domenica 27 maggio 2012

I NOVISSIMI: MORTE, GIUDIZIO, INFERNO E PARADISO. L'INSEGNAMENTO DELLA CHIESA CATTOLICA È VERO FINO ALL'ULTIMA VIRGOLA. ( ANDRÉ FROSSARD )

Ci fu un tempo in cui gli uomini di chiesa fecero prevalere la verità sulla carità, giungendo sino agli estremi per difendere il dogma. 
Da qualche tempo, c’è chi sembra pensare che sia carità tacere o smussare la verità.

S.Paolo indica quale strada seguire: “Annunciate la verità nella carità”. 
La verità senza la carità fa il dottrinario, l’ideologo, il propagandista. 
Ma la carità senza la verità fa il garrulo cantore del “ciascuno la pensi come vuole, basta volersi bene”, fa il pasticcione pericoloso, anche se all’apparenza tanto “umano” e “tollerante”.
Non è vero che “basta comportarsi bene” per essere cristiani: se non “crediamo bene” non sappiamo neppure distinguere il bene dal male.
“Bien penser pour bien agir” affermava Jean Guitton. Ossia prima l’ortodossia poi l’ortoprassi.
Infatti ciò che fa il cristiano è la fede non l’etica o l’impegno sociale. Lo Spirito Santo garantisce nel Papa l’insegnamento, non l’illibatezza dei costumi, per cui non fate quello che fanno, ma al contempo, quanto vi dicono fatelo e osservatelo.

Oggi invece si assiste al subentro di una fede debole venuta in auge dopo l’ultimo Concilio, giusto quella che Paolo VI aveva stigmatizzato come “pensiero non cattolico” o addirittura come “fumo di Satana”, entrato nel Tempio di Dio”.
La fede del Credo ha ceduto per compiacere i protestanti, ha ceduto nei confronti del Marxismo (la cui condanna allora inopinatamente non fu reiterata al Concilio) col risultato di attenuare o addirittura negare la verità dei dogmi e di formare una nuova generazione di cattolici che amano definirsi “adulti” o “progressisti”, ma che alcuni etichettano anche come “cattocomunisti”.

E’ cambiata la semantica cattolica che ha contagiato un po’ tutti, persino i maestri della fede, presso i quali le parole ‘dialogo’ e aggiornamento’ ricorrono con monotonia, abitualmente accoppiate al linguaggio della solidarietà, dell’accoglienza, della pace, della promozione dell’uomo, della scelta degli ultimi, del perdono da domandare per le colpe ecclesiali del passato, dell’ecumenismo ecc. ecc..
Difficilmente vengono richiamate le vere parole cattoliche: la Grazia, i Sacramenti, la vita eterna che è il fine ultimo dell’uomo dove si godrà la visione amorosa della Trinità.
Non vengono quasi più richiamati i Novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso, si è persa la cognizione di cosa sia agli occhi di Dio la gravità del peccato, fino al mirabile mistero divino che è Gesù Cristo, nel quale ogni uomo è stato progettato dall’eternità.

Quello che ha anche offuscato la figura cattolica del Credo è un certo ecumenismo che è scaduto in un “concordismo” che porta all’equivalenza o quasi tra le confessioni cristiane e le religioni.
Sicuramente è stato complice anche l’equivoco appello, ripetuto spesso, all’’unico Dio’, che unificherebbe le grandi religioni monoteiste.
Niente è più deviante: l’unico Dio vero è il Dio di Gesù Cristo: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, ossia la Trinità cristiana che, ad esempio, per i musulmani è una bestemmia, cioè un’offesa gravissima a Dio.
Anche perché il Dio cristiano è “carne e sangue”, non è “carta” come il Corano o la Torah ebraica.
E’ l’Incarnazione che fa la differenza; Il Dio cristiano ha fatto in quanto uomo quello che non poteva fare in quanto Dio: ha “sofferto il soffribile” e con ciò si è reso più nobile dell’uomo sofferente al contrario degli altri concetti religiosi compreso l’Islam e il credo ebraico dove l’uomo sofferente risulta più nobile di quel dio che è rimasto nella sua eterna beatitudine in cielo indifferente alla condizione umana.
La teologia cattolica afferma che il Dio cristiano ha riscattato il male e la sofferenza, non li ha annullati, ma li ha resi plausibili seppur nel mistero. Il mistero di un Dio che muore in croce.

Il dialogo, tanto decantato in questi ultimi decenni, che dovrebbe essere un “mezzo”, nelle mani dei cattolici modernisti è divenuto un “fine”, perché il dialogo inteso come mezzo dovrebbe interessare solamente la cultura generata da una certa religione, non scendere a compromessi sulle verità di fede, come effettivamente avvenuto.

E nello specifico se prendiamo questi preti che sono tanto cari alla sinistra e ai media, (perchè parlano male della Chiesa) al di là del loro spendersi per i poveri, non fanno altro che comprovare quel che dico: non credono più in Cristo unico Salvatore dell'umanità, o alla Presenza Reale nell’ Eucaristia, o alla sua divinità.
Di conseguenza si accodano ad altre culture, rinunciando alla propria, e rivendicano come tutti i no-global solo cose materiali.
Se certi missionari non credono più che solo nel nome di Gesù Cristo c'è salvezza, e che proprio annunciando e testimoniando Cristo aiuta e promuove anche materialmente i popoli, cosa fa ? Si trasformano poco a poco in assistenti sociali, in rivoluzionari politici.
Sicuramente sono persone generose, e altruiste, ma mi chiedo: sono ancora consapevoli che la prima carità, quella da cui tutte le altre discendono, è la carità della verità ? e cioè l'annuncio di Cristo salvatore di tutte le genti ?
Se oramai non ne sono più consapevoli, non possono nemmeno fregiarsi del nome di cristiani, ma piuttosto di umanitari, di filantropi, tali e quali a quelli non credenti tipo Gino Strada e compagnia. Tra di loro spesso non c'è differenza.

L’ odierna predicazione cristiana non fa più presa perchè il mondo la conosce già, non si stupisce più se si dice che bisogna volere la pace, aiutare il Terzo Mondo, essere onesti ecc. 
Almeno a parole chi è che non lo vuole ?
Queste cose bisogna continuare a dirle, ma quello che oggi urge è riparlare di Cristo, dobbiamo ricuperare la follia e lo scandalo della croce di Cristo, della vita eterna, della risurrezione dei morti, dell'unica salvezza nella fede in Cristo.

Il Prius della fede, qualora lo avessimo dimenticato, non sono le parole , per quanto moralmente alte del Cristo, ma è Lui stesso, la sua Persona. Il resto ne consegue. Se questo schema è invertito (come oggi spesso
succede) il Cristianesimo non è più un Unicum (Dio che si incarna), ma un messaggio etico da confrontare con molti altri, che entra in competizione con tante altre morali, le quali possono anche essere più appetibili, più adatte ai nostri tempi.

