lunedì 30 dicembre 2013

Tolentino, 31 dicembre 2013 e 1 e 6 gennaio 2014


Tolentino

Insigne Basilica di San Nicola ( PP Agostiniani )
Martedì 31 dicembre ore 18,30 ( circa )
SOLENNE TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO
Benedizione Eucaristica
Schola Cantorum " G.Bezzi " della Basilica di San Nicola
***

Chiesa del Sacro Cuore ( vulgo " dei sacconi" ) via Corridoni , centro storico
Mercoledì 1 gennaio 2014
ore 16,00 Santo Rosario ( il primo dell'anno)
ore 16,30 Santa Messa nel venerabile rito antico ( Missa VIII de angelis )
Canto del Veni Creator Spiritus
Consacrazione del nuovo anno alla Madonna Santissima
Benedizione Eucaristica
celebra il Rev.do Don Andrea Leonesi, Parroco

***

stesso giorno ore 19,15 Insigne Basilica di San Nicola ( PP Agostiniani )
Canto del Veni Creator Spiritus e Benedizione Eucaristica

***

Lunedì 6 gennaio 2014 Solennità dell'Epifania di N.S.G.C.
Chiesa del Sacro Cuore ( vulgo " dei sacconi" ) via Corridoni , centro storico
ore 16,00 Santo Rosario
ore 16, 30 Santa Messa nel venerabile rito romano antico ( Missa II Kyrie fons bonitatis )
Bacio  del Bambino Gesù
 celebra il Rev.do Don Andrea Leonesi, Parroco

***
Nei giorni 5 e 6 gennaio nell'Insigne Basilica di San Nicola ( PP Agostiniani ) ore 18,30 circa " arrivo dei Re Magi, offerta dei doni e adorazione al Bambinello "

sabato 28 dicembre 2013

Papa Francesco : " ( Io ) sono un figlio della Chiesa Cattolica .. ( dico solo) gli insegnamenti della Chiesa " !

Chiedo scusa perchè questa " traduzione " dell'importante intervista del Cardinale Joachim Meisner, al giornale Deutschlandfunk del 24 dicembre 2013 in alcuni punti si capisce poco, però nei passi più importanti  si percepisce  bene il concetto che abbiamo  riassunto nel titolo che abbiamo impresso a questo post.

Continuino dunque gli Scalfari & compagni la diffamazione a mezzo stampa della teologia

venerdì 27 dicembre 2013

Aspettando il 2017 : anno centenario delle apparizioni di Fatima (Centenário das Aparições de Fátima. 1917-2017 )


 AGGIUNTA DEL 31 DICEMBRE 2013 :
Abbiamo letto con molta attenzione, condividendolo, l'articolo di Marco Mancini su "Campari e De Maistre " ( QUI ) .
Ancora una volta, per non essere confusi nel coro dei " tradizionalisti piagnucoloni " ribadiamo che ringraziamo lo Spirito Santo per il dono che ha fatto alla Chiesa di Papa Francesco che ci sprona a salire il monte del Signore con mani innocenti e cuore puro volgendo il nostro sguardo  a Cristo Signore presente anche nei sofferenti nelle periferie esistenziali del mondo.
Noi ribadiamo tuttavia che c'è un filo rosso che attraversa le azioni dei potentati mondialisti che stanno affamando le popolazioni per far arricchire i soliti noti e coloro che, spesso dai microfoni e dai giornali che si dicono "cattolici", dall'apertura dell'ultimo Conclave stanno dileggiando le forme antiche del Papato.
Noi ringraziamo la Divina Provvidenza per averci fatto gustare le parole di vita contenute nell'ultimo Angelus del Papa. A.C.


“I giornalisti che da 8 mesi stanno contribuendo - in buona o in mala fede - a questa temperie che a volte sfiora il grottesco, meriterebbero "tante paroline" (cit.). Preciso che molti di quelli i quali agiscono sui media sedicenti cattolici sono in mala fede, o comunque bisogna presumerla, poichè dovrebbero essere maggiormente addentro in questioni di storia della Chiesa, Magistero, Dottrina e simili, rispetto ai colleghi del media "laici". Tra Boffo e Scalfari si finisce per concedere il beneficio del dubbio al secondo, e non al primo, i cui commenti sono a dir poco inqualificabili”.

“La sciatteria liturgica, volubilita' di carattere, volonta' di distinguersi dai predecessori (perche' il Papa si e' rifiutato di proseguire la bella tradizione avviata da Giovanni Paolo II e proseguita da Benedetto XVI di accendere un lume la sera di Natale??) intolleranza alle critiche (vedansi i continui richiami al chiacchiericcio). Ecco quello che ci ha portato il 2013 e che purtroppo continueremo a portarci sulle spalle negli anni futuri. Triste Natale se non fosse per la nostra fede. D'altronde un vecchio detto spagnolo dice: no hay mal que por bien no venga. Affidiamoci al Signore: solo lui sa il motivo di quanto e' successo”.

Cosa c’entra la foto comparata della Benedizione Urbi et Orbi 2012 e 2013 con Fatima ?
Perché anche nei momenti più oscuri bisogna ricordarsi  quel che la Madonna Santissima ha promesso all’umanità raccolta della Chiesa Cattolica :  
" Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà ! "

C’è già chi fa il conto alla rovescia …
Andrea Carradori

Questo post raccoglie alcuni commenti sulla foto in oggetto
apparsi sulla mia bacheca di Facebook.

- Trova le differenze...

- Lo squallore avanza . . .
io guardo il contenuto...trovo le differenze


- Ma il vescovo e' povero non si puo' paragonare
... la "stola delle benedizioni" non tiene conto del colore liturgico del giorno... e poi il rosso è il colore per antonomasia dei papi. da lunga tradizione la stola è stata rossa.

- Perchè fate così? Nel 2012 c'era il Papa. Nel 2013 il parroco di San Pietro... mica poteva indossare i paramenti troppo pontificali...!:-)

- Nel condividere a torto o a ragione tutti i post sopra, rilevo che stamattina il Papa sembrava indossare una sciarpa rossa... non mi sembra che il pauperismo della Chiesa passi per lo svilimento dei paramenti... ... e poi, perché indossarla sull'abito piano? non poteva mettere una cotta e mozzetta magari semplici e dignitosi come prevede il C.E.? i cardinali assistenti l'avevano! così facendo sarà di cattivo insegnamento a vescovi e preti...


- Chi non vede la differenza metta gli occhiali


- Non è il caso di insistere tanto sul comportamento di questo Papa. Ho visto ieri sera, alla messa della notte, il Pontefice scendere per prendere la statua il Bambinello da intronizzare al canto del Gloria.Come una donna cui è di ostacolo la gonna troppo lunga, si è preso con una mano casula e camice all'altezza dell'inguine affagottando sciattamente e tirando su per non inciampare.....lo stile dice mollto della persona!

- Ci sta benedicendo o mandando a… quel paese?

- Meglio non commentare...

- la differenza è che nel 2012 il cerimoniere di colore manteneva il libro delle benedizioni no?

