Postiamo la lucida e condivisibile analisi dei recenti risultati elettorali della Città di Macerata (Civitas Mariae QUI ) del Vescovo Diocesano Mons.Nazzareno Marconi, pastore attento e premuroso del gregge che gli è stato affidato.(*)
Macerata, "Città di Maria", dopo il Concilio Vaticano II s'è ritrovata "città della Massoneria" ( con dei veri"signori" vecchio stile); politicamente però , dopo la dissoluzione della DC, è stata proiettata a sinistra: una mutazione genetica riassunta visibilmente nelle spregiudicate regie "radical chic" di Sferisterio Opera Festival.
Persone di buon senso hanno gridato allo scandalo ma sono state subito zittite anche dalle eleganti signore con la falsa R moscia...
All'analisi equilibrata e seria del Vescovo vogliamo solo aggiungere che FINALMENTE in casa centro-destra è stato presentato il Candidato, vincente, che proviene dal volontariato cattolico.
In moltissimi da decenni avevano chiesto agli improvvisati comandanti del centro destra che per "incrementare" il voto al centro-destra bisognava ricorrere alla perla dell'impegno cattolico soprattutto nel volontariato.
Quel tipo di soluzione fu sempre rifiutata mentre in molti, sgomenti, si chiedevano il perchè...
Semplice: perchè un candidato figlio del volontariato cattolico avrebbe vinto... così come ha vinto, in modo quasi schiacciante, alle elezioni del 4 marzo scorso.
Una lezione da non dimenticare!
E non solo a Macerata...
AC
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«La Lega agli occhi della gente non è solo Salvini, ma anche persone sul territorio che sono percepite come più rassicuranti».
Il vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi riflette sul voto nel Paese con particolare riferimento a quello della sua città che ha registrato un’impennata di voti della Lega.
Ad un mese dall’aggressione di Luca Traini, il Carroccio a Macerata è passato dallo 0,6% del 2013 al 21%.
C’è chi ha parlato di un “effetto Traini” sul voto.
«I fatti complessi – premette il presule – non hanno mai un’origine semplice e un risultato elettorale è sempre la somma di tanti fatti complessi».
Ad ogni modo, osserva, «molti qui hanno rapporti di