Bisogna far proprio il concetto che questa vita è provvisoria perchè noi attendiamo il Regno di Dio. Non si avverte più la diversità cristiana , la "novità di vita" che Cristo ha portato; tutto è rinchiuso nell'orizzonte di questa vita e allora il Cristianesimo vale come un'altra religione o ideologia o filosofia di vita che promette di rendere l'uomo migliore, più onesto, più altruista.

A questo proposito (della vita eterna e dell’esistenza di Dio) vorrei dare la parola ad un mistico francese morto nel 1995, Andrè Frossard.
Frossard è un mistico molto particolare perchè è stato il più celebre corsivista politico, nonchè accademico di Francia, direttore di uno dei più diffusi e autorevoli settimanali d'Europa: "Le Figaro Magazine".

Uomo caustico, dall'intelligenza acuta e beffarda, alla Voltaire, questo corsivista al vetriolo dà davvero l'impressione di un ateo sconfitto, piegato a credere ciò che, senza quella stangata (addirittura la visione della Divinità), mai avrebbe creduto.

Frossard fino a 20 anni è stato un ateo convinto. Sua nonna era ebrea, sua madre protestante e suo padre neppure battezzato.
Lo straordinario è che quel padre fu il Gramsci d'Oltralpe che nel
1920 fonda il Partito Comunista Francese di cui fu il primo Segretario Generale e leader per una trentina di anni.

Andrè in una intervista racconta: "sono entrato in quella cappella per caso (a rue de l'Ulm a Parigi), senza angosce metafisiche, inquietudini, problemi personali, dispiaceri amorosi; non ero che un tranquillo ateo, marxista, un giovane spensierato e un pò superficiale che per quella sera aveva in programma un incontro galante. Ne uscivo dieci minuti dopo, tanto sorpreso di trovarmi cattolico, apostolico, romano, quanto lo sarei stato nello scoprirmi giraffa o zebra all'uscita dallo zoo.
Proprio perchè sapevo che non sarei stato creduto, ho taciuto per più di 30 anni, ho lavorato sodo per farmi un nome come giornalista e scrittore e sperare cosi di non essere preso per pazzo quando avessi assolto al mio debito:
raccontare ciò che mi era accaduto".

Lo fece soltanto nel 1969 quando usci "Dio esiste, io l'ho incontrato"
(best-seller clamoroso tradotto ovunque ed ancora richiesto). Con sorpresa il mondo scopriva un apologeta del cristianesimo di straordinaria efficacia e prestigio; uno che se parlava non lo faceva in base a teorie e ragionamenti, ma perchè aveva "visto e toccato".

Un giornalista di successo, uno dei più conosciuti e temuti di Francia (un suo articolo poteva mettere in difficoltà i potenti del Paese), che esce con un libro dove si annuncia con sicurezza categorica che Dio è un'evidenza, un fatto, una Persona incontrata inaspettatamente per strada !...

Sicuramente può capitare di leggere cose simili, ma in opuscoli stampati privatamente, a firma di oscuri visionari, non in libri pubblicati dai maggiori editori del mondo e firmati da un columnist acclamato e ironico: "che ci posso fare se Dio esiste, se il cristianesimo è vero, se l'aldilà c'è ? Che ci posso fare se c'è una Verità e questa Verità è una Persona che vuole essere conosciuta, che ci ama, e che si chiama Gesù Cristo ? Non ne parlo per ipotesi, per ragionamento, per sentito dire. Ne parlo per esperienza. Ho visto".

Altre sue uscite:

- L'insegnamento della Chiesa cattolica è vero fino all'ultima virgola.

- Tutta la Verità si trova nella Chiesa cattolica e questa Verità è Gesù Cristo che vuole essere incontrato. Siamo noi che abbiamo perso la passione di convincere, di testimoniare, di convertire.

- Non ho fede in Dio, io l'ho veduto.

- Quando si incontra Dio, la prima scoperta è l'insignificanza di tutte le cose che anche oggi i cristiani, esclusi ovviamente i santi, prendono cosi ridicolmente sul serio.

- L'uomo non è solo. Il mondo in cui vive, per quanto bello, non è che un leggerissimo riflesso dell'immensa realtà momentaneamente invisibile, spirituale, splendente, che lo attraversa, lo avvolge, lo aspetta.

- Non capivo la necessità di prolungare il mio soggiorno sulla terra mentre c'era tutto quel cielo a portata di mano, ma l'accettavo per riconoscenza più che per convinzione".

- Poi, come sillabando le parole (sicuramente rivolto ai modernisti all'interno della Chiesa, ai biblisti che etichettava come "poveri diavoli”):
"Quando si sa che c'è un altro mondo, che la vita continua in eterno, bisogna dirlo. Quando si sa che non c'è, che non ci sarà mai sulla terra altra speranza per gli uomini al di fuori della speranza cristiana, bisogna dirlo" !

A coloro che gli rimproverava di non prendere abbastanza sul serio il Concilio rispondeva: "Lo so, lo so, e trovo questo molto buffo. Io mi sono stancato del marxismo già nel 1935 giusto in tempo per vedere i primi preti innamorarsi di Karl Marx. E' vero non mi sono molto eccitato davanti a quelle che definivano le "novità rivoluzionarie" del Concilio: la libertà di pensiero, la fine dell'antisemitismo, l'ecumenismo, la tolleranza... Tutto il bagaglio insomma, della Rivoluzione Francese, scoperto dai cattolici con quasi due secoli di ritardo.
Se sono stato un pò distratto è perchè quelle "novità" lo erano forse per i clericali, ma per me non lo erano affatto. Ero convinto di quelle cose sin da quando ho cominciato a capire, grazie a mio padre e agli uomini del suo ambiente socialista e comunista. Nessuno può accusarmi di "tradizionalismo"
perchè la mia tradizione vitale e culturale non sono i decreti del Concilio di Trento, ma il "Capitale di Marx".

Ad un intervistatore coniò, scherzando, la differenza che esiste tra progressisti e conservatori: "progressista è uno che fa la volontà di tutti, tranne che di Dio; conservatore è uno invece che fa sempre la volontà di Dio, che Dio lo voglia o no...".