- Si certo...vi sono delle differenze...estetiche e non sostanziali, l’ estetica è per sua natura categoria soggettiva la sostanza, per chi crede, assolutamente la stessa e si chiama Benedixio urbi et orbi.
Il mio è ragionamento obiettivo il vostro soggettivo ed estetico. 
Il Santo Padre se ne farà una ragione, i fedeli pure...i depositi di Cinecitta...meno.

- ...l'importante è il libro, che non cambia ! è una solennità sobria che attrae quella di Papa Francesco

- L'unica cosa che accomuna i due riti sono le cotte dei ministranti.

Questo il commento ( falso di un astuto provocatore ) :
- Meglio oggi, purtroppo i troni e gli ermellini non servono a niente, proprio a niente. chi e' povero, senza lavoro e nella miseria ama papa Francesco, chi e' fortunato cerca invece i troni, i piviali e le pianete.

Gli risponde un fedele :
- … buon Natale a te! Se non vedi, meglio stare zitto ed imparare. La belleza non serve?

- Non credo che troni ed ermellini non servano a niente. A parte un utilitarismo fasullo ( serve, non serve,.....se si va in fondo allora niente serve, si potrebbe dir messa anche in mutande, a cosa servono i paramenti?) ma in tutte le cose umane sono necessari segni che caratterizzino, evidenziando, funzioni e ruoli, compiti e incarichi. E questi sono segni distintivi del Romano Pontefice. Vicario di Cristo. (E' poco???). Da sempre la Chiesa Cattolica - e non solo, si guardino le chiese ortodosse - prescrive un certo grado di solennità secondo le diverse celebrazioni liturgiche. La benedizione Urbi et Orbi (a Roma e al mondo, non come sentito iersera a TG5 al'Italia e al mondo!!!) è un solenne atto papale non confondibile con la semplice benedizione di un qualsiasi vescovo. Tanto che vi è annessa l'indulgenza plenaria. 
Non è insomma una questione di sola estetica perché nella liturgia la forma e la sostanza coincidono. 
Spiace che ancore non si capiscano certe cose e ci si attardi su un pauperismo stantio quanto falso. 
La sciatteria non ha giustificazioni. 
Perché il Papa non abolisce l'abito corale, visto che non lo indossa mai? 
Pessimo esempio, come fatto notare anche da altri, per tutto il clero che, tra l'altro, non ne ha proprio bisogno.

Il provocatore prosegue : Dio non ha bisogno degli incensi, dei fasti, vuole cuori puri, questo e' quello che si trova nei profeti.

( gli risponde un altro fedele ) sono scelte....a me piace di più il 2012...dopo tutto se c'è perchè non usarla? per la cose di Dio ci vuole sempre il meglio e lo pensava pure s.Francesco ( il Serafico Padre San Francesco non c'entra nulla in tutto questo pauperismo ... N.d.R.) .
In ogni caso la cosa importante è la benedizione, il contorno è di secondo piano.

( il provocatore ) Da papa Paolo VI, del quale e' la stola rossa, la Chiesa sta cambiando, ecco tutto.

La risposta di un fedele- Caro ... la stola non è di Paolo VI, che ben altra classe e stile aveva pur indossando abiti liturgici sia moderni che antichi e che non aveva mai smesso di usare l'abito corale."

Ed un altro : - Anche se fosse la stola usata col piviale al funerale di Aldo Moro rafforza le nostre perplessità : usata col piviale quando la Liturgia prevede il color rosso va bene ( nessuno abbia da ridire sulla sobria eleganza di Paolo VI ... ) ma nel contesto odierno è fuori luogo. Le tue considerazioni precedenti sul trono e sulla mozzetta sono tristi e pervase da desiderio di allinearsi non a Cristo e neppure alla povertà della Chiesa, mai troppo invocata ... ma al carro di coloro che pensano di avere vinto ...

- ( gli risponde un religioso ) ma Riccardo il colore rosso si usa solo per le esequie dei cardinali e dei Papi, Paolo VI non aveva celebrato i funerali di Moro ma presieduto solo una celebrazione di suffragio in sua memoria.

- Paolo VI presiedette ad un rito esequiale pubblico per il caro amico assassinato, a San Giovanni in Laterano, poiche' i veri e propri funerali furon fatti privatamente.Moro non voleva funerali di stato. Comunque la stola era usata con un piviale da Paolo VI, anche in altre circostanze.
- Ecco l'esempio della confusione che regna fra i due piani della carità e della liturgia: il progressismo ha fatto un enorme polpettone in 50 anni sicchè se un prete celebra a modo o si veste da prete non è adatto a curare i poveri perchè il modello del prete sociale è - contrariamente al passato ove fino a don Bosco e al Cottolengo, ma anche a don Orione e a don Guanella, il prete sociale era prima prete - don Ciotti della foto il quale è solo poco più di un assistente sociale.
( un fedele ribadisce ) - Caro Riccardo, la stola non è di Paolo VI, che ben altra classe e stile aveva pur indossando abiti liturgici sia moderni che antichi e che non aveva mai smesso di usare l'abito corale.

Un Sacerdote : -  - Il prof. Andrea Carradori dice bene, ma forse non considera che il S. Padre potrebbe pure ignorare chi sia stato Moro, e figuriamoci se conosce i paramenti usati da Montini in quella occasione. Ciò non toglie che in una delle occasioni di maggiore gloria e tripudio della liturgia durante l'anno, "in questo santissimo giorno" il Vicario di Cristo, il Sommo Pontefice, il Successore di Pietro e - diciamolo pure - il Vescovo di Roma, si riduce ad impartire una benedizione "super populum" come l'arciprete di Gorgonzola! Suvvia!

 Uno studente : - Comunque non si riesce a capire che proprio per la Liturgia, visto che la Sagrestia Vaticana è ben fornita, non c'è nulla da spendere...basta usare quello che c'è! Gesù misericordia...non ci posso pensare. Ha Benedetto l'hai fatta grossa!

A questo punto il provocatore scrive che Nostro Signore vestiva solo di una tunica ( argomento preferito dai modernisti pseudo pauperisti ): - Gesu' aveva una semplice tunica inconsutile, senza cuciture, come si apprende dal Vangelo di Giovanni.

Gli risponde un Sacerdote : - La tunica di Cristo era cucita d'un pezzo, perchè un capo di alta sartoria, in quanto Cristo non era - contrariamente a quanto certa propaganda progressista vorrebbe accreditare da alcuni decenni - uno straccione "border line" o uno stravagante predicatore senza arte nè parte, ma un bell'uomo, di buona famiglia, vestito elegantemente e dotato di autorevolezza. E infatti i soldati sotto la Croce se la tirarono a sorte, proprio perchè preziosa e preferirono non dividerla. Scambiare la raffinata solennità di Paolo VI con queste squallide privazioni del Cerimoniale papale, è proprio di chi non conosce la Chiesa come Mysterium nè apprezza cosa sia la vera liturgia, ignora crassamente la storia del Papato, della S. sede e della Chiesa come istitutzione e come Corpo Mistico, derubricando tutto ad una pantomima più o meno degna. A Pasqua si tolga anche l'insulsa stola, così i santosubitisti saranno contenti.

