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Aggiornamenti :
Domenica delle Palme
La benedizione delle Palme e la Processione avranno inizio
alle ore 16,30 nella Chiesa Parrocchiale del Santissimo Crocifisso ( Cappuccini) per
potarsi alla Chiesa del Sacro Cuore ( sacconi) per la Messa Solenne , in terzo.
Il Sabato Santo la benedizione del fuoco avrà luogo nel giardino del Convento delle Maestre Pie Venerine, davanti la Chiesa del Sacro Cuore.
Con la Domenica delle palme i fedeli entrano nella grande Settimana, che siamo soliti chiamare la « Settimana santa ».
Il Servo di Dio Papa
Pio XII nell' Enciclica « Mediator Dei », ha sottolineato che " in ogni
azione liturgica è presente Gesù Cristo" .
Ciò vale specialmente per i riti solenni di questi giorni, nei quali si celebrano i santissimi misteri della passione e morte del Salvatore.
Ciò vale specialmente per i riti solenni di questi giorni, nei quali si celebrano i santissimi misteri della passione e morte del Salvatore.
A quel grande Papa, come del resto a tutti i cattolici a cui stava a cuore la crescita spirituale dei fedeli, era di grande sofferenza constatare che quelle solennissime funzioni venivano celebrate in chiese quasi deserte.
Una delle principali cause dell'assenza dei fedeli è da
ricercarsi nel fatto, che, mentre durante tutto il medioevo i giorni solenni
del giovedì, venerdì e sabato santo, erano riconosciuti come giorni festivi
anche dall'autorità civile, purtroppo diventarono dei semplici giorni feriali.
Attese infatti le mutate
condizioni della vita moderna, gli stessi Romani Pontefici si videro
costretti a ridurre sempre più i giorni festivi, limitandoli alle domeniche e
alle maggiori solennità religiose.
Così Urbano VIII, nel 1642, fu indotto a
togliere dall'elenco dei giorni festivi anche i tre giorni del triduo sacro:
giovedì, venerdì, sabato santo.
Da quel momento però la
maggior dei fedeli, anche volendo, non poteva più intervenire a questi sacri
riti celebrati al mattino, quando, nei giorni feriali, tutti sono occupati nel
loro lavoro professionale.
Vorrei ricordare, soprattutto ai giovani amici, che tutte le Funzioni della Settimana Santa, prima della riforma di Pio XII, si celebravano nel mattino, anchè perchè la disciplina del digiuno eucaristico era fermamente ancorata dalla mezzanotte.
Si trattava dunque di lunghe cerimonie esclusivamene riservate al Clero.
Il popolo, privato de facto delle liturgie della settimana santa, trovava rifugio delle azioni devozionali (le processioni, le visite ai cosiddetti "sepolcri" e le famose "Tre Ore" del Venerdì Santo).
Vorrei ricordare, soprattutto ai giovani amici, che tutte le Funzioni della Settimana Santa, prima della riforma di Pio XII, si celebravano nel mattino, anchè perchè la disciplina del digiuno eucaristico era fermamente ancorata dalla mezzanotte.
Si trattava dunque di lunghe cerimonie esclusivamene riservate al Clero.
Il popolo, privato de facto delle liturgie della settimana santa, trovava rifugio delle azioni devozionali (le processioni, le visite ai cosiddetti "sepolcri" e le famose "Tre Ore" del Venerdì Santo).
Il Servo di Dio Padre Pio XII, mosso e preoccupato
soprattutto da queste ragioni di carattere pastorale, già nel 1951 aveva
concesso il ripristinarsi della solenne Veglia pasquale del Sabato Santo; due anni dopo, il 6 gennaio 1953, con la Costituzione « Christus
Dominus » concesse che in determinati casi si potesse celebrare la santa Messa vespertina.