A chi lo accusava di ostentare troppo pessimismo con il passare dell’età,
rispondeva: “Se il pessimista è uno che crede che le cose non potranno finire bene, allora un cristiano non può essere pessimista. Il cristiano è un
ottimista: ma apocalittico. Sa che in ogni caso tutto finirà bene. Ma non qui.
Si, libertè, fraternitè, egalitè finiranno col trionfare, ma dopo che avremo adempiuto ad una piccola formalità. Dopo, cioè, che saremo passati non soltanto attraverso la fine della nostra vita terrena, ma attraverso la fine dell’
umanità stessa: il secondo finale ritorno del Cristo. Ecco ciò che tutti i cristiani aspettano, secondo la loro fede, nel futuro e che invece le chiese “ufficiali” tendono oggi quasi a nascondere, lasciando cosi campo libero allo scatenarsi delle fantasie e dei deliri escatologici delle sette”.

Questa è la grande testimonianza di Andrè Frossard, a cui, per concludere, vorrei aggiungere una piccola riflessione.
Probabilmente saremo chiamati a vivere eventi grandiosi e drammatici forse con sofferenza. Sarà il nostro venerdi di passione, ma sappiamo, noi cristiani, e Frossard ne è testimone oculare, che arriverà la domenica. La domenica di risurrezione dove ci si schiuderà la vera vita, la vera realtà che, al confronto, “rimanda di colpo il nostro mondo tra le ombre fragili dei sogni irrealizzati”, come afferma Frossard.
Cristianamente si dice che il peggior futuro è migliore del più bel passato, perché il bene più grande per l’uomo sarà alla fine della sua vita, quando chiuderà gli occhi su questo mondo e li aprirà sull’Altro.
Allo stesso modo per l’umanità tutta alla fine della storia, col ritorno di Cristo, quando ci riapproprieremo del nostro corpo come Gesù, il Primo dei Risorti.

FV

P.S.Per chi avrà ancora voglia di leggere, qui di seguito la descrizione del prodigio:

“In piedi accanto alla porta, cerco con gli occhi il mio amico, ma non riesco a riconoscerlo tra le forme inginocchiate che mi stanno davanti. Il mio sguardo passa dall’ombra alla luce, ritorna sui fedeli senza portarsi dietro alcun pensiero, va dai fedeli alle religiose immobili, dalle religiose all’altare dove c’è un ostensorio ignorando di essere di fronte al Santissimo Sacramento, poi, non so perché, si ferma sulla seconda candela che brucia alla sinistra della croce. Non sulla prima ne sulla terza: sulla seconda.
E allora, d'improvviso, si scatena la serie di prodigi la cui inesorabile violenza smantellerà in un istante l'essere assurdo che sono per far nascere il ragazzo stupefatto che non sono mai stato.
Dapprima mi vengono suggerite queste parole: "vita spirituale". Non dette e neppure formate da me stesso: sentite come se fossero pronunciate accanto a me sottovoce da una persona che veda ciò che io non vedo ancora.

Non dico che il cielo si apre: non si apre, si slancia, s'innalza d'improvviso, silenziosa folgorazione, da quella insospettabile cappella nella quale si trovava misteriosamente rinchiuso. Come descriverlo con queste povere parole, che mi rifiutano il loro aiuto e minacciano di intercettare i miei pensieri per trasferirli nel campo delle fantasticherie ? Il pittore cui fosse dato di intravedere dei colori sconosciuti, con che cosa li dipingerebbe ? Un cristallo indistruttibile , d'una infinita trasparenza , d'una luminosità quasi insostenibile (un grado di più mi avrebbe annientato) e piuttosto azzurrina , un mondo, un altro mondo d'uno splendore e d'una densità che rimandano di colpo il nostro tra le ombre fragili dei sogni irrealizzati. Questo mondo, “è la realtà, la verità”: la vedo dalla sponda oscura su cui sono ancora trattenuto.

C'è un ordine nell'universo, ed alla sommità, al di là di questo velo di nebbia risplendente, l'evidenza di Dio, l'evidenza fatta presenza e l'evidenza fatta persona di colui che un istante prima avrei negato , colui che i cristiani chiamano "padre nostro", e del quale sento tutta la dolcezza, una dolcezza diversa da tutte le altre, che non è la qualità , passiva designata talvolta sotto questo nome , ma una dolcezza attiva, sconvolgente, al di la di ogni violenza, capace di infrangere la pietra più dura e, più duro della pietra, il cuore umano.
La sua irruzione straripante , totale, s'accompagna con una gioia che non è altro che l'esultanza del salvato, la gioia del naufrago raccolto in tempo; con una differenza tuttavia, che è proprio nel momento in cui vengo issato verso la salvezza che acquisto coscienza del fango nel quale ero immerso senza saperlo, e che mi chiedo, vedendomene ancora impossessato a metà corpo, come abbia potuto vivervi e respirarvi.

Nello stesso tempo mi viene data una nuova famiglia. la Chiesa, con l'incarico, per lei, di condurmi ove è necessario che io vada , essendo inteso che, a dispetto della apparenze, mi resta ancora da superare una certa distanza, abolibile solo con un rovesciamento della gravitazione.

Queste sensazioni, che provo a fatica a tradurre nel linguaggio inadeguato delle idee e delle immagini, sono simultanee, comprese le une nelle altre, e dopo anni ed anni non ne avrò ancora esaurito il contenuto. Tutto è dominato dalla presenza, al di là e attraverso un'immensa assemblea, di colui del quale non potrò mai più scrivere il nome senza timore di ferire la sua tenerezza, colui davanti al quale ho la fortuna di essere un figlio perdonato, che si sveglia per imparare che tutto è dono”.

“Capisco che queste frasi possano essere esorbitanti, ma che ci posso fare, se il Cristianesimo è vero, se c’è una verità, se questa verità è una persona che non vuole essere inconoscibile “ ?

giovedì 24 maggio 2012

ETTORE GOTTI TEDESCHI, ONESTO PRESIDENTE DELLO IOR, SI E’ DIMESSO ! LA CHIESA ATTUALE E’ COME UNA BARCA : C’E’ CHI REMA DA UNA PARTE E CHI DALLA PARTE OPPOSTA. C’E’ ANCHE CHI, IN ATTESA DI VEDERE COME FINIRA’, STA A GUARDARE IN SILENZIO...