- Tra le due immagini vi è una differenza sia di contenuti sia di forme. La prima rappresenta - quanto a contenuti - una maggiore sostanza; la seconda esprime l'inconsistenza di questi e la povertà di contenuto spirituale. 
Al più, nella seconda, il contenuto è solo materiale: l'invocazione al Bambino di Betlemme di beni materiali. E taccio del tutto, per spirito di carità, l'invito rivolto agli atei a desiderare la pace (quale pace? se non credono .... 
Essa sarà diversa ontologicamente da quella intesa da Cristo e che solo Cristo può dare). E veniamo alle forme. 
Sebbene sia adoperato il colore rosso - che è quello tipico papale - si nota nella seconda un contenuto banale messo in una forma altrettanto banale e senza stile ..... .

- che tristezza... Quanta superficialità!!! Gesù nato povero (per la superbia mana) e mantenuto tale...
La seconda mi fa male, ma e' quella che emerge nuova e provoca piu' della prima. 
Quasi che la prima funga da volano per la seconda in una continuita' atematica ed irriflessa.

- Certo che è stata notata. 
La sua più che si rassegnazione sembrava quella dell'antilope che, pur di non sentirlo, sarebbe stata disposta a darsi in pasto al leone!
- e poi se vogliamo esser proprio pignoli esiste una regola che vieta l'uso della stola sopra l'abito talare, regola che viene disattesa da preti, vescovi, cardinali e ora pure il Papa. 
E non mi si dica che son formalità, la regola aiuta a non diventare dei "mistieranti" a mettersi d'impegno e se è vero che l'abito non fa il monaco è vero anche che l'abito distingue il monaco. Immaginatevi se carabinieri, polizia, vigili del fuoco, guardie svizzere ecc vestissero come piace a ogni singolo individuo che succederebbe???
- Il pauperismo d'accatto che vuole giustificare l'ingiustificabile è soltanto dettato dalla più madornale ignoranza dei segni liturgici e cerimoniali che nella vita della Chiesa sono, da sempre, manifestazione prossima di una determinata sostanza: le insegne del Pontificato ridotte a questo livello stanno forse a simboleggiare che il S. Padre deve avere, nell'intimo della sua coscienza, qualche dubbio sulla sua personale potestà vicaria di Cristo? sulla sua personale funzione di Pastore della Chiesa universale? sul suo personale ufficio di Successore di Pietro? 
Le sue "amabili" trovate a volte stupiscono, visto che ormai sappiamo che non sono nemmeno frutto di estemporaneo gesuitismo sudamericano, ma suggerite da un accorto PR di provenienza Opus Dei. 
Come peraltro la scelta di anticipare alle 21,30 la Messa della Notte di Natale ( scelta che fu anche di Papa Benedetto XVI lo scorso anno N.d.R.)
Nemmeno Papa Woitjla, negli anni in cui era ridotto inabile, aveva disposto tanto: al limite non si era teletrasmessa la Messa, e basta. 
Ho il dubbio invece che la presenza televisiva venga ormai considerata strumentale ad altro, e per questo irrinunziabile.
- Vox clamantis in deserto.....
- Buon Natale nel Signore. Speriamo che il Santo Bambino rechi "luce alle menti", come invocava S. Alfonso. 
Si deve ovviamente trattare di menti aperte alle Verità. 
O almeno aperte al raziocinio. Se mancano questi requisiti potrò scomodare tutta la logica aristotelica, ma il sig. ...e i suoi correligionari resteranno nel dubbio secondo il quale è meglio lo squallore liturgico in cui ci stanno precipitando certe avventurose scelte degli ultimi mesi, rispetto ad una nobile semplicità che vorrebbe il rito romano (nobile, sottolineo, non sciatta!). 
Si è osato addirittura paragonare Paolo VI a questi miserevoli esiti. 
Avreste dovuto vederlo da vicino Montini: l'altro giorno lo ho nominato guardando in TV la sciatteria degli auguri della Curia al Papa........ 
Roba veramente impensabile ai suoi tempi (ma invero nemmeno ai tempi di Woitjla, maggiormente diretto e cordiale, senza considerare Ratzinger oppure i Papi prima di Paolo VI): pacche sulle spalle, grasse risate, cicaleccio, quasi nessun cardinale o prelato ha baciato l'anello al Papa, insomma una scena degna di uno scambio d'auguri presso una ditta di serramenti di Oria. Con tutto il rispetto per gli oritani.
- Mancavano soltanto i brindisi con le rime scollacciate!

- Caro padre … qui ci avviamo verso la Chiesa miserabile!

- Orbi sono coloro che pur vedendo tale miseria la giustificano. E nella dittatura del relativismo - tanto combattuta da Woitjila - che sta' travolgendo anche le "cose sante" in questi ultimi mesi, essi pretendono che anche coloro che dissentono debbano inneggiare con peana di magnificazione a tali scelte a dir poco avvilenti.

- Secondo me le studia la notte per il giorno!
- Quanta superbia! Usare ancora il balcone!!! Avrebbe potuto impartirla in mezzo alla piazza, tra la gente! E poi perchè c'è ancora quel librone in pelle e fregi dorati? Un foglio A4 sarebbe stato più umile.
- ( Il provocatore torna all’attacco ) . Non ho interessi ( Ummmm … N.d.R.) ricevo la lezione mortificante di Francesco claudicante e rudemente missionario. Anch'io Andrea per un periodo ho amato il passato, lo sai, ma cambio sempre idea. La lezione e' quella che abbiamo vista a mezzogiorno, io ho da imparare molto.

- Figuriamoci se un Papa si sogna di mettersi la mozzetta d'ermellino: sicuramente l'avrà fatta cucire a costo del sangue di una ventina di sarti sottopagati!

- Si potrebbe dire che ci sono differenze di stile tra i due. Se il Papa attuale avesse uno stile.

- ( Un intellettuale si inserisce con una domanda ) se l'orchestra di Vienna smette di suonare un valzer in questo momento, si sfama qualche bimbo?

( risponde un Sacerdote ) No se l'orchestra di Vienna smettesse di suonare non sfamerebbe nessuno. Ma un concerto per la carità unitamente ad altre iniziative che grazie al nostro volontariato mette in atto salva comunque diversi bambini

( Il redattore si rivolge al provocatore ) Sei troppo intelligente per credere tu stesso caro … quel che scrivi ! Se ti va di fare il provocatore la sera di Natale hai trovato pane per i tuoi denti !

( il provocatore risponde )
- Il problema e' che non sono intelligente, ahahahhh, buon Natale!

- Uh com'era trionfalistico San Pio X con tutti quei paramenti! E quel formalista di San Filippo Neri! Ne vogliamo parlare?! Che gentaglia questi pelagiani!

Un intellettuale romano non ce la fa … e inserisce alcuni ricordi del grande Pontefice Pio XII ( l’unico fra tanto beatificati e canonizzati ad essere rimasto “Servo di Dio” )

"...Noi guardiamo oggi, diletti figli, all'Uomo-Dio, nato in una grotta per risollevare l'uomo a quella grandezza, dond'era caduto per sua colpa, per ricollocarlo sul trono di libertà, di giustizia e d'onore, che i secoli degli dei falsi gli avevano negato. Il fondamento di quel trono sarà il Calvario; il suo ornamento non sarà l'oro o l'argento, ma il sangue di Cristo, sangue divino che da venti secoli scorre sul mondo e imporpora le gote della sua Sposa, la Chiesa, e, purificando, consacrando, santificando, glorificando i suoi figli, diventa candore di cielo.