Dopo diversi felici "esperimenti", molti dei quali furono fatti soprattutto in antichi monasteri benedettini europei , a seguito alle reiterate
istanze di molti Vescovi di tutto il mondo, la Sacra Congregazione dei Reti emanò il Decreto « Maxima Redemptionis nostrae Mysteria » in data 16 novembre 1955.
Con questo decreto le grandi funzioni del giovedì
venerdì
e sabato santo vennero riportate alle ore pomeridiane, come da
princìpio e per molti secoli.
Contemporaneamente fu riveduto e riformato tutto l'insieme dei riti della Settimana Santa .
Furono soprattutto tolte numerose ripetizioni rendendo più snella la Liturgia.
Contemporaneamente fu riveduto e riformato tutto l'insieme dei riti della Settimana Santa .
Furono soprattutto tolte numerose ripetizioni rendendo più snella la Liturgia.
Nella formulazione del rito restaurato i legislatori ebbero in cuore una grande preoccupazione pastorale della Chiesa : che i
cristiani, cioè, figli di Dio e membri del Corpo Mistico di Cristo, potessero partecipare
attivamente ai riti sublimi della grande settimana liturgica.
Quei sacri Riti, dice, infatti, il Decreto citato, « non hanno soltanto una
speciale dignità, ma possiedono anche una singolare forza ed efficacia
sacramentale per alimentare la vita cristiana; né possono certo avere un
compenso adeguato in quei pii esercizi di devozione, chiamati comunemente «
extraliturgici », e si svolgono nelle ore pomeridiane del triduo sacro » .
Il Magistero di Papa Benedetto XVI ha voluto confermare, nello spirito dell'ermeneutica della continuità, quanto il Suo venerabile Predecessore aveva operato .
In virtù quindi del Motu Proprio "Summorum Pontificum" e dell'Istruzione "Universae Ecclesiae" ci è dato di nutrirci della Liturgia antica romana emendata da Papa Pio XII da quelle ripetizioni che, nel corso dei secoli, ne avevano intaccato la bellezza e la soavità.
Fa piacere apprendere che, senza distinzione di sorta, tutti i gruppi che attingono la propria spiritualità dal Motu Proprio "Summorum Pontificum" celebranno con i loro Parroci i Riti della Settimana Santa. Una bella notizia che conferma, ancora una volta, l'avanzata della Tradizione nonostante le tante difficoltà che ancora ci sono.
I "messalini" del 1956 così presentarono ai fedeli i riti della Domenica delle Palme dopo il "restauro" di Pio XII .
Notate l'insistenza alla preghiera per conseguire un traguardo : la partecipazione attiva dei fedeli, secondo quanto aveva auspicato Papa Pio XI e, dopo di Lui, tutti i Suoi successori.
Notate l'insistenza alla preghiera per conseguire un traguardo : la partecipazione attiva dei fedeli, secondo quanto aveva auspicato Papa Pio XI e, dopo di Lui, tutti i Suoi successori.
(Andrea Carradori)
Messalino per i fedeli ( 1956 ) dell'Opera della Regalità di N.S.Gesù Cristo
Benedizione e distribuzione dei rami d’ulivo.
Il sacerdote e i « ministri » indossano paramenti color
rosso durante le prime tre parti, in omaggio a Re Martire divino; color
violaceo per la santa Messa.
La benedizione dei rami è stata notevolmente semplificata
e liberata dalle soprastrutture venutesi ad aggiungere nel medioevo: ad esempio
sono stati tolti moli “oremus”.
Molto significativi dal lato pastorale ci
sembrano i seguenti particolari: i rami, chi saranno benedetti, sono collocati
su una mensa in presbiterio « in modo però che siano bene in viste dei fedeli» (oppure possono essere già portati in chiesa e tenuti in mano dagli stessi fedeli
duranti la benedizione).
