Dall'ispirata penna di un Teologo, da cui abbiamo attinto più volte diverse riflessioni, proponiamo la seconda parte di una meditazione sulle Apparizioni della Santissima Vergine Maria a Fatima di cui quest'anno si festeggia il Centenario.
(La prima parte QUI )
Il goffo tentativo di autoassoluzione di chi è ancora convinto di essere nel giusto
La storia è davvero “magistra vitae”.
La storia è fatta di fatti concatenati, nel tempo che scorre.
Il tempo è una creatura di Dio ed è nel tempo che le creature mortali con un’anima immortale trascorrono quanto loro concesso per caratterizzare la vita eterna di conseguenza quella terrena.
Il tempo è un dono di Dio ed è nella storia che il Signore manifesta la Sua gloria che va oltre.
La gloria dell’uomo nel tempo è invece effimera ed i nostri sforzi per goderne svaniscono.
Fatta questa doverosa premessa, nel tempo della storia una data può dire molte cose.
Suor Lucia riconobbe l’inizio della nuova guerra nell’aurora boreale che fu osservata nei giorni 25 e 26 gennaio 1938 (incredibilmente visibile in tutto il sud dell’Europa, in Italia come in Portogallo) il segno del cielo che la Madonna le aveva annunciato.
Dopo la catastrofe bellica e il sempre maggior peso preso dalla Russia nella cultura mondiale, c’era da comprendere quale altra calamità avrebbe ammorbato la seconda metà del XX secolo.
Un’indicazione precisa riguarda il sentore di una catastrofe spirituale che sarebbe stata più comprensibile dopo il 1960.
Gli scritti di Suor Lucia con la duplice veste del segreto (visione+spiegazione della Madonna) giunsero in Vaticano nell’aprile 1957, in due giorni differenti.
Papa Pio XII trattene nel proprio alloggio lo scritto breve (le
parole della Beata Vergine Maria), mentre lo scritto con la visione restò negli archivi del Sant’Uffizio.
Giovanni XXIII, pontefice dall’ottobre 1958, lesse il segreto il 21 agosto 1959, un venerdì, presenti il suo segretario (mons. Capovilla), il suo confessore (mons. Cavagna) e -per farselo tradurre dal portoghese- mons. Tavares della Segreteria di Stato.
Giovanni XXIII aveva già manifestato l’intenzione di indire il Concilio Ecumenico (25/1/1959) e la lettura non lo fece recedere dall’intenzione.
Anzi: nel solenne discorso di apertura del Concilio Vaticano II (11/10/1962), dopo tre anni di gestazione (anche se già il 13/10/1962 furono rigettati tutti gli schemi preparatori) Giovanni XXIII ci tiene a precisare che: “Nell’esercizio quotidiano del Nostro ministero pastorale Ci feriscono talora l’orecchio suggestioni di persone, pur ardenti di zelo, ma non fornite di senso sovrabbondante di discrezione e di misura.
Nei tempi moderni esse non vedono che prevaricazione e rovina; vanno dicendo che la nostra età, in confronto con quelle passate, è andata peggiorando; e si comportano come se nulla abbiano imparato dalla storia, che pur è maestra di vita, e come se al tempo dei concili ecumenici precedenti tutto procedesse in pienezza di trionfo dell’idea e della vita cristiana, e della giusta libertà della chiesa.
A Noi sembra di dover dissentire da cotesti profeti di sventura, che annunziano eventi sempre infausti, quasi che incombesse la fine del mondo”.
Se nel 1960, considerando i cattolici del mondo intero, quelli che assolvevano il precetto della Santa Messa domenicale superava ovunque il 50%, oggi possiamo oscillare tra l’uno e il 10%...
E possiamo contare un crollo delle vocazioni religiose, senza constatare le decine (centinaia) di migliaia di abbandoni tra i consacrati.
Forse le date dicono più degli storici stessi.
E chi parla di un avvertimento di apostasia dato da Maria, non può certo accusarla di essere ne’ una profetessa di sventura e tanto meno un’addetta del servizio postale.
Aver riletto, guarda caso al termine del XX secolo, unicamente al passato il contenuto della sola "visione" (senza riferire le parole della Madonna sul terzo segreto) pare un goffo tentativo di autoassoluzione di chi è ancora convinto di essere nel giusto.
Se poi qualcuno (nel 2010) cambia idea, è solo un merito, non una colpa!