O Roma cristiana, quel sangue è la tua vita: per quel sangue tu sei grande e illumini della tua grandezza anche i ruderi e le rovine della tua grandezza pagana, e purifichi e consacri i codici della sapienza giuridica dei pretori e dei Cesari. 
Tu sei madre di una giustizia più alta e più umana, che onora te, il tuo seggio e chi ti ascolta. 
Tu sei faro di civiltà, e la civile Europa e il mondo ti devono quanto di più sacro e di più santo, quanto di più saggio e di più onesto esalta i popoli e fa bella la loro storia. 
Tu sei madre di carità: i tuoi fasti, i tuoi monumenti, i tuoi ospizi, i tuoi monasteri e i tuoi conventi, i tuoi eroi e le tue eroine, i tuoi araldi e i tuoi missionari, le tue età e i tuoi secoli con le loro scuole e le loro università testimoniano i trionfi della tua carità, che tutto abbraccia, tutto soffre, tutto spera, tutto opera per farsi tutto a tutti, tutti confortare e sollevare, tutti sanare e chiamare alla libertà donata all'uomo da Cristo, e tranquillare tutti in quella pace, che affratella i popoli, e di tutti gli uomini, sotto qualunque cielo, qualunque lingua o costume li distingua, fa una sola famiglia, e del mondo una patria comune.

Da questa Roma, centro, rocca e maestra del Cristianesimo, città più per Cristo che per i Cesari, eterna nel tempo, Noi, mossi dal desiderio ardente e vivissimo del bene dei singoli popoli e dell'intera umanità, a tutti rivolgiamo la Nostra voce, pregando e scongiurando che non tardi il giorno che in tutti i luoghi, dove oggi l'ostilità contro Dio e Cristo trascina gli uomini alla rovina temporale ed eterna, prevalgano maggiori conoscenze religiose e nuovi propositi; il giorno, in cui sulla culla del nuovo ordinamento dei popoli risplenda la stella di Betlemme, annunziatrice di un nuovo spirito che muova a cantare con gli angeli: Gloria in excelsis Deo, e a proclamare, come dono alfine largito dal cielo, a tutte le genti: Pax hominibus bonae voluntatis. 
Spuntata l'aurora di quel giorno, con qual gaudio Nazioni e Reggitori, sgombro l'animo dai timori di insidie e di riprese di conflitti, trasformeranno le spade, laceratrici d'umani petti, in aratri, solcanti, al sole della benedizione divina, il fecondo seno della terra, per strapparle un pane, bagnato sì di sudore, ma non più di sangue e di lacrime!"

Pio XII
(Radiomessaggio "Nell'alba e nella luce", 24 dicembre 1941)

L’intellettuale romano commenta : “APRÈS LUI, LE DÉLUGE”.

Gli fa eco un giovane : - Senza entrar nel "mi piace non mi piace" vi invito a rilegger la vita di san Francesco e del santo curato d' Ars che a Dio davano il meglio, mentre per loro nella loro vita quotidiana senza sbandierarlo ai quattro venti facevano vita molto austera. Il tanto criticato Papa Pio XII era un principe, ma sotto l'abito talare vestiva una camica rattoppata


I commenti proseguono :

- Stanotte su Sat2000 alcuni giornalisti "cattolici" commentavano che l'abbandono della mozzetta rossa e delle scarpe rosse, scrolla finalmente di dosso dalla Chiesa gli ultimi orpelli appartenuti agli imperatori romani di cui Essa aveva voluto fregiarsi. O ancora, FC, nel numero della settimana scorsa, titolava: "la rivoluzione di Papa Francesco in pochi mesi ha fatto uscire la Chiesa dai palazzi per portarla sulle strade tra la gente"... mistificazioni! Come se in 2000 anni la Chiesa non fosse mai scesa tra la gente....Mi chiedo quale sia il fine occulto di tutto questo. Perché insinuare nei fedeli il dubbio che la Chiesa fin ora abbia fatto tutto male e solo adesso stia ritrovando la retta via? Oggi il Papa ha parlato della Pace, e va bene. Ma non sarebbe stato meglio parlare anche di Salvezza? In fin dei conti festeggiamo il Natale perché in questo giorno santo è nato il Salvatore. Se ogni individuo sulla terra si impegnasse quotidianamente per la salvezza della propria anima, con la preghiera, il lavoro, la testimonianza, la pace universale sarebbe una naturale conseguenza.
( Ci occuperemo adeguatamente  di questa ulteriore sciacallata del Signor Boffo ! )

 Risponde un Sacerdote : - Preciso ancora che ci sono persone le quali ancora vanno dietro alla famosa bufala delle scarpe di Prada...... 
Roba inqualificabile che non merita nemmeno commenti ulteriori visto che anni fa l'artigiano veneto che confezionava le calzature per Benedetto XVI divenne famoso perchè regalava al Pontefice (per ovvi motivi di sua pubblicità) scarpe del valore non superiore ai 200 euro. 
Vogliamo parlare di quante migliaia di euro indossano, fra abbigliamento, calzature, I-phone, I-pod e I c.v., i nostri adolescenti e i 'ggiovani che sono così tanto ecocompatibili e impegnati socialmente per l'emancipazione dei popoli schiavi, per la salvaguardia della terra, per l'animalismo tanto glamour, e per la lotta alla fame nel mondo? Dico soltanto: ma fatemi il piacere! 
E non trascendo per rispetto all'abito talare che indosso, altrimenti bisognerebbe usare qualche locuzione più icastica!

- Leggendo quasi tutti i post capisco che papa Francesco non riscuote tutto quel successo che la TV e stampa vuole fare credere ...
- … ha detto parole sante. 
Quanto al qualunquismo del sig. …., premesso di aver sopra delineato la differenza fra il piano caritativo e quello liturgico che nei prorgessisti -sempre-e-comunque è perniciosamente miscelato in modo mostruoso,si deve ricordare che la Chiesa agisce nella storia e, come tale, non ha mai rinunziato a segni visibili nell'adempiere alla sua missione. 
Buttarli a mare in pochi mesi sembra una scelta alquanto equivoca, sopratutto da quando sappiamo che non si tratta nemmeno di trovate quotidiane e personali del Papa, ma una studiata strategia di un PR con squadra di esperti in comunicazione di area ...
Alla fine uno come me che avrebbe messo all'Indice i romanzi di Dan Brown, facendolo condannare dal S. Uffizio almeno quale "infame vitando", deve convenire amaramente che il romanziere (e qualche altro) avevano ragione.

- Caratteri differenti..... " Per essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccoli ". Papa Francesco

giovedì 26 dicembre 2013

Baghdad, bomba contro i Cristiani. Ma la Chiesa va avanti !