In tal caso , l'aspersione e l'incensazione
di essi potrà essere fatta dal sacerdote, dalla balaustra o « percorrendo la
navata del tempio »
Similmente hanno un manifesto significato pastorale,
nella benedizione dei rami, il fatto che il celebrante è « volto verso il
popolo », e la notazione rubricale dopo il saluto Dominus vobiscum: « e tutti rispondono
Et cum spiritu tuo ».
La Chiesa desidera
vivamente una partecipazione attiva di tutti i fedeli.
Processione in omaggio a Cristo Re
Particolarissima importanza, come si è detto, è stata data
alla solenne processione in onore di Cristo Re: dove è possibile, è opportuno
che essa si snodi per un buon tratto di strada e che sia una vera processione, un
reale omaggio pubblico al Cristo nostra unica salvezza.
Le nuove rubriche, per dare importanza a questa
processione, consigliano anche di fare, dove è possibile, la
benedizione dei rami in una chiesa secondaria: e da quella recarsi
processionalmente alla chiesa principale, dove sarà celebrata la S. Messa.
La croce durante la processione non è velata, anche se siamo
nel tempo di passione; il popolo deve seguire attivamente, con i rami benedetti
in mano, e cantando a modo di ritornello i due versetti di quello che ora le
rubriche chiamano « inno a Cristo Re »; « gloria, laus et honor tibi sit, ecc.
».
Piuttosto che tacere « come muti e passivi
spettatori », come diceva Pio XI, qualora non sia stato possibile ai
sacerdoti far ripetere dai fedeli i due detti versetti, le rubriche consigliano
di far cantare ai fedeli qualche canto in onore di Cristo Re, come ad es. il «
Christus vincit ».
Giunti alla chiesa il sacerdote, volto verso il
popolo, dice un «
oremus » per invocare la benedizione e la protezione di Dio su tutti coloro che
porteranno nelle loro case, nelle scuole, negli uffici e nei luoghi del loro
lavoro i rami benedetti.
E' un gesto materno della Chiesa, che vuol far
comprendere al popolo cristiano,
profondamente legato alla tradizione del ramo benedetto,
che sarà
esposto per tutto l'anno, il valore spirituale di questo « sacramentale ».
Segue la S. Messa: paramenti colore violaceo.
Ha inizio la grande Settimana, in cui rivivremo i misteri più alti della nostra fede: la Passione e la Morte di Gesù.
Ha inizio la grande Settimana, in cui rivivremo i misteri più alti della nostra fede: la Passione e la Morte di Gesù.
Nella messa di questa domenica si legge il passio, cioè la narrazione dolorosa
della Passione di Gestì fatta dall'evangelista Matteo.
Essa però, secondo il nuovo rito, incomincia con il racconto dell'agonìa nel Getsemani, cioè con il suo vero inizio: similmente anche il Passio degli altri giorni della settimana santa: martedì, mercoledì e venerdì.
Essa però, secondo il nuovo rito, incomincia con il racconto dell'agonìa nel Getsemani, cioè con il suo vero inizio: similmente anche il Passio degli altri giorni della settimana santa: martedì, mercoledì e venerdì.
Durante la lettura o il canto del Passio i fedeli, composti
e raccolti, restano in piedi e seguono sui loro messalini la commovente
narrazione dei patimenti sofferti da Gesù per nostro amore.
Sono le pagine più toccanti del vangelo, che ci fan capire a qual duro prezzo il Redentore ci ha voluto salvare.
Sono le pagine più toccanti del vangelo, che ci fan capire a qual duro prezzo il Redentore ci ha voluto salvare.
L'immagine del Crocifisso, che vediamo spesso e nei tanti luoghi nella
vita quotidiana, ci deve richiamare alla mente questo Amore infinito: la
settimana santa, che abbiamo iniziata con la Domenica delle Palme, dovrà essere
un periodo di tempo speciale in cui sentiamo in modo più intenso questi
sublimi misteri: e facciamo il proposito di non esserne indegni!
L'Inno a Cristo Re