Su diverse testate, specie in quelle straniere, in questi giorni si parla delle due "linee" presenti nell'Ordine di Malta : quello anglofono conservatore e quello germanofono progressista.
La storia della Chiesa insegna che i problemi per la comunità dei credenti sono sorti proprio a causa della fronda progressista.
I progressisti/modernisti ricorrono assai spesso alle calunnie e persino alle alleanze con strutture dichiaratamente nemiche di Cristo e della Sua Chiesa pur di raggiungere i propri scopi egemonici con lo scopo di disintegrare la Fede.
Il "problema dell'ora presente" è che le Autorità Vaticane prendono in considerazione appoggiandole appieno tutte le pericolose stravaganze della fronda progressista/modernista.
Occorre che la Santa Sede si riappropri URGENTEMENTE della propria identità bi-millenaria cacciando i "rivoluzionari", improvvisati o professionisti che siano, che stanno impestando le sacre stanze oltrepassando il diritto di cui la Chiesa è stata gelosa custode.
C'è bisogno di riportare energicamente l'attenzione sul "modo di fare e di essere Chiesa" .
Abbiamo visto come le alleanze con le strutture mondane e progressiste abbiano portato all'affievolimento della fede e all'allontanamento dalla vita sacramentale, vera e unica strada di salvezza.
La rivoluzione non è parte integrante della Chiesa così come non lo è il conservatorismo liberal/capitalista.
Noi abbiamo già la strada da seguire perchè ce l'ha indicata il Nostro Redentore: Io sono la VIA, la VERITA' e la VITA .
La VITA che ha voluto solennemente tutelare all'inizio del suo mandato il Presidente USA Trump " con la firma di provvedimenti contro l’aborto e in aperta difesa della vita" ma questo non è stato neppure evidenziato dagli organi di stampa cattolici schiavi come sono del potere mondano, eccentrico e capitalista d'impostazione progressista/modernista.
E le stelle stanno a guardare...
Per la nostra edificazione spirituale ed umana proponiamo oggi la lettura del discorso che Papa Benedetto XVI, due giorni prima delle Sue dimissioni, ha rivolto ai membri del Sovrano Militare Ordine di Malta convenuti nella Basilica Vaticana in occasione del "nono centenario del solenne privilegio Pie postulatio voluntatis del 15 febbraio 1113, con cui Papa Pasquale II poneva la neonata “fraternità ospedaliera” di Gerusalemme, intitolata a San Giovanni Battista, sotto la tutela della Chiesa".
Scomparso questo modo genuino di rivolgersi amabilmente ai propri figli che si occupano di volontariato perchè taluni ecclesiastici, con malsana tracotanza, preferiscono i progressisti/rivoluzionari il terreno ecclesiale si desertifica in modo impressionante: la gente si distacca sempre di più e le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa scompaiono, come avviene nei nostri tristissimi giorni...
«Salvaci, Signore, siamo perduti!»
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
AI MEMBRI DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA
Basilica Vaticana
Sabato, 9 febbraio 2013
Cari fratelli e sorelle!
Sono lieto di accogliere e di salutare ciascuno di voi, Cavalieri e Dame, Cappellani e volontari, del Sovrano Militare Ordine di Malta. Saluto, in modo speciale, il Gran Maestro Sua Altezza Eminentissima Fra’ Matthew Festing, ringraziandolo per le cordiali espressioni che mi ha rivolto a nome di tutti voi; ringrazio anche per l’offerta che avete voluto consegnarmi e che ho destinato ad un’opera di carità.
Il mio affettuoso pensiero va ai Cardinali e ai Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, in particolare al mio Segretario di Stato, che ha presieduto poc’anzi l’Eucaristia, e al Cardinale Paolo Sardi, Patrono dell’Ordine, che ringrazio per la premura con la quale si adopera per consolidare lo speciale vincolo che vi lega alla Chiesa cattolica e in modo peculiare alla Santa Sede.
Con riconoscenza saluto l’Arcivescovo Angelo Acerbi, vostro Prelato.
Un saluto, infine, ai Diplomatici, come pure a tutte le alte Personalità e le Autorità qui presenti.
L’occasione di questo incontro è data dal nono centenario del solenne privilegio Pie postulatio voluntatis del 15 febbraio 1113, con cui Papa Pasquale II poneva la neonata “fraternità ospedaliera” di Gerusalemme, intitolata a San Giovanni Battista, sotto la tutela della Chiesa, e la rendeva sovrana, costituendola in un Ordine di diritto ecclesiale, con facoltà di eleggere liberamente i suoi superiori, senza interferenza da parte di altre autorità laiche o religiose.
Questa importante ricorrenza riveste uno speciale significato nel contesto dell’Anno della Fede, durante il quale la Chiesa è chiamata a rinnovare la gioia e l’impegno di credere in Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo.
Al riguardo, anche voi siete chiamati ad accogliere questo tempo di grazia per approfondire la conoscenza del Signore e per far risplendere la verità e la bellezza della fede,
con la testimonianza della vostra vita e del vostro servizio, nell’oggi del nostro tempo.
Il vostro Ordine, fin dagli inizi, si è distinto per la fedeltà alla Chiesa e al Successore di Pietro, come anche per la sua irrinunciabile fisionomia spirituale, caratterizzata dall’alto ideale religioso.
Continuate a camminare su questa strada, testimoniando in modo concreto la forza trasformante della fede.