Iraq , bomba dopo la messa Strage di cristiani il giorno di Natale
Uscivano dalla Chiesa dopo la celebrazione

Ci si creda o no, la Chiesa va avanti e diventa sempre più bella per questo sangue che lava la storia e che fa germogliare di frutti nuovi l'albero rigoglioso della grazia. 
Se fosse soltanto per la nostra visione miope, sociologica ed umanitaria, saremmo estinti da un bel pezzo...Eppure anche noi siamo sorretti dal Sangue. 
Solo che non riusciamo più a scorgerlo...
Se lo scorgessimo, sceglieremmo di adorare e di tacere, stringendoci al cuore della Chiesa. 

d.A.U.

mercoledì 25 dicembre 2013

Auguri fraterni di Buon Santo Natale

“Cristo nasce; rendete gloria. Cristo discende dai cieli; andategli incontro. Cristo è sulla terra; uomini, alzatevi. Tutta la terra canta il Signore! 
E per riunire tutto in una sola parola: Si rallegrino i cieli ed esulti la terra, per Colui che è insieme del cielo e della terra. 
Cristo riveste la nostra carne: siate ripieni di timore e di gaudio: di timore a motivo del peccato; di gaudio a motivo della speranza"

S. Gregorio Nazianzeno

Domani Festa del Protomartire Santo Stefano, Tolentino Chiesa del Sacro Cuore, centro storico, ore 17,30 Santa Messa nel venerabile rito antico della Chiesa .

martedì 24 dicembre 2013

I prodigi avvenuti nella notte di Natale


I prodigi avvenuti nella notte di Natale

San Bonaventura è una delle figure più alte della Chiesa nell’epoca medioevale.
Nato nel 1217 a Bagnoregio (VT), entrò, neI 1243,nell’Ordine francescano, per conto
del quale insegnò, come maestro di teologia, all’Università di Parigi.
Nel 1257, il Capitolo Generale dei Frati Minori, riunito a Roma, lo elesse generale e come tale, nel 1260, fu uno degli artefici delle prime Costituzioni generali dell’Ordine. 
Nel 1273, venne nominato Cardinale e Vescovo di Albano da Papa Gregorio X, che lo fece partecipare al Concilio ecumenico di Lione; ma proprio alla fine del Concilio, nel 1274, Bonaventura morì. 
Canonizzato nel 1492, nel 1588 fu proclamato “Dottore della Chiesa”, e ricevette il titolo di “Doctor Seraphicus” per la luminosità della sua dottrina e per l’ardore del suo insegnamento.
Oltre a scrivere numerose opere, il Santo predicò celebri sermoni, tra i quali il sermone XXI sulla “nascita del Signore”, pronunciato nella chiesa di Santa Maria della Porziuncola, che illustrava alcuni fatti miracolosi accaduti nel momento del Santo Natale.
Ne presentiamo, qui, una traduzione dal testo originale latino.
***
Questi, secondo diverse testimonianze, sono i miracoli manifestatisi al popolo peccatore il giorno della Natività di Cristo:

Primo. 
Una stella splendente apparve nei cielo verso Oriente, e dentro di essa si
vedeva la figura di un bellissimo bambino, sul cui capo rifulgeva una croce, per
manifestare la nascita di Colui che veniva a illuminare il mondo con la sua dottrina,
la sua vita e la sua morte.
Secondo. 
 In Roma, a mezzogiorno, apparve, sopra il Campidoglio, un cerchio dorato
attorno al sole - che fu visto dall’imperatore e dalla Sibilla - raffigurante, al centro,
una Vergine bellissima che portava un Bambino, volendo cosi rivelare che Colui che
stava nascendo era il Re del mondo, che si manifestava come lo “splendore della
gloria del Padre e la figura della sua stessa sostanza” (Ebrei 1, 3). Vedendo questo
segnale, il prudente Imperatore (Augusto) offrì incenso al Bambino, e da allora rifiutò
di essere chiamato “dio”.
Terzo. 
In Roma, venne distrutto il “tempio della Pace”, sul quale, quando era stato
costruito, i demoni si domandavano per quanto tempo sarebbe durato. Il vaticinio fu:
“fino al momento in cui una Vergine concepirà”. Questo segnale rivelò che stava
nascendo Colui che avrebbe distrutto gli edifici e le opere della vanità.
Quarto. 
Una fonte di olio di oliva sgorgò, improvvisamente, per molto tempo, fino al
Tevere, per dimostrare che stava nascendo la Fonte della pietà e della misericordia.
Quinto. 
Nella notte della Natività, le vigne di Engaga, che producevano balsamo e
aromi, si coprirono di foglie e produssero nettare, per significare che stava nascendo
Colui che avrebbe fatto fiorire, rinnovare, fruttificare spiritualmente e attirare con il
suo profumo il mondo intero.
Sesto. 
Circa trentamila ribelli furono uccisi, per ordine dell’Imperatore per
manifestare la nascita di Colui che avrebbe conquistato alla sua Fede il mondo intero
e avrebbe precipitato i ribelli nell’inferno.
Settimo. 
Tutti gli impuri, uomini e donne, morirono su tutta la terra, secondo quanto
ricordò San Gerolamo commentando il Salmo: «È nata una luce per il giusto», per
evidenziare che Colui che stava nascendo veniva a riformare la natura e a
promuovere la castità.
Ottavo. 
Nella Giudea, un animale parlò, e lo stesso fecero anche due buoi, affinché si
comprendesse che stava nascendo Colui che avrebbe trasformato gli uomini bestiali
in esseri razionali.
Nono. 
Nel momento in cui la Vergine partorì, tutti gli idoli dell’Egitto caddero in
frantumi, realizzando il segno che il profeta Geremia aveva dato agli egiziani quando
viveva tra loro, affinché si intendesse che stava nascendo Colui che era il vero Dio,
l’unico che doveva essere adorato assieme al Padre e allo Spirito Santo.
Decimo. 
Nel momento in cui nacque il Bambino Gesù, e venne deposto nella
mangiatoia, un bue e un asino si inginocchiarono e, come se fossero dotati di ragione,
Lo adorarono, affinché si capisse che era nato Colui che chiamava al suo culto i
giudei e i pagani.
Undicesimo. 
Tutto il mondo godette della pace e si trovò nell’ordine, affinché fosse
palese che stava nascendo Colui che avrebbe amato e promosso la pace universale e
impresso il sigillo sui propri eletti per sempre.
Dodicesimo. 
In Oriente apparvero tre stelle che, in breve, si trasformarono in un
unico astro, affinché fosse a tutti manifesto che stava per essere rivelata l’unità e
Trinità di Dio, e anche che la Divinità, l’Anima e il Corpo si sarebbero congiunti in
una sola Persona.
***
Per tutti questi motivi, la nostra anima deve benedire Dio e venerarLo, per averci
liberato e per avere manifestato la Sua Maestà, con così grandi miracoli, a noi poveri
peccatori!

( Ringrazio  Maurizio-G. Ruggiero e gli altri amici cattolici tradizionalisti veronesi per avermi mandato questo pio testo )

lunedì 23 dicembre 2013

Le braci ardenti e la leggenda del pastore cattivo.