Nel giorno della festa di Maria Santissima, Ausilio dei Cristiani, istituita da Pio VII dopo la sua liberazione dalla prigionia napoleonica, preghiamo per Papa Benedetto XVI.
Questo è  un giorno certamente amaro per il Santo Padre perchè che ha dovuto prendere atto delle dimissioni del Presidente dello IOR  Dott. Professor Ettore Gotti Tedeschi, universalmente apprezzato ed ammirato per la sua limpidezza e l'  alto profilo morale e professionale.
Sappiamo  che il Papa ha sempre riposto piena fiducia nella persona e nell'operato del Prof. Gotti Tedeschi che possiede  le virtù morali e gestionali   che si addicono ad  un operatore finanziario cattolico . 
Il Papa stesso, nauseato dagli innumerevoli scandali che dalla fine del Concilio Vaticano II avevano infangato anche la finanza vaticana, promulgò il   Motu Proprio PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DELLE ATTIVITÀ ILLEGALI IN CAMPO FINANZIARIO E MONETARIO .
Grazie alla grande opera di ripulitura della Chiesa il Successore di Pietro continua a portare alta  la Croce di Cristo, da cui viene la nostra salvezza,  fra gli insulti , la  gogna mediatica e il sistematico tradimento dei chierici .
Ecco alcune STAZIONI della Via Crucis-Pontificato di Benedetto XVI.
-          PRIMA STAZIONE :  La nomina ad Arcivescovo di Varsavia di S.E.R. Mons. Stanislaw Wielgus che, a cose fatte , stampa e Confratelli nell’Episcopato avevano additato, "dimenticandosi" di avvertire preventivamente il Papa, come un “collaborazionista” del crudele e perverso regime comunista che perseguitò la Chiesa Polacca;
-          SECONDA STAZIONE La cosiddetta questione” Ratisbona vigliaccamente montata, ad hoc, da alcuni organi di stampa occidentali, che provocarono le reazioni violente da parte degli islamici contro i cristiani;
-          TERZA STAZIONE L’accettazione delle dimissioni, prima dell’ordinazione episcopale, provocate dal popolo aizzato dai mass media e dal clero progressista,  di  Mons. Gerhard Wagner , eletto regolarmente Vescovo Ausiliare di Linz, una delle  Diocesi più progressiste austriache;
-           QUARTA STAZIONE La trappola, mediaticamente perfetta, dell’intervista furbescamente estorta ad uno dei quattro Vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X, fatta esplodere nei giorni in cui la Santa Sede ha ritirato la loro scomunica a cui erano incorsi a causa dell'illegittimità della consacrazione episcopale;
-          QUINTA STAZIONE Le dichiarazioni sull’uso del condom scatenanti, grazie alla campagna mediatica, valanghe di ridicole “richieste di spiegazioni ufficiali” da parte delle Cancellerie di mezzo mondo ( occidentale );
-          SESTA STAZIONE Le “bombe” dei cosiddetti “preti pedofili” regolarmente fatte esplodere simultaneamente in tutto il mondo e che hanno  provocato in breve tempo, il ribaltamento dell’immagine millenaria del Sacerdozio Cattolico, già gravemente sfigurata a causa delle "novità" e delle "aperture al mondo" post.conciliari;
-          SETTIMA STAZIONE La diffusione, a più riprese, di diversi documenti sottratti alla Santa Sede con la colpevolissima collaborazione di Prelati con l’intento di  aumentare la sfiducia negli apparati vaticani e nel papato;
-          OTTAVA STAZIONE Le dimissioni, certamente sognate  da qualche potentato prelatizio , dell’integerrimo Presidente dello IOR, il sullodato Professore Ettore Gotti Tedeschi. Vogliamo scommettere che  sarà nominato il solito ... figlioccio ( "amico" dei poteri forti mondialisti ... ) che certamente darà prova di non amare la forte opera di pulizia del suo predecessore ?...
Analizzando sommariamente le OTTO STAZIONI della Via Crucis-Pontificato di Benedetto XVI ben SEI sono state abilmente confezionate da apparati interni della Chiesa ( tradotto : Prelati, strutture ecclesiali, preti ecc ecc )
 UNA , l’affare Ratisbona, forse è stata provocata dalla superficiale negligenza e superficialità del portavoce della Sala Stampa Vaticana, P. Federico Lombardi S.J., opportunamente messo all'erta della trappola mediatica che taluni organi di stampa avrebbero orchestrato attraverso l' adulterazione delle "note storiche e letterarie" inserite nella lectio papale e poi trasfomate come pensiero diretto del Papa.
La situazione attuale è pesante :  sta diminuendo sensibilmente la fiducia dei fedeli nel pur sgangherato apparato curiale vaticano e nel papato !
L'immagine, anche questa frutto di un'abile manovra mediatica, di un Papa anziano , isolato e dedito agli studi teologici sta prendendo piede anche nei circoli cattolici...
In questo stato di crescente sfiducia nella Curia sorgerà il “Grillo”  di turno … e voilà … la frittata sarà fatta a danno delle Fede e della conseguente salvezza delle anime.
Sul blog MiL un fedele aveva scritto : “ … Sul fatto di rivolgersi in Vaticano per risolvere i problemi, avendo letto quasi interamente l'ultimo libro di … ( CENSURA N.d.R.)  mi son fatto l'idea che, visto la gentaglia e i metodi che lì usano, è meglio stare alla larga !!!"
Secca una replica : No ! No ! No !    Dobbiamo al contrario, raddoppiare anzi centuplicare la fiducia, che è una virtù cristiana, anche  nelle strutture vaticane che, pur essendo umanamente fallace, sono espressioni della fede Cattolica, Apostolica e Romana.    
La trasmutazione dello  "stile" dei "grillini" ( della politica italiana ) nella Chiesa provocherebbe un danno irreversibile per la Fede ! 

Chi scrive ha subito, a più riprese, diverse persecuzioni a causa delle proprie scelte a favore dell'immutabile tradizione ma non ha MAI perso, neppure per un istante, di riporre fiducia  nelle strutture curiali vaticane” !
Alla vigilia della Santissima Pentecoste invochiamo lo Spirito Santo  affinchè illumini e purifichi la Mistica Sposa di Cristo Signore per renderLa degna di entrare, pura e splendente, nella stanza del Re.
Andrea Carradori

AGGIORNAMENTO
Alessandro, un giovane universitario, mi fa notare che : "  Mancano almeno 2 stazioni: la prima è la contestazione del gennaio 2008 per l'invito alla Sapienza; la seconda è la reintroduzione della mozzetta con pelliccia di ermellino. Quest'ultima potrà sembrare banale, ma ricordo che all'epoca tutti ne rimasero scandalizzati. Non ne potevo più di sentire insultare il papa come "retrogrado", come colui che "non valeva nulla in confronto a GPII", come incoerente dal momento che "Gesù non si sarebbe mai messo la pelliccia di ermellino".
A questo punto potrei anche parlare di tiare e mitre... ma non lo farò, per ora. 

AGGIORNAMENTO 2 
Le agenzie di stampa stanno battendo la notizia dell'arresto di un maggiordomo del Papa indicato, come nei romanzetti di un tempo, come il  responsabile del furto e della divulgazione  delle carte riservate al Papa. 
SARA' VERO ?
DOBBIAMO SPERARE CHE SARA' VERO ???

 http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20120525_00235.shtml

Auxilium Christianorum, ora pro nobis!


