Possiamo noi cattolici fare un torto alle migliaia di Martiri, antichi e moderni, che si sono fatti ammazzare gridando : " W il Papa " ?
Possiamo noi cattolici uniformarci alle sinostrose forze ammantate di occulto che criticano o osannano un Papa come se il Vicario di Nostro Signore fosse una specie di super politico o di super manager ?
Il Papa va amato. Punto e basta.
Noi abbiamo il compito di pregare per il Papa. Punto e basta.
Possiamo noi cattolici autodispensarci dalla dose di speranza e di fiducia nella Divina Provvidenza che deve albergare nei nostri aridi cuori ?
Possiamo noi cattolici emulare il mondo laico che non nutre, con le conseguenze che ben conosciamo, la speranza cristiana ?
Possiamo noi cattolici alimentare sempre e in ogni caso la critica nei confronti del Papa e del Suo Magistero ?
Possiamo noi cattolici eccitare i nostri fratelli nella fede, tanti o pochi che siano, presentando loro ( come hanno fatto gli empi con San Giovanni Paolo II e più recentemente con Benedetto XVI ) il Papa disgiunto dall' aurea di santità che avvolge la Sua venerabile persona ?
Ognuno di noi si assuma le proprie responsabilità se attraverso i nostri scritti o la nostra azione facciamo peccare i nostri fratelli contro l'unità e la comunione perfetta attorno al Successore di Pietro per il quale abbiamo il compito precipuo di pregare.
Punto e basta.
Il deposito della fede, come discutevamo ieri privatamente con alcuni Consacrati tuttaltro che progressisti, non è stato intaccato.
Il deposito della fede è integro.
Le critiche al pontificato attuale , fatte con acume e con fede umile, sono costruttive anzi necessarie come anche le distanze al " nuovo corso ecclesiale ", di cui non si conosce il nome del padrone/ispiratore.
E' evidente che qualcuno cerca di introdurre un "nuovo corso" nella Chiesa approfittandone di questo difficile ed imprevedibile Papa.
Sono sempre di più i fedeli che pregano Dio di essere esonerati dal quotidiano stillicidio di un contro-magistero rappresentato dai mass media !
Facciamo però attenzione : esasperare gli animi specie dei più giovani facendoli cadere nella trappola lacista della NON SPERANZA è diabolico !
Trascrivo il saggio intervento di un Fedele che è condivisibile : " Questo non significa non riconoscere lo stato comatoso della Chiesa e i non disprezzabili contributi che in parole, opere e omissioni Francesco dà a questa situazione.
Tuttavia se un umile consiglio può essere dato è quello di non formulare , se non quando si abbia qualche titolo e evidenti ragioni di dovere e/o grave necessità, giudizi ad ogni stormir di foglia".
In chiusura facciamo nostre le sante e saggie parole di un Sacerdote-Teologo che ha scritto :
" Non comprendo lo scalpore per le parole del Papa riguardanti la causa di beatificazione di Pio XII.
Ha detto che occorre un miracolo!
Dove sarebbe lo scandalo?
Sarebbe grave, piuttosto, se il Papa beatificasse dispensando dal miracolo.
Sarebbe grave, piuttosto, se il Papa beatificasse dispensando dal miracolo.
Soltanto la conferma del culto, dove questo sia provato ininterrottamente da secoli, può consentire una sorta di beatificazione equipollente.
Di fatto viene confermato ciò che è sempre stato presente presso il popolo di Dio come esercizio di virtù e potere di intercessione.
Nelle cause istruite per l'eroicità delle virtù, la Chiesa richiede il miracolo.
E non vale il paragone con la canonizzazione di Giovanni XXIII, che è stato beatificato dopo il riconoscimento del miracolo.
E non vale il paragone con la canonizzazione di Giovanni XXIII, che è stato beatificato dopo il riconoscimento del miracolo.
Il beato non sta in una sorta di limbo, ma gode della visione di Dio e può intercedere.
La distinzione è soltanto legata al culto che la Chiesa gli rende.
Il Papa può dispensare dal miracolo per la canonizzazione, come hanno fatto lo stesso Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Un papa che dispensasse dal miracolo per la beatificazione, rivendicherebbe un potere che non ha.
Altra cosa è l'eventuale riconoscimento del martirio, per il quale non si richiede il miracolo.
Ma anche in quel caso, sarebbe assurdo pensare che Cristo induca all'errore la Sua Chiesa ".
Andrea Carradori