C'era una volta un pastore che aveva un gran brutto carattere e due cagnacci anche peggiori di lui. 
Viveva da solo con le sue pecore e i suoi cani, perché anche gli altri pastori lo temevano. 
Era un uomo ringhioso e vendicativo, perennemente arrabbiato contro qualcuno o qualcosa. I suoi occhi erano solitamente accesi d'ira e la sua barba incolta e irsuta. 
Le sue parole erano sempre amare e nessuno lo aveva mai visto sorridere. 
I mendicanti che bussavano alla sua porta dovevano scappare di corsa, inseguiti dai cani e dalle minacce del pastore. Quando, nella notte santa, agli altri pastori apparve l'angelo che annunciava la nascita del santo Bambino, il pastore burbero brontolò: «Uno stupido trucco per i gonzi», e si avvolse con rabbia nel suo mantello, nero come il suo cuore. Ma proprio quella notte avvenne qualcosa di straordinario. 
Uno straniero nella notte poco lontano di là, un uomo camminava nella notte per cercare del fuoco. 
Bussava a tutte le porte. «Aiutatemi, brava gente», diceva, «mia moglie ha appena avuto un bambino e io devo accendere un fuoco per riscaldarli, lei e il piccolo». Ma era notte fonda, tutti dormivano e nessuno gli rispondeva. 
L'uomo cercava e cercava. Era San Giuseppe. Il buio lo avvolgeva da tutte le parti, ma ad un tratto vide il bagliore di un fuoco. Si avvicinò quasi correndo. 
Era il fuoco del pastore scontroso e iracondo che faceva la guardia al suo gregge. I cani dormivano accucciati ai suoi piedi e tutt'intorno le pecore dormivano una addossata all'altra. 
Quando San Giuseppe arrivò, i cani si destarono. 
Aprirono le fauci per abbaiare, ma non ne uscì nessun suono. Il pastore li incitò ad attaccare l'intruso. 
Con il pelo ritto e le zanne appuntite che luccicavano ai bagliori del fuoco, i cani si scagliarono su San Giuseppe, ma quando gli arrivarono vicino, come costretti da una mano invisibile, si accucciarono uggiolando ai suoi piedi. Il pastore sorpreso e contrariato strinse più forte il suo nodoso bastone, poi, con un impulso improvviso lo lanciò con tutta la sua forza contro lo straniero.
Ma il bastone, arrivato davanti allo straniero, deviò dalla sua traiettoria e sibilando finì lontano nel campo. Il nuovo arrivato aveva l'aria mite e inoffensiva e si avvicinò al pastore camminando tranquillamente sulle pecore addormentate, sfiorandole appena, senza svegliarle. «Amico, dammi un po' di fuoco per scaldare il mio bambino e la sua mamma», chiese San Giuseppe. 
Il pastore stava per rispondere malamente, quando si ricordò che i cani non avevano morso, il bastone non aveva colpito e le pecore non si erano svegliate. 
Un po' inquieto, non osò rifiutare. «Prendine quanto ne vuoi!», fece brusco. 
Non c'erano quasi più fiamme, rami e tizzoni erano completamente consumati.
C'era solo un mucchio di braci e lo straniero non aveva né secchio né pala per portarle via. Il vecchio pastore se ne accorse e malignamente ripeté: «Prendine quanto ne vuoi... Se puoi». San Giuseppe si chinò, prese con le mani un po' di braci ardenti, le avvolse in un lembo del suo mantello e, dopo aver ringraziato, se ne andò. E il fuoco non bruciò nè le sue mani nè il suo mantello. Se lo portò via come fosse una manciata di mele rosse. Il pastore era rimasto di sasso. «Ma che notte è mai questa», pensava «che i cani non mordono, i bastoni non colpiscono, le pecore non si spaventano e il fuoco non brucia?». 
Richiamò lo straniero, a voce alta: «Che notte è questa? Perché sono tutti buoni?». 
L'uomo rispose con la sua voce gentile: «Lo devi capire da solo. Con il cuore. Io non posso dirtelo». Il vecchio pastore decise di non perdere di vista lo straniero e incominciò a seguirlo da lontano. Così scoprì che quell'uomo non aveva neppure una baracca per ripararsi e che sua moglie e il bambino stavano in una specie di grotta, senza difesa per il freddo. 
Quando il pastore vide il bambino, il suo cuore freddo e inacidito si riscaldò un po'. Il buio, cupo e scontroso, che abitava la sua anima improvvisamente cominciò ad illuminarsi. 
Aprì la sua bisaccia ed estrasse un vello di pecora, bianco e morbido, e lo porse alla donna perché avvolgesse il bambino. 
Poi prese pane e formaggio e li offrì ai due sposi. In quel momento i suoi occhi si aprirono e vide ciò che prima non aveva potuto vedere e udì ciò che prima non aveva potuto udire. Si accorse di essere circondato da schiere di angeli che cantavano in coro che il Messia era nato in quella notte, il Messia che avrebbe liberato il mondo intero dal male. 
Allora comprese perché in quella notte di gioia niente e nessuno poteva fare del male. 
E gli angeli non erano soltanto intorno a lui ma dappertutto, nella grotta e sulle rocce, nel cielo e sulle colline: avanzavano in processione per contemplare il Divino Bambino. 
Dappertutto si respirava felicità, gioia, canti e danze. 
E il pastore vide tutto questo in quella notte che gli era sembrata nera e vuota prima che i suoi occhi fossero davvero aperti. 
Allora un'ondata di felicità lo travolse e una gioia incontenibile vibrò in tutto il suo essere, fibra per fibra. 
Come se tutto in lui si fosse trasformato in una di quelle arpe che suonavano gli angeli. Si buttò in ginocchio e ringraziò il Signore. 
E per la prima volta nella sua vita, i suoi occhi si riempirono di lacrime di felicità.

venerdì 20 dicembre 2013

“Molti di quelli che si erano mostrati entusiasti per Francesco rimarranno con la gioia strozzata in gola”. ( Mons. Georg Gänswein )

Parole dure quelle che monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa pontificia e segretario del Papa emerito Benedetto XVI, pronuncia in un intervento che sarà pubblicato sul numero di gennaio della prestigiosa rivista di cultura tedesca Cicero. ( QUI l’articolo de Il Foglio )

'Tutti siamo d'accordo: e' santo, buono, bravo'', ma il rischio e' che ''resti solo''. Parla cosi' di Papa Francesco mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione Lavoro, Giustizia e Pace della Cei. Parla di un clero ''ansimante'', che troppo spesso non riesce a tenere il passo di papa Bergoglio. E' difficile ''imitare'' una persona cosi', ma non c'e' dubbio che bisogna provarci se si vuole cogliere questo momento di rinnovamento per la Chiesa. Bregantini riporta allora anche un paragone calcistico: ''Ad un certo punto della partita si e' sentito: 'Esce il giocatore Ratzinger, entra il giocatore Bergoglio'. Nessuno sapeva chi fosse ma ha scompaginato la squadra, fa goal, la fa vincere, ma rischia di essere poco imitato''; e comunque il tentativo di fare come lui sembra piu' sentito ''dagli spalti che dai compagni di squadra''.