" Oggi la Chiesa festeggia la Vergine Maria, invocata con l’appellativo di “Ausiliatrice”. Pubblichiamo il frutto di una nostra ricerca sull’origine del titolo e sulla plurisecolare storia di devozione alla Madonna, aiuto dei cristiani.
Storia del titolo
“Auxilium Christianorum” o ‘Aiuto dei Cristiani’, è uno dei titoli più belli con i quali viene da secoli invocata la Vergine Maria.
La presenza mediatrice e soccorritrice della Madonna per chi la invoca nasce proprio da quell’incarico che il Signore Gesù Le ha conferito dal trono della Croce: “Ecce filius tuus“. A Lei, pertanto, siamo stati affidati come figli e a noi è stata indicata come Madre.
Tra i tanti momenti in cui nella storia della Chiesa si è potuto sperimentare l’”auxilium” soprannaturale di Maria Santisima è di fondamentale importanza l’aiuto sperimentato nella grande battaglia navale di Lepanto (1571), in cui l’occidente cristiano, minacciato da secoli dai turchi, affrontò e vinse la flotta musulmana. In tale occasione, il grande Papa mariano e domenicano San Pio V (1566-1572) chiese a tutto l’orbe cattolico di pregare la Madonna con il Santo Rosario.
Per suggellare questa gloriosa vittoria, San Pio V istituì la festa del Santo Rosario (il 10 ottobre) in onore della “Regina delle Vittorie”. Un’ulteriore vittoria venne riportata a Vienna nel 1683.
Il grido di gioia del popolo cristiano si perpetuò in questa invocazione; il senato veneziano fece scrivere sotto il grande quadro commemorativo della battaglia di Lepanto, nel palazzo ducale: “né potenza, né armi, né condottieri ci hanno condotto alla vittoria, ma Maria del Rosario” e così a fianco agli antichi titoli di ‘Consolatrix afflictorum’ (Consolatrice degli afflitti) e ‘Refugium peccatorum’ (Rifugio dei peccatori), si aggiunse per il Popolo e per la Chiesa l’invocazione ‘Auxilium Christianorum’ (Aiuto dei cristiani).
In tempi più recenti, all’aiuto della Madonna si attribuì anche la liberazione del Papa dalla quinquennale prigionia napoleonica. Così, Papa Pio VII il 24 maggio 1815, in ringraziamento alla Vergine Maria per la sua liberazione, istituì la festa di Maria Ausiliatrice.

I Santi propagatori della devozione
Nel corso dell’ottocento due grandi figure della santità cattolica, per strade diverse, ravvivarono la devozione per la Madonna del Rosario o delle Vittorie: il Beato Bartolo Longo a Pompei e San Giovanni Bosco a Torino.
San Giovanni Bosco (1815 – 1888), in particolare, fu il più grande devoto e propagatore del culto a Maria Ausiliatrice. Sin dall’inizio pose la sua opera di sacerdote e fondatore sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, a cui si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose andavano per le lunghe o s’ingarbugliavano; rivolgendosi a Lei diceva: “E allora incominciamo a fare qualcosa?”.
Don Bosco volle a Torino la costruzione della chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice, solennemente consacrata il 9 giugno 1868. In preparazione a quell’evento don Bosco pubblicò come fascicolo del mese di maggio delle Letture cattoliche un libretto dal titolo: Maraviglie della Madre di Dio invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice.
Don Bosco asseriva: «Il bisogno oggi universalmente sentito di invocare Maria non è particolare, ma generale; non sono più tiepidi da infervorare, peccatori da convertire, innocenti da conservare [...]. Ma è la stessa Chiesa Cattolica che è assalita. È assalita nelle sue funzioni, nelle sacre sue istituzioni, nel suo capo, nella sua dottrina, nella sua disciplina; è assalita come Chiesa Cattolica, come centro della verità, come maestra di tutti i fedeli». Appunto per questo, aggiungeva don Bosco, «per meritarsi una speciale protezione del Cielo [...] si ricorre a Maria, come madre comune, come speciale ausiliatrice dei re e dei popoli, come cattolici di tutto il mondo». In quei medesimi anni don Bosco aveva moltiplicato i fascicoli delle Letture cattoliche che ragguagliavano sulle grazie straordinarie ottenute invocando Maria aiuto dei cristiani; aveva introdotto nei suoi oratori e collegi la nuova effigie e il nuovo culto; aveva fondato nel 1869 l’Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice; aveva indotto a denominare la pratica pia del mese di maggio come mese di Maria Ausiliatrice. A Mornese, in diocesi di Acqui, Maria Domenica Mazzarello e altre giovani, già associate nell’Unione di Maria Immacolata, aderiscono a don Bosco e danno origine alla congregazione femminile delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Il Concilio Vaticano II sulla devozione a Maria
Questa lunga scia di devozione e di storia intrecciata con la materna e premurosa azione della Vergine Maria a favore della Chiesa, è stata ulteriormente riconosciuta e ribadita nel Concilio Vaticano II: «la Vergine Maria con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che siano condotti nella patria beata. Per questo la Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice» (Lumen Gentium, n. 62).

Parole di don Bosco sull’Ausiliatrice
Chi confida in Maria non sarà mai deluso. In Maria ho riposto tutta la mia fiducia. La Madonna non lascia mai le cose a metà. Io vi raccomando di invocare sempre il nome di Maria, specialmente con questa giaculatoria: Maria Ausiliatrice dei Cristiani, prega per noi. É una preghiera non tanto lunga, ma che si esperimentò molto efficace. La nostra confidenza é nell’aiuto di Maria Ausiliatrice. Il Signore e la sua divina Madre non permetteranno che si ripeta invano: Maria aiuto dei Cristiani, prega per noi! Quando vogliate ottenere qualche grazia prendete come abitudine di recitare questa giaculatoria: Maria Auxilium Cristianorum, ora pro nobis… Moltissimi invocandola con questa giaculatoria, ottennero grazie speciali. Maria Ausiliatrice è la taumaturga, è l’operatrice delle grazie e dei miracoli per l’alto potere che ha ricevuto dal Suo Divin Figlio.

PREGHIERA A MARIA
composta da San Giovanni Bosco

O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell’ora della morte
accogli l’anima nostra in Paradiso!
Amen "

mercoledì 23 maggio 2012

Le norme del Vaticano sulle apparizioni, aggiornato al 29 maggio 2012 ( VIS)


Un documento molto importante sul tema elaborato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede
Andrés Beltramo Alvarez
Città del Vaticano

Visioni, rivelazioni e messaggi divini. La storia della Chiesa è piena di eventi mistici. Dalle apparizioni di Fatima e Lourdes, cioè delle manifestazioni terrene della Madonna riconosciute dall’autorità del Papa, vescovi e teologi di tutto il mondo hanno dovuto affrontare molteplici fenomeni soprannaturali. E la domanda è sempre la stessa: come giudicare se sono veri? La risposta ce l’ha il Vaticano e si prepara a metterla a disposizione di tutti.

