Un mistero gaudioso, così lo ha definito un amico –
di Marisa Orecchia
Mistero, perché non è dato sapere a chi attribuire l’iniziativa della pubblicazione sull’Osservatore Romano dell’8 ottobre di una pagina nella quale Mario Palmaro, definito “ Un grande esempio, per tutti” viene ricordato assieme ad alcuni dei suoi libri.
Né è dato sapere quale sia la circostanza che ha suscitato tale iniziativa. Sandro Magister, nel sul blog Settimo Cielo azzarda (azzarda?) l’ipotesi che, non ricorrendo l’8 di ottobre né la data di nascita di Mario Palmaro, né quella della nascita al cielo, l’ignoto autore di questa pagina abbia voluto ricordarne la pubblicazione dell’articolo – scritto, come spesso capitava, a quattro mani con l’amico Alessandro Gnocchi – più indimenticabile, apparso sul Foglio appunto il 9 ottobre 2013.
Articolo scandaloso perché, a pochi mesi dall’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, nel generale clima di osanna per la chiesa povera di Francesco, ospedale da campo in uscita verso le periferie esistenziali per curare le ferite di questo mondo e opporsi alla cultura dello scarto, Gnocchi & Palmaro si chiedevano semplicemente che fine avesse fatto il Papato e se Petrus non fosse definitivamente scomparso dietro una vecchia borsa sdrucita, un paio di scarpe nere e un Crocifisso di metallo vile.
Mistero, appunto, la pubblicazione di questo ricordo di Mario Palmaro, anche per la scelta dei titoli dei libri che sono presenti nella pagina.
Appare ovvia quella del libro “Il buon seme fiorirà”, curato da Gnocchi e scritto con l’apporto di quanti hanno conosciuto e amato Palmaro, e altrettanto ovvia la scelta degli altri, testi di bioetica, contro aborto e eutanasia.
Chiari, vigorosi, senza la minima sfrangiatura, come tutti i suoi scritti.
Coerenti quanto lui era coerente nell’adesione totale e incondizionata alla verità, lucidi nell’individuare il sofisma, il cedimento che spesso inficia il ragionare di molti.
Ma c’è anche un libro, “Il Cardinale coraggioso. Giovanni Colombo, il Sessantotto e l’aborto”, scritto da Mario Palmaro per evidenziare il coraggio e la forza della verità che avevano animato il cardinale Colombo anche in circostanze difficili, con particolare riferimento alla battaglia che dovette sostenere contro un’opinione pubblica scatenata a favore dell’aborto, durante i fatti di Seveso e della diossina del 1976.
Rimanendo nel campo delle ipotesi, potremmo anche affermare che chi ha avuto idea e autorevolezza per una simile pubblicazione sul prestigioso Osservatore Romano abbia voluto lanciare un messaggio chiaro e forte ai Padri sinodali, intenti in questi giorni a Roma a discutere di famiglia.
Ha forse voluto richiamare ai vescovi lì riuniti la testimonianza di un laico che con la vita e con le opere ci ha detto l’amore e il rispetto per la Tradizione, il Magistero, per la Chiesa cattolica, insomma, e per la sua immutabile dottrina della quale non è dato cambiare un solo iota?
Mistero – lo ha definito l’amico Silvio Ghielmi – ma gaudioso.
Non solo e non tanto perché per tale iniziativa gioiamo nel ricordo di Mario Palmaro e della sua opera, quanto perché aumenta e conferma la consapevolezza che il buon seme fiorirà.
E se è vero che il seme per dare fiori e frutto deve macerare nella terra e morire, allo stesso modo la vicenda di Mario Palmaro, ci colma, pur nella nostalgia, di un’attesa carica di consolazione e speranza.
Fonte : Riscossa Cristiana