso grido di Isaia: “Il Signore mi ha dimenticato”. 

Ma Gesù non è venuto per spiegarci o togliere il male e la morte, ma per prendere su di sé queste particolari situazioni, aiutandoci ad affrontarle. 
Un’altra domanda che sorge nelle nostre menti dopo queste infinite scosse è: quando ne usciremo e come? 
Dio però ci dice: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie”. 


Dunque – ha proseguito l’Arcivescovo – dobbiamo fidarci di lui anche nel buio degli eventi, anche quando la tempesta, che per noi in questo momento è il terremoto, sembra prendere il sopravvento». 


Poi, mons. Boccardo, prendendo spunto dall’invocazione di Mardocheo presentata nel libro di Ester, ha detto: «Signore ricordati di noi, comanda alle forze della natura di cessare affinché la terra torni ad essere madre e non matrigna e la nostra gente possa tornare ad una vita tranquilla. 
Signore, guida i miei passi, donami la tua salvezza, certi che non ci dimenticherai perché i nostri nomi sono scritti nel palmo delle tue mani».