Per fede gli Apostoli lasciarono ogni cosa per seguire Gesù, e poi andarono nel mondo intero, attuando il mandato di portare il Vangelo ad ogni creatura; senza alcun timore annunciarono a tutti la forza della croce e la gioia della Risurrezione di Cristo, di cui furono diretti testimoni.
Per fede i martiri donarono la loro vita, mostrando la verità del Vangelo che li aveva trasformati e resi capaci di giungere fino al dono più grande, frutto dell’amore, con il perdono dei
propri persecutori.
E per fede, nel corso dei secoli, i membri del vostro Ordine si sono prodigati, prima nell’assistenza degli infermi in Gerusalemme e poi nel soccorso dei pellegrini in Terrasanta esposti a gravi pericoli, scrivendo luminose pagine di carità cristiana e di tutela della cristianità.
Nel XIX secolo l’Ordine si aprì a nuovi e più ampi spazi di attività in campo assistenziale e a servizio degli ammalati e dei poveri, ma senza mai rinunciare agli ideali originari, specialmente quello dell’intensa vita spirituale dei singoli membri.
In questa direzione deve proseguire il vostro impegno con un’attenzione del tutto particolare alla consacrazione religiosa – quella dei Professi - che costituisce il cuore dell’Ordine.
Non dovete dimenticare mai le vostre radici, quando il beato Gerardo e i suoi compagni si consacrarono con i voti al servizio dei poveri, e il privilegio Pie postulatio voluntatis sancì la loro vocazione.
I membri della neonata istituzione si configuravano
così con i tratti della vita religiosa: l’impegno per raggiungere la perfezione cristiana mediante la professione dei tre voti, il carisma a cui consacrarsi e la fraternità tra i membri.
La vocazione del professo, anche oggi, deve essere oggetto di grande cura, unita all’attenzione per la vita spirituale di tutti.
In questo senso, il vostro Ordine, rispetto ad altre realtà impegnate in ambito internazionale nell’assistenza ai malati, nella solidarietà e nella promozione umana, si distingue per l’ispirazione cristiana che costantemente deve orientare l’impegno sociale dei suoi membri.
Sappiate conservare e coltivare questo vostro carattere qualificante ed operate con rinnovato ardore apostolico, sempre in atteggiamento di profonda sintonia con il Magistero della Chiesa.
La vostra preziosa e benefica opera, articolata in vari ambiti e svolta in diverse parti del mondo, concentrata in particolare nel servizio al malato con strutture ospedaliere e sanitarie, non è semplice filantropia, ma espressione efficace e testimonianza viva dell’amore evangelico.
Nella Sacra Scrittura il richiamo all’amore del prossimo è legato al comandamento di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze (cfr Mc 12,29-31).
Di conseguenza, l’amore del prossimo corrisponde al mandato e all’esempio di Cristo, se si fonda su un vero amore verso Dio.
È così possibile per il cristiano, attraverso la sua dedizione, far sperimentare agli altri la tenerezza provvidente del Padre celeste, grazie ad una sempre più profonda conformazione a Cristo.
Per dare amore ai fratelli è necessario attingerlo alla fornace della carità divina, mediante la preghiera, il costante ascolto della Parola di Dio e un’esistenza incentrata sull’Eucaristia.
La vostra vita di ogni giorno dev’essere penetrata dalla presenza di Gesù, sotto il cui sguardo siete chiamati a porre anche le sofferenze degli ammalati, la solitudine degli anziani, le difficoltà dei disabili.
Andando incontro a queste persone, voi servite Cristo: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40), dice il Signore.
Cari amici, continuate ad operare nella società e nel mondo lungo le strade maestre indicate dal Vangelo: la fede e la carità, per ravvivare la speranza.
La fede, quale testimonianza di adesione a Cristo e di impegno nella missione evangelica, che vi stimola ad una presenza sempre più viva nella comunità ecclesiale e ad una sempre più consapevole appartenenza al Popolo di Dio; la carità, quale espressione di fraternità in Cristo, attraverso le opere di misericordia per gli ammalati, i poveri, i bisognosi di amore, di conforto e di assistenza, gli afflitti dalla solitudine, dallo smarrimento e dalle nuove povertà materiali e spirituali.
Tali ideali sono bene espressi nel vostro motto: «Tuitio fidei et Obsequium pauperum».
Queste parole ben sintetizzano il carisma del vostro Ordine che, come soggetto di diritto internazionale, non ambisce ad esercitare poteri ed influenze di carattere mondano, ma desidera svolgere in piena libertà la propria missione per il bene integrale dell’uomo, spirito e corpo, guardando sia ai singoli che alla comunità, soprattutto a coloro che più hanno bisogno di speranza e di amore.
La Vergine Santa - la Beata Vergine di Fileremo - sostenga con la sua materna protezione i vostri propositi e i vostri progetti; il vostro celeste protettore San Giovanni Battista e il beato Gerardo, i Santi e Beati dell’Ordine vi accompagnino con la loro intercessione.
Da parte mia, vi assicuro di pregare per voi qui presenti, per tutti i membri dell’Ordine, come pure per i numerosi e benemeriti volontari, tra i quali il nutrito gruppo dei bambini, e per quanti vi affiancano nelle vostre attività, mentre con affetto vi imparto una speciale Benedizione Apostolica, che estendo volentieri alle vostre famiglie.
Grazie.
Immagine: Madonna delle Milizie, Scicli (Ragusa)