" E' triste constatare l'accanimento sempre crescente contro la figura del Cristo. Tempo fa, al festival di Venezia, in un film, Martin Scorsese (“l’ultima tentazione di Cristo) si vede un Gesù solo terreno, sposato con la Maddalena con relative scene d'amore.
A questo proposito ricordo un gesto di inaudita forza morale di un’umile signora che al passaggio di questi cinematografari gnostici, con lo sguardo rivolto a terra, alzò un cartello dove si leggeva: Gesù è Dio. Ricordo che mi commossi molto e immagino (o perlomeno spero) che molti di quei personaggi fossero scossi.
A volte un gesto cosi significativo vale molto di più di mille discorsi !
La causa di tutto questo antagonismo fa parte di quel misterium iniquitatis che ci accompagna da sempre.
Probabilmente per certi intellettuali deriva dal fatto che Gesù tratta a "pesci in faccia" i sapienti e i potenti. Questi che si ritengono gli illuminati, il sale della terra, non concepiscono di esser trattati in questo modo e dai tempi degli scribi e farisei questo astio è sempre stato presente.
A questo Castellucci, (che sicuramente farà parte di questa categoria) non-credente nella divinità di Gesù Cristo, mi sentirei di rispondere come rispose un certo Bryan Houghton, (convertito inglese al cattolicesimo), ad un suo amico il quale gli chiedeva come era possibile che un uomo intelligente come lui potesse ancora credere al Cristianesimo. Passi credere in Dio, ma in Cristo, in quell'insieme di miti orientali che sono i Vangeli, no e poi no.
Hougthon replicava in questo modo:
"In tutte le religioni o irreligioni quell'Essere non-contingente che chiamiamo Dio gode della sua Onnipotenza, nell'eterna felicità di una perfezione infinita. Dio beato, si gira eternamente i pollici. Intanto però crea esseri contingenti, noi, ai quali distribuisce sofferenze e sventure. Per colmo si crede che esiga da noi che si soffra nobilmente, fino al martirio, per l'onore del suo nome. In questo modo poichè non esiste nobiltà più alta che la sofferenza nobilmente sopportata, l'uomo diviene più nobile di Dio.
Dio è una sorta di poltrone, magari sadico, che esige dagli altri ciò che non fa egli stesso.
E' dunque qui che risiede la Rivelazione fondamentale del Cristianesimo, la sua novità sconvolgente e unica: Dio non è ne’ un poltrone ne’ un sadico. Non esige dagli altri che sopportino ciò che non è disposto a sopportare egli stesso. In effetti si è incarnato proprio per fare in quanto uomo ciò che non poteva fare in quanto Dio: Soffrire il Soffribile. Per quanto mi sembra che, se almeno una religione è vera, è il Cristianesimo che lo è; esso solo rende Dio più nobile dell'uomo. Noi creature abbiamo il nostro fardello di disgrazie e di sofferenze, ma sappiamo che il Dio creatore questi fardelli li ha portati tutti.
E' possibile (Hougthon chiede all'amico) che una dozzina di popolani galilei abbia inventato questa prospettiva prodigiosa, che è la sola che può salvare l'onore di Dio ? “
Fin qui Hougton; io di mio aggiungerei che se non ci fosse Gesù Cristo personalmente sarei potuto essere benissimo ateo o nel migliore dei casi agnostico, giusto come lo sarà Castellucci.
Infatti in tutte le altre religioni, compresa l’ebraica e la musulmana ,dio è messo alle corde dal problema del male e della sofferenza, tanto è vero che moltissimi ebrei persero la fede dopo l’olocausto.
Il dio che permette il male e la sofferenza senza parteciparvi è un dio che non merita adorazione, perché, come dice Hougthon, l’uomo sofferente è migliore moralmente di questo dio.
Che passava per la mente di questo dio quando ha permesso la pazzia, il cancro; oppure quando decise di togliere ai vecchi la possibilità di controllare l’orina, gli escrementi o quando permette di far nascere i deficienti, i focomelici, gli spastici ?
L’unica possibilità di cavarsela sarebbe di non esistere e se esistesse, dicevano i rivoluzionari parigini del 1789 bisognerebbe fucilarlo, perché, oltretutto, ha deciso di far piangere i bambini.
Ecco, immagino forse sia questa una delle cause del rifiuto dei non-credenti, (che non tengono in conto la sofferenza del Cristo) della loro chiusura al Cristianesimo, ritenuto responsabile dei mali del mondo.
Castellucci non fucila il Cristo come i rivoluzionari parigini, ma fa una cosa simile: lo lapida, lo smerda.
Da qui si può constatare quindi che il pensiero moderno razionalista e positivista, la riflessione filosofica e quant’altro è sempre inferiore alla profondità del pensiero teologico di duemila anni di Cristianesimo, e ai Castellucci di questo mondo (quelli che non credono alla Rivelazione cristiana) vorrei aggiungere che il Dio di Cristo ci si è rivelato assumendo tutte quelle caratteristiche che gli uomini da sempre considerano l’opposto stesso della divinità e cioè l’umanità, la debolezza, il disonore, l’abbandono, la morte, l’umiltà.
Obiettivamente, chi poteva inventare un Dio di questo genere, se non ci fosse stato rivelato ?
Come si poteva inventare nella terra di Palestina di allora che un uomo fosse uguale a Dio ? questo poteva avvenire dappertutto nell’antichità, meno che in Palestina dove rappresentava il più grande sacrilegio che un pio ebreo di allora (e anche di oggi) potesse commettere.
Chi poteva inventare l’assurdità della Croce, addirittura nascosta dai primi cristiani perché se ne vergognavano ?
Un Dio che muore sulla croce !
Assurdo ! era il modo di morire dell’ultimo degli schiavi !
Per cui uno si chiede come abbia fatto ad avere successo questa religione masochista dei cristiani; a viste umane questa era una fede che doveva fallire in partenza, nella culla, invece, caro Castellucci, dura da duemila anni per il semplice motivo che è divina.
Se tutto ciò non convince, c’è sempre, in ultima analisi, da prendere in considerazione per salvare la propria anima il suggerimento dato da Benedetto XVI ai non-credenti che cercano Dio e non lo trovano: “vivete come se Dio esistesse” e quindi comportatevi di conseguenza rispettando la legge naturale (laica) che è in voi che vi suggerisce di fare il bene e di evitare il male e che in religione è l’equivalente dei Comandamenti.
Oppure prendere in considerazione quel che diceva Pascal nella famosa scommessa: secondo il calcolo delle probabilità i non-credenti hanno il 50% dei casi di aver ragione, l’altro 50% lo debbono però riconoscere ai credenti; con la differenza che se hanno ragione i Castellucci vari non lo sapremo mai perchè cadremo nel Nulla.
Se, al contrario, hanno ragione i credenti, si dovrà rispondere del proprio operato su questa terra a quel Dio che spesso abbiamo oltraggiato come in questo caso. Non dico di più…i Castellucci traggano le loro conclusioni ".
F.V.