Isis in Egitto: dimmi se sei cristiano così ti ammazzo
Dopo l'ultima strage di cristiani copti in Egitto ci hanno raccontato che un commando composto da una decina di uomini armati di mitragliatrice, e a volto coperto, aveva aperto il fuoco su un
autobus che trasportava un gruppo di cristiani, bambini compresi, falciandoli e divertendosi a filmare la strage.
Quello che molti giornali si sono dimenticati di specificare, però, notizie che arrivano dalle testimonianze dei sopravvissuti, è che le cose sono andate, se possibile, anche peggio.
I dieci uomini mascherati erano islamici militanti dell'Isis, e non hanno aperto, semplicemente, il fuoco sull'autobus, bensì hanno bloccato il veicolo, fatto scendere i bambini e gli accompagnatori (che andavano in pellegrinaggio al monastero di San Samuele) e, singolarmente, hanno chiesto loro di rinnegare la fede in Cristo e convertirsi all'islam, pena la morte.
Ma nessuno, nemmeno i bambini hanno ceduto al meschino ricatto.
E così i cristiani a quel punto sono stati uccisi, a sangue freddo, con un colpo di pistola alla testa o alla gola.
Una vera e propria esecuzione, come purtroppo ne abbiamo viste altre a cura dello Stato islamico.
Insomma, mentre i "grandi del mondo" a Taormina alzavano la voce sulla 'assoluta priorità' di temi come il "riscaldamento globale", in Egitto il terrorismo islamico mieteva altre vittime nell'indifferenza dei più.
Domenica scorsa, Papa Francesco ha definito "martiri" della fede cristiana le vittime egiziane.
Mentre resta la speranza che Trump, che ha Riad parlando al mondo islamico ha definito la guerra contro Isis una lotta del "bene contro il male", ora prenda davvero le redini nella battaglia contro le persecuzioni dei cristiani nel mondo.
Fonte: L'Occidentale