Il documento che contiene le chiavi per l’analisi di questi casi s’intitola “Norme sopra il modo di procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni”. Approvato nel 1978 da Papa Paolo VI, il suo contenuto è rimasto riservato solo per prelati e specialisti. Tra l’altro perché l’unica versione ufficiale disponibile era in latino.

Tra pochi giorni, invece, la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicherà le traduzioni dei testi in italiano, spagnolo, tedesco, inglese e francese. Saranno le versioni ufficiali e definitive. 
La Libreria Editrice Vaticana ha già stampato diverse copie e la notizia sarà riportata nel giornale pontificio “L’Osservatore Romano”.

Si tratta di un vademecum sui passi da seguire quando si è in presenza di una possibile apparizione. Diversamente dalla credenza popolare, è sempre il vescovo di ogni luogo che deve studiare, in prima persona, il presunto fenomeno soprannaturale e non il Vaticano. La Sede Apostolica non ha dei periti specializzati o dei ricercatori scientifici, anche se può intervenire in certi casi particolari ed estremi.

Questo nonostante la Curia Romana riceva, ogni anno, diversi faldoni di presunte rivelazioni. Episodi della natura più composita sono inviati alle diocesi. Nei tempi di internet, le notizie di queste visioni si diffondono con velocità tra i fedeli e la facilità di viaggiare favorisce pellegrinaggi spontanei. Questo rappresenta una sfida per le autorità ecclesiastiche.

Una preoccupazione che condivide anche Benedetto XVI, il quale nella sua esortazione apostolica post-sinodale “Verbum Domini” ha riconosciuto la necessità di «aiutare i fedeli nel distinguere bene la parola di Dio delle rivelazioni private», la cui funzione non è quella di completare la rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in un certo periodo storico.

Per identificare la credibilità di un fenomeno straordinario, le norme offrono criteri «positivi» e «negativi». Lo scopo principale è difendere la fede del popolo ed evitare la proliferazione di avocazioni che smentiscono l’insegnamento della Chiesa o che, direttamente, a esso si oppongano.

Una ricerca rigorosa sul presunto fatto è indispensabile per garantire la certezza morale della sua manifestazione. L’equilibrio psichico del «veggente» è una condizione necessaria, così come le sue onestà, rettitudine di vita, sincerità, mansuetudine all’autorità ecclesiastica e capacità per ritornare a una normale vita di fede. Inoltre gli episodi di psicosi o isteria collettiva devono essere esclusi.

Le conversioni da sole non bastano per riconoscere una manifestazione divina, anche se «i frutti spirituali abbondanti e costanti» hanno un loro peso. I messaggi ricevuti dai veggenti devono corrispondere con una dottrina senza errori. Gli elementi di sfiducia costituiscono, ad esempio, un evidente affanno di lucro vincolato con il fatto in questione o degli atti immorali commessi dal soggetto o i suoi seguaci durante o in occasione dello stesso.

Ogni vescovo deve vigilare, informarsi e agire per correggere o prevenire abusi nell’esercizio del culto, per condannare dottrine sbagliate e per evitare il pericolo del falso misticismo. Se si arriva alla certezza di trovarsi di fronte a un episodio divino, il vescovo ha le facoltà di permettere manifestazioni pubbliche di devozione.

La decisione dì pubblicare le norme è stata presa indipendentemente dagli episodi particolari e le sue direttive si applicano in tutti i casi. Ma è anche importante il fatto che saranno pubblicate proprio quando una commissione internazionale creata dal Vaticano studia le presunte apparizioni mariane nel piccolo paesino bosniaco di Medjugorje; un fenomeno di fama mondiale con migliaia di seguaci e accaniti detrattori, sul quale la Santa Sede è disposta a pronunciarsi, secondo dei criteri obiettivi che ora saranno disponibili per tutti i casi di apparizioni.

Tratto da :  http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/apparizioni-mariane-apariciones-mariane-apparition-marians-medjugorje-15293/

AGGIORNAMENTO DEL 29 MAGGIO 2012 (VIS)
 