Perché non esisteva la santa corsa nell'emulazione di papa Benedetto? Nessuna vena polemica. Soltanto un profondo rammarico...Pietro è uno solo. E non è un Pietro maggiore o migliore quando sembra a nostra immagine e somiglianza! ( Un Teologo)



Il proseguo delle dichiarazioni dell’Arcivescovo di Campobasso ( QUI l’articolo intero ) “Bregantini allora decide di 'imitare' il Papa anche per la Marcia nazionale della Pace, promossa da Cei, Caritas, Azione Cattolica, Pax Christi, che quest'anno si terra' il 31 dicembre proprio nella sua citta', Campobasso. Ad aprire la marcia sara' una croce di legno fatta con i rottami delle barche degli immigrati di Lampedusa, come il pastorale che il pontefice ha utilizzato nella sua storica visita nell'isola siciliana. Lampedusa di nuovo alla ribalta delle cronache per il video degli orrori. Bregantini esprime ''sdegno per il gesto disumano'' ma punta il dito anche contro lo Stato e dice di provare ''vergogna'' per le risposte inadeguate che il nostro Paese ha dato finora all'emergenza dell'immigrazione” 
( Le Istituzioni nazionali e i semplici cittadini saranno ben “ lieti” per questa dichiarazione dell’Arcivescovo di Campobasso ).

Ora ci è dato  di assistere in diretta alla " scalata alla  santità" degli attuali ( nuovi o riciclati ??? ) gestori vaticani  ( chi salirà il monte del Signore ? ) . 

A sottolineare questo pio anelito di perfezione spirituale, che ha come icona la Renault 4 del 1984 di Papa Francesco , gli umili e devoti super prelati vaticani confidano nell'opus spirituale della McKinsey & Company, referente dei soliti noti e degli amici degli amici... " per riorganizzare i media della Santa Sede. La Pontificia Commissione referente sull’economia vaticana istituita da Papa Francesco, “a seguito di procedura formale di gara e selezione”, come riporta un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, ha “affidato a McKinsey & Company l’incarico di fornire una consulenza che contribuisca allo sviluppo – in stretta collaborazione con i responsabili degli uffici interessati – di un piano integrato per rendere l’organizzazione dei mezzi di comunicazione della Santa Sede maggiormente funzionale, efficace e moderna. Il progetto di consulenza – si legge ancora nella nota vaticana – avrà lo scopo di fornire alla commissione gli elementi utili per le opportune raccomandazioni in merito al Papa”.

Tiriamo un sopriro di sollievo o fratelli in Cristo !  

Le parcelle  della McKinsey & Company benedette da Papa Francesco sotto lo sguardo sorridente di  tutta quella grande schiera dei" cattolici adulti " salveranno le anime dei fedeli  !

A lode di Dio Onnipotente !

giovedì 19 dicembre 2013

" Dio, in quel Bambino nato a Betlemme, si è avvicinato all’uomo "

Nell'approssimarsi del Natale, tornano gli slogans, ma anche gli errori grossolani di teologia, che vengono ripetuti o fatti propri solo per sentito dire o perché suonano bene. Dio è entrato nella storia? Dio ha assunto la storia? La gloria di Dio è l'uomo? Dio si è unito all'uomo concreto?
Per fugare ogni dubbio, possiamo affidarci all'autorità di Benedetto XVI, che in una catechesi riprende in pochi tratti il senso autentico del Natale e di tutte le declinazioni possibili del tema. Che conducono, tutte, alla possibilità di riconoscere e di accogliere Cristo perché la vita sia trasformata dalla grazia. In altre parole, non si è fatto carne per lasciarci come siamo...


"Nella Santa Messa della Notte di Natale, ripeteremo come ritornello al Salmo Responsoriale queste parole: «Oggi è nato per noi il Salvatore». Questo avverbio di tempo, «oggi», ricorre più volte in tutte le celebrazioni natalizie ed è riferito all’evento della nascita di Gesù e alla salvezza che l’Incarnazione del Figlio di Dio viene a portare. Nella Liturgia tale avvenimento oltrepassa i limiti dello spazio e del tempo e diventa attuale, presente; il suo effetto perdura, pur nello scorrere dei giorni, degli anni e dei secoli. Indicando che Gesù nasce «oggi», la Liturgia non usa una frase senza senso, ma sottolinea che questa Nascita investe e permea tutta la storia, rimane una realtà anche oggi alla quale possiamo arrivare proprio nella liturgia. A noi credenti la celebrazione del Natale rinnova la certezza che Dio è realmente presente con noi, ancora “carne” e non solo lontano: pur essendo col Padre è vicino a noi. Dio, in quel Bambino nato a Betlemme, si è avvicinato all’uomo: noi Lo possiamo incontrare adesso, in un «oggi» che non ha tramonto.

Vorrei insistere su questo punto, perché l’uomo contemporaneo, uomo del “sensibile”, dello sperimentabile empiricamente, fa sempre più fatica ad aprire gli orizzonti ed entrare nel mondo di Dio. La redenzione dell’umanità avviene certo in un momento preciso e identificabile della storia: nell’evento di Gesù di Nazaret; ma Gesù è il Figlio di Dio, è Dio stesso, che non solo ha parlato all’uomo, gli ha mostrato segni mirabili, lo ha guidato lungo tutta una storia di salvezza, ma si è fatto uomo e rimane uomo. L’Eterno è entrato nei limiti del tempo e dello spazio, per rendere possibile «oggi» l’incontro con Lui. I testi liturgici natalizi ci aiutano a capire che gli eventi della salvezza operata da Cristo sono sempre attuali, interessano ogni uomo e tutti gli uomini. Quando ascoltiamo o pronunciamo, nelle celebrazioni liturgiche, questo «oggi è nato per noi il Salvatore», non stiamo utilizzando una vuota espressione convenzionale, ma intendiamo che Dio ci offre «oggi», adesso, a me, ad ognuno di noi la possibilità di riconoscerlo e di accoglierlo, come fecero i pastori a Betlemme, perché Egli nasca anche nella nostra vita e la rinnovi, la illumini, la trasformi con la sua Grazia, con la sua Presenza".

(21 dicembre 2011)

D.A.U.

Firenze : presentazione del libro sul "caso" dei Francescani dell'Immacolata

Venerdì 20 dicembre 2013 alle ore 17,00 a Firenze, presso l'Auditorium del Consiglio Regionale della Toscana - Via Cavour, 4 - verrà presentato il libro: "Un caso che fa discutere: i francescani dell'Immacolata" (Fede e Cultura).
Dopo il saluto del Consigliere Regionale Giovanni Donzelli, del Presidente della Comunione Tradizionale Ascanio Ruschi e del Direttore di "Controrivoluzione" Pucci Cipriani, interverranno:
- Carlo Manetti, Curatore del volume.
- Paolo Deotto, Direttore di "Riscossa Cristiana" (www.riscossacristiana.it)
- Roberto de Mattei, Docente di Storia del Cristianesimo e Preside della Facoltà di Storia all'Università Europea di Roma, Presidente della Fondazione Lepanto.

