Riusciremo a risolvere cristianamente il "de modo sanctam Communionem ministrandi" in questo tempo di coronavirus?
Sono stati abbandonati del tutto quei fedeli, figli obbedienti della Chiesa, che anche in questi giorni di pandemia con coraggio vogliono continuare a ricevere il Corpo di Cristo nel modo tradizionale?
A commento di una foto
di questi giorni che mostra il modus recipiendi sacram Communionem in manu , che, secondo alcune Conferenze Episcopali dovrebbe essere quello più "sicuro" per rallentare la trasmissibilità del coronavirus, una giornalista americana ha scritto "Questo è assurdo: fedeli cattolici stanno ricevendo la Comunione con una mascherina sul viso. Perchè? Essi rimuoveranno la mascherina mentre – nella mano- tengono il Signore nell' Ostia, aumentando le probabilità che l'Ostia o particelle di Essa cadano sul pavimento. Perchè la Sua sicurezza viene sacrificata per la cosiddetta "nostra ?" QUI
di questi giorni che mostra il modus recipiendi sacram Communionem in manu , che, secondo alcune Conferenze Episcopali dovrebbe essere quello più "sicuro" per rallentare la trasmissibilità del coronavirus, una giornalista americana ha scritto "Questo è assurdo: fedeli cattolici stanno ricevendo la Comunione con una mascherina sul viso. Perchè? Essi rimuoveranno la mascherina mentre – nella mano- tengono il Signore nell' Ostia, aumentando le probabilità che l'Ostia o particelle di Essa cadano sul pavimento. Perchè la Sua sicurezza viene sacrificata per la cosiddetta "nostra ?" QUI
Non è, purtroppo, la prima volta che la dittatoriale ideologia dei chierici progressisti ha scavalcato la legge ecclesiale e, in questo caso, pure quella italiana: "al punto 2.4 di ogni protocollo, fatte le debite modifiche peculiari a ciascun rito" specifica che il Sacro ministro distribuendo la comunione deve avere la “cura di non venire a contatto col fedele”. Come potrete notare NON si parla MAI di “mani”.
Quindi solo nel Protocollo con la Chiesa Cattolica (qui, pag. 3, n. 3.4) è specificato che i ministri “abbiano cura di offrire l’ostia [minuscolo n.d.r.] senza venire a contatto con le mani del fedele”.
A norma dei vari Protocolli quindi i vari ministri (pastori, sacerdoti o in altro modo siano chiamati), procederanno all’amministrazione della Comunione more solito, come previsto dal proprio rito. Solo ai cattolici invece viene, pur indirettamente, inibito uno dei due modi in chi hanno diritto a riceverla. » (leggere lo studio di MiL QUI )
Manca il dialogo fraterno fra i vertici ecclesiali e il popolo santo di Dio: dopo la lunga sospensione delle Sante Messe "cum populo" i vertici CEI avrebbero potuto accompagnare il discusso e discutibile comando della Comunione solo sulle mani con parole adeguate senza tradire la Verità: che cioè in ogni momento i fedeli potranno ritornare a comunicarsi in ginocchio e in bocca.
Ci saremmo aspettati ad esempio parole come queste: "considerato lo stato di grave necessità igienica causato dalla pandemia, in modo del tutto eccezionale i Vescovi debbono estendere ed applicare l'indulto che concede ai fedeli di ricevere la Santa Comunione sulle mani fino a quando l'emergenza sarà terminata”.
Questo sarebbe stato un modo per rasserenare soprattutto quei fedeli che MAI prenderebbero l'Ostia santa in mano...
Invece il modo di procedere della CEI ha alimentato confusione e mormorazioni : quando i furbetti, progressisti, cercano di avallare in modo impietosamente antidemocratico le loro convinzioni in questo caso ideologiche il popolo si sente smarrito e reagisce purtroppo anche in modo polemico.
Nessun pastore in questo momento di sofferenza ha chiesto ai fedeli di fare il sacrificio di prendere la comunione sulle mani per la sicurezza propria, della famiglia e di tutta la comunità: tutto è stato fatto con furbizia e maliziosità ideologica, al solito progressista, sfruttando la legittima paura che tutti abbiamo dell’infezione di coronavirus.
In chiusura un "commento" asssai interesssante su un blog cattolico :«Se esiste una logica ha detto...
L’aspetto più ridicolo della prescrizioni in esame è che si raccomanda al celebrante di igienizzarsi prima le mani (per esempio con soluzione disinfettante) e poi di infilarsi questi guanti, che non hanno, come già detto, nessuna garanzia di igiene e di cui non si dice che devono essere igienizzati. Insomma, il celebrante dopo essersi ben igienizzate le mani se le deve di nuovo sporcare toccando e indossando questi guanti, la cui carica microbica è imponderabile, per poi dare l’ostia ai fedeli. Come dire: prima mi lavo le mani ben bene, poi mi metto i guanti monouso per poi mettermi a tavola a mangiare. Ecco, proprio questi guanti monouso, che monouso non sono, vengono fatti indossare per distribuire la comunione dopo che si sono igienizzati… non i guanti, ma le mani che devono essere coperte dai guanti, i quali non sono per nulla puliti, ma solo “non usati”. Una bella differenza. Morale della favola: oltre a non dare disposizioni illogiche e insensate è altrettanto importante, prima di metterle in pratica, verificare la loro pertinenza. Altrimenti si rischia di obbedire ciecamente a qualunque cosa ci venga detta da qualunque persona che disponga su qualunque argomento. E questo non fa bene alla salute!»