NORME PER PROCEDERE NEL DISCERNIMENTO DI PRESUNTE APPARIZIONI E RIVELAZIONI
Città del Vaticano, 29 maggio 2012 (VIS)
Di seguito riportiamo estratti del Documento "Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni" recentemente pubblicato dalla Congregazione per la Dottrina della Sede. Il Documento, approvato da Papa Paolo VI nel 1978, fu emanato nello stesso anno dalla Congregazione. A quel tempo le Norme furono inviate a tutti i Vescovi del mondo senza che si procedesse ad una pubblicazione ufficiale, giacché esse sono indirizzate principalmente ai Presuli.
ORIGINE E CARATTERE DELLE NORME
(...) "1. Oggi, più che in passato, la notizia di apparizioni si diffonde rapidamente tra i fedeli grazie ai mezzi di informazione. Inoltre, la facilità degli spostamenti favorisce e moltiplica i pellegrinaggi. L’Autorità ecclesiastica è perciò chiamata a pronunciarsi in merito senza ritardi.
2. D’altra parte, la mentalità odierna e le esigenze scientifiche e quelle proprie dell’indagine critica rendono più difficile, se non quasi impossibile, emettere con la debita celerità i giudizi che concludevano in passato le inchieste in materia (constat de supernaturalitate, non constat de supernaturalitate). (...)
Quando l’Autorità ecclesiastica venga informata di qualche presunta apparizione o rivelazione, sarà suo compito:
a) in primo luogo, giudicare del fatto secondo criteri positivi e negativi
b) in seguito, se questo esame giunge ad una conclusione favorevole, permettere alcune manifestazioni pubbliche di culto o di devozione, proseguendo nel vigilare su di esse con grande prudenza (ciò equivale alla formula: «pro nunc nihil obstare»);
c) infine, alla luce del tempo trascorso e dell’esperienza, con speciale riguardo alla fecondità dei frutti spirituali generati dalla nuova devozione, esprimere un giudizio de veritate et supernaturalitate, se il caso lo richiede. (in particolare in considerazione dell'abbondanza di frutti spirituali derivanti dalla nuova devozione).
I. CRITERI PER GIUDICARE, ALMENO CON UNA CERTA PROBABILITÀ, DEL CARATTERE DELLE PRESUNTE APPARIZIONI O RIVELAZIONI
"A) Criteri positivi:
a) Certezza morale, o almeno grande probabilità dell’esistenza del fatto, acquisita per mezzo di una seria indagine.
b) Circostanze particolari relative all’esistenza e alla natura del fatto, vale a dire:
1. qualità personali del soggetto o dei soggetti (in particolare, l’equilibrio psichico, l’onestà e la rettitudine della vita morale, la sincerità e la docilità abituale verso l’autorità ecclesiastica, l’attitudine a riprendere un regime normale di vita di fede, ecc.);
2. per quanto riguarda la rivelazione, dottrina teologica e spirituale vera ed esente da errore;
3. sana devozione e frutti spirituali abbondanti e costanti (per esempio, spirito di preghiera, conversioni, testimonianze di carità, ecc.).
B) Criteri negativi:
a) Errore manifesto circa il fatto.
b) Errori dottrinali attribuiti a Dio stesso, o alla Beata Vergine Maria, o a qualche santo nelle loro manifestazioni, tenuto conto tuttavia della possibilità che il soggetto abbia aggiunto – anche inconsciamente –, ad un’autentica rivelazione soprannaturale, elementi puramente umani oppure qualche errore d’ordine naturale.
c) Una ricerca evidente di lucro collegata strettamente al fatto.
d) Atti gravemente immorali compiuti nel momento o in occasione del fatto dal soggetto o dai suoi seguaci.
e) Malattie psichiche o tendenze psicopatiche nel soggetto, che con certezza abbiano esercitato una influenza sul presunto fatto soprannaturale, oppure psicosi, isteria collettiva o altri elementi del genere.
Va notato che questi criteri positivi e negativi sono indicativi e non tassativi e vanno applicati in modo cumulativo ovvero con una qualche loro reciproca convergenza.
II. INTERVENTO DELL'AUTORITÀ ECCLESIASTICA COMPETENTE
1. Se, in occasione del presunto fatto soprannaturale, nascono in modo quasi spontaneo tra i fedeli un culto o una qualche devozione, l’Autorità ecclesiastica competente ha il grave dovere di informarsi con tempestività e di procedere con cura ad un’indagine.
2. L’Autorità ecclesiastica competente può intervenire in base a una legittima richiesta dei fedeli (in comunione con i Pastori e non spinti da spirito settario) per autorizzare e promuovere alcune forme di culto o di devozione se, dopo l’applicazione dei criteri predetti, niente vi si oppone. Si presterà però attenzione a che i fedeli non ritengano questo modo di agire come un’approvazione del carattere soprannaturale del fatto da parte della Chiesa.
3. In ragione del suo compito dottrinale e pastorale, l’Autorità competente può intervenire motu proprio; deve anzi farlo in circostanze gravi, per esempio per correggere o prevenire abusi nell’esercizio del culto e della devozione, per condannare dottrine erronee, per evitare pericoli di un misticismo falso o sconveniente, ecc.
4. Nei casi dubbi, che non presentano alcun rischio per il bene della Chiesa, l’Autorità ecclesiastica competente si asterrà da ogni giudizio e da ogni azione diretta (perché può anche succedere che, dopo un certo periodo di tempo, il presunto fatto soprannaturale cada nell’oblio); non deve però cessare di essere vigile per intervenire, se necessario, con celerità e prudenza.
III. AUTORITÀ COMPETENTI PER INTERVENIRE
1. Spetta innanzitutto all’Ordinario del luogo il compito di vigilare e intervenire.
2. La Conferenza Episcopale regionale o nazionale può intervenire in certi casi.
3. La Sede Apostolica può intervenire, sia su domanda dell’Ordinario stesso, sia di un gruppo qualificato di fedeli, sia anche direttamente in ragione della giurisdizione universale del Sommo Pontefice.
IV. INTERVENTO DELLA SACRA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
1. a) L’intervento della Sacra Congregazione può essere richiesto sia dall’Ordinario, fatta la propria parte, sia da un gruppo qualificato di fedeli. In questo secondo caso, si presterà attenzione a che il ricorso alla Sacra Congregazione non sia motivato da ragioni sospette (come, per esempio, la volontà di costringere l’Ordinario a modificare le proprie legittime decisioni, a ratificare qualche gruppo settario, ecc.).
b) Spetta alla Sacra Congregazione intervenire motu proprio nei casi più gravi, in particolare quando il fatto coinvolge una consistente parte della Chiesa (...)
2. Spetta alla Sacra Congregazione giudicare e approvare il modo di procedere dell’Ordinario o, se lo ritiene possibile e conveniente, procedere ad un nuovo esame del fatto (...)".


QUI il documento Vaticano del 1978

martedì 22 maggio 2012

NOVENA DELLA SANTISSIMA PENTECOSTE, COME VIENE RECITATA "AB IMMEMORABILI" NELL'INSIGNE SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA MISERICORDIA DI PETRIOLO ( ARCIDIOCESI METROPOLITANA DI FERMO, PROVINCIA DI MACERATA)




NOVENA DELLA SANTA PENTECOSTE


l) Ti adoriamo, o Santo Divino Spirito, come la terza persona della Santissima Trinità.
Amore e soavità del Padre e del Figlio, fiore e profumo della santità di Dio,rendi  nuovi i nostri cuori.
Nel giorno della Pentecoste dal cielo sotto la forma d'un globo di fuoco discendesti sul capo degli Apostoli; come un fuoco scendi pure sopra di noi, brucia nei nostri cuori le scorie della vanità e del peccato,penetra e investi con la tua fiamma tutta l'anima nostra, spingici a conquiste apostoliche; donaci la grazia di essere  fiamma e di ardere di puro ed eterno amore. (Gloria)

2) O Santo Divino Spirito, come sei la vita delle anime, cosi sei anche la vita della Chiesa,che nella Pentecoste raggiante di luce e di sovraumana bellezza e si presentò al mondo come esecutrice fedele dei comandi ricevuti da Gesù Cristo medesimo.
 Sostieni la tua Santa Chiesa, ricolmandola continuamente  dei tuoi doni, facendola visitare  dagli Angeli per mezzo di quella mistica scala, che vide in sogno il patriarca Giacobbe.
A te debbono gli apostoli l'ardore del loro zelo, i martiri la loro forza e la costanza in mezzo ai tormenti, i penitenti le loro lacrime, le Vergini la loro illibata purezza, i santi tutti lo splendore delle loro virtù.
Divino Santificatore,conducici tutti alle vette della santità. Continua, te ne preghiamo, la tua opera onnipotente  e misericordiosa, difendi la santa Chiesa
dai suoi nemici, comunicale sempre nuova forza espansiva, perchè stendere gloriose le sue tende su tutta la terra. ( Gloria)