Il Signore chiede conversione, perciò ha misericordia dei nostri errori precedenti.
(La prima parte QUI )
Ave Maria
AC Il goffo tentativo di autoassoluzione di chi è ancora convinto di essere nel giusto
La storia è davvero “magistra vitae”.
La storia è fatta di fatti concatenati, nel tempo che scorre.
Il tempo è una creatura di Dio ed è nel tempo che le creature mortali con un’anima immortale trascorrono quanto loro concesso per caratterizzare la vita eterna di conseguenza quella terrena.
Il tempo è un dono di Dio ed è nella storia che il Signore manifesta la Sua gloria che va oltre.
La gloria dell’uomo nel tempo è invece effimera ed i nostri sforzi per goderne svaniscono.
Fatta questa doverosa premessa, nel tempo della storia una data può dire molte cose.
Suor Lucia riconobbe l’inizio della nuova guerra nell’aurora boreale che fu osservata nei giorni 25 e 26 gennaio 1938 (incredibilmente visibile in tutto il sud dell’Europa, in Italia come in Portogallo) il segno del cielo che la Madonna le aveva annunciato.
Dopo la catastrofe bellica e il sempre maggior peso preso dalla Russia nella cultura mondiale, c’era da comprendere quale altra calamità avrebbe ammorbato la seconda metà del XX secolo.
Un’indicazione precisa riguarda il sentore di una catastrofe spirituale che sarebbe stata più comprensibile dopo il 1960.
Gli scritti di Suor Lucia con la duplice veste del segreto (visione+spiegazione della Madonna) giunsero in Vaticano nell’aprile 1957, in due giorni differenti.
Papa Pio XII trattene nel proprio alloggio lo scritto breve (le
parole della Beata Vergine Maria), mentre lo scritto con la visione restò negli archivi del Sant’Uffizio.
Giovanni XXIII, pontefice dall’ottobre 1958, lesse il segreto il 21 agosto 1959, un venerdì, presenti il suo segretario (mons. Capovilla), il suo confessore (mons. Cavagna) e -per farselo tradurre dal portoghese- mons. Tavares della Segreteria di Stato.
Giovanni XXIII aveva già manifestato l’intenzione di indire il Concilio Ecumenico (25/1/1959) e la lettura non lo fece recedere dall’intenzione.
Anzi: nel solenne discorso di apertura del Concilio Vaticano II (11/10/1962), dopo tre anni di gestazione (anche se già il 13/10/1962 furono rigettati tutti gli schemi preparatori) Giovanni XXIII ci tiene a precisare che: “Nell’esercizio quotidiano del Nostro ministero pastorale Ci feriscono talora l’orecchio suggestioni di persone, pur ardenti di zelo, ma non fornite di senso sovrabbondante di discrezione e di misura.
Nei tempi moderni esse non vedono che prevaricazione e rovina; vanno dicendo che la nostra età, in confronto con quelle passate, è andata peggiorando; e si comportano come se nulla abbiano imparato dalla storia, che pur è maestra di vita, e come se al tempo dei concili ecumenici precedenti tutto procedesse in pienezza di trionfo dell’idea e della vita cristiana, e della giusta libertà della chiesa.
A Noi sembra di dover dissentire da cotesti profeti di sventura, che annunziano eventi sempre infausti, quasi che incombesse la fine del mondo”.
Se nel 1960, considerando i cattolici del mondo intero, quelli che assolvevano il precetto della Santa Messa domenicale superava ovunque il 50%, oggi possiamo oscillare tra l’uno e il 10%...
E possiamo contare un crollo delle vocazioni religiose, senza constatare le decine (centinaia) di migliaia di abbandoni tra i consacrati.
Forse le date dicono più degli storici stessi.
E chi parla di un avvertimento di apostasia dato da Maria, non può certo accusarla di essere ne’ una profetessa di sventura e tanto meno un’addetta del servizio postale.
Aver riletto, guarda caso al termine del XX secolo, unicamente al passato il contenuto della sola "visione" (senza riferire le parole della Madonna sul terzo segreto) pare un goffo tentativo di autoassoluzione di chi è ancora convinto di essere nel giusto.
Se poi qualcuno (nel 2010) cambia idea, è solo un merito, non una colpa!
Il Signore chiede conversione, perciò ha misericordia dei nostri errori precedenti.
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