"Nell'estate del 2013 è esploso il "caso" dei Francescani dell'Immacolata, l'Istituto religioso fondato da padre Stefano Maria Manelli, da sempre cottraddistintosi per l'austerità della vita religiosa e la fedeltà alla regola francescana , "commissariato" dalla Congregazione per gli Istituti di vita Consacrata. 
Un provvedimento dettato da un dissidio interno all'Ordine? 
Oppure dalla volontà di colpire la Liturgia Tradizionale? 
Quel che è certo è che il commissariamento ha subito travalicato le dimensioni interne dell'Ordine e ha suscitato la reazione dell'opinione pubblica cattolica, prestandosi a diverse letture e interpretazioni sulla situazione attuale della Chiesa cattolica. 
Questo volume offre un'informazione della vicenda, presentando un quadro delle posizioni che sono state prese a livello mediatico, sui giornali e su internet".

mercoledì 18 dicembre 2013

Currit velociter ad finem … e il diavolo se la ride …


Un giovane fedele impressionato dalla spinta che i mass media vogliono imprimere all’attuale Pontificato ha scritto :
“Secondo me, stanno infiacchendo i cristiani esattamente come la politica infiacchisce il cittadino. 
Su tutte le porte delle Chiese manifesto Caritas con bimbo extracomunitario da accogliere (oggi bimbo, domani uomo musulmano). .. Famiglia Cristiana ed Avvenire foto con Papa da sguardo estatico perché fatto colazione con barboni...
Dobbiamo essere buonisti fino a regalare chiese conventi e pure le mutande a stranieri che si fanno beffe di come ci siamo fatti infinocchiare in cambio di prediche mielose e sentimentalistiche intrise di gggioiaaaa, paaaaaaceeee e serenità, in cambio di un Dio tutto sorrisi che accetta tutti e che chiude gli occhi davanti ad ogni peccato.
Siamo andando inevitabilmente nel baratro !!!”

La Chiesa ha sempre fatto “ politica” e sempre la farà perchè si deve occupare anche dell'aspetto manente della fede.
C’è stata un’eccezione.
L’uomo di Chiesa chiamato dallo Spirito Santo a succedere all’Apostolo Pietro : Benedetto XVI.
Benedetto XVI non ha fatto politica, perché non lo sapeva fare.
Il Suo sguardo era timorosamente rivolto all’Altissimo e come Mosè davanti al roveto ardente Egli si inginocchiava togliendosi i calzari.
Il mondo non poteva sopportare un Uomo in così palese controtendenza che proclamava i diritti di Dio e il principato di pace , di giustizia e di amore di Dio.



XVIII Dec. Ad Magn. Ant.
O Adonai,
et dux domus Israël,
qui Moysi in igne flammae rubi apparuisti,
et ei in Sina legem dedisti:
veni ad redimendum nos in brachio extento.


Gioia e pace

lunedì 16 dicembre 2013

Il dramma della catechesi contemporanea ( di Marco Bongi)

Ricorderò sempre la pungente staffilata lanciata da un adolescente al suo catechista: "E' tutto bello quello che tu mi racconti... ma a me interessa solo che sia vero. Come faccio a saperlo?".
E, alla goffa replica del precettore, così continuava: "Quando ero piccolo i miei genitori mi raccontavano di Babbo Natale... 
Per me quella storia era molto bella ma oggi so che Babbo Natale non esiste..."
Eravamo alla fine degli anni '70 e le Parrocchie, in pieno clima di aggiornamento post-conciliare, già si affannavano a destrutturare la Catechesi, diluendola in una dolciastra melassa di sentimentalismo irenizzante. Non si parlava più di Dottrina ma di "proposta", diminuivano drasticamente i riferimenti al peccato enfatizzando a dismisura l'idea di amore universale, sparivano l'inferno e il purgatorio a vantaggio di un paradiso, tutto umano, da perseguire e realizzare su questa terra ma, soprattutto, la pericolosa deriva filosofica che tende a ridurre la Fede ad una mera esperienza si stava ormai imponendo grazie anche alla complice connivenza di quei cattolici allora considerati più ortodossi, ovvero i ciellini.
Ma i ragazzi, ad onta di quei catechisti "pace e amore", continuavano e continuano ancor oggi ad avere una gran fame di assoluto. 
Si pongono domande importanti e, in generale, sono disposti a discutere ed a ricercare risposte autentiche ai loro afflati. 
Chi, come il sottoscritto, ha svolto la professione di insegnante nelle scuole superiori, anche in zone degradate e socialmente poco evolute, se ne è potuto rendere conto in modo impressionante.
Gli adolescenti hanno infatti spesso un senso molto sviluppato di ciò che è vero o falso, di ciò che è giusto o ingiusto, di cosa siano il bene o il male. 
La loro percezione è certo acerba e bisognosa del sostegno degli adulti, la loro natura, come quella di tutti gli uomini, è certo ferita dal peccato originale, ma la loro vita è senz'altro più facilmente incanalabile verso il bene rispetto alla situazione degli adulti cresciuti lontano dalla Chiesa.
Non amano i compromessi, sognano l'amore eterno, si entusiasmano per gli ideali impegnativi, sono estremamente esigenti nei confronti degli amici e poco tolleranti verso chi sbaglia.
Quando poi capita loro di incontrare la morte, di un nonno o addirittura di un genitore, questa ricerca di assoluto esplode normalmente in modo impressionante.
Tutte queste caratteristiche della gioventù dovrebbero, se davvero si considerasse importante l'evangelizzazione delle nuove generazioni, indirizzare la catechesi verso un modello di Cristianesimo puro ed esigente, verso un'ideale di vita eroico e impegnativo, verso una Fede piena ed integrale. Perchè non avviene così?
Quando ci penhso mi viene a volte il dubbio che, in realtà, a nessuno interessi davvero trasmettere la Fede ai giovani. 
Certi discorsi fumosi, giocati esclusivamente sul sentimentalismo e sull'umano, sull'esperienza della comunità o sulla gioia della festa, oltre ad essere falsi, non si rivelano neppure coinvolgenti. Tale approccio non può neppure fungere da "trampolino di lancio" verso il trascendente semplicemente perchè non apre a tale dimensione. Il risultato è pertanto la noia mortale dei discenti, che fa fuggire i potenziali fedeli del futuro.
Ciò che dunque viene realizzato per "attirare" i giovani, finisce per allontanarli, il linguaggio forzatamente "giovanilistico" appare loro grottesco ed insipido, la melassa vagamente moralisticheggiante li fa ridere.

"Certe feste in Parrocchia sono penose..." - sento spesso affermare da qualche ragazzino sul bus - "Se mi voglio veramente divertire vado altrove, se voglio parlare di cose serie discuto con i miei amici".

Già... Le domande serie ognuno di loro, prima o poi, se le pone davvero ma non c'è nessuno che li sappia indirizzare verso ciò che davvero conta. Ma questi catechisti, questi Parroci, questi Vescovi credono ancora in qualcosa? 
Qual'è il vero "primo annuncio" di cui questi poveri ragazzi hanno soprattutto bisognio nella loro vita sballottata, fra famiglie "allargate" e scuole impegnate nel diffondere l'ideologia del gender?
Tutto ciò mi provoca una tristezza infinita.


Marco BONGI