3) Uno dei mirabili effetti della tua discesa nel Cenacolo fu quella somma unione di volontà, per cui, come si legge negli Atti degli Apostoli,  quella prima assemblea di credenti era un cuor solo e un’anima sola. Rinnova, o divino Paraclito, questo prodigio,rinnova tutto, rimuovi ogni male, ogni pericolo, ogni cattiveria; fa che non solo fra clero e popolo si mantenga e rinsaldi sempre più il consenso e l' unione degli animi, quale si addice ai figli devoti della Chiesa; ma fa altresì che gli eretici e gli scismatici ritornino volenterosi all' unità della fede e della disciplina, di tutti i credenti affinchè in Cristo si formi presto un solo ovile sotto un unico Pastore, che tutti ci guidi ai pascoli della salvezza eterna(Gloria)


(Inno:Veni Creator)


sabato 19 maggio 2012

LA NASCITA DI UNA FIGLIA DELLA CHIESA : GIOIA E SPERANZA PER TUTTA LA CHIESA

Poco fa mi è arrivato un sms di gioiosa speranza : la nascita di Veronica, Margherita Maria, Mafalda.
Nata in una Famiglia profondamente Cattolica la bimba , che sarà battezzata il prossimo 7 giugno, ha una sorellina ed un fratellino più grandi.
I Genitori sono i promotori della rinascita Cattolica in terra marchigiana : il primo gruppo di fedeli, ecclesiasticamente riconosciuto dalla Diocesi, sbocciato molti anni prima dell’atteso Motu Proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI .
Coerente agli insegnamenti immutabili di Santa Madre Chiesa il gruppo si ciba della Liturgia Tradizionale, traendone  la forza necessaria per il quotidiano “combattimento” contro lo spirito del mondo .
Come vorremmo essere tutti come quella Famiglia e come i componenti di quel gruppo : fioriti  in mezzo ad un arido deserto !
Come vorremmo tutti ricevere il sorriso che Dio e la Madonna Santissima hanno certamente riservato a quei figli : puri , devoti e pii !
Quando verrà il tempo essi diverranno il “sale” che darà sapore al nuovo pane con cui la Divina Provvidenza salverà gli uomini affamati e bloccati nella melma dell’autoesaltazione e del rifiuto di Dio.
Si ! Sono sicuro che quando verrà il tempo quei figli devoti e fedeli saranno coloro che, cresciuti alla luce del Vangelo e del Magistero e rinvigoriti dalla continua azione dello Spirito Santo, riusciranno a sopravvivere alle prove che il Signore riserverà all’umanità per purificarla come oro nel crogiolo.
Per questo meditiamo quanto  Sant'Agostino ha scritto  nel Discorso 15 : “Ma, si dirà, che ci sta a fare la gente cattiva in questo mondo?". Rispondimi tu: nella fornace dell'orefice la paglia che ci sta a fare?
Penso che lì, dove viene purificato l'oro, non senza motivo ci sia la paglia.
Vediamo un po' tutto quel che c'è: c'è la fornace, c'è la paglia, c'è l'oro, c'è il fuoco, c'è l'artista.
Ma quelle tre cose, cioè l'oro, la paglia, e il fuoco son dentro la fornace, l'artista attorno alla fornace.
E ora guarda questo mondo.
Il mondo è la fornace, la paglia sono gli uomini cattivi, l'oro gli uomini buoni, il fuoco le tribolazioni, l'artista Dio.
Guarda bene e vedi: l'oro non si purifica se la paglia non brucia. Anche in questo medesimo salmo, in cui diciamo di amare la bellezza della casa di Dio e il luogo dell'abitazione della sua gloria ,osserva l'oro osserva la voce dell'oro. Esso brama di essere purificato: Scrutami, Signore, e mettimi alla prova, brucia nel crogiolo i miei reni . Scrutami, Signore, e mettimi alla prova. Dice: Scrutami, Signore, e mettimi alla prova. Avrebbe dovuto temere la prova e invece chiede proprio la prova. Scrutami, Signore, e mettimi alla prova. E guarda bene che chiede proprio il fuoco. Scrutami e mettimi alla prova, brucia nel crogiolo i miei reni e il mio cuore.
Non hai paura di venir meno nel fuoco? "No" risponde. E come mai? Perché la tua misericordia è dinanzi agli occhi miei . Come dire: Ecco perché chiedo con sicurezza: Scrutami, Signore e mettimi alla prova, brucia nel crogiolo i miei reni e il mio cuore, non perché io sia capace con le mie forze di sostenere il fuoco della prova, ma perché la tua misericordia è dinanzi agli occhi miei.
In altre parole: Tu che mi hai donato di essere come oro provato, come potrai permettere che io perisca nel crogiolo? Anzi mi ci metti proprio per purificarmi, e me ne tiri fuori purificato. Il Signore custodisca il tuo entrare e il tuo uscire . Ecco perciò l'uscire, ecco l'entrare nella fornace. Considerate perfetta letizia, fratelli miei, quando subite ogni sorta di prove .
Ecco, hai sentito l'entrare, ora cerca l'uscire.
Perché l'entrare è facile, l'uscire è cosa grande. Però non aver paura. Dio è fedele (appunto perché vi eri entrato, ma eri in pensiero per l'uscire) Dio è fedele e non permette che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione darà anche l'uscita. In che modo l'uscita? Perché possiate sopportare .
Ecco, dunque, ci sei capitato, sei entrato, hai sostenuto, ne sei uscito”.
Coloro che hanno resistito alle seduzioni del mondo  e sono stati purificati, come oro nel crogiolo, diventeranno gli splendenti gioielli della Chiesa mistica Sposa di Cristo Signore .
Non  sarà però, ne siamo certi, la sfigurata e stanca Chiesa dei nostri giorni , azzannata continuamente da quelle bestie che da cinquanta anni, con un infernale“pactum sceleris”, sono state fatte entare nel Tempio Santo di Dio !
La mistica Sposa di Cristo sembrerà, agli occhi degli stolti , a cui non sarà tolto il velo della presunzione,  una  stracciona perchè sarà tornata ad essere fieramente  povera, come tutti i Santi di ogni tempo.
Ma allo Sposo essa piacerà così perché Egli, che scruta dal profondo ogni cosa, vede che la Sua Chiesa è in realtà ricca e splendente : adatta per entrare al palazzo del Re.
Buttiamo nella asfissiante cloaca tutte le sterili e secche abitudini che da cinquanta anni hanno offuscato la bellezza della mistica Sposa di Cristo e , abbracciando coerentemente “Santa Povertà” abbeveriamoci alla fresca e rigenerante Sorgente della Vita e dell’Amore di Gesù !
Grazie diletti e ricchissimi fratelli del primo gruppo tradizionalista marchigiano per averci donato oggi motivo di gioiosa speranza, quando stavamo già piangendo .
Cari amici  pregate anche per noi e per la salvezza della Chiesa nostra Madre e Maestra !
Andrea Carradori
19 maggio 2012