Si può dire, umilmente e sommessamente, che questo Papa sta un
po’ esagerando?
Ieri si è saputo che ha scritto all’ex consigliere
capitolino di estrema sinistra Andrea Alzetta detto Tarzan,
collezionista di denunce per violazione di domicilio e invasione e
devastazione di edifici, esortandolo «a occuparsi di chi non ha casa».
Invito che l’interessato ha interpretato come un «caldo incoraggiamento»
a occupare le case altrui.
I conservatori deprecano la tendenza di
Francesco a intrecciare rapporti con persone che cavalcano la tigre
della protesta sociale senza fermarsi dinanzi alla legge.
Da laico mi
infastidisce di più la sua attenzione esasperata e ormai esasperante
verso tutto ciò che accade nella capitale di uno Stato estero confinante
col suo.
Fin dalla prima apparizione sulla balconata di San Pietro ha
preso molto sul serio il ruolo di vescovo di Roma, forse sottovalutando
il particolare che quando apre bocca non è il vescovo che parla ma il
Papa.
Dopo avere affossato il sindaco con una battuta, l’altro giorno ha
chiesto scusa per gli scandali che hanno colpito la città. Non mi
risulta che il capo della Chiesa universale abbia fatto lo stesso per
gli scandali che scoppiano quotidianamente in altri punti del globo.
Nel vuoto di potere laico che attanaglia l’Urbe alla vigilia
dell’ennesimo Giubileo, sembrano tornati i tempi del Papa Re.
Con la
differenza che questo pontefice può denunciare le magagne di Roma senza
neanche doversi scomodare a risolverle.
E pensare che, per fare felice
Tarzan, basterebbe attingere alle migliaia di case romane sfitte di
proprietà del Vaticano.
Immagine : da Facebook