In questi giorni "mariani" postiamo un Articolo, veramente ispirato, sullo stato attuale della Chiesa Cattolica devastata da decenni dalla feroce "dittatura" dei preti modernisti/progressisti.
Vogliamo esprimere anche in questa occasione il nostro sentimento laudativo e riconoscente verso quei Consacrati e quelle Consacrate eroicamente e santamente virtuosi ( ce ne sono tanti!). Grazie anche alle tante Curie Diocesane ed alle tantissime Istituzioni Cattoliche che tanto bene spirituale e assistenziale riversano sulle donne e sugli uomini schiacciati ed umiliati da quei poteri mondialisti che pensano solo al loro profitto.
L'Articolo ci sprona a rafforzare la consapevolezza di essere piccoli "servi inutili" della nostra Madre la Santa Chiesa Cattolica.
Ringraziamo l'Autore dell'Articolo per la saggezza delle sue riflessioni!
Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!
AC
Chi salverà la Chiesa?
Il clero l’ha devastata, i laici la salveranno
di Francesco Lamendola
È molto, ma molto improbabile che la Chiesa possa essere salvata dal clero, da quello stesso clero, profondamente infiltrato dall’eresia modernista – con tutto ciò che ne consegue, a cominciare dalla smania malsana di voler piacere al mondo e andare d’accordo con il mondo, anche nelle sue manifestazioni più aberranti – che l’ha condotta a un passo dal disastro e che l’ha fatto scientemente, pervicacemente, testardamente e orgogliosamente.
No: il male del modernismo è penetrato troppo in profondità, ha inquinato tutto, i seminari, i libri di teologia, la pastorale, la liturgia, perfino l’arte sacra: un’architettura che sa più di fabbrica o di palazzo dei congressi, che di chiesa; una pittura e una scultura che riflettono le angosce dell’immanenza radicale, non l’anelito verso Dio; una musica “sacra” che di sacro non ha più nulla, ma che è sempre più sguaiata, frivola, banale e mondana, e che, invece di elevare l’anima verso il cielo, la trascina nel ritmo quotidiano delle cose di quaggiù, e fa perno non su Dio, ma sull’ego dell’uomo.
Lo si vede, fra l’altro, da come cantano i bambini, e spesso anche gli adulti, nei cori parrocchiali, durante la santa Messa: buttando fuori la voce con petulanza, con superficialità, con il narcisistico desiderio di attirare l’attenzione su di sé, e non suggeriscono a chi ascolta, e tanto meno a se stessi, il senso della trascendenza, della spiritualità, della mistica purezza che predispone all’incontro con Dio.
E tutto questo è avvenuto con la connivenza, o – più spesso – con l’attiva ed entusiastica partecipazione, perfino con il forsennato incitamento, del clero.
Un clero totalmente fuorviato dal senso ultimo della propria missione, totalmente secolarizzato, totalmente immerso nelle dinamiche sociali, nel senso deteriore della parola: l’emotività, la polemica, il rancore, il gusto della contraddizione e della contrapposizione, non di rado rivolti proprio contro la Chiesa, la propria madre, contro la Gerarchia e contro il Magistero, e anche contro il sommo pontefice: beninteso, quando si trattava di Benedetto XVI, non certo ora che, finalmente, il papa è uno dei loro.